Maria Antonietta - Regina di Francia

Ritratto di corte ad Urbino

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 2/11/2013, 11:09
Avatar

Marie-Antoinette

Group:
Member
Posts:
6,096

Status:


Cercando notizie sulla famiglia della Rovere, ovviamente mi sono imbattuta nei ritratti dei duchi di Urbino, per cui ho pensato di riportarli in questo topic ad hoc.
Parto, però, da un opera famosissima, che abbiamo già incontrato (#entry520787000): il dittico dei duchi Federico e Battista da Montefeltro (Piero della Francesca - Galleria degli Uffizi).

1024px-Piero-della-Francesca-044
Federico III da Montefeltro, 2° duca di Urbino (1422-1482), e la moglie Battista Sforza di Pesaro (1446-1472): Battista era figlia di Alessandro Sforza di Pesaro (#entry572907331), che aveva sposato in seconde nozze Sveva da Montefeltro, sorella di di Federico. Battista cioè sposò il fratello della sua matrigna! Ebbero sei figlie femmine e un solo maschio, Guidobaldo.
Non mi voglio fermare sulle imprese militari di Federico, che fu soprattutto un grande condottiero. Voglio solo ricordare i suoi legami con Roma: fu Capitano generale della Chiesa e legato particolarmente al papa Sisto IV. Tant'è vero che la figlia Giovanna sposò Giovanni della Rovere (#entry545608133)

Federico_da_Montefeltro_con_il_figlio_Guidobaldo_bambino
Pedro Berruguete - Doppio ritratto di Federico III da Montefeltro e del figlio Guidobaldo - Galleria Nazionale delle Marche, Urbino.

Guidobaldo_da_Montefreltro
Piero della Francesca - Guidobaldo bambino - Thyssen Bornemisza Museum, Madrid.
Bartolomeo della Gatta - Guidobaldo adolescente - Galleria Colonna, Roma.

Federico III era un figlio naturale di Guidantonio da Montefeltro (1378-1443), conte di Urbino, avuto (forse) da tale Elisabetta Accomanducci. Aveva 6 fratellastri nati dalle nozze del padre con Caterina Colonna, nipote, nientemeno, del Papa Martino V, Oddone Colonna. Tra questi:

jpg
Oddantonio da Montefeltro (1427-k1444), 1° duca di Urbino, che fu spodestato dal fratellastro Federico e finì ucciso /
Sveva da Montefeltro (1434-1478), seconda moglie di Alessandro Sforza di Pesaro.

1280px-_Palazzo_Ducale_Urbino
La Galleria nazionale delle Marche ha sede nel meraviglioso Palazzo Ducale di Urbino, costruito proprio da Federico appena insediato, a partire dal 1444.

Urbino-palazzo_ducale02
Il cortile del Palazzo Ducale, considerato "il più bello del mondo"

Sulla scorta del dittico di Piero, ho pensato di mettere insieme i coniugi:

BgUR54U
Raffaello - Guidobaldo da Montefeltro (1482-1508) e la moglie Elisabetta Gonzaga (1471-1526), sorella del marchese di Mantova Francesco II - Galleria degli Uffizi.
Non ebbero figli, a causa dell'impotenza di lui, che pertanto nominò suo successore il nipote, Francesco Maria della Rovere, figlio di sua sorella Giovanna e di Giovanni della Rovere, nipote del papa Giulio II.

119451397-10221034342880355-6332145866132284303-n
Nota come "la Muta" di Raffaello - Galleria delle Marche, Urbino.
Sarebbe Giovanna da Montefeltro (1463-1514), sorella di Guidobaldo, andata in sposa, come dicevo, a Giovanni della Rovere (1457-1501), Signore di Senigallia e Duca di Sora.
Sono i genitori di Francesco Maria, 4° duca d'Urbino, primo della dinastia della Rovere.

Giovanni-Della-Rovere-signore-di-Senigallia-1457-1501-cropped
Gasparini - Giovanni della Rovere (1457-1501) duca di Sora e Signore di Senigallia - Palazzo Comunale di Senigallia.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------
Scusate l'OT, ma voglio ricordare per analogia il Dittico Bentivoglio:

800px-_Ercole_de_Roberti_001
Ercole de Roberti - Giovanni II Bentivoglio (1443-1508), Gonfaloniere di Bologna, e la moglie Ginevra Sforza di Pesaro (1440-1507), sorellastra di Battista - Nationala Gallery, Washington.
Ginevra, a differenza di Battista, fu longeva ed ebbe 16 figli, di cui 11 raggiunsero l'età adulta, 7 femmine (!).

