Maria Antonietta - Regina di Francia

Caterina de' Medici e le sue passioni.

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view post Posted on 3/2/2014, 17:08
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Arciduca /Arciduchessa

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Ho letto la bella biografia di Jean Orieux "Caterina de' Medici. Un'italiana sul trono di Francia" e sono stata sedotta da questo personaggio così controverso.

"Un grande sovrano" diceva di lei il genero Enrico IV.
Gli ambasciatori stranieri erano concordi nel riconoscere le ottime capacità politiche di Caterina. L'ambasciatore veneziano Lipomano scrisse: "Donna liberale, magnanima e forte. Questa grande principessa ha lo spirito robusto quanto il corpo. Mentre si veste, mentre mangia, direi quasi mentre dorme, ella dà udienza."
E ancora, veniva definita "donna di rara intelligenza, esperta negli affari, sopratutto quelli di Stato."
Scrive Orieux: "Caterina portava in dote, in quanto fiorentina e in quanto Medici, un certo modo lucido e impietoso di guardare il mondo e la società e un'arte sapiente di manovrare gli uomini a proprio vantaggio. Quest'arte della concertazione e della diplomazia era viva a Firenze da lungo tempo ed era stata praticata ben prima che Macchiavelli ne esplicitasse le regole nel suo "Principe"."

Caterina seppe senza dubbio seguirle, queste regole, e riuscì a destreggiarsi tra le complicatissime vicende politiche e sociali della Francia del suo tempo (ne parla in modo chiaro e arguto, Mauro nel suo topic Le guerre di religione: https://ladyreading.forumfree.it/?t=29728307)

Io però vorrei dedicarmi alle passioni di Caterina, che era una donna davvero versatile e con moltissimi interessi.



Ecco un ritratto che ben rappresenta Caterina!
E' di Francois Clouet ed è stato dipinto nel 1555. Caterina vi appare elegante, raffinata, con lo sguardo lungo e intelligente.
Al suo arrivo in Francia, di lei avevano destato ammirazione la grazia e la dolcezza. "Et la grace plus belle encore que la beauté".
Il suocero, Francesco I, l'aveva subito protetta e aveva intuito la superiorità intellettuale di Caterina; ammirava inoltre le tante belle doti della piccola fiorentina (era un tempo in cui, oltre alla bellezza, contavano anche e soprattutto "il gusto, l'intelligenza, il talento, la vivacità").
In Francia, Caterina si era sempre sentita (ed era considerata, in effetti) una straniera.
Fin dal suo arrivo aveva portato dall'Italia, oltre alle persone che facevano parte del suo entourage, anche usi e consuetudini della sua terra.
Caterina de' Medici italianizzò la sua corte, imponendo modi e mode nuovi che nel tempo si sono così ben connaturati da diventare aspetti tipici della Francia (i profumi, la cucina, il lusso...).

Tra le persone che condusse con sè, novella sposa di Enrico II, c'era il suo profumiere di fiducia, Renato Bianco, poi francesizzato in René le Florentin.
Caterina usava portare al collo dei pomander, delle sfere contenenti profumo solido, appositamente creato per lei.

In Italia venivano chiamati melograni odorosi ; erano un'autentica novità per i francesi che ne restarono piacevolmente stupiti.
René le Florentin diventò ben presto molto celebre e richiestissimo.
In Francia, egli andò alla ricerca di sempre nuovi ingredienti per le sue creazioni profumate, trovando nella regione di Grasse le materie prime migliori per le sue essenze ( e Grasse è a tutt'oggi la capitale mondiale del profumo!).


René le Florentin

Una delle grandi passioni di Caterina erano i cavalli e l'equitazione.
Fu lei a introdurre in Francia il modo di montare all'amazzone. Fino ad allora le donne si sistemavano su un sedile, il "sambue", posto sul cavallo, con le gambe di lato; in questo modo non potevano andare né al trotto né al galoppo e tantomeno seguire i cavalieri nella caccia o nella corsa.
Tutte le dame copiarono questo nuovo modo di cavalcare adottato da Caterina; le gonne si sollevavano a mostrare le gambe e a volte anche di più..."Ciò divenne motivo di scherno e di sollazzo al punto che le donne amazzoni furono costrette a portare le coulottes, note in Francia in quel periodo con il nome di calesons. Queste erano un indumento specifico dell'abbigliamento maschile e ciò fece gridare allo scandalo i teologi".
Caterina curò le scuderie reali più di qualunque altro re francese.
Amava moltissimo i cavalli, che chiedeva "particolarmente resistenti", dato che dovevano sostenere il suo peso, aumentato notevolmente con il passare degli anni.
Caterina si dedicò all'equitazione fino ai 60 anni e oltre.
Amava anche la caccia e usava sia piccole armi da fuoco che la balestra (se ne conserva ancora una, molto preziosa in ebano con particolari in oro, al museo dell'Armé, a Parigi).
Caterina, ca va sans dire, aveva una mira perfetta!


