Maria Antonietta - Regina di Francia

I Savoia

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Maria Clotilde
view post Posted on 20/1/2013, 00:00 by: Maria Clotilde
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Arciduca /Arciduchessa

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Ciao,

grazie per gli ultimi due contributi.

Non riporto l'intervento di yolande perche' concordo appieno con lei: inutile quotarlo tutto :D

Ho gradito molto anche l'intervento di Estella che chiarisce un aspetto che in effetti avevo dato per scontato.
CITAZIONE
Il Piemonte aveva conservato un'impalcatura feudale e i Comuni avevano avuto scarsa fioritura. Le città erano rimaste rachitiche; Torino, per esempio, in epoca medievale non era che un borgo di montanari.

A inizio '400 questo era il numero di abitanti delle principali citta' dei territori italiani e francesi dei Savoia: Chieri, Vercelli e Ginevra erano le uniche a superare i 5000 abitanti. Chambéry, Losanna, Pinerolo e anche Torino avevano circa 3000 abitanti.
"I contadini lavoravano a giornata nei poderi dei cittadini, chiara prova della caratteristica impronta rurale che Torino aveva ancora nel Quattrocento. Fienili, pagliai, stalle si trovavano ancora nelle vie strette e tortuose che ricalcavano i cardini e i decumani romani" (da "Storia di Torino", F. Cognasso)
Beh, poi la vediamo diversamente sul discorso della mancanza di fondi in casa Savoia in relazione con il mediocre mecenatismo fino al Seicento.... ma questa e' la ricchezza del confronto :)

CITAZIONE
Comunque, a dispetto di quanto detto citerei un passo del De Brosses che in visita a Torino sentenziò:"Torino mi sembra la più bella città d'Italia, e forse d'Europa. E' vero che non vi si trova, o per lo meno è raro, quel grande stile architettonico che domina in alcuni monumenti delle altre città; ma non vi è neppure il fastidio di vedere delle capanne a fianco dei palazzi."

Estella, posso chiederti a che anno risale la visita di De Brosses a Torino e questo suo commento? Grazie.
Siamo comunque nel Settecento e, in effetti, c'e' molta differenza tra la Torino del Cinquecento e quella del Settecento-Ottocento, quando anche Torino viene inserita tra le mete del grand tour.
Questi alcuni commenti di stranieri in visita a Torino in questo periodo (citazioni estratte dal saggio "La corte dei Savoia: disciplinamento del servizio e delle fedeltà" di P.Bianchi):
- Torino come sede di una corte tutt’altro che noiosa, anzi una delle più «disinvolte» d’Europa, e anfibia, dove cioè «la lingua francese non è meno conosciuta dell’italiano» (m. misson, Voyage d’Italie (1688))
- Torino come centro di vita cortigiana molto meno sfarzosa rispetto non solo all’esempio francese, ma a quello di diverse altre realtà, eppure estremamente elegante, e in ciò non seconda a nessuno (n. mirabal, Voyage d’Italie et de Grèce, avec une dissertation sur la bizarrerie des opinions des hommes (1691))
- Torino che, secondo alcuni, per la bellezza della sua corte e per la «galanteria» dei suoi nobili, poteva essere detta una «piccola Parigi» (f. deseine, Nouveau voyage d’Italie contenant une description exacte de toutes les provinces, villes et lieux considérables, Jean Thioly, Lyon 1699)
- Milles, antiquario e archeologo proveniente dalle scuole di Eton e di Oxford, ritornando nel 1734 da Venezia a Londra, apprezzo' la vitalità e la modernità dei costumi torinesi, compresi quelli della corte e nei suoi appunti di viaggio scrive «La gente per la maggior parte parla francese e segue i costumi e le mode francesi. La corte di Torino è considerata una delle più raffinate in Europa»
 
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