Maria Antonietta - Regina di Francia

La marchesa Luisa Casati

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Giacomo Girolamo Casanova
view post Posted on 9/10/2014, 18:08




Fra un'oretta sto a Venezia che bello! Mi sa che al Fortuny ci vado sabato che piove di sicuro, tanto è vicino...devo attraversare il Rio di Ca' Corner.
 
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view post Posted on 9/10/2014, 20:07
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Arciduca /Arciduchessa

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CITAZIONE (Giacomo Girolamo Casanova @ 9/10/2014, 19:08) 
Fra un'oretta sto a Venezia che bello! Mi sa che al Fortuny ci vado sabato che piove di sicuro...

Beato te!!!

Allora, se vai al Fortuny ci darai le tue impressioni sulla mostra!
Penso che saranno molto interessanti le numerose foto degli artisti che l'hanno ritratta... poi ci dirai! :)
 
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Giacomo Girolamo Casanova
view post Posted on 9/10/2014, 21:31




Eh una beatitudine... sono stato accolto dalla classica pioggerellina veneziana ma fa abbastanza caldo, però non come a Roma che oggi era estate. Ottobrata romana.

Penso che andrò dopodomani, domani girellerò. Sempre che stanotte i fantasmi non vengano a rapirmi. Questa grande casa antica, completamente vuota e silenziosa è un po' inquietante.... Comunque rispetto al caos di Roma Venezia è un paradiso!
 
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Giacomo Girolamo Casanova
view post Posted on 15/10/2014, 12:00




Qualche breve nota sulla mostra. Innanzitutto il luogo: si tratta di Palazzo Fortuny. I palazzi veneziani di solito hanno una sfilza di nomi perché al nome del proprietario originario che edificò l’immobile si aggiungono quelli degli altri proprietari via via succedutisi. Magari non tutti. Sicché ci ritroviamo un palazzo Coccina Tiepolo Papadopoli che ha tre nomi e tanti altri casi del genere.

Nel caso del Fortuny evidentemente, la personalità del geniale ultimo proprietario si è fatta sentire anche nel nome. Comunque fino al Settecento il palazzo fu Pesaro degli Orfei, come testimonia ancora la targa stradale che è posta nella calletta che conduce al campo di San Beneto dove è la facciata principale del palazzo.

Interessante notare che la famiglia d’origine rimase ad abitare nel palazzo fino al Settecento, allorché fu terminata la farraginosa costruzione della Ca’ Pesaro che è di ben altre dimensioni. A un certo punto, sul finire dell’epoca gloriosa di Venezia e soprattutto del potere militare ed economico della Repubblica, si reagì con l’elefantiasi delle costruzioni nobiliari.

Praticamente l’economia fondata all’origine sul commercio con la conseguente protezione militare della marina della Serenissima, il controllo dei territori e l’espansione coloniale, si trasformò in un’economia agricola. Gli ingenti guadagni ottenuti dai commerci furono investiti in sterminate proprietà terriere che garantivano rendite elevatissime ma andavano gestite, non lasciate in mano agli intendenti.

Insomma la classe nobiliare veneziana, come tutte le altre, implose a causa della convinzione che la ricchezza si autoalimentasse automaticamente e che chi era ricco lo sarebbe stato sempre più. A prescindere dal mutamento degli equilibri politici e militari. Oggi accade esattamente la stessa cosa: l’economia di carta ha sostituito quella reale della produzione di beni e servizi, salvo rari casi. Il che matematicamente porterà ad un implosione del sistema. Peraltro evidentemente in crisi. Quanto al mutamento degli equilibri militari basta leggere il giornale per capirlo.

Ma come al solito ho divagato, dunque, tornando alla mostra, va detto che il Fortuny è un posto bello in sé, a prescindere da ciò che è in mostra. Si potrebbe organizzare un’esposizione di paccottiglia cinese e sarebbe bella pure quella. Intanto l’enormità degli ambienti, la luce naturale spesso assente sostituita da sapienti luci artificiali. Ricordo a questo riguardo una mostra di anni fa dedicata a Peter Greenaway che era eccezionale, a parte la genialità e maniacalità del regista. Bastava una luce pulsante o un suono in un ambiente vuoto per creare una situazione onirica.

