Maria Antonietta - Regina di Francia

Ritratto Barocco. Ritratti del '600 e del '700 nelle raccolte private, Tivoli, Villa d'Este.Dal 4 luglio al 2 novembre

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Alexandra81
view post Posted on 25/7/2008, 21:52




A Tivoli, nella Villa d'Este, confronto fra i grandi ritrattisti del Seicento e Settecento dalle collezioni private: il "monumentale" papa di Mengs e i "milordi" di Batoni, Van Dyck, Voet, Règnier, Stern e i fanciulli di Ceccherini. Il cardinale Spada del Guercino. Otto dipinti inediti e molti mai presentati al pubblico. Visite anche notturne nella villa illuminata.
di GOFFREDO SILVESTRI

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TIVOLI - Le bianche pareti di Villa d'Este non sono più nude. Quelle pareti che dovevano essere ricoperte dai preziosi arazzi di Bruxelles che non arrivarono mai. Per la morte improvvisa nel 1572 del cardinale e mancato papa Ippolito II d'Este, fondatore della villa e del giardino progettati da Pirro Ligorio e diventati modelli in Europa. Su quelle pareti sono ricomparsi papi e cardinaloni, principi e principesse, lord inglesi, uomini d'arme, i protagonisti di "Ritratto Barocco. Ritratti del '600 e del '700 nelle raccolte private" che è la prima mostra di arte antica a Villa d'Este (fino al 2 novembre, con visite anche notturne nella villa illuminata). Presenta 37 dipinti che il curatore, lo specialista Francesco Petrucci, è riuscito a fare uscire da collezioni private italiane e straniere con la soddisfazione di otto inediti, fra cui due del grande Batoni, e molte opere mai in mostra (catalogo De Luca). Stranamente però non c'è un ritratto del padrone di casa. L'iniziativa della mostra è della soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Roma-Rieti-Viterbo, diretta da Giangiacomo Martines, e di Marina Cogotti, direttore di Villa d'Este.

Alcune opere in mostra

Lo scopo di questi ritratti non è di "riflettere la psicologia, l'animo e l'interiorità del personaggio", ma lo stato, la funzione, l'essere come classe (aristocratica), imponendo senso di superiorità, autorità e autorevolezza vere o presunte, destando ammirazione e soggezione con il fasto degli abiti, gli attributi non del martirio per il cielo, ma del potere sulla terra, "senza falsi pudori". Insomma un "monito per chi li ammira, nell'esaltazione del prestigio e del potere assoluto di una sola classe sociale". "Ritratti monumento", ritratti ideali salvo qualche concessione. Ambientazioni imponenti, cura dei particolari preziosi. Qualità pittorica grande e grandissima.

Osserva il curatore Petrucci: "Si tratta di una ritrattistica 'politica' che vuole convincere e trasmettere valori più generali, non investigare i moti interni di ogni individuo". E ricorda che monsignor Giovan Battista Agucchi, nel "Trattato sulla Pittura" del 1610, sosteneva che "la forma più evoluta di ritrattistica era quella che andando oltre la somiglianza al soggetto, raffigurava i personaggi come avrebbero dovuto essere, in funzione della loro posizione nel mondo". Una ritrattistica che si inserisce nel "generale contesto iconografico, iconologico e simbolico dell'arte barocca, che vuole stupire, meravigliare, ma soprattutto educare e persuadere". Anche, o soprattutto, le apparenze.