Balestra di Caterina de' Medici

Molto noto è il suo amore per il cibo e la sua golosità. Così come è noto che fu lei a introdurre l'uso della forchetta e la divisione dei cibi in dolci e salati.
I pranzi della famiglia reale erano costituiti da una processione di piatti proposti dal capo cameriere. I paggi servivano le pietanze su biancheria da tavola profumata con acqua di trifoglio e meliloto. La tovaglia era ornata da garofani e stelle di zucchero. Piatti d'argento erano sempre ricolmi di confetti e finocchio.

A proposito di biancheria, Caterina amava anche ricamare. Come scrive Brantome: "Dopo i pasti, trascorreva parte del suo tempo a lavorare sui tessuti di seta, in maniera impareggiabile".
Da Venezia, aveva fatto arrivare un disegnatore, Federico Vinciolo, che le dedicò un libro con motivi per ricamo, creati appositamente per lei.


Il frontespizio del libro, in un'edizione del 1606




Alcuni esempi di motivi da ricamare

Esiste ancora un punto, punto Madama o punto Caterina de' Medici, lo stesso che la regina usava utilizzare su del tessuto di cotone piuttosto spesso, il Buratto. Era un punto semplice e penso che le servisse per rilassarsi tra un impegno e l'altro! :)
Perchè Caterina era una donna con una "eccezionale capacità di lavoro" che stupiva sia i suoi collaboratori che gli ambasciatori stranieri.

Caterina amava tenere tutto sotto controllo.
Tra le cose a cui teneva di più, vi era il rispetto per il cerimoniale di corte. Vi si "attenne lei stessa scrupolosamente, rigorosamente, per tutta la vita" e allo stesso modo lo impose ai suoi figli e a tutta la corte.
"Levarsi, coricarsi, l'ordine dei pasti, i movimenti, la distribuzione dei posti, tutto era regolato e sorvegliato. ...Arrivò a modificare perfino la pianta di alcune residenze perchè la vita del sovrano, dei principi, dei dignitari e dei cortigiani, vi si potesse svolgere in un quadro conforme all'etichetta".
"Dinanzi alla maestà del sovrano e alla propria, la sua tenerezza di madre veniva meno. I suoi figli dovevano essere presenti quando si levava, quando si preparava per il riposo notturno, quando andava a tavola; in posizione di preminenza, certamente, ma ubbidendo alle norme che regolavano la celebrazione del rito", scrive Orieux.

Edited by reine Claude - 5/2/2014, 15:24
 
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view post Posted on 4/2/2014, 12:10
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Arciduca /Arciduchessa

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Caterina de' Medici amava molto la poesia e, soprattutto, la musica.
Il suo poeta preferito era Pierre de Ronsard e spesso i suoi versi venivano messi in musica, come ad esempio nel caso dell'opera "Rossignol mon amour" musicata da Claude le Jeune.
Possiamo immaginare che Caterina ascoltasse composizioni musicali come questa:
Video

A corte, nel periodo del regno del figlio Enrico III, nell'arco di una settimana vi erano tre serate danzanti e due musicali.
Caterina amava moltissimo organizzare grandiose feste. Vi partecipava tutta la corte, i gentiluomini e le dame del suo "squadrone volante", in tenute sfarzose e ricchissime.
"L'importanza di queste feste" - cito nuovamente Orieux - "andava ben oltre il divertimento di una sera. Era un modo per celebrare il culto regale". Nonostante un regno in deficit finanziario, Caterina spendeva cifre enormi, ma era importante "ostentare agli occhi del mondo, con evidente compiacimento" la potenza dei Valois.

