| La delegazione indiana inviata nel 1788 a Luigi XVI aveva come scopo di ottenere la protezione per controbilanciare, nei loro territori, la prepotenza inglese.
Cito Felix France d'Hézecques - da " Souvenirs de un page a la Cour de Louis XVI":...Questa ambasciata, sbarcata a Tolone, arriva a Parigi il 16 luglio 1788 e fu alloggiata al Rue Bergère all' Hotel des Menus Plaisirs, che è stato sistemato per l'occasione. Tutte le spese furono a carico dello Stato. Era composta da tre ambasciatori, due giovani, parenti del sultano, e oltre trenta domestici. Gli ambasciatori si chiamavano Mouhammed-Dervirche-Khan, cognato del sultano e capo della religione, e Mouhammed-Osman-Khan e Akbar-Ali-Khan, generale della cavalleria, che spiccava per la sua alta statura, la sua fierezza e la barba bianca. Il 12 Agosto l'ambasciata arriva a sera al Grand Trianon, che è stato preparato per riceverli, i cui viali erano pieni di gente curiosa. I tre ambasciatori arrivano in tre carrozze con la livrea del re. Sono stati accompagnati agli appartamenti dell'ala destra dove entrai con loro. Sembravano ammirare molto la bellezza dei giardini e del palazzo. Il Derviche si mise in preghiera, e chiese che si tolsero i tappeti dove c'erano qualche figure d'uomo, e il generale ci raccontò la caccia alla tigre dove si vantava della sua destrezza nell'affrontare le il terribile animale. L'indomani fu il giorno dell'udienza solenne. Si mise il trono nel Salone d'Ercole, e tutt'attorno, delle poltrone erano state disposte per la famiglia reale e per la Corte nella sua toilette più elegante. Gli ambasciatori entrarono per la grande scalinata di marmo, attraversarono gli appartamenti della Regina, la Grande Galleria e tutti i saloni, dove c'erano disposti ad anfiteatro tutti i curiosi accorsi dalla capitale. Dopo la messa, il Re si sedette sul trono, e i maestri di cerimonia andarono a cercare l'ambasciata, che attendeva in una sala della corte reale. Il corteo attraversò questa infilata di quattordici appartamenti riempiti di dame eleganti il cui aspetto sembrava spaventare molto questi stranieri(.....) Arrivati nella sala, il capo dell'ambasciata pronunciò un discorso che fu interpretato, così pure come la risposta del Re. Poi presentò le sue credenziali avvolte in un pezzo di stoffa d'oro, e ventun pezzi di monete come omaggio di rispetto. A udienza terminata domandarono di godere del superbo colpo d'occhio che faceva la corte riunita, poi furono condotti, nello stesso ordine , da M. de la Luzerne, ministro della marina, dove pranzarono. Il pomeriggio, passeggiarono nei giardini dove tutte le Grand Eaux erano in funzione(....) Ero al fianco del calesse che portava il capo dell'ambasciata e il ministro, nel momento in si fece loro notare la Vasca di Nettuno dove grazie una sola chiave più di cento cinquanta getti d'acqua si sollevarono in aria nello stesso momento. L'indiano era allora molto occupato a grattarsi i polpacci; gettò un attimo gli occhi sul bel spettacolo e velocemente li riportò sulla sua babuccia. Gli ambasciatori ritornarono in seguito a Parigi. Poco tempo prima della loro partenza, nel mese di ottobre ritornarono a Versailles a cacciare con il Re, poi si imbarcarono a Brest per ritornare su una fregata comandata dal capitano Macnamara, che, al suo ritorno fu massacrato dal suo equipaggio insorto. Durante il soggiorno degli ambasciatori a Trianon, ricevettero qualche persona. Andai spesso a far loro visita per avere un'idea dei loro costumi ed abitudini. Qualche volta vidi nel loro salone, durante le cerimonie, che uno schiavo portava loro delle pipe, e ci versava dell'acqua profumata sulle mani.(...) Questi indiani non mangiavano animale se non uccisi da loro stessi con certi riti purificatori, così ebbero cura di portare con sè i loro cuochi, ed era oggetto di curiosità pubblica andarli a vedere nei sotterranei di Trianon, mentre preparavano i loro pasti. La quantità di spezie, di pimenti, di kari e soprattutto l'aglio che ci mettevano, rendevano i loro spezzatini, che gustai una volta, intollerabili al palato europeo(...) La Regina aveva voluto anche lei gustare questa cucina indiana, ma le fu impossibile sopportare il carattere del loro condimento(...) I Regali di questa ambasciata non furono poi così importanti. Vi erano delle mussole molto belle, delle armi indiane ben lavorate e una piccola scatola di perle preziose. Il solo pezzo degno di nota fu un grosso rubino che il Re fece montare all'inizio di una spallina di diamanti. Portarono in scambio molte stoffe di Lione, delle pendole e delle porcellane di Sevres. La Regina fece fare i loro ritratti in cera e li mise, in gruppo con l'interprete e uno schiavo, che fumavano le loro pipe, in una delle capanne di Trianon. La somiglianza era perfetta. Si disse poi che Typoo-Saeb, scontento dell'insucesso dei suoi ambasciatori, li avesse fatti morire al loro ritorno."
Ho postato qualche stralcio dell'episodio narrato da Felix France d'Hezeques...scusate se non è tanto scorrevole ma l'ho tradotto in fretta.
Edited by celeborn36 - 10/6/2008, 22:24
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