Palazzo Pitti (ed il relativo Giardino di Boboli) a Firenze, fu la Reggia dei Granduchi di Toscana dal XVI al XIX secolo.
Non che questo c’entri molto con Maria Antonietta, salvo per il fatto che nel 1739 vi soggiornarono per un breve periodo i suoi genitori, l’Arciduchessa Maria Teresa e suo marito Francesco Stefano di Lorena, appena divenuto Granduca di Toscana. Ed anche per il fatto che a Palazzo Pitti visse per tutti i suoi 25 anni di regno (1765-1790) il fratello di Maria Antonietta, il Granduca Pietro Leopoldo (lo stesso che, divenuto Sacro Romano Imperatore Leopoldo II, agli esordi della Rivoluzione sentenziò:-Ho una sorella in Francia, ma la Francia non è mia sorella!-). Vi nacque anche nel 1768 il futuro Imperatore Francesco II, tanto criticato per la sua indifferenza di fronte alla sorte della (peraltro mai conosciuta) zia prigioniera dei rivoluzionari francesi.
Però il palazzo, e soprattutto il bellissimo giardino, è il luogo in cui a Firenze (città in gran parte rinascimentale e manieristica) si sente più il XVIII secolo, ed è un luogo molto bello.
Pietro Leopoldo per primo aprì il giardino al pubblico, gratuitamente, e tale è rimasto per due secoli, fino a circa una quindicina d’anni fa, quando ne venne stabilito l’ingresso a pagamento. Prima di ciò, era il parco preferito dei fiorentini (nonché tradizionale luogo di rifugio di coloro che marinavano la scuola).
La storia del palazzo si può riassumere brevemente accennando al fatto che la sua costruzione venne intrapresa alla metà del XV secolo dal facoltoso banchiere Luca Pitti, che voleva superare nello sfarzo della residenza i rivali Medici. Tuttavia il Pitti si trovò presto in difficoltà finanziare, tanto che dovette lasciare i lavori incompiuti.
Un secolo dopo il suo erede, Bonaccorso Pitti, vendette il palazzo ai Medici: a Cosimo I Duca di Firenze (e poi anche di Siena, e futuro primo Granduca di Toscana) ed a sua moglie la Duchessa Eleonora da Toledo. I quali provvidero subito ad ampliarlo, ed a far costruire da Giorgio Vasari il celebre corridoio, un passaggio coperto che collega Palazzo Vecchio con Palazzo Pitti passando sopra agli Uffizi e sul Ponte Vecchio.
Palazzo Pitti in una lunetta di G.Utens
Cosimo I de Medici
Eleonora da Toledo
Anche nel secolo successivo il palazzo venne ulteriormente ampliato dai Granduchi Medici. L’interno è molto bello, e vi sono tracce delle diverse epoche. Dalle stanze fastose del XVII secolo, fino a quelle di epoca napoleonica, dei tempi di Elisa Bonaparte Baciocchi. Oggi ospita diversi musei: la Galleria Palatina, quella di Arte Moderna, Museo degli Argenti, Galleria del Costume.
Del XVIII secolo resta pochissimo all’interno del palazzo.
Interni:Sala di Venere (la statua nel mezzo è la Venere del Canova)
Sala dell’Iliade
Sala di Saturno
Galleria delle Statue
Gabinetto ovale (della Grand.ssa Maria Luisa), uno dei pochi ambienti sopravvissuti del XVIII sec.
Bagno di epoca napoleonica
Due sale della prima metà dell’800:
Il Palazzo in una stampa settecentesca
La facciata in una foto antica
Oggi:
Il cortile interno (con vista sulla piazza)
Il cortile interno
Il cortile interno (con vista sul giardino)
La targa della Mula, curioso monumento all’interno del cortile, dedicato ad una brava mula (diremmo oggi una “stakanovista”, senza offesa per la povera bestia) che tanto lavorò per trasportare materiali da costruzione per il palazzo.