Acquistato come "Scuola italiana" ad un'asta del 2007, questo piccolo ritratto nella prima sala della mostra si è rivelato per la versione autografa in formato ridotto (volto e parte del busto), del ritratto a mezza figura che il Guercino eseguì nel giugno 1631 del cardinale Bernardino Spada e che è uno dei pezzi pregiati della romana Galleria Spada. Per essere ritratto dal Guercino, il cardinale, che era legato pontificio a Bologna, mandò una carrozza a Cento, a circa 35 chilometri, dove il pittore viveva. L'ipotesi più accettata è che il ritratto esposto sia la prima posa dal vivo che ha reso lo sguardo del cardinale "vivido e intenso rispetto ad una certa fissità espressiva del dipinto" ufficiale, il che conferma i "tratti pittorici freschi e immediati, caratteristici del bozzetto di elevata qualità" e che come tradizione Bernardino Spada dovrebbe aver regalato al pittore come segno di soddisfazione e benevolenza. Come curiosità c'è un "Ritratto di Innocenzo X" di Pietro Martire Neri dal celeberrimo ritratto del Velàzquez, di cui fu collaboratore a Roma, "uno dei ritratti più copiati ed ammirati" del Seicento.

Nasone e labbrone, il cardinale Leopoldo de' Medici, mecenate delle arti e patrono delle scienze, appare così nel dipinto inedito di Giusto Sustermans (o Suttermans) che potrebbe essere un perduto importante ritratto o una replica. Tre cardinaloni e un papa rappresentano il Baciccio. Il papa è Alessandro VII, di cui il prototipo originario è andato disperso dopo il 1950 e dopo la permanenza nella collezione del re di Romania in Germania. Quella in mostra, forse da casa Colonna, è considerata una replica autografa come era tradizione dei ritrattisti seicenteschi fare di ritratti papali, per importanti famiglie o personaggi. Gli altri ritratti sono versioni ripetute con varianti che ne fanno opere più o meno autonome. Ma "straordinario ritratto", dalla "qualità molto sostenuta" è presentato da Francesco Petrucci il "Ritratto del cardinale Giovan Battista Spinola seniore", porporato che si è portato dietro il soprannome di "papa del caffè" data la predilezione per mondanità, gola e sesso. E infatti il ritratto, dall'esecuzione "estremamente accurata", "sembra tradire la psicologia del personaggio, distaccato e annoiato", ben piazzato su di una poltrona, la berretta rossa portata in avanti sulla fronte.

La grande maggioranza dei ritratti è di gente di Chiesa e di tipo maschile, ma uno che si impone all'attenzione è quello forse con Maria Farnese, moglie del duca di Modena Francesco I d'Este, opera di Nicolas Régnier (1638 circa). Un "superbo ritratto di apparato, sontuoso nella meticolosa descrizione delle preziose vesti". Gonfia di forme, la nobildonna indossa un'ampia veste di raso nero su cui sono applicati ricami in fasce verticali, sui bordi, sulle ampie maniche, sui polsini fino ad ottenere uno straordinario bianco e nero rotto solo da un fiocco rosso. Questa volta il pittore non ha usato la mano leggera nel descrivere un sovrabbondante doppio mento e il collo taurino, ma del colore della porcellana, da cui scende un filo di perle attorno al fermaglio in oro con pietre rare. Alla destra Maria Farnese accarezza un cagnetto infiocchettato con collare di pietre, tradizionale simbolo della fedeltà nel matrimonio, e con la sinistra sorregge quella che sembra una banderuola rossa, simbolo della volubilità e caducità della fortuna umana. Un richiamo a quelle cornici di stucco sulle volte e le pareti delle sale di Villa d'Este che sono rimaste vuote perché dovevano ricevere la celebrazione pittorica delle imprese del cardinale Ippolito. Pezzo di bravura a sé nella Maria Farnese la natura morta rappresentata dalla cascata dei neri capelli con gioielli, rose rosse, fiori bianchi e azzurri.

All'opposto come etereo tipo di donna, abbigliamento e tecnica pittorica, il "Ritratto della contessa Ortensia Ianni Stella" di Ferdinand Voet, il "Ferdinando dei ritratti" perché "per eccellenza vero ritrattista di corte". Spalle scoperte, un velo color verdino a fare l'apparenza dell'abito, un mazzolino di fiori bianchi e rossi per segnare la scollatura, nessun gioiello, riccioloni che scendono sulle tempie, gioventù. Si tratta dell'unico ritratto dell'amante di Lorenzo Onofrio Colonna: non faceva parte di una "galleria delle Belle" in voga nel Seicento, e quindi è un "prototipo, dipinto direttamente dal vivo e non di una replica, come confermano la visione diretta e il recente restauro". Pennellata "sciolta e fluida per la veste", incarnato "a velature trasparenti" con sovrapposto un "delicato chiaroscuro". I segni di tratteggio sono quelli tipici di un mancino come era Voet. A lui, e non ad uno specialista, devono essere attribuiti anche i fiori freschissimi.