Poi salendo al piano superiore quello con i finestroni affiancati, la luce si spande come una nuvola di pulviscolo. Ricorda un’affermazione del malaticcio scrittore che componeva la sua monumentale opera su una branda di ferro: “Nessuna camera ha un’atmosfera granulosa, pollinizzata, commestibile e devota come quella del Grand Hotel Cabourg”.

Scritta per la stanza 414 vale anche per il salone del Fortuny. Qualcuno(a) rileverà che pur non essendo un conoscitore di Proust finisco per “sentire” spesso la sua presenza e ne sono influenzato. L’inutilità decadente delle sue atmosfere sfinite è irraggiungibile.

In definitiva la “Divina Marchesa” meritava la mostra. Magari un titolo un po’ meno scontato ché quando si parla di “divini marchesi” il titolare è uno soltanto: l’ineffabile e contorto discendente della Laura angelicata cantata dal Petrarca.

A parte il titolo la mostra è proprio in linea con ciò che la marchesa ha voluto costruire: una vita opera d’arte. Voleva essere un quadro vivente una performance in divenire. Preconizzava già l’artisticità del gesto. Ciò che poi ai giorni nostri è divenuto Arte Comportamentale con le sue istallazioni e performance spesso incomprensibili.

Ma dalla Casati alla Abramovich ne è passata di acqua. Insomma fece la sua scelta: bruciare come una fiamma, dilapidando un patrimonio immenso, finire in miseria e morire a Londra in una stanza dopo aver vissuto di carità, ma rappresentare per tutta la vita un ideale estetico autoreferenziale. E in posti come Venezia, Capri, Parigi che come sfondo non scherzavano.

Grande la signora, come tutti quelli che vissero rappresentando loro stessi l’opera d’arte, con le loro azioni. Lasciando una traccia indelebile nella memoria del tempo.































Edited by Giacomo Girolamo Casanova - 15/10/2014, 13:17
 
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view post Posted on 15/10/2014, 12:28
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Arciduca /Arciduchessa

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Grazie Adriano per la personale e ricercata recensione della mostra e per le bellissime foto!!

Gli ambienti sono veramente particolari, sia quelli più luminosi come quello della foto in cui appare un quadro che sembra del Veronese (?)( la stanza con i due "manichini" seduti), sia quelli più scuri e carichi di atmosfera.

Mi piace moltissimo come sono stati allestiti i due abiti della marchesa, con accanto il leopardo e attorno i tessuti di Fortuny (a proposito, tutti i tessuti e gli arazzi che si vedono sono sempre in esposizione?).

Bellissima anche l'enorme sala con le pareti fané e la luce che entra copiosa: la scenografia è stata perfettamente adattata allo spirito della marchesa!
 
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view post Posted on 15/10/2014, 23:16
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Marie-Antoinette

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CITAZIONE (reine Claude @ 15/10/2014, 13:28) 
Grazie Adriano per la personale e ricercata recensione della mostra e per le bellissime foto!!

Gli ambienti sono veramente particolari, sia quelli più luminosi come quello della foto in cui appare un quadro che sembra del Veronese (?)( la stanza con i due "manichini" seduti), sia quelli più scuri e carichi di atmosfera.

Mi piace moltissimo come sono stati allestiti i due abiti della marchesa, con accanto il leopardo e attorno i tessuti di Fortuny (a proposito, tutti i tessuti e gli arazzi che si vedono sono sempre in esposizione?).

Bellissima anche l'enorme sala con le pareti fané e la luce che entra copiosa: la scenografia è stata perfettamente adattata allo spirito della marchesa!