Le feste più importanti furono quelle che si tennero a Fontainebleau e a Bayonne, durante il regno di Carlo IX, quella per il matrimonio della figlia Margherita con Enrico di Navarra e quella per il matrimonio del Duca di Joyeuse con Margherita di Lorena.
Splendida fu quella data in onore degli ambasciatori polacchi, tenutasi alle Tuileries nel 1573.
Nel corso della festa, 16 danzatrici in veste di ninfe, rappresentanti le diverse province francesi, si esibirono in un complicato e raffinato balletto che incantò tutti gli ospiti.
Brantome lo definì "Il più bel balletto che fu mai dato nel mondo intero" ed esaltò Caterina de' Medici perchè portava prestigio alla Francia "con queste invenzioni".
La scena venne descritta in un arazzo, facente parte di una serie dedicata alle Feste alla corte dei Valois:




Altre feste sono descritte negli altri arazzi, come "La festa dell'acqua" tenutasi a Bayonne:



Questi arazzi si trovano ora a Firenze; furono donati da Caterina alla nipote prediletta Cristina di Lorena in occasione delle sue nozze con Ferdinando I de' Medici.

Caterina de' Medici aveva chiamato dall'Italia coreografi,musicisti, danzatori.
I più famosi furono Baldassarre de Belgiojoso, piemontese, compositore e violinista, e Cesare Negri, milanese, coreografo.
Furono loro gli artefici di queste Magnificences, dove poesia, musica, danza e scena si fondono in modo nuovo e assolutamente sconosciuto in Francia, e che costituiranno le basi per la creazione dell'Opera.
In queste "invenzioni" Caterina riversava il suo amore per l'arte e per il "teatro" (che Orieux definisce tipico di Caterina e del suo essere italiana), anche se, se ne serve come "strumento di potere".

Edited by reine Claude - 5/2/2014, 15:01
 
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view post Posted on 4/2/2014, 12:13
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Marie-Antoinette

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Questo e' un esempio del ricamo di cui parla Tiziana.

Il punto Caterina de Medici veniva realizzato su tessuti molto pregiati come la seta e venivano usati fili d'oro e d'argento.
Per quanto riguarda la cucina,sembra che Caterina fosse molto golosa.
Si narra che Caterina ritenesse afrodisiaci molti alimenti. Entravano nell'elenco: cardo, scalogno, zucchine, sedano, funghi, fave, cipolle, ma i carciofi cotti nel vino furono i suoi prediletti.
Questo dipinto,consevato nel Museo degli Uffizi a Firenze,ritrae le nozze tra Caterina ed Enrico.

Jacopo di Chimenti da Empoli
 
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Madamadoré
view post Posted on 4/2/2014, 18:35




Se non sbaglio, l'attuale cucina francese, famosa in tutto il mondo, è frutto dell'incontro con la cucina italiana, dei cuochi che Caterina portò con sè in Francia e che reinterpretarono le proprie ricette adattandole all'ambiente francese.
 
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view post Posted on 4/2/2014, 18:52
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Marie-Antoinette

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In effetti Caterina introdusse l'uso di molti ingredienti e di nuove preparazioni. I suoi cuochi fecero conoscere,per esempio l'uso dell'olio di oliva e di alcuni ortaggi come i carciofi.
L'impasto dei bigne' fu creato dai suoi cuochi. Un dolce delizioso come il profitteroles non sarebbe mai stato inventato,altrimenti.
 
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view post Posted on 6/2/2014, 10:32
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Arciduca /Arciduchessa

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Caterina e i suoi cuochi italiani influenzarono moltissimo la cucina francese, con ricette che diventarono in seguito tipiche della famosa cuisine d'oltralpe, come la besciamella o l'anatra all'arancia.
Non era solo golosità, quella di Caterina, ma vera ingordigia; una volta rischiò di morire di indigestione per aver mangiato dei piatti di cuori di carciofi e di creste e rognoni di gallo! :woot:


Ritornando alle feste, Oriuex scrive che il fasto e il lusso delle feste di corte raggiunsero un punto sublime, "incantarono ma anche scandalizzarono molti francesi per ciò che avevano di dispendioso e di artificioso".
La festa più dispendiosa tenutasi a corte fu certamente quella data in occasione delle nozze di Anne de Joyeuse con Margherita di Lorena, sorellastra della regina Luisa. (Il duca era uno dei favoriti di Enrico III, e all'epoca del matrimonio aveva solo 21 anni, mentre la sposa ne aveva 17).



Il matrimonio avvenne il 18 settembre 1581, ma i festeggiamenti si protrassero per 15 giorni con spettacoli sempre diversi e culminarono con il Ballet comique de la Reine (15 ottobre 1581).
La rappresentazione fu realizzata da Baldassarre de Belgiojoso su incarico di Caterina e durò dalle 10 di sera fino alle 4 del mattino, tenendo desti e incantati per tutto questo tempo gli spettatori.