800px-_Lorenzo_Costa_-_Giovanni_II_Bentivoglio_and_His_Family_-_W
Lorenzo Costa - La famiglia di Giovanni II Bentivoglio e Ginevra Sforza (7 femmine e 4 maschi) immortalata nell'affresco della Cappella Bentivoglio - Chiesa di San Giacomo Maggiore, Bologna.

Edited by elena45 - 21/10/2021, 15:24
 
Top
view post Posted on 2/11/2013, 12:03
Avatar

Marie-Antoinette

Group:
Member
Posts:
6,096

Status:


Eccoli i della Rovere di Urbino (#entry545608133):

....800px-Retrato-de-Francesco-Maria-della-Rovere-por-Tiziano800px-Tizian-055
Tiziano - Francesco Maria I della Rovere (1490-1538), 4° duca di Urbino e la moglie Eleonora Gonzaga (1493-1550), figlia del marchese Francesco II e Isabella d'Este- Galleria degli Uffizi.

Nei primi anni del '500, dopo l’occupazione del Valentino, la morte di Giovanni Sforza e quella del suo piccolo erede postumo, il feudo di Pesaro è preda di lotte interne, fino a che subentra nella signoria lo stesso Francesco Maria, imposto da papa Giulio II (#entry572907331). Questi viene però scomunicato dal nuovo papa, Leone X Medici, che affida il ducato a Lorenzo dei Medici. Soltanto dopo la morte di Lorenzo e del Papa, nel 1521, Francesco Maria poté rientrare in Pesaro, anche se continuò a considerare Urbino il suo centro politico e culturale.
Francesco Maria era molto bello da giovane, tant'è che ci sono due ritratti di lui adolescente:

800px-Young-Man-Apple
Raffaello - Probabile ritratto di Francesco Maria I della Rovere da giovane - Galleria degli Uffizi. Altre fonti lo citano come Guidobaldo II suo figlio, ma è impossibile perchè questi è nato nel 1514 e Raffaello è morto nel 1520.
Sebastiano del Piombo - c.s. - Kunsthistorisches Museum, Vienna

Francesco Maria I ebbe 5 figli, due maschi, che non potevano non chiamarsi Guidobaldo, il primogenito che gli successe, come suo padre adottivo che gli aveva trasferito il ducato, e Giulio, come suo zio Papa.

Angelo-Bronzino-Portrait-of-Guidobaldo-della-Rovere
Bronzino - Guidobaldo II della Rovere (1514-1574), 5° duca di Urbino - Palazzo Pitti.

Titian-Giulia-Varano-Duchess-of-Urbino-WGA22928
Tiziano - La prima moglie Giulia Varano (1523-1547)- Galleria Palatina, Firenze.
Figlia ed erede unica di Giovanni Maria da Varano duca di Camerino e Caterina Cybo (#entry626202267), la poverina morì giovane ed ebbe una sola figlia, Virginia della Rovere (1544-1571)

Double-portrait-of-Guidobaldo-II-della-Rovere-Duke-of-Urbino-and-his-son-Francesco-Maria-II
Tiziano - Guidobaldo II della Rovere e il figlio Francesco Maria II avuto dalla seconda moglie - Collezione privata.

Titian-Portrait-of-Settimia-Jacovacci-formerly-identified-as-Vittoria-Farnese-Budapest
Scuola di Tiziano - La seconda moglie Vittoria Farnese (1519-1612), figlia del feroce Pier Luigi e di Gerolama Orsini, quindi nipote del papa Paolo III e sorella del "Gran Cardinale" (#entry545481610). Ebbe 9 figli, ma solo 3 raggiunsero l'età adulta - Museo di Budapest.

800px-Francesco-II-della-Rovere
Federico Barocci - Francesco Maria II della Rovere (1549-1631), unico figlio maschio dei suddetti. - Galleria degli Uffizi.

Portrait-of-Maddalena-Osuna-Giron-traditionally-identified-as-Lucrezia-d-Este-Casa-Santi
Federico Zuccari - Lucrezia d'Este (1535-1598), figlia di Ercole II e Renata di Francia - Casa di Raffaello, Urbino.
Ebbero una vita matrimoniale burrascosa per la differenza d'età (lui era più giovane di 14 anni!), per il pessimo carattere di lui e per le infedeltà di lei, e non ebbero figli.
Alla morte di Lucrezia, a quasi 50 anni, Francesco si risposò con una seconda cugina:

Livia-Della-Rovere-duchess-of-Urbino
Federico Barocci - Livia della Rovere (1585-1641), figlia di Ippolito marchese di San Lorenzo; si sposò che non aveva nemmeno 14 anni. Ovviamente la speranza era di avere un erede altrimenti il ducato sarebbe stato riassorbito nello Stato della Chiesa. Finalmente, dopo 7 anni, nasce il sospirato erede:

800px-Der-gewickelte-Prinz
Federico Barocci - Federico Ubaldo della Rovere neonato.
La madre Livia che non serviva più fu posta ai margini della corte, mentre per il disinteresse del padre anziano, Federico Ubaldo si andava trasformando da ragazzetto discolo e viziato in adolescente scapestrato e protervo.
A 16 anni fu fatto sposare con Claudia de' Medici, di un anno più grande di lui, e gli fu concessa la responsabilità di governo, dal padre anziano arrivato ormai a 72 anni.

