BREVE ACCENNI DI VITAIl 2 aprile 1725 nasce a Venezia in calle della Commedia Giacomo Girolamo Casanova che sarà battezzato nella chiesa di San Samuele sua parrocchia, figlio di Gaetano Casanova un modesto attore, e di Zanetta Farusso (Farussi) in arte "La Buranella".
In quell'anno i genitori di Giacomo calcavano le scene del teatro di San Samuele a Venezia, teatro di proprietà della famiglia Grimani.
E' probabile che il vero padre di Giacomo fosse il patrizio Michele Grimani, lo stesso Giacomo lo dichiarerà nel libello "Né Amori né Donne", questa singolare confessione gli procurerà il suo secondo e definitivo esilio, così si troverà ormai cinquantenne a ripercorrere le capitali d'Europa cercando un onesto impiego.
Arrivato al castello di Dux (oggi Duchov in Cecoslovacchia) fu assunto in qualità di bibliotecario dal proprietario, il conte di Waldenstein, e li scrisse la colossale "Storia Della Mia Vita" che fu stampata solo dopo la sua morte avvenuta il 4 giugno 1798.
LE DONNELa mamma è la donna che un uomo alla sua nascita dovrebbe avere vicino, ma, per sfortuna di Giacomo la madre era attrice e di conseguenza non aveva ne la passione, ne la voglia di crescere un figlio che avrebbe ostacolato la sua carriera e così il piccolo Giacomino crebbe con la nonna materna "Marzia", lei gli voleva bene, tanto bene che quando all'età di otto anni ebbe abbondanti emorragie dal naso, lo condusse da una fattucchiera a Murano che lo guarì.
Questa esperienza gli rimase così viva nella memoria che ne immortalerà il ricordo nelle "Memorie".
Bettina: sorella del dottor Gozzi, che ebbe Giacomino a pensione quando a nove anni fu condotto a Padova per iniziare gli studi primari.
Ester: nipote di un ricco commerciante di Amsterdam, quindicenne, si sarebbe data a Giacomo interamente solo dopo il matrimonio, ma a questo sacramento Casanova non aveva intenzione di avvicinarsi.
La Marchesa d' UrfèLa d'Urfè patita di scienze occulte, era una delle donne più ricche di Parigi, Casanova assecondò il progetto della sublime pazza (come la definiva lui) che si era messa in testa di cambiare sesso, reincarnandosi in un neonato,e Giacomo le aveva promesso il suo aiuto.
Manon Balletti: figlia diciassettenne di attori italiani trasferiti in Francia, da sette anni innamorata del nostro C., al quale scriverà quarantadue lettere cariche di amore e sentimento. Sua la frase: "...... Mio amante, mio marito, mio amico, quello che vorrete."
Teresa Imer: cantante, conosciuta presso la casa del senatore Malipiero, quando il Casanova aveva quindici anni e lei diciassette. Giacomo la rivedrà ad Amsterdam col cognome del marito Pompeati e a Londra, dove si faceva chiamare Cornelys.
Charpillon: lo portò quasi al suicidio, scriverà nelle Memorie: fu in quel fatale settembre 1763 (quando la conobbe) che cominciai a morire e che ho finito di vivere. Avevo trentott'anni.
Bellino: in realtà Angiola Calori, al tempo in cui Giacomo la conobbe ad Ancona, si spacciava per castrato, ma il buon fiuto di Casanova ............NON FALLì.
M.M.: figlia di un patrizio veneziano prese i voti solo per capriccio, suora del convento di clausura di Murano, ebbe come amante oltre al Casanova l'ambasciatore francese de Bernis.
Henriette: per lei Giacomo provò vero amore, ..... nonostante questa grande passione di lei gli rimarrà solo un biglietto con un'unica parola :"Addio"
I VIAGGIQui naturalmente non elencherò tutte le città
visitate da Casanova, ma cercherò di riportarne
alcune tappe significative.
Il suo primo viaggio lo fece quando aveva otto anni, con la nonna materna Marzia, che lo portò a Murano da una fattucchiera per farlo curare delle frequenti emorragie al naso, di questa esperienza ci lascerà una pittoresca descrizione nelle "Memorie", con questa avventura inizio il lungo girovagare di Giacomo che lo vedrà a Padova per gli studi, a Martorano in Calabria attraversando Ancona, Roma e Napoli, in questi luoghi conoscerà molte persone ed avrà innumerevoli avventure.
Lasciata la Calabria riparte per Napoli, ad Ancona conosce "Bellino" con la quale avrà una breve ma intensa storia d'amore, in giugno dello stesso anno (1744) Casanova è a Roma al servizio del Cardinale Acquaviva, li iniziò ad imparare il francese, lingua che si parlava nell'Europa del '700, e che poi perfezionò nei successivi viaggi in Francia, partito, anzi direi, cacciato da Roma, ritornerà a Venezia e da qui con una raccomandazione andrà a Corfù, e al seguito del bailo Venier a Costantinopoli dove passerà il carnevale ed il suo ventesimo compleanno.