Immagine della prima scena del Ballet

Il manoscritto del programma di questo Magnificence è conservato alla Biblioteca Nazionale di Francia.





Ecco l' immagine di un'altra festa: sul pavimento cosparso di erbe e di fiori profumati gli invitati danzano riccamente vestiti.
Caterina si riconosce sulla sinistra, nel suo consueto abito nero, con il figlio Enrico III.
Caterina, che amava moltissimo la musica, non disdegnava la danza.
Queste feste finivano spesso in un modo molto diverso da come erano cominciate...Caterina chiudeva un occhio e si ritirava; lasciava che i cortigiani si sfogassero: era un modo per distrarli dal lottare fra di loro per l'eterna rincorsa al potere a scapito di quello regale (lezione imparata da Francesco I !).

La danza era un'abilità necessaria all'uomo di corte, così come un certo modo di vestire e di comportarsi, naturalmente.
Gli italiani che pullulavano a corte, già numerosi al tempo di Francesco I (chiamati per i loro meriti artistici e culturali) erano ancora più numerosi con Caterina.
Questi "immigrati d rango", come li chiama Jean Orieux "avevano portato in Francia strane mode. Il massimo della raffinatezza consisteva nel camminare ancheggiando", quando ci si trovava al cospetto di un grande personaggio si dovevano"mettere i piedi uno sull'altro, sostenendosi quasi su una sola gamba, come una cicogna".
Queste maniere affettate, quasi ridicole, "snaturarono l'alta società francese, rendendola al contempo ridicola e odiosa agli occhi dei francesi, disposti a tollerare di buon grado i rudi signori piuttosto che i damerini dall'ostentata eleganza".
Scrive ancora Orieux: "Questi giovin signori, sprezzanti, artefatti e manierati erano universalmente detestati e ancora alle soglie del 1789 resisteva l'odio popolare contro questi cortigiani".
Per Orieux è questo "l'autentico veleno, attribuibile a Caterina, non gli altri (a cui non fece mai ricorso) che le vengono imputati dalla leggenda.
(Anche se c'è da dire che i francesi si assoggettarono subito a queste "maniere" e mode italiane che, per certi versi, attecchirono di più in Francia che in Italia. All'epoca, l'Italia era "di moda" e si imponeva su tantissimi aspetti).

I saluti tra i signori rispondevano a precisi rituali e a complicate cerimonie; non si doveva sbagliare: "nè suscitare risentimento nè peccare per eccesso. L'uno e l'altro errore portavano talvolta al duello".
"A queste smancerie si dedicavano uomini dal coraggio insensato. I due estremi coesistevano. La vanità era forte quanto lo sprezzo della morte".

Enrico II non indulgeva eccessivamente in queste novità, ma il figlio prediletto di Caterina, Enrico, ne fu influenzato portando all'eccesso questi manierismi.

E qui entra in campo un altro aspetto del carattere passionale di Caterina de' Medici: il suo atteggiamento verso i figli, sui quali predominava con un attaccamento fortissimo e accecante...


Caterina ebbe 10 figli in 11 anni anni e dopo altrettanti di matrimonio, trascorsi nella infruttuosa ricerca dell'agognato erede.
Il 19 gennaio 1544, finalmente, nacque il primo figlio, Francesco. Margherita di Navarra scrisse dei versi in onore di questa nascita che rallegrava la famiglia reale e la Francia intera.

Un figlio! Un figlio! Un nome per il quale su tutti i nomi
Gratissimi a Dio noi ci sentiamo.
O figlio felice! Gioia di un felice padre.
Supremo bene di una madre contenta!
Felice fede che dopo lunga attesa
Ha dato loro il frutto del loro desiderio.


Naturalmente, Caterina ne fu la più felice!
Eccoli questi amatissimi figli, ritratti nelle miniature del suo libro d'ore, tutti insieme come in album fotografico di famiglia.


Francesco II (1544-1560) con Mary Stuart


Elisabetta (1545-1568) con Filippo di Spagna


Claudia (1547-1575) con Carlo III di Lorena


Carlo IX (1550-1574) con Elisabetta d'Asburgo


Enrico III (1551-1589)


Margherita (1553-1615) con Enrico di Borbone



Ercole Francesco (1555-1584)



Luigi (1549, visse solo otto mesi), il quarto figlio e le gemelline Vittoria e Giovanna (1556, la prima morì dopo due settimane, la seconda nel ventre materno).