Portrait-of-Federico-Ubaldo-della-Rovere-by-Claudio-Ridolfi
Claudio Ridolfi - Federico Ubaldo della Rovere (1605-1623) ragazzo - Galleria degli Uffizi.
338px-Claudia-de-Medici
Giusto Sustermann - Sua moglie Claudia de Medici (1604-1648), figlia di Ferdinando I e Cristina di Lorena (sorella di Cosimo II).
Una gioia la nascita di Vittoria Feltria l'anno successivo, ma intanto, è sempre più scandalosa la condotta del principe urbinate e con lui è sempre più sdegnato il padre. Finchè, improvvisamnete, forse avvelenato, Federico Ubaldo muore.
Claudia torna a Firenze con la figlia che viene promessa in sposa al cugino Ferdinando II. La duchessa madre, Livia, per il dolore, quasi esce di senno.

800px-The-Grand-Duke-Ferdinand-II-of-Tuscany-and-his-Wife
Giusto Sustermann - Vittoria Feltria della Rovere (1622-1694) e il Granduca Ferdinando II de Medici (1610-1670): dopo il secondo matrimonio della madre Claudia, la piccola viene affidata alle cure della zia, Maria Maddalena d'Austria, e della nonna, Cristina di Lorena, entrambe vedove e reggenti per il giovanissimo Ferdinando II, che le impartiscono un'educazione bigotta e la fidanzano a soli due anni con il tredicenne Granduca. La loro mira è prendersi il Ducato di Urbino.
Ma il papa si oppone, le due reggenti non osano contrastarlo, in cambio dell'importantissimo patrimonio artistico dei della Rovere.
Il vecchio duca d'Urbino, rilevando l'estinzione della linea, prima di morire lascia in eredità tutti i suoi beni allo Stato della Chiesa.

..
Claudio Ridolfi - Francesco Maria II della Rovere, in età matura all'epoca del secondo matrimonio - Palazzo ducale di Urbania (antica Casteldurante).


Giovanni Francesco Guerrieri - Livia della Rovere (1585-1641) con la nipote Vittoria (1622-1694) - Palazzo ducale di Urbania.

La sorella di Livia, Lucrezia della Rovere (1589-1652), sposò Marcantonio Lante (1566-1643) e diede origine al ramo Lante della Rovere, tuttora esistente (#entry545672760).
Certo che queste povere sorelle dovettero sposare entrambe, per motivi economici suppongo, due vecchi signori!

Edited by elena45 - 21/10/2021, 15:14
 
Top
marie.
view post Posted on 3/11/2013, 22:55




Com'è bella Lucrezia d'Este!
 
Top
view post Posted on 30/6/2014, 13:50
Avatar

Marie-Antoinette

Group:
Member
Posts:
6,096

Status:


Seguo con molto piacere le trasmissioni su Sky Arte, soprattutto quelle che illustrano i capolavori della pittura italiana (e non) condotte da Greta Scacchi.
Greta, per chi non lo sa, è un'attrice internazionale molto apprezzata. Figlia di un pittore e mercante d'arte milanese, si trasferì con la famiglia in Australia, dove vive tuttora. Ovviamente ha respirato arte e cultura fin da piccola, e oggi lavora anche in questo settore.
Per tornare a noi, qualche giorno fa, per la serie "I grandi capolavori" ha illustrato la "Pala Montefeltro" custodita a Brera, il vero gioiello di questo museo milanese.


Piero della Francesca - Pala Montefeltro - Museo di Brera, Milano.
E' un'opera straordinaria, rivoluzionaria rispetto all'iconografia religiosa tradizionale.
Tutti i dettagli li possiamo trovare qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Pala_di_Brera

Piccola curiosità: l'orribile profilo di Federico era dovuto alle ferite che gli avevano deturpato la parte destra del viso e procurato la perdita di un occhio. Non solo, ma l'incavo profondo alla base del naso era il risultato di una primitiva operazione di chirurgia plastica che doveva consentirgli di guardare anche verso destra con l'occhio buono. Evidentemente è per questo che il duca viene ritratto sempre dalla parte sinistra.

