Maria Antonietta - Regina di Francia

Immagini e storie estensi

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elena45
view post Posted on 26/11/2012, 15:15 by: elena45
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Marie-Antoinette

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Vi propongo questo interessante articolo:

L’enigma di Piero
Note a margine di un nuovo saggio di Silvia Ronchey

La flagellazione conservata alla Galleria Nazionale delle Marche rappresentò davvero un enigma per gli studiosi di Piero della Francesca. Quel soggetto diffusissimo, con Cristo sullo sfondo angariato da due impietosi sgherri, che usano pari violenza a quella vista nel celebre film di Mel Gibson, lo ritroviamo copiosamente nelle chiese e nei musei. Ma nell’opera in questione i critici hanno sempre avuto il dubbio che la flagellazione, posta nel dipinto su un piano prospettico diverso da quello delle tre figure che campeggiano invece nel proscenio sulla destra, valga a depistare l’osservatore in funzione dell’enigmatica rappresentazione di fatti più vicini all’epoca di Piero, che non a quella di Cristo.
È seducente l’ipotesi di Silvia Ronchey, autrice di questo libro dall’impianto singolare: attraverso opportuni riferimenti mutuati della più recente indagine storiografica, e comparando con l’iconografia conosciuta le fisionomie e gli abbigliamenti dei personaggi raffigurati in seria conversazione fra di loro, si può dedurre che i tre non sono altri che Bessarione, Niccolò III d’Este (promotori nel 1438 del celebre Concilio di Ferrara) e il "porfirogenito" Tommaso Paleologo, interessato al potere dinastico dell’impero bizantino. Quel concilio, cui partecipò Giovanni VIII Paleologo - per l’occasione ospitato a Palazzo Paradiso - fu indetto per unificare le chiese di Oriente e di Occidente in disaccordo su questioni teologali, ma in un momento in cui incombeva il pericolo della fine dell’Impero di Bisanzio, minacciato dall’Islam. Iniziato a Ferrara, ma conclusosi a Firenze poiché un’epidemia di peste colpì la popolazione ferrarese, negli annali della Chiesa il concilio fu considerato evento straordinario, paragonabile nella nostra storia più recente alla conferenza di Yalta. Un evento che tuttavia non servì ad impedire quindici anni dopo la caduta di Costantinopoli, conquistata dai Turchi nel 1453.
In considerazione del fatto che il controverso dipinto di Piero della Francesca è datato al 1455, Silvia Ronchey attinge sapientemente all’iconografia ufficiale e confronta le sembianze del Paleologo (cappello importante dalla visiera pronunciata) con l’effigie su monete e medaglie, oltre che con l’immagine del codice noto come “La Spagna in rima”, conservato presso la Biblioteca Ariostea. Raffigurato di profilo anche da Piero, con occhio venato dal dubbio il Paleologo assiste alla flagellazione di Cristo in luogo di Pilato, mentre un uomo di spalle con turbante e caffettano, impersonando il sultano turco, muove verso il colonnato dove si svolge la scena per godere da vicino del supplizio da lui stesso ordinato.
Ecco dunque Ferrara, di cui si intravedono in uno scorcio sulla destra - secondo l’interpretazione all’autrice - le solenni architetture; ecco Ferrara, luogo della possibile concordia fra credenze e fedi diverse; ed ecco Niccolò III d’Este, con il capo rasato e il sottomento adiposo, il regnante che mandò a morte il figlio Ugo e la giovane moglie Parisina colti in flagrante adulterio, ma capace di far confluire nella città estense le personalità religiose più in vista del suo tempo, per pacificare gli animi di credenti e politici.
L’ipotesi di Silvia Ronchey si fa ancora più interessante quando si riscontra, avanzando nella stimolante lettura, come l’argomento sia ben suffragato da ricerche serie e approfondite. Se veritiera, l’interpretazione della studiosa aggiungerebbe un tassello significativo all’iconografia estense, con Niccolò III raffigurato dal grande Piero della Francesca; ma, ancora più importante, comproverebbe uno storico precedente di cui possiamo andare fieri ancora oggi: Ferrara città della pace, anche all’epoca di Piero. A una settimana dalla morte di Oriana Fallaci e dall’inizio delle infuocate polemiche che hanno seguito il discorso di Benedetto XVI a Ratisbona, nel tentativo di sciogliere un enigma questo libro lascia comunque ben sperare nella possibilità di un dialogo. Così come avvenne un tempo, proprio a Ferrara.

Giuseppe Muscardini, 2006

Il Concilio, evidentemente, avvenne ben dopo la tragedia, e il profilo politico di Niccolò in quella occasione fu quello di un uomo di pace, ben lungi dal crudeltà che lo aveva spinto a vendicarsi del tradimento.
Ecco l'opera in questione:


Piero della Francesca - La flagellazione di Cristo - Galleria nazionale delle Marche, Urbino.
Niccolò III d'Este sarebbe la figura in blu, con il capo rasato.

Per altre notizie cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Flagellazion...della_Francesca)

Edited by elena45 - 26/3/2018, 14:15
 
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