Ogni figlio è ritratto in coppia, eccetto Enrico III, il suo figlio prediletto!
Come si vede dalle date, morirono tutti giovanissimi, tranne Margherita.
Ma Caterina nel suo libro d'ore, aveva i ritratti di tutti i suoi cari: delle nipotine amatissime, del suocero e della suocera mai conosciuta, della cognata alla quale era stata molto affezionata...


La nuora Luisa di Lorena, moglie di Enrico III


Caterina Micaela


Isabella Clara
Entrambe figlie di Elisabetta di Spagna.



Cristina di Lorena
La nipotina prediletta, figlia di Claudia di Francia, che Caterina crebbe nella sua corte.


La regina Claudia, moglie di Francesco I
E' ritratta con le figlie, la sorella e la seconda moglie di Francesco I, Eleonora d'Asburgo.


Margherita di Navarra
La sorella di Francesco I, che fu grande amica e sostenitrice di Caterina (trovo bellissima questa immagine molto particolare, simbolica, di Margherita).

Dei membri della sua famiglia, Caterina possedeva anche i ritratti, dipinti e incorniciati, esposti nelle gallerie dei suoi palazzi; spesso lo stesso personaggio era raffigurato in epoche diverse! "Poteva così soddisfare il suo senso della famiglia", che sentiva fortissimo.
Caterina seguì da vicino, provvedendo ad ogni necessità, anche il figlio illegittimo di Carlo IX e di Maria Touchet.

Edited by reine Claude - 8/2/2014, 18:25
 
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view post Posted on 10/2/2014, 10:46
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Arciduca /Arciduchessa

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Questi figli tanto attesi, era anche la Francia che li reclamava ma a Caterina erano tanto più necessari per continuare a essere regina.
Appena nati, questi piccoli rampolli finivano però nelle mani accorte di Diane de Poitiers, l'amante del marito Enrico.
Enrico II aveva fatto promettere alla moglie che sarebbe sempre stata dalla parte della "nostra amica", così lui definiva Diane, e Caterina si vide costretta a sopportare la situazione.
Per quanto riguarda i bambini, Diane con il consenso di Enrico e senza consultare Caterina, provvide a scegliere le nutrici e in seguito i pedagoghi italiani (seguendo la moda dell'epoca).
Caterina dovette accettare tutto questo e soffocare i propri sentimenti (quanti bocconi amari deve aver mandato giù!); potè liberarsi della presenza soffocante di Diane solo alla morte del marito, nel 1559, e sentirsi finalmente madre.

"Riversò allora sui figli gli stessi affetti appassionati che aveva riservato al marito.
...Ai figli riconosceva una dignità superiore alla propria e si sentiva investita del compito di difendere ed esaltare questo sacro principio del sangue dei Valois.
Impegno che assolse con una passione sorda, devastante e talvolta, come tutte le passioni, cieca". (Orieux)

Caterina amava moltissimo i suoi figli, anche se in modo diverso.
Elisabetta era la figlia prediletta, ma era partita giovanissima per la Spagna, moglie di Filippo II: Caterina la rivide solo una volta, dopo il suo matrimonio.
Con la dolce Claudia, i rapporti erano teneri e frequenti: si facevano spesso visita a vicenda.
Con Margherita (la più sana di costituzione, intelligente e vivace - forse troppo per i gusti di Caterina-) invece era dura e severa: era temutissima dalla figlia.
Con i figli maschi, gracili e cagionevoli di salute, aveva un atteggiamento più indulgente.



Ecco Caterina in questo dipinto, con Enrico, Carlo, Margherita e il piccolo Francesco d'Alencon.
Appare all'ombra dei figli, ma in realtà fu una presenza molte forte e predominante; si potrebbe pensare che, in un certo senso, questo non abbia permesso ai propri figli di emergere e di esercitare pienamente il potere. Ma probabilmente, Caterina si rendeva conto che non erano all'altezza del ruolo.
"Ella seppe mirabilmente regnare, ma non aveva saputo generare re".

Francesco II sale al trono giovanissimo e i suoi atti regali esordiscono con queste parole: "Conformemente ai desideri della regina, mia madre e signora, anche io approvo ciò che a lei piace, e mi compiaccio di ordinare che...".
Un ambasciatore veneziano scrive: "Nella sua qualità di madre, ha il pieno controllo del sovrano; interdisce a qualunque altra donna l'accesso alla sua camera da letto, non lo lascia un attimo...Esercita un potere pieno ed assoluto e, come se fosse il re, accorda la grazia, custodisce il sigillo reale... è l'ultima a far udire in Consiglio la propria voce per riassumere le opinioni espresse dagli altri". (Questo riferito a Carlo IX: succeduto al fratello a soli 10 anni, fu investito della piena sovranità tre anni più tardi, il 17 agosto 1563).