Edited by elena45 - 26/3/2018, 08:49
 
Top
enzo di pede
view post Posted on 22/7/2014, 16:37




condivido Lucrezia d'Este è proprio bella
 
Top
enrico@
view post Posted on 23/12/2014, 13:15




bellissimo questo forum che tratta di storia io sono appassionato di rinascimento in particolare, per chi condividesse la medesima passione consiglio questo video ispirato ad alcuni nobili rappresentati qui sopra Video
 
Top
view post Posted on 25/12/2014, 10:13
Avatar

Marie-Antoinette

Group:
Member
Posts:
6,096

Status:


Davvero interessante questo video, che ci aiuta a inserire il personaggio nel suo contesto.
 
Top
view post Posted on 31/12/2014, 12:21
Avatar

Principe / Principessa

Group:
Member
Posts:
1,373

Status:


Grazie per il video =)
 
Top
view post Posted on 2/1/2015, 11:20
Avatar

Marie-Antoinette

Group:
Member
Posts:
6,096

Status:


Due principesse della Rovere a Napoli.

Come si evince dal già citato schema genealogico dei Della Rovere (#entry545672760), Guidobaldo II della Rovere e Vittoria Farnese ebbero due figlie, entrambe più o meno sfortunate, nonostante i matrimoni prestigiosi.
La più nota fu Lavinia Feltria della Rovere (1558-1632), che andò in sposa nel 1583 ad Alfonso Felice d'Avalos, 4°marchese di Vasto e Pescara (1564-1593).
Ho indicato le date per non confonderlo con il celebre nonno Alfonso d'Avalos (1502-1546), 2° marchese di Vasto e Pescara, che guidò le truppe imperiali nella battaglia di Pavia e fu ritratto da Tiziano.

Cfr www.genmarenostrum.com/pagine-lettere/letteraa/avalos.html.



Federico Barocci - Lavinia Feltria della Rovere (1558-1632), marchesa d'Avalos - Palazzo ducale di Pesaro.
Rimase vedova a 35 anni con tre figlie femmine: l'unico figlio maschio le morì in tenera età. La figlia Isabella sposò suo malgrado il cugino Innico III d'Avalos, dissipatore e scellerato, gli trasmise il titolo marchesale e assicurò la discendenza fino ai giorni nostri:


Francesco d'Avalos (1930-2014), 20° marchese di Vasto e Pescara, illustre musicista, con il figlio Andrea e la moglie Antonella.

Tratto dal sito ufficiale di Francesco d'Avalos: www.francescodavalos.com/
La storia di Lavinia della Rovere l'ho trovata qui: www.vastoweb.com/notizie/lavinia-fe...cato-26048.html

Sua sorella maggiore, Isabella Feltria della Rovere (1554-1619), sposò giovanissima Niccolò Bernardino di Sanseverino (1541-1606), principe di Bisignano, uno degli uomini più ricchi del Vicereame, che riuscì a sperperare il suo patrimonio e lasciò la povera moglie subito dopo la nascita dell'unico figlio (che poi morirà di vaiolo prima dei genitori).
Affetta da una piaga ulcerosa che le deturpò il viso, nonostante tutto fu generosissima benefattrice della comunità religiosa napoletana, contribuendo alla ristrutturazione della Chiesa del Gesù.

Tratto da www.genmarenostrum.com/pagine-lette...ANSEVERINO2.htm

Edited by elena45 - 14/3/2018, 16:49
 
Top
view post Posted on 14/3/2018, 09:06
Avatar

Marie-Antoinette

Group:
Member
Posts:
6,096

Status:


Riprendo un personaggio succitato: Vittoria Farnese, duchessa di Urbino


Tiziano - Guidobaldo II della Rovere e il figlio Francesco Maria II - Collezione privata.
Scuola di Tiziano - La moglie Vittoria Farnese (1519-1612) - Museo di Budapest.

