Maria Antonietta - Regina di Francia

Andrea Brustolon, il Michelangelo del legno, Scultore e intagliatore, protagonista del barocco veneziano.

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°Alessia°
view post Posted on 18/12/2011, 17:12




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Primogenito di cinque figli, Andrea nacque a Belluno il 20 luglio del 1662 da Giacomo e Marietta Auregne , in un edificio quattrocentesco, recentemente restaurato, che ancora oggi si eleva sopra un breve portico presso la via che conduce alla chiesa di S. Pietro nel centro di Belluno.
Egli viveva in una famiglia ben inserita nel tessuto produttivo urbano.

Il padre di Giacomo, Andrea anch’egli, sartor e cimador della Belluno di allora, aveva inserito il figlio Giacomo nella classe dirigente locale nella riscossione delle decime e delle imposte gravanti sul territorio per la conduzione del legname per conto dell’ Arsenale di Venezia.

Fu in questo contesto familiare di modesto agio che crebbe il giovane Andrea che venne probabilmente inserito come garzone in una bottega di intagliatori dal marito di una zia, tal Giovanni Auregne, il quale, sempre per supposizione, lo condusse a Venezia agli inizi degli anni settanta.

Fu ospite sempre a Venezia di Antonio Buzzati che in una lettera al padre scrive:

“Messer Giacomo Brustolon riveritissimo, vengo a darvi con questa mia notizia del Vostro figlio Andrea, il quale come di Vostro intendimento io ho messo in studio di M. Filippo Parodi, et mi pare che lui si trovi bene fino a che la nuova stagione gli permette di andare a Roma. Egli ha fatto già tempo, per il suo maestro li modelli di una statua, il quale li dice che sii molto ben riuscito”



Quindi incominciò come alunno alla scuola del genovese Filippo Parodi e si pensa che soggiornò in seguito a Roma per studiare le opere romane e del Bernini; l'ipotesi di questo viaggio è fondata in base al fatto che l'artista realizzò una piccola scultura in legno raffigurante Marco Aurelio (presente al Museo Correr) , ma ovviamente ciò non è sufficiente per confermare la sua permanenza a Roma, poiché avrebbe potuto ispirarsi a disegni altrui.

Tornato a Venezia, si dedicò alla produzione di mobili in legno: numerosi furono i suoi committenti nobili, ad esempio i Correr e i Pisani; ma suoi grandi patroni furono in particolare i Venier, per i quali realizzò portavaso, poltrone e oggetti vari di arredamento.
Per la Chiesa eseguì, invece, sculture in legno (spesso dorato) oggi conservate presso i Frari, la chiesa della Pietà e quella della Fava.

Verso il 1720 tornò nella città natale e vi aprì bottega, trovando numerosi imitatori tra gli artisti del bellunese. Le opere di questo periodo, per lo più a tema religioso (altari lignei), gli vennero commissionate da tutte le principali sedi religiose della provincia e si trovano ancor oggi distribuite a Belluno, a Feltre, nello Zoldano, in Comelico, in Alpago e nell'Agordino.

Morì il 25 ottobre 1732 e fu sepolto a Belluno, nella chiesa di San Pietro, ma la sua tomba andò rovinosamente perduta durante alcuni lavori di ristrutturazione eseguiti nel 1831.

Sulla parete settentrionale della sua casa natale nel 1891 è stata collocata una lapide che ricorda come ivi abbia avuto nascita e morte l'artista.

A Roma viene tutt'oggi chiamato "Sala del Brustolon" l'auditorium con i seggioloni dell'artista da cui il Presidente della Repubblica invia i messaggi televisivi di fine anno.

Honoré de Balzac, nel romanzo "Le cousin Pons", lo definì "le Michel-Ange du bois": "il Michelangelo del legno".

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poltrona_brustolon

Una delle celebri poltrone di Brustolon conservate al Quirinale

Dal 1690 al 1700 circa, Brustolon fu impegnato nella realizzazione della cosiddetta fornitura Venier, costituita da seggioloni da parata e da moretti, putti e allegorie porta vaso. Tutti i pezzi della fornitura sono di ottima fattura, sia per la minuziosissima ricerca e resa dei particolari, sia per la preziosità dei legni, dato che alcuni elementi sono di ebano, sia per la maestria con cui sono applicate le vernici.

