Wolfgang Amadeus Mozart, nome di battesimo: Johannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus Mozart (Salisburgo, 27 gennaio 1756 - Vienna, 5 dicembre 1791), è stato un compositore austriaco a cui è universalmente riconosciuta la creazione di opere musicali di incommensurabile valore artistico.
2006, anno mozartianoIl 2006 è l'anno mozartiano, ricorrendo il duecentocinquantesimo anniversario della nascita. In Italia, nazione nella quale fu molto attivo, la figura di Mozart è ricordata con numerose manifestazioni che prevedono mostre e rassegne musicali in moltissime località, non esclusivamente in quelle a cui il salisburghese fu legato per la rappresentazione delle proprie opere.
Il teatro alla Scala di Milano - dopo l'inaugurazione, il 7 dicembre 2005, della stagione lirica 2005-2006 con l'Idomeneo - ha in programma per il 5 dicembre 2006 - nell'anniversario della morte e nell'ambito della manifestazione Le cattedrali di Mozart - una esecuzione straordinaria del Requiem mozartiano.
Rappresentazioni di opere del compositore salisburghese sono state incluse, poi, nei cartelloni di diversi teatri, fra cui il teatro San Carlo di Napoli ed il teatro Valli di Reggio Emilia (che mettono in scena il trittico delle opere con libretto di Lorenzo Da Ponte: Don Giovanni, Le nozze di Figaro, Così fan tutte), il teatro Regio di Parma (Il flauto magico), il teatro Massimo di Palermo, il teatro Petruzzelli di Bari ed il Teatro comunale di Ferrara con l'allestimento de Il ratto dal serraglio.
La città di Roma, infine, onorerà Mozart con una speciale rappresentazione - in ambientazioni classiche e scenari naturali - di tre opere mozartiane non eseguite con grande frequenza: Ascanio in Alba (al Foro di Traiano), Lucio Silla (opera) (alla Curia), La clemenza di Tito (al Colosseo).
Viene annoverato tra i geni della musica. Dotato di raro talento, manifestatosi precocemente, morì a trentacinque anni di età lasciando pagine indimenticabili di musica sinfonica, da camera, musica sacra e operistica.
I quattro nomi che furono dati al bambino si giustificano così: Johannes Chrysostomus, perché il 27 gennaio, secondo il calendario cattolico, era intitolato a San Giovanni Crisostomo, patriarca di Costantinopoli e patrono degli oratori; Wolfangus, in onore del suo nonno paterno, Wolfgang Nikolaus Pertl; Theophilus (Gottlieb, in tedesco), in onore del padrino, Johann Gottlieb Pergmayr, commerciante e consigliere civico. In seguito l'ultimo nome venne mutato nel più armonioso Amadeus, che è la traduzione latina del greco Theophilus. Ma intanto il bambino fu chiamato affettuosamente "Wolferl".
L'infanzia a SalisburgoLa notizia della nascita di Wolfgang venne data dal padre Leopold in una lettera del 9 febbraio ad un amico di Augusta, Johann Jakob Lotter:
«Ti informo che il 27 gennaio, alle otto della sera, la mia cara moglie ha dato felicemente alla luce un bambino. Si era dovuta rimuovere la placenta e perciò ella era estremamente debole. Ora invece, grazie a Dio, sia il bimbo che la madre stanno bene. Il bambino si chiama Johannes Chrysostomus Wolfangus Theophilus».
La famiglia del piccolo Wolfgang era costituita da altre tre persone: il padre Leopold, un uomo dal carattere austero, permeato di ideali illuministi, schivo e sprezzante, che all'epoca ricopriva l'incarico di compositore di corte e insegnante di musica al servizio dell'arcivescovo Anton Firmian; la madre Anna Maria, una donna semplice, dal carattere sereno e scherzoso; la sorella Maria Anna detta Nannerl, nata cinque anni prima di lui, il 30 luglio 1751, e a sua volta straordinariamente dotata per la musica.
