Maria Antonietta - Regina di Francia

Cristina di Svezia, una contraddizione vivente.

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elena45
view post Posted on 10/6/2009, 19:21 by: elena45
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Marie-Antoinette

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Cristina di Svezia, appartenente alla dinastia Vasa, nasce l’8 dicembre 1626 a Stoccolma e muore il 19 aprile 1689 a Roma. E’ regina di Svezia dal 1632 al 1654.

Molte immagini di Cristina, del pittore francese Sebastien Bourdon, sono nel sito (http://it.wikipedia.org/wiki/Cristina_di_Svezia)
Di seguito, una piuttosto insolita (una tantum con un abito decente), del pittore svedese Jacob Heinrich Elbfas:



Unica figlia legittima di Gustavo II Adolfo e di Maria Eleonora di Brandeburgo, nacque dopo due bambine morte appena nate e fu alla nascita scambiata per un maschio: era molto pelosa, aveva una voce roca, ma, soprattutto era avvolta dal sacco amniotico, per cui non si distingueva bene il sesso. La madre entrò in depressione per non aver saputo partorire un maschio; il padre, invece scommise sulla sua intelligenza e volle educarla secondo modelli maschili. Fu chiamata come la nonna paterna, Cristina di Holstein Gottorp.
Cristina effettivamente si dimostrò una bambina molto intelligente e precoce, legatissima al padre. Ma Gustavo II, grandissimo re e condottiero, morì nel corso della Guerra dei Trent’anni, nella battaglia di Lutzen, nel 1632, quando la figlia aveva solo sei anni. Cristina salì al trono affidata a un Consiglio di Reggenza, presieduto dal Cancelliere Axel Oxenstierna, noto come il Richelieu svedese per il suo acume politico.
Per i pessimi rapporti con la madre, Cristina visse alcuni anni della sua infanzia con la zia paterna Caterina, moglie del conte palatino Giovanni Wittelsbach – Zweibruecken, e crebbe molto legata al cugino, Carlo Gustavo.

Durante i primi anni del suo regno, le sorti della guerra furono gestite ovviamente dal Cancelliere, ma la mancanza del grande Gustavo Adolfo produsse all’inizio esiti negativi. Solo l’entrata in campo della Francia, e la nomina di un nuovo comandante, Lennart Torstenson, nell’ultima fase della tremenda guerra che insanguinò l’Europa, capovolse le sorti a favore dell’alleanza franco-svedese.
Cristina comunque si battè per la fine del conflitto che arrivò nel 1648 con la pace di Westphalia. La Svezia ne usciva vincitrice, come la maggiore potenza del Nord, che dominava su entrambe le rive del Baltico.

Cristina era uno spirito libero, femminista ante litteram, era una donna molto colta e molto sportiva per l’epoca. Conosceva diverse lingue, tra cui l'italiano e il francese, la lingua dell’élite europea.
Coltivò il suo amore per la letteratura, per le arti e per la filosofia: intellettuali e artisti furono convocati a corte. Tra questi il filosofo René Descarte, che purtroppo in quell'occasione si ammalò di polmonite e morì a Stoccolma.


Cristina di Svezia ritratta da Voet

Nel 1654, quattro anni appena dopo la sua incoronazione, Cristina, a 28 anni, rinuncia inopinatamente al trono e abdica in favore di suo cugino Carlo Gustavo. La dinastia dei Vasa si estingue con lei, che non si sposerà mai e non lascerà eredi.

Dopo la sua abdicazione, comincia un peregrinare per tutta l’Europa e d’ora in poi le sue vicende la renderanno un personaggio molto discusso. A cavallo, vestita da uomo e con una piccola scorta, arriva in incognito ad Anversa e pochi mesi dopo si converte al Cristianesimo. Un fatto eclatante, che meravigliò l’Europa intera, tanto più che Cristina era figlia di un campione della causa protestante.
Nel Natale del 1655 viene a Roma, per la sua Prima Comunione che riceve dalle mani del Papa in San Pietro. Ma il Papa si pentirà presto di ciò, perché, nonostante la conversione, Cristina si rifiuterà di vivere come una cattolica devota.


I festeggiamenti per l'arrivo di Cristina a Roma.

L'episodio più fosco della vita di Cristina avvenne il 10 novembre 1657, nella Galleria dei Cervi del castello di Fontainebleau. Cristina vi era giunta da Roma accompagnata da una piccola corte improbabile e folcloristica, composta da molti personaggi equivoci, che aveva radunato durante il suo soggiorno romano. A Fontainebleau Cristina era ospite del giovanissimo Luigi XIV e vi era giunta con un progetto politico ambizioso: conquistare con l’appoggio della Francia il regno di Napoli, all’epoca vicereame spagnolo. Mazarino glielo fece credere, senza promettere nulla di concreto. Dopo mesi di permanenza ai margini della corte di Francia, Cristina era stata rimandata graziosamente in Italia, con la promessa di azioni volte alla conquista del nuovo regno. Ma ben presto era venuta a conoscenza del "tradimento" del cardinale, il quale stava trattando la pace con la Spagna. Il sogno di Napoli si stava volatilizzando. E Cristina ritornò di corsa a Parigi, determinata a punire chi l' aveva tradita.
A farne le spese fu il marchese Monaldeschi, scudiero di corte e suo favorito, un personaggio sicuramente non proprio limpido, che, accusato di avere fatto il doppio gioco e di avere rivelato agli Spagnoli il progetto di Cristina, fu assassinato da due sicari proprio nella galleria dei Cervi. Questo episodio le procurerà il soprannome di Semiramide svedese.


Adrienne Grandpierre-Deverzy - Cristina e Gian Rinaldo Monaldeschi (1626-1657) a Fontainebleau (postumo).

Cristina era in realtà notevolmente brutta. Bassa, minuta, sgraziata, con un gran sedere e le gambe corte, era fornita di un naso di dimensioni a dir poco maestose nonché di una lieve gibbosità. Eppure doveva possedere un suo fascino se riusciva a suscitare passioni sincere e durature. Fu amata e vanamente richiesta in sposa per anni dal re di Svezia, il cugino a cui aveva lasciato il trono, fu adorata dal cardinale Azzolino, un amore forse solo platonico durato fino alla loro morte, che avvenne quasi contemporaneamente. Suscitò ammirazione, derisione, curiosità, scandalo per tutta la vita. Il suo aspetto, il suo abbigliamento, i suoi modi, il suo linguaggio sboccato, provocarono un misto di attrazione morbosa e disapprovazione moraleggiante.

A Roma Cristina visse sotto la protezione del Vaticano, nello splendido palazzo Riario, oggi palazzo Corsini. Nel giardino creò un magnifico orto botanico, con piante che piantò lei stessa, alcune delle quali esistono ancora.
Cristina avrebbe ospitato nel giardino le prime riunioni di quella che sarebbe poi divenuta l'Accademia dell'Arcadia (la cui sede è attualmente poco lontano, alle pendici del Gianicolo).
E’ sepolta in San Pietro.

Palazzo-corsini-alla-lungara-facciata-lato-giardino-01
Palazzo Corsini alla Lungara, oggi sede della galleria d'Arte antica (assieme a Palazzo Barberini).

Porta-del-Popolo-iscrizione-commemorativa-dell-ingresso-a-Roma-di-Cristina-di-Svezia
Fontone della Porta del popolo, nell'omonima piazza di Roma, da cui Cristina entrò trionfante nel 1655. La lapide sull'arco ricorda l'evento. Chi passa ci faccia caso.

Edited by elena45 - 20/3/2021, 15:21
 
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