Leggete qua:
"Monsieur de Montdragon mi aveva detto la verita': quando ci si avvicinava alla regina, quando si entrava nell'atmosfera della sua casa, il tratto distintivo era la dolcezza. Nella sua residenza prediletta evitava di impartire ordini. Suggeriva, indicava, chiedeva ogni cosa come un servizio che si sarebbe stati dispostissimi a renderle e per il quale sarebbe stata infinitamente riconoscente.
Era di un'educazione perfetta perfetta anche con il piu' umile dei suoi servitori nei cui confronti manifestava mai impazienza o rudezza. Materna e spesso allegra con i suoi giovani paggi, parlava alle sue donne con un tono di amicizia e anche di complicita'. Era un invito a un avvicinamento, a dimenticare chi fosse?
Niente affatto, e del resto nessuno si lasciava trarre in inganno, ma tale era la musica affettiva, affettuosa in cui desiderava vivere. Questa dolcezza delle relazioni, dei gesti e del tono prolungava l'estrema eleganza di tutto cio' che la riguardava:abiti, mobili,decorazioni.
Entrando a Versailles avevo creduto di entrare nel regno della Bellezza. Scoprendo le dimore della Regina appresi che tale bellezza poteva assumere un aspetto piu' personale, sottile, delicato."
"Al Petit Trianon, come al Grand Trianon e al castello9, il giorno cancellava le tracce della notte, ma non da lei,non nella sua camerta, non nel territorio privato che la sovrana segnava con la sua dolcezza, il suo profumo. Ed era soprattutto in quella camera del Petit Trianon , che le era cosi' cara poiche' non aveva niente a che vedere con una scena ufficiale. Si affacciava su uno stagno e sul Tempio dell'Amore, velato in parte da un boschetto di canne. Boschetto? Era cosi' che lei designava le decine di canne il cui fruscio, quando la finestra era aperta, partecipava per me dell'incanto della camera del Petit Trianon.
Rumore d'acqua e di canne, canzoni delle merlettaie, delle cucitrici, delle filatrici e delle stiratrici che lavoravano nella lavanderia, e che la regina amava ascoltare.
Ecco che cos'è nella mia memoria la musica del Petit Trianon, non quella dei pur numerosi concerti che vi si tenevano,è la musica del giardino e di voci femminili.
E per i profumi? Vengono dapprima dall'esterno, come la musica.
Sono leggeri e cambiano, in primavera, con le fioriture del giardino. Ma ce n'è uno che persiste e attraversa , identico, tutte le stagioni: quello che del caffe' che portavano alla regina per la sua colazione,se arrivavo nel momento in cui lo stava bevendo , me ne faceva offrire.
Se cerco bene c'è un altro profumo piu' pregnante, molto forte e molto soave e che sentivo soltanto quando mi recavo al Petit Trianon.
Ma avevo paura di annusarlo , poichè era troppo in contatto con il corpo della regina e le cure che lei gli prodigava. Era una pomata di gelsomino con cui si faceva spalmare la radice dei capelli.
Quando mi fecero entrare , la regina beveva il suo caffè. Il fondo bianco e fiorito della tappezzeria della camera, gli enormi mazzi di dalie nei vasi di cristallo, la trasparenza delle tende finemente ricamate, tutto tendeva a far dimenticare quel giorno grigio.
Ma nulla avrebbe avuto effetto su di me senza il fascino di quel sorriso, abbozzato al mio ingresso e che, quando mi rialzai dalla rivernza, tinse del giallo piu' allegro parati, tramezzi, tappeti, specchi, servizio per scrivania e clavicembalo, e persino i malvoni che si ergevano in fasci chiari attorno alle cortine socchiuse del suo letto."