| Dal Journal di Bombelles:
10 agosto 1788 – I tre ambasciatore di Tippo-Sahib sono partiti alle 11.00 della mattina dal castello di Trianon. Entrati nella Grand Cour, condotti in tre carrozze a sei cavalli ciascuna con la livrea del Re. Sono passati tra due file di guardie francesi e svizzere con il tamburo che suonava l’appello. Discesi dalle loro vetture nella Cour des Princes, dove vi era un distaccamento delle guardie della “Prevoté dell’hotel”, il signor de Launay, commissario generale della Marina, li ha condotti attraverso l’ Escalier des Princes e verso la sala dei Cent Suisses (che erano in fila, alabarda alla mano) in un appartamento per attendere il momento in cui il Re fosse pronto per riceverli. L’udienza doveva aver luogo a mezzogiorno, un incidente l’ha ritardata. Gli ambasciatori avendo avuto la pretesa di essere seduti, c’è voluto del tempo per farli rinunciare a questa domanda ridicola e per citare loro tutte le udienze solenni dove a nessun rappresentante di qualche sovrano che fosse abbia potuto ottenere una distinzione che non era accordata ai fratelli del Re.
La Regina è arrivata attraverso gli appartamenti al Salon d’Hercule e ha preso posto molto prima che il Re apparisse. Era mezzogiorno e tre quarti quando Sua Maestà, accompagnato da Monsieur, da M. il conte d’Artois, dai duchi d’Angouleme, de Bourbon, d’Enghien, dai principi di Condé e de Conti, si è recato nella sala delle udienze. Il trono che serve alle cerimonie del Santo Spirito è stato collocato su una pedana elevata con otto scalini e addossata al camino. Sono state costruite due tribune nelle porte che danno sul Salone della Cappella e nella falsa porta corrispondente. Il resto del salone era provvisto di gradinate per gli ambasciatori, i signori e le dame della Corte. Quest’ultimi erano messi in base al loro arrivo. Il fato aveva voluto che i più in vista fossero i più giovani e le più belle dame. La Regina con Madame, M. il duca di Normandia, Madame , cognata del Re, erano nella tribuna a sinistra. Madame la contessa d’Artois, Madame Elisabeth e M. il duca de Berry erano nella tribuna a destra[…]
Il Re salito sul trono ha dato l’ordine agli ufficiali di cerimonia di andare a cercare gli ambasciatori indiani, i quali hanno attraversato nell’ordine seguente, la sala delle guardie del corpo del Re, la sala delle guardie della Regina, il suo appartamento, la galleria e i grandi appartamenti pieno di spettatori disposti ad anfiteatro e con tanto ordine che il tragitto degli ambasciatori e il loro corteo non fu affatto disturbato.[…]
Arrivati al Salon d’Hercule, il signor de Launay, incaricato della loro lettera di credito, l’ha data al capo dell’ambasciata che l’ha portata con le proprie mani fino ai piedi del trono. Prima di arrivarci, lui, come pure il suoi colleghi hanno fatto tre riverenze. Il Re si è scoperto all’ultima. Gli ambasciatori sono avanzati insieme verso il trono accompagnati dai Sigg. Ruffin e Nantouillet. Allora Mouamed-Derviche-Khan ha consegnato al Re la loro lettera di credito e tutti e tre hanno presentato a Sua Maestà, su dei fazzoletti, 21 pezzi d’oro, che, nelle usanze dell’India, è omaggio di più profondo rispetto. Sua Maestà ha accettato uno di questi pezzi da ciascuno di loro. In seguito Mouamed-Derviche-Khan ha pronunciato un’arringa che è stata tradotta e ripetuta da M. Ruffin. Fui alla portata di sentire M. Ruffin che l’ha pronunciata a voce bassa , perché racchiudeva molti frasi poco gentili per gli Inglesi. […]
Gli ambasciatori, sostenuti dai Signori Privon, de Launay e Dubois, sono discesi all’indietro fino all’ultimo gradino della pedana. Abkar-Aly-Khan, il più vecchio dei tre aveva gran bisogno d’aiuto. Il solo che si sia presentato e che abbia salutato con nobiltà fu Mouammed-Osman-Khan. Dopo aver fatto le loro tre riverenze si sono fermati e hanno chiesto il permesso di gioire un istante dello spettacolo imponente che offriva il Salon d’Hercule. Infine ritirandosi, hanno salutato una quarta volta il Re, che ha spinto la sua bontà fino a permettere che il seguito degli ambasciatori entrasse nella sala delle udienze. Non ho potuto verificare se questi ambasciatori abbiano effettivamente chiesto di salutare la Regina. Molte persone credono che il loro quarto saluto fosse per lei. Questi personaggi festeggiati oltre misura, hanno pranzato presso M. il conte de La Luzerne.
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