Maria Antonietta - Regina di Francia

Rivoluzione napoletana, i nobili che si immolarono per la libertà.

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elena45
view post Posted on 9/3/2013, 21:15 by: elena45
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Marie-Antoinette

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Non ha niente a che far con la Rivoluzione napoletana da un punto di vista ideologico, ma pochi sanno che a Napoli, all'alba del XVIIII secolo, nel 1701, vi fu un'altra rivolta contro il potere costituito che coinvolse l'aristocrazia, passata alla storia con il nome di Congiura di Macchia.
Camminando lungo Spaccanapoli, entro nel cortile di Palazzo Marigliano e noto questo sedile di piperno:



Mi avvicino e leggo questa targa:



Ma chi sono costoro? Non ne avevo mai sentito parlare.
Ebbene: ho trovato che alla fine del regno di Carlo II di Spagna, il re deforme che tutti conosciamo, che morì senza eredi e scatenò la Guerra di Successione spagnola, un gruppo di aristocratici napoletani tentò di opporsi al regime spagnolo e al potere del Vicerè, organizzando una congiura per favorire l'ascesa al trono di Carlo d'Asburgo. Sì, proprio lui, il nonno di Maria Antonietta.
Gli austriaci, dopo intense trattative segrete, promisero ai congiurati l’invio di una consistente armata e la concessione di numerosi privilegi.
Tiberio Carafa della Stadera principe di Chiusano, Gaetano Gambacorta principe di Macchia, Giambattista di Capua principe della Riccia e proprietario del palazzo, Carlo Domenico di Sangro duca di Vietri e altri baroni del Regno, con la presenza di alcuni agenti segreti austriaci, si riunirono in Napoli in questo palazzo per preparare il piano d’azione contro il governo vicereale; piano che prevedeva, tra l’altro, la presa di Castel Nuovo, l’uccisione del vicerè e l’arrivo di un numero consistente di soldati austriaci.
Anche il marchese Cesare Michelangelo d'Avalos ebbe un ruolo nella congiura, mettendo a sua disposizione i presidi pugliesi e abbruzzesi dei suoi feudi, ma alla fine non si mosse.


Palazzo Di Capua-Marigliano: lo scalone e il terrazzo. Nell'Ottocento il palazzo fu venduto alla famiglia Marigliano del Monte.

All’alba del 23 settembre 1701 furono prese d’assalto le botteghe degli armaioli, il tribunale della Vicaria, le carceri di San Francesco e S. Maria Apparente, le stazioni di gabella.
Fu presa anche la torre di San Lorenzo ove fu esposto un dipinto di Carlo d’Austria e s’innalzarono barricate in vari punti della città.
Venne occupata piazza del Mercato, luogo ideale per incitare il popolo alla rivolta, ma fu proprio questa la parte lacunosa del piano. Sebbene il popolo fosse stanco di pagare numerose gabelle per finanziare le guerre degli spagnoli, simpatizzava più per il vicerè Luis Francisco de la Cerda, duca di Medinaceli, che per il Gambacorta, la cui arringa sortì un flebile effetto e pochi lo seguirono.


J.F.Voet - Luis Francisco de la Cerda, IX duca di Medinaceli (1660-1711), erede per via materna del ducato di Lerma, vicerè di Napoli - Museo del Prado.

Il vicerè, figlio di Juan Francisco de la Cerda valido di Carlo II, era amante della cultura, amico di Giambattista Vico, appassionato di teatro e musica, governante severo ma giusto; il di Capua e il Gambacorta, non differenti dai gentiluomini del loro tempo, avevano poche virtù e molti vizi. Per non parlare di Giuseppe Capece che era stato addirittura condannato per omicidio.
In breve, per tutte queste ragioni, i cannoni e i fucili di Medinaceli ebbero la meglio sulle improvvisate barricate. La presa del Campanile di Santa Chiara non fu facile per la tenace resistenza del Carafa, così dicasi per la torre di San Lorenzo, ultimo baluardo.
Non arrivarono gli aiuti promessi dagli austriaci e i rivoltosi dovettero alla fine fuggire o arrendersi.
Il principe della Riccia, Gambacorta, Carafa e Capece fuggirono: il primo riparò presso il principe Boncompagni Ludovisi e campò per altri 30 anni; Gambacorta e Carfa riuscirono a raggiungere l'Austria; il Capece fu ucciso durante la fuga e la sua testa esposta su uno dei torrioni di Castelnuovo. Il principe di Sangro, invece, fu arrestato e decapitato e i suoi beni vennero confiscati.
Quando l'esito della Guerra di Successione assegnò agli Asburgo il regno di Napoli (1713-1734), i congiurati furono riabilitati.


Carlo Domenico di Sangro (1658-1703), fratellastro del duca di Casacalenda, l'unico giustiziato per aver partecipato alla Congiura di Macchia.

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Cesare Michelangelo d'Avalos (1667-1729), 8° marchese del Vasto.

Non ho trovato immagini degli altri congiurati.

Edited by elena45 - 7/5/2019, 09:27
 
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