Sia Carlo IX che Enrico III, che succedette al fratello (morto a soli 24 anni) nel 1574, erano immaturi e avevano una condotta altalenante:alternavano periodi di impegno ad altri in cui si lasciavano andare alle loro passioni, le più disparate, dimenticando il loro dovere di re.
Erano anche influenzati da personaggi che non facevano il loro interesse: ad esempio Gaspard de Coligny, che tentò di avvicinarli alla fede calvinista, o precettori che indulgevano su aspetti del carattere che invece andavano corretti.

Enrico III rimase tuttavia il figlio prediletto, verso il quale Caterina provava un sentimento fortissimo.



Fu l'unico che riuscì a sciogliere i lacci con i quali Caterina avrebbe voluto tenerlo a sè.
Enrico era bello, elegante, raffinato, dotato di una grazia naturale che lo faceva amare.
Era anche molto intelligente, ma incostante, emotivo; molto religioso, aveva una devozione a tratti fanatica.
Enrico amava circondarsi di giovani della piccola nobiltà, che diventarono i suoi favoriti (i mignons), ai quali concedeva grandi responsabilità.
Questi giovanissimi erano ammaliati da Enrico ed egli, a sua volta, nutriva un affetto smisurato per questi ragazzi bellissimi, coraggiosi, totalmente devoti al loro re.
Caterina era profondamente gelosa di questi favoriti, "una nuova potenza che snaturava quella del re".
 
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view post Posted on 10/2/2014, 12:07
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Marie-Antoinette

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Grazie a Tiziana per tutte le notizie inedite che ci ha dato sulla figura di Caterina de Medici, un personaggio come lei dice controverso, ma molto, molto affascinante.
Mi piace in particolare la teoria di miniature tratte dal libro d'ore della Regina.

Edited by elena45 - 10/2/2014, 19:55
 
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view post Posted on 11/2/2014, 10:42
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Arciduca /Arciduchessa

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Sì, la figura di Caterina de' Medici è davvero molto, molto affascinante!
Ho letto anche altre biografie di Caterina, ma questa di Jean Orieux, che racconta la regina in modo completo e obiettivo, mettendo in luce i pregi ma non tralasciando i difetti, me l'ha fatta conoscere ancora meglio. Si possono non condividere certi aspetti della sua personalità o certe scelte da lei fatte, ma non si può non riconoscere che fu una grande regina.

Ha cercato di fare il meglio per la Francia, sua terra d'adozione, ma credo che dentro di lei sia sempre rimasta profondamente italiana.
E forse, si può dire che un aspetto della sua italianità è anche questo attaccamento fortissimo alla famiglia? :)

Oltre alle numerose miniature del libro d'ore, c'è anche questo quadro che riunisce i ritratti dei suoi figli e dei parenti:




Sono riconoscibili i figli con le mogli; la figlia Elisabetta a destra in basso, poi Francesco, Claudia al centro con accanto il ritratto del marito Carlo III duca di Lorena e a sinistra la madre di lui, Cristina di Danimarca. In alto a destra Francesco I e la moglie Claudia.

(Cercando notizie sul libro d'Ore ho trovato questo video che mostra il piccolo, prezioso volume, fatto realizzare, probabilmente, per Francesco I ma poi appartenuto a Caterina de' Medici).

www.bnf.fr/fr/collections_et_servic...re_dheures.html

Edited by reine Claude - 11/2/2014, 11:47
 
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view post Posted on 11/2/2014, 12:37
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Marie-Antoinette

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Probabilmente Tiziana ha ragione,l'attaccamento alla famiglia puo' essere un tratto della sua italianita'.
Ma bisogna anche considerare l'aspetto psicologico. Non aveva mai conosciuto i genitori,il calore di una vera famiglia. Quando finalmente divento' madre,riverso' tutto il suo amore sui figli.
In una biografia su Margherita di Navarra ho letto che Caterina non era avara di schiaffi con la figlia.
 
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view post Posted on 12/2/2014, 11:26
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Arciduca /Arciduchessa

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CITAZIONE (MmeAnna @ 11/2/2014, 12:37) 
Ma bisogna anche considerare l'aspetto psicologico. Non aveva mai conosciuto i genitori,il calore di una vera famiglia. Quando finalmente divento' madre,riverso' tutto il suo amore sui figli.