Nel 1711 Andrea Brustolon realizzò due angeli in legno dorato destinati alla basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, in cui sono conservati nella sacrestia come reggi lampade per un grandioso reliquiario. Queste sculture sono alte circa due metri, e purtroppo non si trovano in buon stato di conservazione (gli angeli sono infatti mutili di gran parte delle dita e la doratura col tempo si è annerita). I soggetti sono stati immortalati in volo, con le ali dispiegate e le leggere vesti al vento, e le fluenti capigliature sono mosse elegantemente.

Nella chiesa di San Pietro a Belluno sono conservate due preziosissime pale lignee, realizzate dall'artista bellunese negli ultimi anni di vita: la morte di San Francesco Saverio e la crocifissione. Entrambe le opere non erano destinate per la chiesa in cui odiernamente si trovano, bensì per la chiesa gesuita di Sant'Ignazio (non per niente il soggetto di una delle due opere fu uno dei fondatori dell'ordine gesuita);
Nel 1806 un decreto di Napoleone soppresse questa chiesa, e quindi le opere vennero trasportate a San Pietro.

La morte di San Francesco Saverio fu commissionata dalla nobile famiglia Miari e fu autografata dall'artista con la dicitura A. B. sculp. MDCCXXIII. Essa presenta raffigurato in basso a sinistra il santo morente, al riparo in una baracca malandata nei pressi del mare; una leggenda vuole che San Saverio, prima di morire, avesse placato una tempesta disegnando una croce nell'acqua del mare con il suo bastone, e che in seguito fosse uscito dalle onde un granchio con una croce impressa nel guscio, granchio che non manca raffigurato nella pala, che si può scorgere in basso a destra. Gli altri personaggi sono San Giuseppe, raffigurato in posizione più o meno centrale su di una nube sorretta da tre graziosi angioletti, e la Madonna col bambino, figure che dominano la scena dall'alto, da un tripudio di nubi e angioletti. Sotto alla figura di San Giuseppe trovano posto i tre figli di Miari con lo stemma del loro casato. La crocifissione, commissionata dalla famiglia Benetti, si sviluppa attorno al Cristo morto, esempio dello stile brustoloniano, con la testa reclinata su un lato e coperto con un gonnellino ricco di pieghe; nel basso si stagliano le figure doloranti della Madonna, di San Giovanni e di altre tre donne, mentre la parte superiore è dominata da un cerchio di nubi e di angeli in lacrime. Le figure nella parte alta sono appena in rilievo, quasi dipinte, mentre quelle più in basso sembrano quasi essere a tutto tondo.

AndreaBrustolonTizio
Tizio


Una delle più emozionanti e meravigliose opere del Brustolon è sicuramente Tizio, realizzato all'incirca nel 1727.
Il soggetto è ispirato alla mitologia greca e rappresenta il figlio di Zeus a cui, dopo essere stato ucciso e giunto nel Tartaro, fu imposta la pena che avvoltoi e serpi gli divorassero il fegato.

La scultura è rialzata da terra mediante un grazioso piedistallo, in cui campeggia un mostro a sette teste, e si eleva fino ad un'altezza di 2,40 metri.
La figura è rappresentata in una posa e con un'espressione a dir poco inquietante, con la bocca distorta in una terribile smorfia.
La muscolatura, le vene e i nervi sono resi con la tipica meticolosità del Brustolon, e Tizio sembra essere orgoglioso di mostrare il proprio dolore. Un particolare molto interessante sta nell'arbusto su cui è ancorato il soggetto, che sembra essere una pianta vera da quanto è ben realizzata.

La parte più imponente ed importante si trova sicuramente presso il Museo del Settecento veneziano a
Ca' Rezzonico.

Di questo importante museo fa parte il così detto Fornimento Venier, cioè le poltrone con i braccioli, i reggi vaso con i mori, che a loro modo occupano una delle sale principali del museo.
 
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celeborn36
view post Posted on 18/12/2011, 21:54




Bravissima Alessia...mo' abbiamo più notizie di questo Brustolon! Complimenti
 
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°Alessia°
view post Posted on 18/12/2011, 23:24




CITAZIONE (celeborn36 @ 18/12/2011, 21:54) 
Bravissima Alessia...mo' abbiamo più notizie di questo Brustolon! Complimenti

Grazie Ale... dopo aver visto i lavori di Brustolon a Ca'Rezzonico era quasi un "obbligo" andar a curiosare sulla sua vita! ;)
 
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2 replies since 18/12/2011, 17:12   1444 views
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