Può essere ricordata come una delle prime donne imprenditrici d'Italia per l'impulso che dette alla produzione di ceramiche dell'Italia centrale.
Riporto questo articolo di Chiara Giacobelli del 13/03 us in www.huffingtonpost.it/chiara-giacob...ana_a_23383433/

Gradara, settembre 1602 – Il petto si stringeva in una morsa di nostalgia; avrebbe dovuto essere grata alla vita per quello che le aveva regalato, eppure Vittoria non poteva fare a meno di ripensare al passato e a ciò che insieme ad esso era divenuto cenere. Un giorno su tutti le tornava alla memoria: il 26 gennaio del 1548, quando per la prima volta era giunta nel ducato di Urbino per sposare Guidobaldo II della Rovere; poco dopo, lui le aveva fatto dono della meravigliosa rocca che ora si stagliava superba e armoniosa davanti ai suoi occhi.
Quanto l'aveva amata, e quanto aveva amato lui! Guidobaldo, il fratello Alessandro, la madre Gerolama: i suoi affetti più cari se n'erano andati da tempo; persino i figli erano ormai lontani, ciascuno con la propria nobile famiglia, senza considerare i diverbi accesi con il secondogenito Francesco Maria.
Era stato a causa sua se anche l'adorato ducato di Sora e Arce era stato venduto a Giacomo Boncompagni per una somma di circa 120.000 scudi: una scelta di certo oculata in campo economico viste le difficoltà in cui versava Urbino a quel tempo, ma i suoi sentimenti non valevano dunque più nulla? Cosa le restava di quella giovinezza in cui era stata felice, coraggiosa, ardita, energica e innovativa, al punto tale da essere ricordata come una delle prime donne imprenditrici d'Italia?
La rocca di Gradara, una volta sua dolce dimora e cornice di gioiose giornate trascorse tra artisti, artigiani e letterati, era adesso una vista quasi dolorosa per il suo cuore provato e stanco. Non sapeva quanto ancora le sarebbe rimasto da vivere, ma era certa che la parte più bella della sua esistenza si fosse già consumata.
Figlia di un Farnese e di una Orsini, Vittoria proveniva da due stirpi tanto antiche quanto potenti nell'Italia del XVI secolo, ma sin da ragazzina si era ribellata all'idea che il suo futuro venisse programmato a tavolino per il tornaconto di altri.
La madre Gerolama e il fratello Alessandro, poi nominato cardinale, avevano avuto non poco da fare per gestire la sua indole inquieta: nonostante il rispetto che nutriva nei confronti di entrambi, a 27 anni aveva rifiutato tutte le proposte di matrimonio suggeritele dai genitori, cominciando a far girare su di sé la voce maligna che sarebbe rimasta per sempre zitella.
Forse per questo, o forse per qualche impulso inspiegabile che tuttavia si rivelò azzeccato, accettò infine di sposare il duca di Urbino Guidobaldo II della Rovere, lasciando così sia la famiglia sia le terre di Valentano, del lago e dell'isola Bisentina, a cui era molto legata.
Contro ogni pronostico, la decisione da lei presa si rivelò più giusta di quanto avesse mai potuto immaginare: Guidobaldo non era affatto il genere di marito a cui era stata abituata, avendo come unico modello di riferimento il padre Pier Luigi Farnese, ribattezzato dapprima "il bastardo del papa" perché figlio illegittimo del pontefice Paolo III e in seguito "il diavolo in terra", a causa della violenza e della brutalità con cui stroncava vite e stuprava giovinetti, maschi o femmine che fossero.
Guidobaldo era gentile, colto, un uomo d'armi ma anche d'onore che la amò dal primo giorno della loro unione. Il delizioso borgo di Gradara divenne il suo rifugio preferito quando lui le regalò l'intero castello come pegno del proprio affetto, facendola sentire al pari di una principessa; in breve tempo la loro corte, dislocata tra Urbino, Gradara e Pesaro - dove si spostavano dal Palazzo Ducale alla Villa Imperiale - si arricchì di risate, arte, feste, stimoli di ogni genere, ospitando grazie al suo inarrestabile entusiasmo scrittori del calibro di Torquato Tasso, o musicisti come il fiammingo Meldert e l'intellettuale Ludovico Agostini.
Spinta dal marito a coltivare le proprie passioni, Vittoria poté finalmente dare libero sfogo alle sue velleità di mamma, ma al tempo stesso di imprenditrice. Così, si dedicò con estrema premura ai suoi tre figli, accettando di accogliere in casa anche la piccola Virginia nata dalla precedente moglie di Guidobaldo e la nipote Clelia Farnese, illegittima prole del cardinale Alessandro.
Le era tuttavia facile scappare dalle mura domestiche di tanto in tanto per raggiungere i luoghi che più amava in assoluto, ovvero le botteghe degli artigiani dove, tra forni, pennelli e colori, prendevano vita ceramiche di ineguagliabile bellezza. In quei tocchi di magia, nel sudore della fronte, nel calore sprigionato nell'aria durante la cottura delle maioliche e nella dedizione con cui i mastri tracciavano linee e disegni destinati a durare a lungo nei secoli, Vittoria ritrovava quella genuinità che le era mancata sin dall'infanzia, stretta com'era nei cliché dell'aristocrazia. Soltanto lì poteva finalmente essere se stessa: sperimentare, sporcarsi le mani, inventare, dare libero sfogo alla fantasia.
La storia ci racconta che fu proprio grazie alla sua inventiva se nacquero in quel periodo la rivoluzionaria tecnica di applicazione dell'oro vero prima della cottura, se la tarsia lignea fu sviluppata come mai era accaduto sino ad allora e se la ceramica raggiunse un altissimo livello di qualità testimoniato dalla raffinatezza delle forme e dalla ricchezza delle decorazioni: fiori, animali, stemmi, spirali e ovviamente foglie di quercia, simbolo dei della Rovere.
Ma ancor più importante fu forse la sua volontà, inizialmente incompresa se non quasi osteggiata, di investire in quella che all'epoca poteva definirsi "industria" con i distinguo del caso: in breve, vennero completamente trasformati e potenziati i centri di produzione della ceramica a Faenza, a Urbania, a Pesaro e a Urbino.
Era stato quello il suo passato, una Vittoria ormai sfuggente nei pensieri che le turbinavano in mente in un autunno mite e malinconico. Era riuscita a mantenere la gestione del castello in cui si consumò la tragedia di Paolo e Francesca fino al 1574, anno della morte del marito; aveva dato un contributo importante per sedare la rivolta del popolo a Urbino quando Guidobaldo aveva deciso di spostare la capitale del ducato a Pesaro e molto era stata lodata, imitata, apprezzata dai suoi sudditi, dagli artigiani, dalla gente comune, che in fondo la vedeva come una donna di cui avere stima.
Ma poi tutto era cambiato: la sua luce si era affievolita scontrandosi con il carattere dominante di Francesco Maria, tanto da decidere di lasciare Villa Imperiale per rifugiarsi a Caprarola non appena riuscì a concludere un buon matrimonio per sua figlia Lavinia.
Se adesso si trovava di nuovo lì, dinnanzi a quelle possenti mura che l'avevano accolta e protetta per tanti anni, era solo per stringere a sé un'ultima volta l'intimo ricordo della propria felicità perduta. Sul dito medio brillava lo smeraldo che il fratello le aveva lasciato in eredità alla morte, un barlume di speranza in quel triste grigiore mattutino.
Girò le spalle alla rocca e riprese la strada di casa, quella che l'avrebbe condotta al Monastero della Purificazione da lei stessa fatto erigere per le Monache Serve di Maria qualche anno prima insieme alla vicina Chiesa di San Clemente. Desiderava scomparire dal mondo, svanire nella gioia di Cristo e raggiungere l'unico uomo che l'avesse mai amata davvero.
Vittoria Farnese morì il 13 settembre dello stesso anno e venne sepolta presso la Chiesa di Sant'Ubaldo a Pesaro, accanto alle spoglie di Guidobaldo II della Rovere. Un suo ritratto eseguito da Camilla Guerrieri è oggi ammirabile presso i Musei Civici, mentre diverse sono le ceramiche che ritraggono il giorno del suo matrimonio; altre opere di elevata fattura prodotte dalle botteghe che aiutò a crescere sono attualmente collocate nei principali musei del mondo, tra cui un piatto grande con scena biblica di Giosuè che ferma il sole all'Hermitage di San Pietroburgo. La rocca di Gradara che tanto le fu cara è invece visitabile in uno dei borghi inseriti nella lista dei più belli d'Italia.


