Maria Antonietta - Regina di Francia

Come curava la sua Bellezza Maria Antonietta?

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ultimaregina
view post Posted on 25/3/2011, 13:25




CITAZIONE (alicem @ 25/3/2011, 13:19) 
I segni del vaiolo credo fossero simili a quelli che hanno le persone nate prima del 75 ( :unsure: mi pare) sul braccio, quando il vaccino contro il vaiolo in Italia era ancora obbligatorio.....sono due cerchietti biancastri simili a bruciature...



Alice io sono del 71 e credo che sia stato l'ultimo anno in cui si fece il vaccino in Italia...

Grazie per avermi denominato "medico" io preferivo "dottoressa" ma va bene lo stesso! Ah ah ah...
 
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yolande84
view post Posted on 25/3/2011, 20:53




CITAZIONE (conte di lagnasco @ 25/3/2011, 13:20) 
CITAZIONE (yolande84 @ 25/3/2011, 13:03) 
Sei diventata proprio il nostro medico di fiducia :lol:

Il corpo di uigi XV, che come tutti sappiamo mori' di vaiolo,praticamente iniziò a decomporsi quando era ancora vivo, e il viso era cosi gonfio che era quasi deformato.
Terribile.

già,e c'era anche nella sua stanza un odore nauseabondo,cadaverico.che fine,proprio terribile.

Credo che fosse vero e proprio odore di.....cadavere... :sick: che brutta fine morire di vaiolo cosi!
Poi ,per uno come Luigi XV, che in vita era sempre stato ossessionato e terrorizzato dall'idea della morte...sembra quasi una legge del contrappasso!

CITAZIONE (ultimaregina @ 25/3/2011, 13:25) 
Grazie per avermi denominato "medico" io preferivo "dottoressa" ma va bene lo stesso! Ah ah ah...

Va bene ,giustamente, allora dottoressa onoraria del forum :P
 
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Silenski
view post Posted on 11/4/2011, 09:40




eccovi il link alla pagina generale

www.baroque.it/barocco-moda/moda-barocca.php



CITAZIONE (Anna d'Austria @ 11/12/2010, 15:39) 
argomento tratto dal sito www.baroque.it:

Maria Antonietta

"La moda della pettinatura esageratamente alta viene dalla Francia. Maria Antonietta si lascia acconciare da Léonard, che una sera propone i capelli rialzati artificiosamente più di mezzo metro sul capo. Léonard lancia anche la moda di frammischiare ai capelli sciarpe di velo che ornano con le cocche sbuffanti i cosidetti poufs, ossia le acconciature imbottite con un cuscinetto di crine. In tutta la Francia, e si può dire in tutta l’Europa, si segue la folle moda.
(IMG:www.baroque.it/barocco-moda/acconciatura-con-nave.jpg)
La regina di Napoli, sorella di Maria Antonietta, incarica Léonard di mandarle delle bambole acconciate di sua mano, per essere al corrente delle nuove mode; ma timorosa che i parrucchieri napoletani non siano abbastanza iniziati a tutte le finezze del gusto francese, ottiene dalla regina di Francia che Léonard venga di persona ogni anno a Napoli ad acconciarla e riveli i misteri della sua arte.
Per tenere alti i capelli il tuppé ha una armatura di filo metallico, tanto che un professore dell’Università di Padova propone ironicamente di fornire di parafulmini le teste femminili per salvarle dal pericolo della saetta.
(IMG:www.baroque.it/barocco-moda/000.jpg)
Le strutture per sollevare i capelli diventano sempre più complesse e alte, frammiste di odori ed oli per tener in piega i capelli e saldi gli oggetti di decorazione. Ai tempi non esistevano efficaci zampironi e per tener a bada gli insetti, attratti dalle folte capigliature, si usava mettere nei castelletti un piattino che alcune dame riempivano di sangue e miele per evitare che i parassiti andassero in giro per la testa e ronzassero attorno al viso.

A sinistra l'interno di una acconciatura in cui si vede l'armatura in ferro, l'imbottitura e un piccolo piattino sopra la testa in cui si mettevano odori o sostanze per i parassiti.

In Italia prevale una linea di moderazione, sebbene si ricordino dei tuppé dai più stravaganti nomi e dei più strani modelli: tuppé a piramide, a ventaglio, a paniere, a martello, à la Montgolfier, à la Susanne, la noblesse, à la laitiére. L’acconciatura diventa uno studio per meravigliare gli altri, sfruttando persino la cronaca del giorno e la manifestazione dei propri sentimenti pur di attrarre l’attenzione."


sempre da questo sito, si parla anche di Léonard Autié:

"La chioma di Maria Antonietta era affidata alle cure di un grande artista: il parrucchiere Léonard. Guascone vivace e amabile, d'intelligenza pronta e con temperamento da prima donna, il suo trionfale arrivo come coiffeur a Parigi è descritto mirabilmente da Madame de Genlis: “Léonard arrivò: arrivò e divenne re”.

