IL CONTE DI CAGLIOSTROIndubbiamente una delle figure più misteriose ed enigmatiche del 700 europeo.
Giuseppe Balsamo era italiano, era un massone e su quest'uomo s'è raccontato tanto. Non si sà nulla se tutto quello che si diceva sul suo conto fosse vero oppure solo fantasie della gente, non dimentichiamoci che in quell'epoca chiunque sapesse un poco più degli altri era considerato un eretico, uno stregone, un "adoratore del demonio".
L'unica cosa chiara e precisa era che era un uomo misterioso, che viaggiava molto e che, pare, avesse dei poteri speciali.
Il suo vero nome non era Alessandro Cagliostro, ma Giuseppe Balsamo ed era nato a Palermo, il 2 giugno 1743.
Ebbe una grandissima influenza nella vita di Maria Antonietta, fin da quando era una giovinetta. Fu scacciato dalla Corte Imperiale d'Austria dall'imperatrice Maria Teresa, con accuse gravissime come l'eresia e la stregoneria e in una delle corti più religiose d'Europa, non si poteva tollerare niente di tutto questo.
Cagliostro ebbe larga parte nel famoso affaire della collana, in cui venne infangato il nome della stessa Maria Antonietta a favore di Jeanne de La Motte, ma fu successivamente acclamato dalla popolazione subito dopo il suo arresto e incarcerazione alla Bastiglia.
Il destino della futura Regina di Francia, come predissero alcuni suoi occultisti di fiducia, era legato alla prima persona che lei avrebbe incontrato sul suolo francese: quella persona, pare, fu proprio Cagliostro.
Si racconta di un episodio che risale al tempo in cui Maria Antonietta, ancora delfina di Francia, si stava recando a Parigi proveniente dall'Austria. Cagliostro era ospite nel castello di Maison Rouge, decandente ed impoverito. Egli predisse ai suoi occupanti che la principessa d'Austria avrebbe fatto tappa proprio nel loro castello e così avvenne.
I padroni, atterriti per la povertà in cui riversava la loro dimora, pregarono Cagliostro di aiutarli e lui, con uno dei suoi prodigi, trasformò tutto l'arredamento in sontuose suppellettili (posate, mobili ecc). Questa era solo un'illusione che sarebbe durata solo fino alla partenza di Maria Antonietta. Come predetto, la delfina arrivò e trovò Cagliostro ad attenderla sulla porta. Il primo uomo che incontrava sul suolo francese. Le fu detto che questa persona era un veggente, e così lei volle che le leggesse il destino. Cagliostro dapprima rifiutò ma lei glielo impose. Allora la condusse innanzi ad uno specchio nero e la invitò a guardarvi dentro. Maria Antonietta vide così la ghigliottina che le mozzava la testa e spaventatissima, se ne andò.
Un'altro aneddoto legato al destino della Regina fu quando Cagliostro profetizzò ad una dama di corte che il figlio che Maria Antonietta stava attendendo sarebbe stato un maschio ed avrebbe avuto il titolo di Duca di Normandia (era il tutolo del delfino di Francia durante il regno dei Borboni, un pò come oggi il Principe di Galles è l'erede della corona inglese), ma che la Francia non avrebbe mai avuto un Luigi XVII.
Furente la Regina entrò dove Cagliostro celebrava i suoi riti con la moglie Serafina e lo affrontò. Disse che suo figlio sarebbe stato re e lei avrebbe lottato per questo. Ma Cagliostro ripetè che non ci sarebbe stato un successore e che Maria Antonietta, sdentata e con i capelli bianchi, invecchiata anzitempo, non avrebbe potuto fare nulla contro la rabbia del popolo. La Regina giurò di distruggerlo e riuscì a farlo imprigionare alla Bastiglia (da dove ne era già uscito dopo l'affaire della collana). Quando ne uscì di nuovo, predì al governatore della prigione la caduta della fortezza per mano del popolo.
La Chiesa di Roma fu una grande nemica di Cagliostro e per mano del Papa Pio VI riuscì a farlo incarcerare nella rocca-fortezza di San Leo, nelle Marche dove venne murato vivo in una cella. Egli riuscì però ad evadere ma fu catturato e rinchiuso in una seconda celletta, acnora più piccola (foto 2): aveva un'unica apertura dall'alto, tipo botola, e una finestrella che dava su di un immenso baratro. Da quell'unica apertura gli venivano passati magri pasti e veniva torturato molte ore al giorno.
Quando morì, fu sepolto non si sa dove, anzi si mormora che non sia vero che sia morto. Si dice addirittura che Cagliostro sia un immortale e sia presente anche nei giorni nostri, una spece di Highlander.
Stessa sorte tocco alla moglie Serafina che venne torturata affinchè svelasse i segreti del marito e alla fine fu crocifissa a morte.