Questo è sicuramente vero!
Enrico era il figlio preferito di Caterina e questa predilezione aveva scatenato non poche liti e dissidi tra i fratelli. Caterina era tanto dura e inflessibile con Margherita, quanto remissiva e indulgente con Enrico.
Ma il suo pupillo le recò delusioni e dispiaceri che non si sarebbe certamente aspettata da lui.

Quando Carlo IX morì, nel 1574, Enrico si trovava in Polonia, re scontento in un regno di cui non gli importava nulla.
Quando fu avvisato che sarebbe dovuto rientrare in Francia, per succedere al fratello, partì di soppiatto con i suoi favoriti, che erano i suoi compagni fidati e le sue guardie del corpo.
Tra questi vi erano numerosi nobili che erano con lui durante l'assedio della Rochelle, nel 1572, e che si erano fatti notare per la loro audacia e la loro temerarietà: du Guast, Saint-Sulpice, Saint-Luc, Quelus, oltre a Miron, Villequier, Bellièvre...
La fuga rocambolesca li portò a raggiungere la Francia attraverso Vienna e l'Italia; qui, a Venezia, Enrico trascorse giorni di feste e di piacere, colmato di attenzioni e di onori.
L'uomo che ritornò dalla Polonia, atteso con trepidazione dalla madre, che "moriva dalla voglia di riabbracciarlo" era però diverso; non fece una buona impressione tra i cortigiani e i notabili del regno. Simon Dubois, luogotenente generale del re nel Limousin, disse a chi gli chiese cosa pensava del nuovo re: "Niente di buono. E' con autentico dispiacere che lo dico, ma gli eventi non tarderanno a darmi ragione."

Con Caterina, che pensava di affiancare il figlio nell'esercizio di governo, così come aveva sempre fatto, Enrico era volubile, scostante, freddo.
Caterina soffriva profondamente: per essere messa in disparte dall'amatissimo figlio e per vederlo preda di cattivi consiglieri. "Soffriva nel vedere che i favoriti erano più ascoltati di lei", anche perchè spingevano il re ad una politica contraria alla sua.

Caterina stessa lodava questi giovani coraggiosi, leali, che attorniavano il re; lei stessa lo aveva incoraggiato ad affidare loro incarichi importanti e missioni politiche.
Il favorito era un ruolo sociale ben definito ed era anche politicamente utile al re.

Probabilmente, per un certo periodo, i favoriti di Enrico sono solo questo. Ma Orieux scrive: "Tra il fascino di un Lignerolles o di un du Guast e la fiabesca Maria de Cleves, Enrico oscillava, non senza patire dissidi"...
I cronisti L'Estoile e Brantome scrivono di Enrico come di un "cacciatore di dame", ma gli ambasciatori stranieri "non esitano a trattarlo da androgino".
I favoriti di Enrico erano scelti per il loro coraggio, l'abilità nel maneggiare la spada, l'audacia, ma anche per la loro bellezza.
Enrico aveva un fortissimo senso estetico e in lui coesisteva una parte femminile piuttosto accentuata.
Ecco come appare Enrico in questi primi anni di regno (dopo il 1575):



In questa immagine, Enrico porta una camicia con il collo aperto (tipico femminile) e il tocco piumato posto in alto, sui capelli ondulati tirati indietro e arricciati.

I ragazzi che sceglieva come favoriti erano giovanissimi, avevano 17-18 anni, ed erano onorati e incantati dal favore che il re accordava loro, innanzitutto perchè era il re, e perchè per questi giovani nobili il re era sacro.
Erano conquistati dalla tenerezza, dalla devozione e dalla fedeltà di Enrico nei loro confronti. "Vivevano al di sopra delle leggi, quasi come figli del re".
Questi bellissimi erano molto amati dalle donne, ma alcuni di loro erano effettivamente più effeminati di altri; andavano per le strade di Parigi vestiti di broccati, carichi di gioielli (il re era molto generoso), con i capelli ondulati, incipriati e profumati di violetta.
La loro ostentazione e la loro insolenza attiravano pettegolezzi e scatenavano velenosi libelli.
Ma l'ascendente di Enrico su questi uomini era enorme, erano pronti a tutto per lui, anche a sfidare la morte.
Le dispute erano scatenate a bellaposta, quasi come un divertimento.
In un duello, rimasto famoso con il nome di duello dei Mignons, all'alba del 27 aprile 1578, si sfidarono alcuni favoriti di Enrico contro uomini dei Guisa.
Nella sfida, violenta, morì Louis de Maugiron; Livarot, ferito, soppravisse due mesi.
Jacques Quelus, trafitto da 19 colpi di spada, morirà dopo un mese di agonia assistito da Enrico, corso immediatamente al suo capezzale. Quélus morirà stringendo la mano del re e mormorando a fil di voce: "Ah! mio re!" senza alcun pensiero "nè per Dio nè per la madre".