I coniugi Mozart avevano avuto in precedenza altri cinque figli, ma erano tutti morti in tenerissima età.
Genio precoceNon si sa molto dei primissimi anni di vita di Mozart. È, però, certo che egli venne in contatto con la musica assai presto. Quando, infatti, il padre cominciò ad impartire alla sorella di otto anni le prime lezioni di clavicembalo, il piccolo Wolfgang, che di anni ne aveva tre, dimostrò immediatamente uno spiccato interesse per la musica. Il bimbo, infatti, amava trascorrere ore intere a strimpellare sulla tastiera.
Leopold riunì gli esercizi che dava da studiare alla figlia in un libretto che intitolò Pour le clavecin, ce Livre appartient à Mademoiselle Marie-Anne Mozartin (1759).
Repertori
Quanta musica!
Per Mozart il catalogo è questo
Le opere di Mozart sono elencate nel famoso Catalogo Köchel creato a metà Ottocento da Ludwig von Köchel. Ogni opera del compositore salisburghese è stata catalogata con numeri progressivi preceduti dalla sigla K (o KV) indicante Köchelverzeichnis, cioè Catalogo Köchel in tedesco.
Dagli appunti di Leopold si viene a sapere che Wolfgang era già in grado di utilizzare questa raccolta di esercizi. Il fatto è confermato anche da una successiva lettera scritta dalla sorella:
«Quando Wolfgang ebbe quattro anni, nostro padre iniziò a insegnargli alcuni minuetti. A Wolfgang occorreva solo mezz'ora per eseguirli perfettamente. Fece progressi così straordinari che già a cinque anni componeva brevi pezzi, che poi suonava al padre perché questi li trascrivesse.»
Anche molte altre persone che conobbero il piccolo Mozart rimasero sbalordite dalle sue capacità, lasciandone trepide testimonianze.
Vi sono testimonianze (non tutte vere, come la seguente) che raccontano come la genialità di Mozart si era manifestata già quand'era bambino.
Johann Andreas Schachtner, trombettista della corte di Salisburgo e amico della famiglia Mozart, scrisse in una lettera di aver visto il bambino, di appena quattro anni, tutto intento a scarabocchiare su un foglio di carta un abbozzo di concerto:
«All'inizio ridemmo di questo pasticcio; poi il padre rimase a lungo assorto nella lettura del foglio, finché gli caddero lagrime di meraviglia e di gioia. Guardi Schachtner, mi disse, come tutto sia corretto: peccato che non se ne possa far nulla, perché è così difficile che nessuno sarebbe in grado di suonarlo».
In realtà, questo fatto è impossibile, perché, quando cominciò a comporre, il piccolo Wolfgang non componeva a tavolino, ma eseguiva i suoi pezzi al clavicembalo o li canticchiava, in modo che il padre, più esperto, potesse trascriverli. Iniziò a scrivere da solo quello che gli veniva in mente all'età di otto anni.
Tra il 1763 e il 1766, la famiglia Mozart viaggiò per l'Europa. Tra le tappe: Monaco di Baviera, Francoforte, Bruxelles, Parigi, Londra, dove, al suo primo concerto pubblico, Wolgang Amadeus fu afficancato da esecutori allora di grande fama, come l'italiano Giovanni Battista Cirri.
Mozart in ItaliaNel 1769 Wolfgang viaggiò con il padre per l'Italia, soggiornando a Milano, Verona, Venezia, Bologna, Roma e Napoli.
Mozart arrivò a Milano il 23 gennaio 1770, invitato dal conte Firmian. Aveva quattordici anni ed era accompagnato dal padre Leopold.
Prima di arrivare a Milano aveva visitato alcuni teatri come quello di Cremona e di Mantova, riportando le sue impressioni nelle lettere che scrive alla sorella:
«Anche là c'è stato un Crudescer, che ad ogni piroetta lasciava andare una scoreggia ...».