Ritornò a Venezia i primi mesi del '46, e vi rimase per due anni alternando piccoli soggiorni a Padova e a Mestre ed è allora che dovrà lasciare Venezia non per suo piacere ma per timore degli Inquisitori di Stato, andrà a Verona, Milano, Cremona, Mantova e Cesena.
A Cesena nel 1749 incontrerà un contadino "Francia" il quale, sosteneva che nel suo campo era sepolto un tesoro.
Casanova promise al contadino che grazie ad un suo "rito" avrebbe fatto salire il tesoro in superficie, ............ la magia non funzionò, (finale) il contadino è alleggerito di un po' di denaro.
A Casanova rimasero i soldi ed uno spavento, perché nel momento della cerimonia scoppiò un temporale, nelle "Memorie" dirà: Sapevo che si trattava di un fenomeno naturale, e non avevo la minima ragione di meravigliarmene. Ciononostante, avvertivo un principio di paura che mi faceva rimpiangere di non trovarmi in camera mia.
A Cesena conoscerà anche Henriette, e con lei andrà a Parma, Milano e a Ginevra, dove al momento della separazione, Henriette inciderà su di un vetro, con un diamante le parole: dimenticherai anche Henriette.
Ma Casanova non si può fermare va a Parigi, Francoforte, Dresda, Praga, Vienna e poi ancora a Venezia dove il 26 luglio del '55 verrà incarcerato sotto i Piombi.
Dopo la sua fuga riparerà in Francia e nell'ottobre del '58 è in Olanda, torna in Francia ma l'anno dopo parte per Bruxelles, Amsterdam e Stoccarda, dove fuggirà per una questione di gioco.
Nel corso degli anni successivi ebbe modo di vedere, Russia, Polonia, dove ebbe il duello con Branicki, del quale scriverà il libro "Il Duello", Spagna, Francia Italia.
Dopo diciott'anni di esilio ritornerà finalmente alla sua amata Venezia, ma guastatosi nuovamente con gli Inquisitori di Stato dovrà ripartire e ripercorrere strade e luoghi già visti, ormai la fortuna della giovinezza sembra averlo abbandonato, riparerà al castello di Dux dove finirà i suoi giorni sommerso dalle carte che rimarranno a testimonianza di un avventuriero e di un secolo che stava per finire.
LE MEMORIELa colossale opera "Storia Della Mia Vita" fu scritta al castello di
Dux in Boemia, da un Casanova ormai vecchio e solo, nella Cecoslovacchia di fine '700, lontano dai salotti, dagli alberghi, dalle corti e dai teatri, che lo videro spettatore e attore di quel secolo.
Chiuso in quel castello, dovrà fare a gomitate con la servitù per mantenere una piccola posizione di privilegio agli occhi del conte di Waldenstein, dovrà tenere alta la sua posizione di uomo di mondo ed il suo onore, ma non con la spada come fece altre volte, o con la pistola come con Branicki, l'avventura con il Gran Postoli della Corona polacca fu pubblicata dallo stesso Casanova negli "Opuscoli Miscellanei" col titolo: "Il Duello, ovvero saggio della vita di G. C. veneziano", che verrà poi riportato nelle "Memorie", "Il Duello" racconta di un'offesa ricevuta nei camerini di un teatro di Varsavia,: Quel poltrone veneziano prende, andandosene, il buon partito: Ero per mandarlo a farsi f....e, alle quali parole l'altro, (Casanova) senza voltarsi, rispose: Un veneziano vigliacco, da qui a un pochetto, manderà all'altro mondo un valoroso polacco.
A detta del Casanova non fu poltrone, ma l'epiteto di veneziano che lo offese, benché, non fosse in buoni rapporti col suo governo, era pur sempre orgoglioso di essere un suddito veneziano.
Ora che si trova al castello la sua arma è la penna, e per difendersi dai soprusi di Felrkirchner, il maggiordomo del conte di Waldenstein, gli indirizzerà ventuno lettere mai spedite e ritrovate tra le carte di Casanova dopo la sua morte.
Un altra grande avventura del C. figura nelle "Memorie" è la "Storia della mia fuga dai Piombi ", libro dato alle stampe dopo quasi trent'anni di lunghi racconti fatti a principi, protettori, e amici, il libro racconta la carcerazione e la spettacolare fuga di Casanova e di padre Balbi dalle carceri del Governo Veneto, di questa fuga piena di imprevisti, colpi di scena e suspance l'immagine dolcissima che mi ritorna in mente è quando usciti dal Palazzo Ducale e saliti su di una gondola Giacomo si butta stremato sul cuscino di mezzo: Guardai allora dietro di me tutto il bel canale (e) le lacrime mi sgorgarono con abbondanza, alleggerendomi il cuore oppresso dalla gioia eccessiva.
RITRATTISI è CAPITO INSOMMA CHE NON ERA UN BELL'UOMO...^^
O ALMENO COME UNO SI IMMAGINEREBBE CASANOVA....^^'