Maria Antonietta - Regina di Francia

I Savoia

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Maria Clotilde
view post Posted on 18/1/2013, 21:43 by: Maria Clotilde
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Arciduca /Arciduchessa

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Ciao,

dopo un'intensa settimana di lavoro, riprendo volentieri l'interessante scambio di yolande, Yue e Antoine

CITAZIONE
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È una dinastia che si trova esclusa da momenti chiave della vicenda politica e culturale italiana come il Trecento e il Quattrocento (e per certi aspetti anche il Cinquecento). Non è per ingiustizia, ma credo sia normale che quando si parla della grande stagione delle corti italiane, ci si riferisca a quelle che erano effettivamente corti che agivano in un contesto italiano (e anche di respiro europeo): Este, Gonzaga, Medici, Visconti, Sforza ecc. Anche nel Cinquecento la presenza sabauda è estremamente limitata a livello "nazionale" (e a livello interno hanno continuato a non lasciare nulla o quasi: d'altra parte il centro storico di Torino, bellissimo, è una perla quasi esclusivamente barocca).

Il Regno delle due Sicilie , Milano , il Granducato erano pur sempre stati che passavano da una giurisdizione all'altra :ne sono stati padroni alternativamente i francesi, gli spagnoli, gli austriaci . Il regno dei Savoia è tutto un altro contesto:è sempre stato governato dalla dinastia dei Savoia, i quali hanno dovuto gestire , appunto, uno stato cuscinetto in balia di grandi potenze e non hanno mai perso la loro indipendenza. Allora credo che sia un po' bislacco in un contesto simile, bollarli di mediocrità per non essere riusciti ad imporsi a livello internazionale sul piano culturale. Il loro impegno è stato logicamente incanalato sul piano politico/militare...ed in questo campo i sovrani se la sono cavata piuttosto bene, tirando le somme. Hanno brillato in campo internazionale , ma sul piano politico ……….

Lo stato sabaudo ha raggiunto l'acme artistico-culturale nel Seicento, nel Settecento, soprattutto, e, politicamente, nel primo Ottocento. Il fatto che nei secoli precedenti i Savoia si siano poco interessati all’arte e’ innegabile ma non lo vedrei come un fatto negativo: semplicemente, come un dato di fatto. Vorrei non impostare il discorso basando tutto sul confronto con le altri corti ma cercando di cogliere la peculiarita’ dello stato sabaudo attraverso i secoli.

Cerco di spiegare, secondo me, perche’ solo dall’inizio del Seicento si cerco’ di recuperare il gap con le altri corti italiane ed europee.

1) Fino a tutto il ‘400 e parte del ‘500 i territori sabaudi erano frammentati e continuamente conquistati e poi persi con sorti alterne. Da qui lo sforzo militare maggiore ma anche il fatto che ogni energia residua e’ innanzi tutto dedicata a organizzare i territori amministrativamente, politicamente, giuridicamente, al passo con i tempi che mutano e con i territori che via via si aggiungono (in questo lavoro di organizzazione furono attivi soprattutto Amedeo VIII e Emanuele Filiberto). Attraverso la milizia e la concessione degli ordini istituiti (di San Maurizio, dell’Annunziata, del Collare) la nobilita’ si lega al conte/duca. La corte e’ itinerante e questo carettere di provvisorieta’ non consente di mettere radici.
Paragone indegno ma e’ come se noi sapessimo di dover fermarci per poco tempo in un luogo, in una casa che non sapremo se domani sara’ ancora nostra, e quindi non investissimo per sistemarla e abbellirla :P

2) I Savoia concentrarono gli sforzi nella difesa della propria indipendenza e nella conquista dei territori limitrofi, secondo un disegno che si snoda lungo i secoli. Per farlo usarono due armi principali: l’esercito e la diplomazia, che si concretizzo’ anche in un’attenta politca matrimoniale che li ha portati ad imparentarsi con molte delle dinastie italiane ed europee.
Lasciarono l’interesse per l’arte in secondo piano, se per scelta o per indole…. ognuno lo valuti da se’ :rolleyes:

3) Certo che e’ difficile essere mecenati se si e’ quasi sempre in guerra, si e’ uno stato piccolo tra giganti come Francia e Spagna…. e se buona parte delle risorse vengono spese per le milizie. Lo stato sabaudo per lunghi lunghi periodi e’ povero, a volte molto povero.
Un caso per tutti. Nel 1533 Francesco I occupa il Piemonte e Torino per farne una rampa di lancio verso Milano, tra l’altro distruggendo anche quartieri ed edifici artistici in Torino. Il duca di Savoia Carlo II inizia con la famiglia una peregrinazione di citta’ in citta’ finche’ muore di gotta nel 1553 a Vercelli nel piu’ completo abbandono, senza quella adeguata sepoltura che gli venne data solo un anno piu’ tardi. “Nella sua cassetta quel giorno aveva 35 fiorini”. Solo Cuneo, Aosta, Ivrea, Asti, Vercelli e Fossano restano fedeli ai Savoia. Difficile pensare all’arte :blink:
Ma senza arrivare a questo caso limite, spesso i Savoia sono a corto di soldi: aumentano le tasse, quando possono; altre volte scelgono di licenziare nobili o funzionari dalla corte e dalle loro funzioni per non essere in grado di pagare loro lo stipendio. Ancora a inizio Seicento, Carlo Emanuele I aveva dovuto vendere o impegnare i gioielli della duchessa e chiedere prestiti persino ai suoi dipendenti! :cry:

4) In ultimo, direi anche che i Savoia, a differenza di altre casate, non ebbero bisogno di legittimazione attraverso opere d’arte o di letteratura che facessero risalire le loro origini a eroi e divinita’ dell’antichita’ per legittimare il proprio potere. Umberto Biancamano ottenne il titolo di conte direttamente nell’anno 1000 da Corrado II Imperatore del Sacro Romano Impero e re di Borgogna.

Scusate se sono stata prolissa: e' un mio difetto
Ciao
 
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