Ecco il ritratto citato:

img0062
Camilla Guerrieri (1658) - Ritratto postumo di Vittoria Farnese della Rovere in abito vedovile - Musei civici Pesaro

1280px-_Pesaro_Villa_Imperiale_di_Girolamo_Genga_02
Villa Imperiale di Pesaro.

Gradara
La rocca di Gradara, in provincia di Pesaro Urbino. Teatro della storia d'amore di Paolo e Francesca immortalata nella Divina Commedia.

Vedi anche https://books.google.it/books?id=qdUTZ_4kE...0pesaro&f=false

Edited by elena45 - 3/4/2018, 16:44
 
Top
view post Posted on 15/3/2018, 18:37
Avatar

Marie-Antoinette

Group:
Member
Posts:
6,096

Status:


La ceramica del Rinascimento

Casteldurante (oggi Urbania a 17 km da Urbino) fu un importantissimo centro di produzione delle ceramiche nelle Marche, nel periodo a cavallo del XV e XVI secolo. Fra i maestri più noti Nicola da Urbino (1480-1537/38), attivo durante il ducato di Francesco Maria I della Rovere, che introdusse lo stile istoriato in cui l'intero superficie dell'oggetto è occupata da una scena rappresentativa o celebrativa, spesso ricavata dalle opere di Raffaello, suo coetaneo e conterraneo.