Le velature, la pittura "estremamente sciolta e disinvolta" di Voet si ritrovano nel bellissimo, inedito, "Ritratto di ufficiale con fiocco giallo", con l'aggiunta di "notevole naturalismo e forza realistica come mostrano le sapienti e rapide lumeggiature" che rendono scintillanti zone della corazza. Il vistoso fiocco giallo che stringe lo jabot ricamato è un segno della moda francese fra fine anni Settanta e primi anni Ottanta del Seicento in Italia e in Europa. L'ipotesi è che il ritratto sia stato dipinto da Voet in Lombardia, nel 1680 circa, e che raffiguri un gentiluomo locale reso con "vivezza dello sguardo", "morbido tocco sulle labbra" carnose, "lumeggiature essenziali" su quelli che sono veri capelli.

Anton van Dyck, nelle opere genovesi e soprattutto nel soggiorno inglese, viene considerato "l'artista che forse seppe meglio illustrare ed esaltare il fasto e la superiorità dell'aristocrazia", "l'aura di distanza irraggiungibile". In mostra ad ogni modo van Dyck è rappresentato da un "Ritratto di uomo" (in origine collezione Cattaneo di Genova), al quale il recente restauro ha eliminato l'ingiallimento e offuscamento della materia pittorica che era "stesa sottilmente a delicate velatura su una preparazione scura". Un ritratto "condotto in maniera essenziale, concentrato sul personaggio, tralasciando compiacimenti estetici o sfoggi di ricchezza". Riconducibile "ad una iconografia sobria, riservata agli intellettuali".

Vero monumento dipinto, capolavoro assoluto di Mengs e della "ritrattistica papale di tutti i tempi", molto ammirato anche dal Canova, è il "Ritratto di Clemente XIII" del 1758 fatto uscire per la mostra da una collezione di Spoleto. "Prototipo originario della prima posa". Mengs qui "sovverte i canoni della precedente ritrattistica papale in pittura", "compie un esercizio virtuosistico sullo scorcio, affrontando il ritratto con una posa frontale e assiale", con un colpo da maestro perché mette il papa di pochissimo fuori asse, in una posa più dinamica nella monumentalità. Papa Rezzonico in camauro e mozzetta siede su di una poltrona dall'alto schienale, intagli dorati, bordi dorati a corona del velluto rosso, sullo sfondo di una tenda di raso dorato damascato con decorazione grigio-verdastra. Rosso e oro su oro. "Strepitoso" viene considerato l'accordo dei gialli con i rossi (anche il "rosso della carnagione e delle labbra del papa") sul "tono freddo della tenda e dei capelli del papa". C'è subito da dire che il ritratto non piacque al papa e Mengs dovette elaborare una seconda versione in cui il "volto rubizzo e bonario" fu sostituito da una "espressione più vivace, ma forse meno autentica".