Jacques de Quélus


Louis de Maugiron

Per questi eroi Enrico fece realizzare delle tombe magnifiche, sormontate da statue in marmo e conservò, portandole sempre con sè, ciocche dei loro capelli.

Qualche anno più tardi si insediarono tra i favoriti di Enrico uomini assai diversi, mossi dall'ambizione e dalla cupidigia.
Non che non ce ne fossero stati di questo tipo anche prima (per esempio du Guast).
Due in particolare, Anne de Joyeuse, nominato duca di Joyeuse e Jean Louis de Nogaret de La Valette, nominato duca d'Epernon divennero davvero potenti.
Venivano chiamati con l'appellativo di archimignons.


Il duca di Joyeuse


Il duca d'Epernon

Erano questi favoriti che preoccupavano Caterina.
"Caterina era sconvolta nel vedere quanto diventavano potenti questi favoriti, in particolare Epernon (che L'Estoile chiamava "demi-roi", tanta era la sua influenza) nel quale ravvisava un pericolo per la corona. Volle farlo presente al figlio, che le rispose: "Li eleverò tanto in alto che, se io morissi, neanche voi riuscireste ad abbassarli". Caterina scoppiò in lacrime".

Enrico aveva relegato la madre al semplice ruolo di consigliera, ma Caterina non lasciò per un attimo le redini del potere.
Caterina non mancava di rammentare al figlio, "troppo soggetto alle ciarle, alle rivalità e alle gelosie di quanti lo circondavano", quali fossero i suoi doveri di re : "Le passioni personali che promanano dal vostro cuore danneggiano i vostri affari. Io voglio bene a tutti, ma non quando si disturbano i nostri affari..."!!

Caterina cedette più volte su decisioni di Enrico che non lei non condivideva, per non dispiacerlo, ma alla fine in lei prevaleva sempre la regina, anche di fronte al figlio prediletto!!
 
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view post Posted on 12/2/2014, 15:19
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Marie-Antoinette

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Parafrasando, potremmo definire Enrico III "il re con l'orecchino di perla":


Francois Clouet(?) - Enrico III di Francia (1551-1589) - Versailles.
Mi ha colpito questo particolare: era un suo vezzo o una moda diffusa?

Catherina morì a gennaio del 1589, nello stesso castello di Blois dove era stato trucidato Enrico di Guisa, e 7 mesi prima del figlio, ferocemente assassinato nel vecchio castello di Saint Clou (#entry535560804).


L'assassinio di Enrico III - Castello di Blois.
E' vero che fu pugnalato sulla sua seggetta?

Edited by elena45 - 12/2/2014, 16:00
 
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view post Posted on 12/2/2014, 15:54
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Sembra che Caterina sia rimasta cosi' colpita dall'assassinio di Enrico di Guisa da ammalarsi e morire.
Credo che fosse un vezzo di Enrico l'orecchino,decisamente vistoso,tra l'altro.
 
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view post Posted on 12/2/2014, 16:13
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CITAZIONE (elena45 @ 12/2/2014, 15:19) 
Mi ha colpito questo particolare: era un suo vezzo o una moda diffusa?

La seconda che hai detto.

Enrico II, disegno di François Clouet, 1553 ca.

Henry_II_of_France3

Francesco II bambino, smalto di Limoges, 1553 ca.

435px-Dauphin_François_II

Carlo IX, disegno di Clouet, 1570.

Charles_IX_of_France3

Sir Walter Raleigh, 1588.

487px-Sir_Walter_Ralegh_by_%27H%27_monogrammist

E qui c'è un articoletto sull'orecchino di perla di Carlo I Stuart.
 
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view post Posted on 12/2/2014, 16:47
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Non ci avevo mai fatto caso,eppure non passano innosservati.
Era una moda diffusa solo in Francia e in Inghilterra o in tutta Europa?
 
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34 replies since 3/2/2014, 17:08   11069 views
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