Maria Antonietta - Regina di Francia

I Savoia

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estella
view post Posted on 19/1/2013, 22:08 by: estella




Ho letto tutto il topic ma c'è un punto che si tende a dimenticare e che è, almeno per quanto mi riguarda, alla base del mancato mecenatismo di casa Savoia.
Il Piemonte aveva conservato un'impalcatura feudale e i Comuni avevano avuto scarsa fioritura. Le città erano rimaste rachitiche; Torino, per esempio, in epoca medievale non era che un borgo di montanari. A dominare non era la borghesia urbana, con i municipi e le magistrature democratiche, ma i signorotti franchi. Nei castelli in Piemonte si respirava ancora la cavalleria. Conti, marchesi si alleavano tra loro, si univano in matrimonio, si tradivano e si contendevano provincie e fortezze da aggiungere ai loro possedimenti. Nei castelli dei Savoia l'aristocrazia non era molto diversa da quella della Francia meridionale, anzi diciamo più rozza e ignorante.
Tutto questo quando oltre il Ticino cominciava un altro mondo: quello dei liberi Comuni che già da un pezzo avevano surclassato il concetto di castello e sovrapposto una società cittadina e mercantile a quella agraria e militare del Medio Evo. Insomma i Savoia subirono il Rinascimento solo per contagio. Vivevano in un mondo totalmente diverso.
Di fatto, casa Savoia fu una schiatta militare e agraria, con il chiodo fisso di aggiungere terre e domini attraverso piccole astuzie e giochi politici. La cultura finì quindi in secondo piano, avevano altri pensieri e ambizioni.
Tra le sue fila non mancano personaggi colti. Ad esempio Carlo Emanuele I s'intendeva d'arte, parlava diverse lingue, scriveva poesie e aforismi militari, leggeva i classici...insomma sarebbe stato un ottimo mecenate se ne avesse avuto il tempo, ma gli affari di governo non gli davano tregua, l'assorbivano tutto il giorno e spesso lo tenevano sveglio anche la notte.
Sta di fatto che, rozzi o no, mecenati o no, i Savoia, a differenze di grandi dinastie passate alla storia per l'arte e la cultura rimasero in piedi per un pezzo. Il fatto che non avessero soldi per dedicarsi alla cultura la trovo una scusa. Non avevano interessi di questo tipo e si dedicarono alla Stato, tutto qui! Probabilmente furono più pragmatici e sparagnini di altri. Anche Isabella d'Este non aveva un quattrino per pagare gli artisti, eppure accumulò tesori senza spendere nulla. Bembo, Ariosto, Bernardo Tasso, scrissero gratis per lei. Insomma, questo per dire che la tesi della mancata cultura a causa delle casse dello stato vuote in Piemonte, fa un po' acqua.

CITAZIONE
4) In ultimo, direi anche che i Savoia, a differenza di altre casate, non ebbero bisogno di legittimazione attraverso opere d’arte o di letteratura che facessero risalire le loro origini a eroi e divinita’ dell’antichita’ per legittimare il proprio potere. Umberto Biancamano ottenne il titolo di conte direttamente nell’anno 1000 da Corrado II Imperatore del Sacro Romano Impero e re di Borgogna.

Non fecero uso di opere d'arte o di letteratura per essere legittimati ma di inventarsi un'origine tutta italiana attraverso l'aiuto di storiografi aulici a partire dal XVII secolo si! Il tutto per ragioni dinastiche (e qui rientra il chiodo fisso dell'ambizione territoriale e dinastica). Secondo questa tesi, Umberto Biancamano sarebbe stato un lontano discendente degli Anscarici; secondo altri Biancamano era un lontano discendente di Bosone d'Autun, re della Borgogna Cisgiurana e figlio di Amedeo, capostipite di una seconda linea che signoreggiò nella Savoia-Belley. Sta di fatto che la discendenza dei Savoia può essere ricostruita in maniera attendibile soltanto da Umberto Biancamano.

Comunque, a dispetto di quanto detto citerei un passo del De Brosses che in visita a Torino sentenziò:"Torino mi sembra la più bella città d'Italia, e forse d'Europa. E' vero che non vi si trova, o per lo meno è raro, quel grande stile architettonico che domina in alcuni monumenti delle altre città; ma non vi è neppure il fastidio di vedere delle capanne a fianco dei palazzi."
E questa è una testimonianza importante perché va oltre i valori estetici ed i gusti personali. La mancanza di contrasti architettonici era la plastica riprova della mancanza, o almeno dell'affievolimento dei contrasti sociali. I signori erano meno signori, e la plebe era meno plebe che altrove.
 
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