Non poteva mancare Pompeo Batoni che nel Settecento divise con Mengs il mercato europeo del ritratto e monopolizzò il "ritratto souvenir" richiestissimo dai "milordi" inglesi in viaggio in Italia (dal prossimo dicembre Batoni avrà finalmente nella città natale Lucca, nella reggia di Elisa, la prima monografica in assoluto che celebrerà il terzo centenario della nascita). Tre i dipinti in mostra di cui due inediti. Il primo è il ritratto del cardinale Francesco Giovanni Banchieri con la dedica sul foglietto tenuto nella destra, notevole non solo per la qualità "sempre alta", ma perché "nella lunghissima sequenza di ritratti laici è uno dei pochi di porporati" (sei di cui uno perduto). Il secondo dipinto ripropone limitatamente al solo busto il "celebre monumento pittorico" a figura intera del baronetto Wynddham Knatchbull-Wyndham VI. Nonostante la "fedele aderenza al ritratto intero", Petrucci osserva che ci sono varianti che ne fanno un dipinto autonomo (espressione del viso più vivace e spontanea; bocca più carnosa; capigliatura a leggere velature; risvolto del manto rosato e non grigio; alberature sullo sfondo e non colline). La materia è "abbastanza morbida, su tonalità delicate, tipo pastello" dominate dal corpetto color ocra dorato. Tutto questo fa pensare non ad una copia del capolavoro di Batoni, quanto ad "una replica in formato ridotto, se non proprio di uno studio che preceda la grande tela". Non si conoscono altre versioni autografe del ritratto. Il terzo ritratto, firmato e datato 1764 sul basamento di un loggiato, ha una provenienza altisonante: la collezione del principe Ernst August di Hannover conservata nel castello di Marienburg (ora in una collezione privata di Londra). Raffigura a tre quarti Edward Augustus, duca di York, fratello di re Giorgio III, definito da Winckelmann, che gli fece da consulente per "gli acquisti eruditi" durante il viaggio in Italia, "la più grossa bestia principesca ch'io conosca".

Batoni ad ogni modo ne ha fatto un "caratteristico fastoso ritratto barocco di viaggiatore da Grand Tour": davanti ad un tendone rosso e colonna il duca è in un interno, appoggiato ad un tavolo intagliato rococò e con la destra indica il Colosseo sullo sfondo in fantasiosa compagnia di un arco, un edificio e il tempio rotondo di Vesta. Nell'idealizzazione tipica del ritratto barocco, Batoni si riserva il colpo di bravura della blusa gonfiata e tesa dalla pinguedine blasonata che ne mette in evidenza le pieghe.

Del duca sono noti altri tre ritratti autografi sempre di Batoni e tutti eseguiti nel 1764, di cui il prototipo viene considerato il ritratto conservato a Buckingham Palace, donato a Giorgio III da Horace Mann junior nel 1787. Petrucci osserva però che il dipinto in mostra è probabilmente la prima posa dal vivo commissionata direttamente dal duca ed eseguita a Roma mentre la tela di Buckingham Palace è stata richiesta da Horace Mann senior il quale si lamentava che il dipinto non fosse ancora pronto.

Il ritratto opera di Ludovico Stern raffigura una delle poche presenze femminili della mostra, forse Anna Maria Salviati Borghese, "con un'aria di raffinata eleganza e vivo naturalismo quasi da pittura ottocentesca". Le rose in mano e il cesto di rose sul tavolo fanno parte del repertorio di Stern che fu al servizio dei Borghese dal 1748 come decoratore, paesaggista, "battagliata" e "fiorista".

La copertina della mostra è la grande tela di Sebastiano Ceccarini "Allegoria dei Sensi" con cinque fanciulli che secondo Petrucci sono della famiglia romana Muti Bussi sulla base di confronti con opere certe. In un ambiente fastoso, i bambinetti sono riuniti accanto ad una spinetta che Ceccarini ha firmato e datato (1748) sul fianco destro, nell'ombra. Indossano eleganti vestiti di raso con la gonna fantasiosissima della furbetta che rappresenta il Gusto (che sta per mangiarsi una brioche). Non tutti hanno espressioni felicissime: se la Vista si pavoneggia compiaciuta allo specchio, il Tatto personificato dalla Musica alla spinetta ha un volto malinconico. Il dipinto era stato già ammirato nella grande mostra sul Settecento a Roma, a Palazzo Venezia.