Tiepolo (ma l'errore di attribuzione è intelligentissimo! ;) )

Si tratta de Il banchetto di Cleopatra a Palazzo Labia.

affresco+Tiepolo
 
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view post Posted on 16/10/2014, 09:25
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Arciduca /Arciduchessa

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CITAZIONE (*§Yue§* @ 16/10/2014, 00:16) 
Tiepolo (ma l'errore di attribuzione è intelligentissimo! ;) )

Si tratta de Il banchetto di Cleopatra a Palazzo Labia.

(IMG:http://2.bp.blogspot.com/-RJ626t5TY_E/UT-b...sco+Tiepolo.jpg)

:wub: :wub: :)

Approfitto per chiederti: allora quel particolare del dipinto è una riproduzione?
Farà parte del palazzo o della mostra?

Edited by reine Claude - 16/10/2014, 10:54
 
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Giacomo Girolamo Casanova
view post Posted on 16/10/2014, 22:31




Credo della mostra permanente non quella della marchesa. Come i due manichini.
 
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view post Posted on 17/10/2014, 18:22
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Marie-Antoinette

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CITAZIONE (reine Claude @ 16/10/2014, 10:25) 
Approfitto per chiederti: allora quel particolare del dipinto è una riproduzione?
Farà parte del palazzo o della mostra?

Sì, è senz'altro una riproduzione. Che aspetto aveva? Forse potrebbe essere una stampa ad alta definizione su un qualche tipo di supporto (tela trattata) che dia l'impressione dell'affresco. C'era qualche cartellino che spiegasse la sua presenza alla mostra? Giusto per capire perché sia lì (se una copia fatta appositamente per la mostra oppure effettivamente una riproduzione nelle collezioni del palazzo, anche se domando che se ne possano fare).

L'originale è felicemente ancora attaccato alla sua parete. ;)

Tiepolo%252C+Palazzo+Labia+%25284%2529
 
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Giacomo Girolamo Casanova
view post Posted on 17/10/2014, 19:37




Questo lo ignoro!

In verità non ho badato troppo a quella riproduzione visto che mi pareva facesse parte dell'installazione fissa e non della mostra. Se volete ci ritorno.... Cerco sempre scuse per andare a Venezia. Ho un po' una fissa. Purtroppo ne ho diverse.... Questa è la più vicina.

Andare a prendere il tè nello Shisendō a Kyoto, cullato dal suono dello shishi odoshi, è assai più complicato.

Edited by Giacomo Girolamo Casanova - 17/10/2014, 20:57
 
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view post Posted on 6/1/2015, 12:26
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Marie-Antoinette

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Coetanea e amica della marchesa Casati (1881-1957), altrettanto eccentrica, sia pure meno conosciuta, fu la principessa Mananà Pigantelli, mecenate e scultrice. Anche lei scelse Venezia tra le sue residenze, e precisamente palazzo Mocenigo che fu l'ultima sua dimora.


Marianna Pignatelli Aragona Cortes (1894-1960), detta Mananà, con una sua scultura.


Adriana Bisi Fabbri -Marianna Pignatelli Aragona Cortes - Museo del paesaggio, Verbania.
Mananà era nata a Napoli, da una delle famiglie più illustri della città, figlia di Giuseppe Pignatelli Aragona Cortes, principe di Noia e duca di Monteleone (discendente per via femminile dal conquistatore del Messico) e della marchesa Rosa de la Grandara.
Aveva sposato, nel 1917, un nobile di origine cremonese, il marchese Guido Sommi Pecenardi (1893-1949), ammiratore di D'Annunzio, fascista della prima ora e musicista.


Tamara de Lempicka - Guido Sommi Pacenardi - Collezione privata.
Dopo la morte del marchese, Mananà ebbe un compagno, Guido Parisini, ex ufficiale di cavalleria. Con lui soggiornò a lungo a Capri.

Ho trovato notizie sul personaggio in:
www.arteeste.it/Anna%20Maria%20Pignatelli.asp

Edited by elena45 - 18/8/2016, 15:25
 
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