Padre e figlio alloggiano alla foresteria del Convento di San Marco, in zona Brera. Qui si può ancora trovare una lapide che racconta l'evento, anche se è situata in un luogo sbagliato, in quanto il convento fu abbattuto e sostituito dal Liceo Parini.
In queste giornate partecipa al carnevale ambrosiano, assiste ad una esecuzione capitale e suona l'organo della chiesa.
Il soggiorno milanese diventerà una importante esperienza formativa e rimarrà a Milano per quasi un anno della sua breve vita. Incontrò musicisti (Johann Adolph Hasse, Niccolò Piccinni, Giovanni Battista Sammartini e forse anche Giovanni Paisiello), cantanti (Caterina Gabrielli) e scrittori (Giuseppe Parini, che scrisse per lui alcuni libretti).
Hasse rimase molto colpito dalle capacità del ragazzo, tanto che disse:
"Questo ragazzo ci farà dimenticare tutti".
A Milano ebbe anche la sua prima infatuazione.
Nella passione per il castrato Venanzio Rauzzini, si mescolarono arte e sentimenti. Per lui Mozart scrisse il mottetto Exultate Jubilate.
Compose qui il suo primo vero lavoro teatrale, Mitridate, Re di Ponto. Nella città meneghina scoprì per la prima volta il clarinetto, che si diffuse in Austria più tardi.
Lasciò Milano il 15 marzo 1770, per tornarvi più volte.
Arrivato a Lodi, sulla strada per Parma, scrisse le prime tre parti, Adagio, Allegretto e Minuetto, del quartetto KV80, completato con il Rondò che scriverà più tardi, forse a Vienna (1773) o a Salisburgo (1774). Tornerà a Milano per rappresentare le sue opere liriche. L'ultima a debuttare in un teatro italiano fu il Lucio Silla, nel 1772.
A Bologna prese lezioni di contrappunto da padre Martini. Il Papa gli conferì lo Speron d'oro. Mozart sperò di rimanere a Milano quale compositore di corte, ma le sue aspettative furono frustrate da Maria Teresa d'Austria:
«Non capisco perché avete bisogno di un compositore o di gente inutile ... Avvilisce il servizio quando si tratta di gente che viaggia per il mondo come pezzenti; Mozart inoltre ha una grande famiglia».
Il padre Leopold, avvezzo a queste situazioni, già il 17 febbraio 1770 scriveva «Dall'Italia non può venir fuori granché. L'unico mio piacere è che qui si è meglio desiderati e meglio capiti, e che gli italiani riconoscono quel che Wolfgang vale». Wolfgang ricorderà il tempo trascorso in Italia in una lettera al padre dell'11 ottobre 1777: «In verità non ho mai avuto tanti onori, non sono mai stato così stimato come in Italia».
Malattia e morteLa malattia e la morte di Mozart sono stati e sono tuttora un difficile argomento di studio, oscurato da leggende romantiche e farcito di teorie contrastanti.
Gli studiosi sono in disaccordo sul corso del declino della salute di Mozart, in particolare sul momento in cui Mozart divenne conscio della sua morte imminente e se questa consapevolezza influenzò i suoi ultimi lavori.
L' idea romantica sostiene che il declino di Mozart fu graduale e che la sua prospettiva e le sue composizioni declinarono anch' esse in ugual misura. Al contrario qualche erudito suo contemporaneo sottolineò come Mozart nell' ultimo anno fosse di buon umore e che la morte giunse inattesa anche per gli amici e la famiglia stessa.
La tomba di Mozart rimane ignota; la sua musica è il suo monumento.
Anche l’effettiva causa del decesso di Mozart è materia di congettura. Il suo certificato di morte riporta “hitziges Frieselfieber” (“febbre miliare acuta” o “esantema febbrile”), una definizione insufficiente ad identificare la corrispettiva diagnosi nella medicina odierna. Sono state avanzate diverse ipotesi, dalla trichinosi all’avvelenamento da mercurio, alla febbre reumatica o, più recentemente, la sifilide. La pratica terapeutica del salasso, all’epoca diffusa, è menzionata come concausa della morte.
