Maria Antonietta - Regina di Francia

Rivoluzione napoletana, i nobili che si immolarono per la libertà.

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elena45
view post Posted on 26/4/2015, 14:08 by: elena45
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Marie-Antoinette

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Eleonora Pimentel Fonseca abitava in Via Sant'Anna di Palazzo, ai quartieri spagnoli di Napoli. Oggi è in parte una zona malfamata della città, dove spesso si tocca il degrado urbano e sociale. Ma porta ancora tracce dell'antica bellezza. Il Mattino ne scrive in un articolo, corredato di belle foto, di cui metto il link: www.ilmattino.it/NAPOLI/CRONACA/la-...e/1318478.shtml. Per sicurezza lo trascrivo.

La pelle di Napoli. Nei vicoli dei Quartieri dove visse donna Eleonora.
I Quartieri Spagnoli hanno mille anime. Sono un’entità plurale, non solo nel nome, ma pure nella loro natura più profonda. Lo sono da sempre, da quando, nel Cinquecento, il viceré don Pedro di Toledo, stabilì che la città doveva espandersi fuori delle antiche mura aragonesi e arrampicarsi sulla collina, mangiando le mortelle e i gelsi.

C’è solo un tratto che accomuna tutti i Quartieri: l’irrefrenabile ronzio degli scooter che salgono e scendono, che bisogna scansare come mostruosi insetti. Ma è l’unico modo per muoversi in una scacchiera pendente. Per il resto i Quartieri cambiano faccia da vicolo a vicolo, da edificio a edificio, da bottega a bottega, da basso a basso.
E quando arrivano in fondo, a sovrastare via Chiaia, a fronteggiare Monte di Dio, mostrano una natura aristocratica più spiccata. Un motivo c’è. Tutta l’area, attorno a Sant’Anna di Palazzo (la strada, la chiesa, il vicolo, la salita) era a ridosso del Palazzo, di Palazzo Reale, dal quale prendeva il nome. Chi voleva o doveva frequentare i sovrani (e prima ancora i viceré) si acquartierava qua, dove edificava lussuose residenze o apriva negozi o laboratori.
Capire e conoscere il popolo dei Quartieri è, inevitabilmente, difficile. Lo era nei secoli passati, lo è ancor di più adesso. Chi viveva in questa parte della città bazzicava con la Corte (dal basso o dall’alto, omaggiandola o opponendovisi), più che altrove. Aristocrazia e plebe, cicisbei e giacobini, rivoluzionari e sanfedisti. Poi miseria e nobiltà.

Oggi borghesia delle professioni e popolo formicolante, ceto affluente che privilegia i panoramici piani alti e studenti fuorisede smaniosi di un terrazzino, transgender mai domi e beghine che tirano avanti a botta di sofferenze. Tutto condito dalla nota di una criminalità cialtrona, sempre in cerca di un posto nel gotha dannato della camorra.



La lapide apposta in occasione del bicentenario della Rivoluzione sulla facciata del palazzo dove abitava Donna Eleonora, alla Salita Sant'Anna di Palazzo, n.29.




La Chiesa di Sant'Anna dove Eleonora si sposò e dove fu sepolto il figlioletto Francesco.


Giuseppe Boschetto - Eleonora condotta al patibolo (1869) - Museo di Capodimonte.
Fu imprigionata al carcere della Vicaria, in Castel Capuano e giustiziata in Piazza Mercato il 20 agosto 1799, lo stesso giorno di Giuliano Colonna e Gennaro Serra di Cassano.
A testimonianza dello spirito plebeo che si contrapponeva all'esperienza della Repubblica napoletana del 1799, si diffuse dopo la morte della Fonseca una satira anonima che così recitava:

«A signora 'onna Lionora
che cantava 'ncopp' 'o triato
mo abballa mmiez' 'o Mercato
Viva 'o papa santo
ch'ha mannato 'e cannuncine
pe' caccià li giacubine
Viva 'a forca 'e Mastu Donato!
Sant'Antonio sia priato»

P.S. secondo la storica napoletana Antonella Orefice, sulla base di nuovi documenti, l'ultima dimora di Eleonora si troverebbe in Via Santa Teresella degli Spagnoli, n.46, nello stesso quartiere dove era venuta ad abitare con la sua famiglia da bambina.

Cfr www.nuovomonitorenapoletano.it/inde...rafie&Itemid=28

Edited by elena45 - 7/9/2018, 12:40
 
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