Urbino_Nicola-da-_Urbino_7030
Nicola da Urbino (1531/33) - Piatto di un servizio (o credenza) decorato al centro con il "carro di Marte", commissionato dalla casa ducale di Mantova per le nozze di Federico II Gonzaga (cognato di Francesco Maria) e Margherita Paleologo, come si evince dallo stemma congiunto delle due famiglie in alto.

609px-_BLW_Plate_with_Hippolytus_and_Phaedra
Nicola da Ubino (1524) - Piatto decorato con Ippolito e Fedra, facente parte si un servizio con scene mitologiche, recante lo stemma congiunto di Isabella d'Este (suocera di Francesco Maria) e Francesco II Gonzaga.

Magistrale interprete del filone istoriato, Francesco Xanto Avelli (1486ca-1542ca); anche lui attivo a Urbino durante il ducato di Francesco Maria della Rovere e del figlio Guidobaldo II, conquistò riconoscimenti a corte e committenze prestigiose.
C'è solo l'imbarazzo della scelta:

Xanto-_Avelli_11530

Tra i motivi decorativi per contornare i soggetti illustrati primeggiarono le grottesche, decorazioni ispirate da scoperte nel sito sotterraneo della Domus aurea di Nerone, a cui seguirono le raffaelesche i motivi derivati dagli affreschi di Raffaello nelle Stanze Vaticane. Ma anche le cerquate, ovvero le foglie si quercia stilizzate per onorare la famiglia della Rovere, titolare del ducato di Urbino a partire dal 1508.
Maestro di questo stile, Simone Colonnello, con bottega a Casteldurante durante gli anni '60 del '500.

Casteldurante_Simone-da-_Colonnello_24875
Simone da Colonnello (1562) - Vaso dipinto a diversi ordini di grottesche. In quello centrale è raffigurato un medaglione con leone rampante.

Splendida la coppa dedicata al Papa Giulio II del 1508, opera del vasaro noto come Zoan Maria, anche lui con bottega a Casteldurante:

coppa-di-_Papa-_Giulio-_II-_Della-_Rovere-vasaro-_Zoan-_Maria

Anche Pesaro era fin dal Medioevo un centro importante della produzione di maioliche, con una fisionomia peculiare. Poi, quando Guidobaldo II salì al trono e la città divenne la sede preferita della corte, che vi si trasferì nel 1548, si ebbe un vero e proprio rifiorire della ceramica pesarese, incentivata, come abbiamo detto, dalla moglie Vittoria Farnese. Nel precedente travagliato periodo, infatti essa aveva perso importanza, e pur continuando a essere prodotta, doveva aver svolto un ruolo minore, poiché non ne sono rimaste documentazioni di qualche interesse. Soltanto verso il 1540 si registra una maiolica istoriata di notevole qualità, simile a quella urbinate. Un esempio della produzione del cosiddetto Pittore del pianeta Venere:

600px-_C.sf._pesaro_pittore_del_pianeta_venere_coppa_con_il_ca
Coppa Pesaro

Per finire Faenza, ultima solo per un motivo storico geografico (Faenza a partire dall'inizio del '500 apparteneva allo Stato della Chiesa e non al ducato di Urbino).
Nel XIV e XV secolo sviluppò lo stile severo (monocromatico) e lo stile tardo gotico (fiorito), poi in pieno Rinascimento si allineò allo stile istoriato,, per esempio con il ceramista Pietro Bergantini:

Faenza_Bergantini_22019
Coppa Bergantini (1529).

Per ulteriori notizie cfr https://it.wikipedia.org/wiki/Museo_intern...miche_in_Faenza

Edited by elena45 - 23/3/2018, 09:40
 
Top
view post Posted on 26/3/2018, 07:56
Avatar

Marie-Antoinette

Group:
Member
Posts:
6,096

Status:


Ne abbiamo parlato qui: #entry520097305, citando Niccolò III d'Este. Ma ora mi accorgo che la sua collocazione più giusta sarebbe in questo topic.


Piero della Francesca - La flagellazione di Cristo - Galleria nazionale delle Marche, Urbino.
La datazione è incerta e anche il committente, ritenuto da alcuni lo stesso Federico III da Montefeltro.

In ogni caso Piero della Francesca (1416-1492) è considerato a buon diritto uno dei protagonisti e promotori della cultura urbinate, e proprio a Urbino il suo stile raggiunse un insuperato equilibrio tra l'uso di rigorose regole geometriche e il respiro serenamente monumentale (https://it.wikipedia.org/wiki/Piero_della_Francesca).
Vasari ricorda come Piero da giovane fu "adoperato" da Guidantonio da Montefeltro (1378-1443), lasciando intendere un'attività giovanile di cui però non resta traccia per via delle guerre che travagliarono lo Stato urbinate.