La facciata vista dal giardino (dall’anfiteatro)
L’anfiteatro in una stampa settecentesca
Costruita proprio all’epoca di Pietro Leopoldo, vi è la Palazzina della Meridiana, sul lato meridionale del Palazzo, che fu la vera e propria residenza del Granduca P. Leopoldo e della sua famiglia. Oggi vi è la Galleria del Costume, ma la stragrande maggioranza degli arredi originali è andata perduta.
Il Granduca Pietro Leopoldo ritratto da R. Mengs:
Il Granduca e la sua numerosa famiglia:
La palazzina della Meridiana
Non si deve dimenticare, infatti, che nel 1864 – per somma disgrazia – a Firenze ebbe sede la Capitale del neonato Regno d’Italia. La città venne devastata (furono demolite le mura, ed in seguito anche buona parte del centro storico); ed anche a Palazzo Pitti i nuovi (e piuttosto abusivi) padroni fecero modificare delle stanze. Non saprei precisare cosa a quanto sia andato disperso, ma sarebbe veramente interessante riuscire a fare un inventario del contenuto del palazzo all’arrivo dei Savoia, per vedere cosa c’è rimasto. Poi, fortunatamente, verso il 1871 i Reali Sabaudi se ne andarono a Roma, a risiedere in un palazzo fregato al Papa, ammobiliato ed arredato riccamente anche con roba portata via dalle varie residenze dei Sovrani ai quali, con la scusa dell’Italia, avevano usurpato il trono: Napoli, Toscana, Parma, ecc.
A Vienna nella Hofburg ed a Schönbrunn c’è rimasto tutto, si possono apparecchiare le tavole con tovaglie e coperti originali. Perfino a San Pietroburgo: i bolscevichi russi trucidarono lo Zar, è vero, ma non rubarono l’argenteria!
Invece a Palazzo Pitti tutti questi oggetti non esistono più, ed è sparita ogni traccia della vita dei Granduchi e della Corte Toscana; restano solo quadri e statue (e ringraziamo il Cielo che hanno lasciato almeno quelli).
L’ultimo Granduca di Toscana che visse a Palazzo Pitti, Leopoldo II:
Il nuovo Re d’Italia e nuovo inquilino di Palazzo Pitti, Vittorio Emanuele (detto impropriamente “il Galantuomo”) qui ritratto in tutta la sua finezza e distinzione con la Rosina.
Il giardino di Boboli è molto bello e grande (45.000 mq), e fu progettato ai tempi del primo Granduca Mediceo da Niccolò Pericoli (detto il Tribolo), ma venne via via arricchito da tutti i sovrani toscani, compreso il Granduca Lorenese Pietro Leopoldo. Non sono un botanico, e poco vi posso dire sulle piante rare e pregiate: Preferisco postare delle foto:
La vasca di Nettuno
Vista del palazzo dalla vasca di Nettuno
Vista dalla fontana di Nettuno alla statua dell’Abbondanza
La statua dell’Abbondanza, di F. Tacca. Sulla base del monumento vi è una lapide in latino che ricorda come, mentre nel resto d’Europa si sta combattendo la Guerra dei Trent’anni, in Toscana si sta in pace ed in abbondanza.
Questo era il mio posto preferito: il Giardino del Cavaliere, un luogo bellissimo dove fa caldo e si prende l’abbronzatura anche in inverno (purché vi sia il sole, è ovvio). Nella palazzina, risalente all’inizio del XVIII sec., ha sede il Museo delle Porcellane.
Vista delle colline dal Giardino del Cavaliere
Il Kaffeehaus fatto costruire da Pietro Leopoldo, dall’Arch. Zanobi Del Rosso
La Limonaia (della stessa epoca e dello stesso Architetto Del Rosso)
Ingresso (laterale) del giardino da Via Romana
Vialone
La vasca dell’Isola:
Il pratone delle Cornacchie
La fontana dei Mostaccini (abbeveratoio per uccelli)
La cinquecentesca Grotta del Buontalenti (in alto a sinistra si intravede il corridoio vasariano)
Viali e vialetti
Edited by sofonisba - 5/9/2007, 16:03