A proposito della moglie: si racconta che Cagliostro un giorno passeggiava per le vie di Roma quando si imbattè in un funerale. La defunta era una ragazza bellissima e Cagliostro volle avvicinarsi a le. Le diede un bacio in fronte e pronuncìò strane parole e come per incanto la giovane aprì gli occhi. Questa divenne la sua sposa, Serafina. Pare che il loro fosse un matrimonio "bianco" perchè non venne mai consumato.
Cagliostro era il "Gran Cofto" della loggia Massonica e non poteva avere rapporti carnali, ma solo spirituali.
I poteri di CagliostroCagliostro era in grado di far cadere una persona nella “trance ipnotica”. Per ottenere questo risultato, grande importanza avevano lo sguardo, la parola, i gesti e l'ambiente, tutto necessario per suggestionare adeguatamente il soggetto. Dopo averlo magnetizzato in questo modo, Cagliostro chiedeva all'individuo di guardare all'interno di un globo pieno d'acqua, posto sul tavolo. Il tavolo era ricoperto da un telo nero, ricamato con simboli e disegni cabalistici, e su di esso poggiavano altri oggetti magici, come icone, fiale e candele. Il conte poi contattava le entità soprannaturali, che sarebbero penetrate nel globo e avrebbero fornito le visioni magiche. Il paziente ipnotizzato descriveva ciò che vedeva e, incredibilmente, le previsioni poi si avveravano.
il suo Rito si limitava ad inserire nelle cerimonie tradizionali il canto propiziatorio "Veni Creator Spiritus" e il "Te Deum". Venivano poi compiuti esperimenti occultistici e magici con i qualli si ottenevano visioni di avvenimenti lontani, preveggenza, trasmutazioni, ingrandimenti di diamanti. Il tutto terminava con la distribuzione di elixir che ridonavano la giovinezza. L'esperimento più comune consisteva nel prendere una giovinetta, chiamata "colomba" e un ragazzino, il "pupillo" e con una particolare cerimonia porli davanti ad una caraffa d'acqua, nella quale scorgevano profeti, angeli o spiriti di defunti e avevano visione di avvenimenti futuri. Tale pratica magica nella quale convergevano l'idromanzia e la cristallomanzia, fu via via perfezionata e raggiunse solo a Strasburgo una forma definitiva. E' difficile capire se questi "miracoli" fossero imbrogli, suggestioni o il frutto di effettivi poteri estrasensoriali, rimane il fatto che mentre alcuni furono entusiasti testimoni delle virtù taumaturgiche di Cagliostro altri lo bandirono come imbroglione e lestofante. Intanto la sua padronanza e conoscenza dei riti massonici cresceva e con essa la megalomania che lo portò a spacciarsi per un "Superiore incognito".
(Il sigillo di Cagliostro, un serpente trafitto da una freccia)
Cagliostro ottiene quindi prestigio e notorietà dalla massoneria. Stringe solide amicizie con gli stranieri e i borghesi che l'affascinante mondo massonico attrae. Conosce le idee di libertà intellettuale e tolleranza religiosa che la massoneria propaga e conosce i segreti dei cavalieri templari, che si diceva fossero custoditi dagli alti gradi massoni. Ma non si accontenta. Il grande alchimista vuole un culto tutto per sé, basato sulla sua figura, un mito che deve durare in eterno. Crea pertanto una sua “branca” della massoneria, di tipo egiziano, basata su pratiche rituali che si propongono la rigenerazione del corpo e dell'anima. Di questa nuova loggia possono far parte tutti i massoni “ordinari”, ma c'è una novità, sono ammesse anche le donne. Cagliostro è a capo della loggia, con il nome di “Grande Cofto”, mentre Lorenza, che ormai tutti chiamano contessa Serafina, regge le assemblee femminili, col titolo di “Regina di Saba”.
Giuseppe Balsamo o Alessandro Conte di Cagliostro?Lo scrittore Pier Carpi afferma che in realtà non è chiara l'identificazione del conte di Cagliostro in Giuseppe Balsamo. Secondo lo scrittore, infatti, il conte era in realtà il figlio illegittimo di un principe portoghese, che lo affidò ancora in fasce al mercante Pietro Balsamo a Palermo, pagandolo profumatamente per evitare lo scandalo. Il mercante lo avrebbe presentato come suo figlio naturale. Nel contempo nasceva il vero figlio di Pietro Balsamo, Giuseppe. Questa situazione avrebbe permesso di identificare Cagliostro con Giuseppe Balsamo, ma in realtà il conte e Giuseppe erano due persone diverse. Alessandro sarebbe stato il vero iniziato alle arti magiche, mentre Giuseppe era un truffatore che sfruttava questa sua confusione, ricattando Alessandro, pena svelare le sue vere origini. Giuseppe inoltre sarebbe stato uno strumento nelle mani della Chiesa, che lo avrebbe mandato in giro per tutta Europa per compiere truffe e imbrogli, per screditare il vero Cagliostro, che era troppo potente e pericoloso per il clero. Alla fine non fu il vero Cagliostro a cadere nelle mani dell'Inquisizione, ma Giuseppe Balsamo, che quindi morì al posto suo. Questa teoria sarebbe avallata da un articolo pubblicato dalla rivista Stargate nel 2002, dove si parla del presunto ritrovamento di un biglietto autografo di Alessandro Cagliostro, scritto da Palermo, in cui chiederebbe all'Inquisizione la grazia per Giuseppe Balsamo, detenuto a San Leo.