Si recava, con un tiro a sei, da Parigi fino a Versailles per dedicare alla regina con pettine e pomate le sue arti grandi e rinnovate. Come Mansard Léonard elevava sulla fronte di ogni dama che tenesse alla moda torrioni di capelli foggiando quegli erti edifici a simbolici monumenti. Con l'aiuto di forcine giganti e di abbondante rigida pomata i capelli venivano dapprima tirati su verticali dalla radice, alti tre volte un berretto da granatiere prussiano, e poi solo lassù, nel puro spazio, mezzo metro sopra il livello degli occhi, cominciava la vera creazione dell'artista.

Su questi «poufs» ovvero «quasacos» di capelli venivano modellati non solo interi paesaggi e panorami, con frutta, giardini, case e velieri con il mare in burrasca (una vera esposizione universale) ma per rendere la moda ancora più varia, questi giochi plastici seguivano simbolicamente gli eventi del giorno.

Così la storia della pettinatura di quel secolo è anche un po' la storia del regno.

Quando morì Luigi XV subito nacque la pettinatura “Alle delizie del secolo di Augusto” (Augusto nel 1774 era Luigi XVI) e comparvero le pettinature del “tempo presente o alla circostanza”; quando Beaumarchais pubblicò nel 1775 le sue memorie nelle quali si trova il famoso “Ques aco, Marin? subito spuntarono i quasacos.
(IMG:www.baroque.it/barocco-moda/trucco%20e%20parrucco.jpg)
Quando l'opera di Gluck suscitò entusiasmo, subito Léonard inventò una «coiffure à la Iphigénie », guarnita di nastri neri a lutto e dell'arco lunare di Diana.

Quando il re si fece vaccinare contro il vaiolo, quell'avvenimento ricomparve sulle chiome quale «poufs de l'inoculation »; in seguito all'insurrezione americana subito trionfò la pettinatura della libertà.

La mania divenne ancora più stolta e infame: durante la carestia le panetterie di Parigi vennero saccheggiate e questa società ignara non ebbe nulla di meglio da fare che commentare l'avvenimeno con i suoi «bonnets de la révolte». Gli edifici eretti su quelle teste vuote divennero sempre più pazzi.

A poco a poco le turrite chiome giunsero ad un'altezza tale che le dame non poterono più star sedute nelle loro carrozze ma dovettero entrarvi in ginocchio affinché la costruzione preziosa non toccasse la volta della berlina; i vani delle porte nel castello reale vennero elevati perché le dame in grande acconciatura non fossero sempre costrette a curvarsi passando.

Léonard acconciava la regina solo nei giorni di cerimonia: non poteva concedersi di più perché il suo salone parigino era troppo affollato; per tutti i giorni il divin parrucchiere rimaneva nel suo salone e affidava i capelli della regina ai suoi fedeli aiutanti tra cui suo cugino Villenoue detto le “beau Julien”.

Le vecchie dame gridarono d'orrore: come poteva la regina di Francia affidare la sua testa ad un uomo, che toccava anche i capelli di mademoiselle Guimard o di qualsiasi altra grue del Palais-Royal?

Ma la regina non rinunciò al suo Figaro, del resto le pettinature ideate da Léonard erano veri e propri capolavori architettonici e Maria Antonietta non sarebbe stata regina se non fosse stata la prima in ogni follia.

(IMG:http://www.baroque.it/barocco-moda/parrucc...II%20secolo.jpg)
Già negli ultimi anni di regno di Luigi XV era stata attribuita un'importanza sempre maggiore alle chiome femminili e ai loro ornamenti e le dame di corte si erano man mano abituate a stare pazientemente in posa mentre i loro capelli venivano avvolti in rotoli di carta, arricciati con ferri caldissimi, inumiditi con succo di ortica, pettinati e ripettinati e infine incipriati con una mistura nutriente a base di radici di rosa, legno d'aloe, corallo rosso, ambra, fagioli e muschio.

Per diversi anni le chiome femminili erano aumentate sempre più d'altezza mediante l'aggiunta, ai capelli naturali, di capelli finti.

Le acconciature alla moda richiedevano la collocazione sulla cima del capo di grandi cuscinetti di crine di cavallo, da ricoprire con capelli veri e finti pettinati in modo da formare una sorta di piramide; per tenere il tutto in equilibrio bisognava fissare le complicate acconciature con lunghi spilloni.

