La ceramica del Rinascimento Casteldurante (oggi Urbania a 17 km da Urbino) fu un importantissimo centro di produzione delle ceramiche nelle Marche, nel periodo a cavallo del XV e XVI secolo. Fra i maestri più noti
Nicola da Urbino (1480-1537/38), attivo durante il ducato di Francesco Maria I della Rovere, che introdusse lo
stile istoriato in cui l'intero superficie dell'oggetto è occupata da una scena rappresentativa o celebrativa, spesso ricavata dalle opere di Raffaello, suo coetaneo e conterraneo.
Nicola da Urbino (1531/33) - Piatto di un servizio (o credenza) decorato al centro con il "carro di Marte", commissionato dalla casa ducale di Mantova per le nozze di Federico II Gonzaga (cognato di Francesco Maria) e Margherita Paleologo, come si evince dallo stemma congiunto delle due famiglie in alto.
Nicola da Ubino (1524) - Piatto decorato con Ippolito e Fedra, facente parte si un servizio con scene mitologiche, recante lo stemma congiunto di Isabella d'Este (suocera di Francesco Maria) e Francesco II Gonzaga.
Magistrale interprete del filone istoriato,
Francesco Xanto Avelli (1486ca-1542ca); anche lui attivo a
Urbino durante il ducato di Francesco Maria della Rovere e del figlio Guidobaldo II, conquistò riconoscimenti a corte e committenze prestigiose.
C'è solo l'imbarazzo della scelta:
Tra i motivi decorativi per contornare i soggetti illustrati primeggiarono le
grottesche, decorazioni ispirate da scoperte nel sito sotterraneo della Domus aurea di Nerone, a cui seguirono le
raffaelesche i motivi derivati dagli affreschi di Raffaello nelle Stanze Vaticane. Ma anche le
cerquate, ovvero le foglie si quercia stilizzate per onorare la famiglia della Rovere, titolare del ducato di Urbino a partire dal 1508.
Maestro di questo stile,
Simone Colonnello, con bottega a Casteldurante durante gli anni '60 del '500.
Simone da Colonnello (1562) - Vaso dipinto a diversi ordini di grottesche. In quello centrale è raffigurato un medaglione con leone rampante.
Splendida la coppa dedicata al Papa Giulio II del 1508, opera del vasaro noto come
Zoan Maria, anche lui con bottega a Casteldurante:
Anche
Pesaro era fin dal Medioevo un centro importante della produzione di maioliche, con una fisionomia peculiare. Poi, quando Guidobaldo II salì al trono e la città divenne la sede preferita della corte, che vi si trasferì nel 1548, si ebbe un vero e proprio rifiorire della ceramica pesarese, incentivata, come abbiamo detto, dalla moglie Vittoria Farnese. Nel precedente travagliato periodo, infatti essa aveva perso importanza, e pur continuando a essere prodotta, doveva aver svolto un ruolo minore, poiché non ne sono rimaste documentazioni di qualche interesse. Soltanto verso il 1540 si registra una maiolica istoriata di notevole qualità, simile a quella urbinate. Un esempio della produzione del cosiddetto
Pittore del pianeta Venere:
Coppa Pesaro
Per finire
Faenza, ultima solo per un motivo storico geografico (Faenza a partire dall'inizio del '500 apparteneva allo Stato della Chiesa e non al ducato di Urbino).
Nel XIV e XV secolo sviluppò lo
stile severo (monocromatico) e lo
stile tardo gotico (fiorito), poi in pieno Rinascimento si allineò allo
stile istoriato,, per esempio con il ceramista
Pietro Bergantini:
Coppa Bergantini (1529).
Per ulteriori notizie cfr https://it.wikipedia.org/wiki/Museo_intern...miche_in_FaenzaEdited by elena45 - 23/3/2018, 09:40