Alla corte del grande Federico III (1422-1482), il pittore soggiornò sicuramente a partire dal 1465, data di inizio del Doppio ritratto dei duchi di Urbino che abbiamo visto all'inizio, conservato agli Uffizi.

A Urbino Piero lasciò soprattutto la Pala Montefeltro, oggi conservata a Brera, che risale sicuramente a prima del 1475, poiché il Duca è ritratto senza la decorazione dell'Ordine della Giarrettiera, che ricevette nel 1474.

E poi quest'altro capolavoro:

800px-_Madonna_di_Senigallia
Piero della Francesca - Madonna di Senigallia - Galleria nazionale delle Marche.
Il quadro, forse, venne commissionato da Federico in occasione del matrimonio della figlia Giovanna con Giovanni della Rovere, signore di Senigallia, celebrato nel 1474.
Notare l'uso del corallo in questo dipinto e nella Pala di Brera, ma ricorrenti in genere nella pittura cinquecentesca. Ce n'è a profusione nella Pala della Vittoria del Mantegna (#entry546894688), nel ritratto di Giovannino de' Medici del bronzino (#entry409131726), e anche nel ritratto seicentesco di Augusto Chigi bambino (#entry545175488).
Erano portafortuna e si credeva che proteggevano i bambini dalle streghe-vampire.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Scusate l'OT, ma voglio ricordare qui, fra i tanti, due dipinti di Piero che mi emozionano.

Resurrection
La Resurrezione - Museo civico di San Sepolcro.
Recentemente restaurata, lo scrittore Aldous Huxley la definì l'opera d'arte più bella del mondo
Prima di Urbino, Piero fu attivo a Roma, chiamato da papa Pio II ad affrescare il Palazzo Apostolico (opere andate perdute). A questo periodo risale anche la Resurrezione, opera dall'inarrivabile solennità, data dalla composizione piramidale e dalla ieratica frontalità del Cristo.

Dello stesso periodo:

Madonna_del_parto_piero_della_Francesca
La Madonna del parto - Museo di Monterchi (AR).

P.S. L'avrete capito che i miei pittori preferiti sono Piero, Mantegna e Caravaggio. Scusate se è poco!

Edited by elena45 - 28/3/2018, 08:04
 
Top
view post Posted on 27/8/2018, 13:04
Avatar

Marie-Antoinette

Group:
Member
Posts:
6,096

Status:


Tornando ai Montefeltro e a Raffaello, alcuni ritengono che questo quadro sia un'opera giovanile del grande urbinate:

Costanza_Fregoso
Sarebbe Costanza Fregoso (1472-1531), figlia di Gentile Feltria di Montefeltro (figlia naturale di Federico) e Agostino Fregoso, illustre genovese capitano di ventura.
Costanza era presente alla corte di Urbino nel 1506/1507 ed era l'amante di Pietro Bembo. Nel 1509 (quindi ben stagionata per l'epoca) sposò Marcantonio Landi, conte di Valditaro, quindi è un'antenata dei Doria Pamphili Landi.
Non solo, ma è anche antenata degli attuali Grimaldi di Monaco perchè la pronipote Maria Landi (+1599) fu la moglie di Ercole i di Monaco.

A me non convince il ritratto. Che ne pensa il nostro storico dell'arte Johnatan, se mi legge?

Edited by elena45 - 31/8/2018, 09:55
 
Top
view post Posted on 27/8/2018, 15:34
Avatar

Marie-Antoinette

Group:
Member
Posts:
5,793
Location:
Granducato di Toscana

Status:


Per me si tratta di un falso ispirato al celebre ritratto di Maddalena Strozzi. Lo sfondo "impressionistico" è davvero fuori tempo e improponibile (non solo per Raffaello ma in generale per un pittore umbro del tempo che poteva ispirarsi a lui).

523px-Ritratto_di_maddalena_strozzi

(Anzi, mi correggo: quel paesaggio con quei colori non è proprio immaginabile a nessuna latitudine prima del XIX secolo)
 
Web  Top
view post Posted on 28/8/2018, 16:09
Avatar

Marie-Antoinette

Group:
Member
Posts:
6,096

Status:


Grazie! Era proprio lo sfondo che non mi convinceva. E poi manca, secondo me, la levigatezza del volto che si riscontra in tutte le figure femminili di Raffaello.
 
Top
14 replies since 2/11/2013, 11:09   5258 views
  Share