In questi torrioni di capelli venivano poi sistemati fiori, gioielli, frutta, piume e vere e proprie statuine, secondo gli ultimi dettami della moda.

Le suddette creazioni richiedevano ore e ore di lavoro e naturalmente dovevano essere preservate per il maggior tempo possibile, il che significava che il cuoio capelluto, soggetto a pruriti e sudore sotto quel pesante carico, doveva essere protetto con pomate. Ma le pomate, essendo composte di materie organiche, diventavano rancide in pochi giorni, e al fetore che emanavano si aggiungeva il tormento degli spilloni.

Coloro che criticavano le acconciature a piramide facevano notare che esse provocavano un eccessivo afflusso di sangue al capo, che a sua volta causava mal di testa, affaticamento della vista ed erisipela. I capelli cadevano, i denti dolevano, e fra i riccioli prosperavano pulci e pidocchi; le gentildonne portavano con sé lunghe e sottili bacchette con una manina d'avorio a una delle estremità, che servivano loro per grattarsi il cuoio capelluto.

Ma l'effetto prodotto da quegli splenditi edifici in cima al capo, per ridicoli che fossero, controbilanciava ogni fastidiosa sofferenza.

Quello che importava era essere alla moda, anche se un'acconciatura alta sessanta o ottanta centimetri impediva si sedersi in una carrozza (le dame si inginocchiavano sul pavimento) o di entrare in un salone da ballo (una delle più fantasiose acconciature a piramide di Maria Antonietta dovette essere smantellata e poi rifatta perché la regina potesse partecipare a una soirée).

I sacrifici, comunque, erano dati per scontati. Di notte, scrisse Louis-Sébastian Mercier, acuto osservatore della società del tempo, “l'intera costruzione viene compressa per mezzo di una sorta di tripla fasciatura sotto la quale scompare tutto, capelli finti, spilloni, tintura, pomata, e infine la testa, di dimensioni triple rispetto a quelle naturali, e dolente, si posa sul cuscino avvolta come un pacco, cosicchè anche nel sonno l'opera preziosa del parrucchiere viene rispettata.”

Anche nelle altre corti si scimmiottavano le pettinature lanciate da Léonard anche se il loro svettare non raggiunse mai l'elegante follia di quelle francesi.

Celebre è la testimonianza del marchese De Sade che visitò Napoli nel 1776: "A Napoli, tutti vanno vestiti alla francese, ma con cattivo gusto! L'uso degli uomini è di portare quasi sempre il cappello sulla testa, vestiti o no. Quanto alle donne, non è in altezza nè in lunghezza che si pettinano: è in larghezza. Non è sorprendente vedere delle arricciature dai diciotto ai venti pollici di larghezza. Quanto è lontano tutto ciò dal gusto dal gusto disinvolto che noi conosciamo così bene in Francia, e che fa lo charme della vita. Il gusto dei toupets più che salire verso l'alto come anni fa a Parigi si è esteso, e lo si prolunga così prodigiosamente dietro alla testa, che il cappello non riesce a coprirne che la metà, il che lascia spazio a una specie di cuscinetto dietro, con l'effetto più ridicolo".

Certamente anche a Napoli i capelli costituivano il clou dell'eleganza e della sensualità femminile ma i parrucchieri di grido del regno non si chiamavano Léonard ma Gennarino e Tommasino, così Maria Carolina ottenne dalla sorella che Léonard andasse di persona ogni anno a Napoli per acconciarla e svelarle i segreti della sua arte."

 
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view post Posted on 30/1/2019, 14:26
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Marie-Antoinette

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Un piccolo video.

 
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view post Posted on 15/2/2019, 08:46
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Un'altra piccola curiosità sulla Corte di Luigi XVI.


 
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AgnesSorel
view post Posted on 4/5/2019, 13:51




Questi video sono interessantissimi, pur nella mia pochezza di intendere la lingua francese. È bello vedere come ci sia dello studio e della passione nello cercare di capire (ed emulare) lo stile e la tecnica delle acconciature e del maquillage della Reine. Indubbiamente il suo fascino trascende i secoli ed arriva a noi ancora fresco come la rosa immortalata con lei nel ritratto della Le Brun.
 
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view post Posted on 4/5/2019, 15:45
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Marie-Antoinette

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Hai ragione, è molto interessante vedere come si cerchi di capire qualcosa in più sulla moda dell'epoca.
La famosa rosa del ritratto era in realtà di stoffa.
Per non cambiare continuamente rosa, si preferì usare una di stoffa.
 
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AgnesSorel
view post Posted on 4/5/2019, 20:46




Ecco, questo non lo sapevo. E pensare che a Versailles mi son comperata una riproduzione del quadro! Grazie
 
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52 replies since 3/12/2010, 15:25   6061 views
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