Mozart spirò nella notte del 5 dicembre 1791, poco prima dell'una, mentre stava lavorando alla sua ultima composizione: il Requiem.
Al giovane compositore Franz Xaver Süssmayr, allievo e amico di Mozart, fu affidato il compito di completare il Requiem. Non fu il solo compositore al quale fu affidato tale incarico, ma è collegato ad esso più di altri a causa del suo rilevante contributo.
Secondo la leggenda, Mozart morì squattrinato e dimenticato da tutti e fu seppellito in una tomba per poveri. In realtà, sebbene a Vienna non fosse ormai più “sulla cresta dell’onda”, continuò ad avere un lavoro ben pagato a corte e a ricevere consistenti commesse dalle più disparate parti d’Europa, soprattutto da Praga. Restano molte sue lettere in cui richiede aiuto economico che testimoniano non tanto della sua indigenza quanto della sua inclinazione a spendere più di quel che guadagnasse.
Non fu seppellito in una fossa comune, come talvolta è stato detto o scritto, ma in una normale tomba comunale conformemente alla normativa del 1783. Anche se al cimitero di St. Marx la tomba originaria è andata perduta, in corrispondenza della sepoltura e nel Zentralfriedhof sono state collocate lapidi commemorative.
Nel 1809 Costanza sposò il diplomatico danese Georg Nikolaus von Nissen (1761–1826), il quale, essendo un fanatico ammiratore di Mozart, pubblicò diversi brani – dal tenore scurrile – da lettere del compositore e scrisse una sua biografia.
Mozart e SalieriNel corso degli anni nacque e si diffuse la leggenda secondo cui Mozart sarebbe stato avvelenato, per gelosia, dal compositore Antonio Salieri. Questa diceria, priva di fondamento, ha ispirato diversi artisti nel corso dei secoli.
PARTICOLAREVolfango ha solo sei anni quando riceve l'invito di Maria Teresa d'Austria alla Corte di Vienna. Lo presentano ali' imperatrice ed egli, senza troppo pensarci su, invece di farle un bell'inchino, le sorride, le salta sulle ginocchia e l'abbraccia stretta. Poi, tutto felice, se ne va al clavicembalo. Finito il concerto, è Sua Maestà in persona a dare il via agli applausi.
Per tutto il tempo del loro soggiorno a Vienna, Nannerl e Volfango saranno i beniamini, a Corte. Volfango soprattutto, che tutto fiero nel bell'abito col panciotto e lo spadino regalatogli dall'imperatrice, si diverte un mondo nei giardini e nei saloni del palazzo di Schònbrunn. "Ma come stoni, caro!", osserva candidamente all'arciduca Giuseppe che si esercita con il violino. E un giorno il grande Wagenseil, seduto al cembalo accanto a lui, si sente chiedere dal bimbetto perfettamente a suo agio e per nulla impressionato dall'importante personaggio: "Devo suonare un vostro concerto; volete per cortesia voltarmi le pagine?". Un altro giorno scivola su uno dei 'parquets' della Reggia. L'arciduchessa Maria Antonietta - la futura regina di Francia - gli è premurosamente accanto e lo aiuta a rialzarsi. Volfango sorride alla bimba -l'arciduchessa ha sette anni - e le dichiara francamente: "Siete davvero gentile. Quando sarò grande vi sposerò". "Perché mai, caro?", gli chiede l'imperatrice, che ha assistito alla scenetta. "Be', per ricompensarla!", spiega Volfango convinto. La sua allegria, la sua spontaneità, il suo sorriso e i suoi slanci affettuosi sono irresistibili. Tutta la Corte ne è conquistata.
Il fascino che il piccolo Mozart esercitava sul pubblico era straordinario. Stupiva soprattutto vederlo così bambino, pur fra tante prove del suo genio. Nonostante tutte le mirabolanti imprese compiute sulla tastiera del clavicembalo, era capace dei gesti infantili più disarmanti.
QUANDO CONOBBE ANTONIETTA