Cagliostro e le catacombe dei CappucciniA Cagliostro è collegata una leggenda del Convento dei Cappuccini a Palermo. Nei sotterranei del convento sono presenti oltre settemila mummie. Il luogo infatti per tre secoli (Dal Seicento alla fine dell'Ottocento) è stato una specie di cimitero privilegiato. I cadaveri di principi, baroni, prelati e altre importanti autorità venivano posti qui. In passato chi se lo poteva permettere faceva imbalsamare i corpi dei defunti. I familiari li andavano a trovare frequentemente e ci parlavano, come fossero ancora vivi. Per il visitatore che percorre i sotterranei, la visione è estremamente macabra e suggestiva. Ovviamente dopo tanto tempo non tutte le mummie sono in buono stato di conservazione. Si vedono morti appesi ai muri con dei ganci, e scheletri ghignanti che sembrano volervi afferrare. I cadaveri indossano ancora i costumi d'epoca, ed è possibile vedere scheletri di donna ancora in cuffia e sottogonna. E poi file e file di scaffali con i resti di molti cadaveri.
Le famiglie più ricche acquistavano un apposita nicchia o loculo dove veniva messa in bella mostra la mummia del defunto. Insomma il culto dei morti era una cosa importante, e infatti ancora oggi a Palermo è molto sentito, con le processioni e il lutto che viene portato almeno per un anno. La festa dei bambini non coincide con l'epifania, ma con il 2 novembre, perché si crede appunto che siano i morti a portare i doni ai bambini. In questo modo si tramanda il ricordo dei familiari defunti. Fino al secolo scorso c'era ancora l'usanza dei familiari di banchettare presso la tomba dei loro defunti, nel giorno dei morti.
Abbiamo visto che la morte di Cagliostro, come la sua vita d'altronde, ha dato origine a diverse leggende. Una di queste si racconta proprio nel rione dell'Albergaria a Palermo, sua città Natale, e riguarda proprio le catacombe dei Cappuccini. Il racconto si collega strettamente alla morte del conte avvenuta, come abbiamo letto, nella prigione di San Leo, il 26 agosto 1795. Il conte era ormai in fin di vita, verso mezzogiorno era stato colpito da un colpo apoplettico e alle quattro sarebbe spirato. La cella dove era imprigionato si illuminò allora di una luce verdastra e gli apparve una donna bellissima, vestita di scuro e con lunghi capelli corvini. La donna gli disse: “Giuseppe, finalmente è giunto il tuo momento e sarai con me per sempre.”
Cagliostro si sollevò e la guardò a lungo, ammirando la sua bellezza, e le rispose: “Ho sempre saputo che sei stata eternamente effigiata in modo falso, Morte, perché tu in realtà sei bellissima e deve essere dolce rimanere per sempre con te. Ma io non ho ancora finito la mia missione nel mondo. So che devo obbedire alla legge per la quale alla fine saremo tutti tuoi. Ma ti chiedo una grazia: devi consentirmi di ritornare a ogni generazione, anche solo per un giorno, così che il seme del mio supremo insegnamento non vada perduto e io possa ancora parlare alla fantasia degli uomini.”
Pare che la Morte, a questo punto, propose a Cagliostro di giocare a morra. Se il conte avesse vinto, allora avrebbe esaudito la sua richiesta. Ma per la prima volta nella sua esistenza la Morte perse la partita, sia a causa dell'abilità del conte, che per i suoi poteri magici. La Morte, ammirata, concesse allora al mago di dimorare, ignorato, in un loculo nobiliare delle catacombe dei Cappuccini, da dove riappare ogni quarto di secolo per ventiquattro ore, per ispirare un suo maestro di dottrina.
Le spoglie del mago, anche a causa della sepoltura sconsacrata a cui furono sottoposte, non si sono mai trovate per certo. Il mistero di Cagliostro rimane. Raffinato esperto di esoterismo e pratiche alchemiche o truffatore e imbroglione? Se si propende per la seconda ipotesi allora forse la leggenda delle catacombe dei Cappuccini diventa molto plausibile. Visti la quantità di ciarlatani e truffatori presenti oggi, sembra veramente che ci sia un maestro immortale che continua a insegnare loro l'arte dell'inganno...
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