"Ritratto barocco" apre la stagione di arte antica a Villa d'Este che - ha detto Marina Cogotti - culminerà nell'agosto 2009 con la celebrazione del quinto centenario della nascita dello sfortunato Ippolito, per la quale è stata richiesta l'istituzione del comitato nazionale (e relativi soldi). Ricostruirà la "Vita in Villa" fatta di architetture, dipinti e sculture, arredi e argenterie come quelle di Benvenuto Cellini, una vita animata da artisti e intellettuali. Un universo che sarà discusso anche con due convegni internazionali. Altre mostre illustreranno le "acque e le pietre del paesaggio tiburtino" e la "civiltà del giardino". Intanto Villa d'Este si prepara al meglio. Ad ottobre-novembre sarà pronta la fontana restaurata del Bicchierone, quella proprio sotto l'edificio della villa e in asse con la rotonda dei cipressi all'estremità. La fontana è l'unica sopravvissuta delle due il cui progetto è attribuito al Bernini. L'intervento ha messo mano ad un blocco unico di calcare e vegetazione.

Notizie utili - "Ritratto Barocco. Ritratti del '600 e '700 nelle raccolte private". Dal 4 luglio al 2 novembre. Tivoli, Villa d'Este. Promossa dalla soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Roma-Rieti-Viterbo, diretta da Giangiacomo Martines, e dal direttore di Villa d'Este Marina Cogotti. A cura di Francesco Petrucci. Catalogo De Luca editori d'arte.
Orari: dal martedì alla domenica, 8,30-18,45; lunedì chiuso. In occasione delle aperture straordinarie notturne della villa con illuminazione del giardino e concerti, i venerdì e sabato fino al 13 settembre, visita della mostra dalle 20,30 alle 23.
Biglietto: biglietto unico mostra e ingresso villa, intero 9 euro; ridotto 5,75. Per aperture straordinarie (ingresso villa, spettacolo e mostra) intero 10 euro; ridotto 6. Informazioni 0774335850.
 
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view post Posted on 8/8/2011, 20:59
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Marie-Antoinette

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Scopro ora questo topic, molto interessante, e porto il mio contributo iconografico:


Il Guercino - Ritratto del Cardinale Bernardino Spada - Collezione Forti Bernini Roma.


Nicolas Regnier (1638) - Maria Farnese (1615-1646), moglie di Francesco I d'Este, duca di Modena e Reggio - Collezione Pardo Parigi.


Giusto Sustermans (1667-68) - Ritratto del Cardinale Leopoldo de' Medici.


Giovan Battista Gaulli, detto il Baciccio - Ritratto del Papa Alessandro VII.


Giovan Battista Gaulli, detto il Baciccio - Ritratto del Cardinale Giovan Battista Spinola seniore.


Ferdinand Voet (1672-75) - Ritratto della contessa Ortensia Ianni Stella. Incredibilmente simile a quello della sua rivale, Maria Mancini (#entry298935107)


Ferdinand Voet (1680) - Ritratto di ufficiale con fiocco giallo.


Antoni van Dyck (1625) - Ritratto d'uomo - Collezione Cattaneo di Genova.



Pompeo Batoni - Ritratto del Cardinale Francesco Giovanni Banchieri


Pompeo Batoni (1758-59) - Ritratto di sir Wyndham Knatchbull-Wyndham


Pompeo Batoni (1764)- Edward Augustus, duca di York.


Sebastiano Ceccarini (1748) - Allegoria dei sensi (bambini di casa Muti Bussi) - Galleria Altomani Milano.


Ludovico Stern - Ritratto di Anna Maria Salviati Borghese (1752-1809). La nobildonna, ultima discendente della famosa famiglia fiorentina, era proprio la suocera di Paolina Bonaparte.

Concludo con un'immagine a più alta risoluzione del ritratto postato da Alexandra81:


Raphael Mengs (1758) - Ritratto di Papa Clemente XIII.

E visto che l'articolo dice: "....stranamente non c'è il padrone di casa", ve lo mostro (ricordando che non bisogna confonderlo con lo zio omonimo):


Ippolito II d'Este (1509-1572), figlio di Alfonso II e Lucrezia Borgia.
Il ritratto è proprio brutto, forse per questo non c'è.

Molte immagini sono tratte dal sito: www.kataweb.it/multimedia/media/2490107/19

Edited by elena45 - 10/8/2011, 09:50
 
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