Maria Antonietta - Regina di Francia

come si viveva a versailles?

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Cartaphilus
view post Posted on 11/11/2012, 19:42 by: Cartaphilus
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E veniamo all'argomento che tanto ci affascina... l'igiene.

Da Vinha dedica alcune pagine a sfatare nuovamente la leggenda dell'unico bagno di Luigi XIV, ma visto che qui ci occupiamo soprattutto dei cortigiani, vediamo com'era la situazione. Situazione non facile da ricostruire, visto che la ristrutturazione ottocentesca voluta da Luigi Filippo ha fatto sparire bagni, bagnetti e gabinetti. Come sapete, stanze da bagno in senso moderno cominciano ad apparire a Versailles solo nel Settecento. Prima di allora non c'erano stanze “dedicate”: ci si faceva portare la tinozza in camera oppure si andava a fare il bagno in uno stabilimento pubblico, come quello impiantato dal barbier-baigneur Claude Roger in Place de la Fontaine (poi Place Dauphine,attuale Place Hoche).

E poi c'era il problema del rifornimento d'acqua corrente. Come sapete, il problema dell'acqua a Versailles era complicato dal fatto che si trattava di una zona paludosa. I lavori per trovare e far confluire a Versailles l'acqua per alimentare le fontane del parco e per uso domestico furono enormi. Il re si preoccupò di installare sia nel borgo che nel castello fontane di acqua potabile (“potabile” secondo i criteri dell'epoca, che ignorava i nostri sistemi di analisi dell'acqua: si individuavano sorgenti “buone” e si usava un sistema di filtraggio negli acquedotti). Per esempio, la fontana più vicina all'Appartement des Bains era quella dell'Escalier des Ambassadeurs. Da lì l'acqua confluiva in un serbatoio che alimentava la nostra famosa vasca-da-quattordici-tonnellate (nonché le altre due installate nell'Appartement des Bains nel 1678). L'acqua usata veniva convogliata in un altro serbatoio che alimentava le fontane del parco, così anche lì non si buttava nulla.

Siparietto: un libro uscito a giugno, dedicato proprio ai lavori per portare l'acqua a Versailles:
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Jean Siaud, Ils ont donné l'eau à Versailles, Editions de l'Onde, 2012

Di solito però l'acqua per i bagni e per la cucina, come ci ha appena ricordato Mauro, veniva portata a mano (i portatori d'acqua erano una corporazione potente e numerosa), e pure a mano venivano svuotati pitali e comode. Il che ci porta all'altro aspetto della questione.

Le comode del re sono registrate nell'Inventario generale del Mobilier de la Couronne, che ne conta più di trecentocinquanta dal 1664 al 1705. Una “a forma di libro” aveva anche un nome, o meglio un titolo: “Viaggio nei Paesi Bassi” (non scherzo!), impresso sulla rilegatura di marocchino ornata dello stemma reale che dissimulava il vaso. Le comode dei cortigiani, naturalmente, non sono censite, ma c'erano, c'erano...

Si cercava di evitare che i vasi venissero svuotati dalla finestra: per questo il re si preoccupò di far installare un sistema di pozzi neri e relative fogne, tramite le quali le acque di scarico andavano a finire in due stagni (che così puzzavano maledettamente, ma almeno non stavano sotto le finestre del castello). Fu installato anche un sistema di latrine “pubbliche” (una si trovava proprio sotto l'Escalier des Ambassadeurs).

Tutto questo ovviamente non fece sparire la puzza e non risolse i problemi d'igiene del castello. Però almeno si cercava di risolverli, con i mezzi a disposizione.

Edited by Cartaphilus - 11/11/2012, 20:15
 
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