CITAZIONE (dianthesenia1 @ 20/9/2014, 17:27)
Interessante! Quando di rivoluzioni si tratta non é vero tutto quello che raccontano i rivoluzionari.
L`unica rivoluzione é la spirituale per crescere dentro di noi é per capire che non solo siamo fatti di materia.
Perché quando si tratta di guerra le cose cambiano?
La storia l'ha sempre scritta chi vince non chi perde. Anche per il fatto che il più delle volte chi ha perso la partita ha perso pure la vita.
Da qui la necessità di un'analisi successiva che cerchi di avvicinarsi il più possibile alla realtà dei fatti, cercando di capire e interpretare, senza ovviamente giudicare, i motivi, le spinte, le finalità dei protagonisti.
Il giudizio può essere estremamente variabile a seconda del punto di osservazione.
Poi si possono pronunciare tutti i giudizi che si vuole ma non sarà più analisi storica. Basti pensare alle valutazioni che venivano date del sistema costituzionale romano nelle varie trasformazioni, dalla repubblica al principato, da parte degli storici dell'ex URSS. Faccio un esempio pratico, e che mi colpì, perché quando all'università mi occupavo del tema, l'Unione Sovietica era ben viva. E i cosiddetti storici sovietici avevano una visione un po' di parte.
Facile immaginare il loro giudizio circa la Rivoluzione Francese, visto e considerato che ne avevano all'attivo una pure loro, in cui non si erano fatti mancare nulla, applicando puntigliosamente tutto l'armamentario rivoluzionario, ivi incluse esecuzioni sommarie dei tiranni o presunti tali con tutta la sacra famiglia al seguito, processi farsa e una robusta guerra civile contro fazioni anti bolsceviche, Russi Bianchi e quant'altro. Il tutto con i consueti cospicui ammazzamenti fino a che si era finalmente riusciti ad affermare la cosiddetta "dittatura del proletariato" che quanto fosse rappresentativa delle classi oppresse e subalterne lo abbiamo visto bene nei successivi settant'anni di storia.
In alcuni casi il giudizio morale è ovvio, come nel caso della Shoah o degli stermini di Pol Pot. Ma lì il segno era univoco. Al massimo nel primo caso si poteva fare un'analisi di quanto sullo sterminio potesse aver pesato la tradizione anti giudaica di matrice cristiana, visto che per secoli gli ebrei erano stati bersaglio di soprusi e brutalità inaudite e sistematiche, anche se intermittenti.
Passando alla spiritualità, cioè a quel quid che va oltre la pura materialità del corpo, è di certo quanto di più alto la mente umana abbia potuto produrre. Da non confondersi tuttavia con il ritenersi depositari di verità assolute, interpreti autentici dei voleri di divinità che nessuno ha mai contattato per certo e futuri fruitori di mondi ultraterreni che nessuno ha mai avuto la ventura di vedere da vivo. Le cosiddette rivelazioni valgono solo per i seguaci di uno specifico credo i quali però spesso fanno confusione tra ciò che ritengono sia la verità e ciò che lo è realmente.
In conseguenza di questo non lieve equivoco, si può giungere in men che non si dica ad aberrazioni come quelle che purtroppo in questo periodo ci stanno sconvolgendo, anche perché ce le fanno vedere a colori e in hd, e che ritenevamo ormai relegate nei "secoli bui" che l'umanità aveva faticosamente attraversato per giungere alla luce della ragione.
Purtroppo il cosiddetto progresso, che davamo per scontato, inteso come miglioramento dei livelli di civiltà, può venire azzerato in un attimo dal fanatismo che non ha proprio nulla di spirituale, trattandosi di bestialità pura, cioè esattamente l'opposto di ciò che si pretende di promuovere. E proprio di questi tempi ci stiamo accorgendo che il fanatismo può in un istante annullare secoli di faticoso, doloroso e impervio cammino. E i fanatismi son tutti uguali atteso ché alle vittime poco importa sapere in nome di quale dio pèrdono la vita.
E non ci è di gran conforto il fatto che la ruota giri, come ha osservato il papa il 18 settembre, rivolgendosi agli ebrei:
"Nel mondo ci sono ancora grandi sofferenze, prima è stato il vostro turno, adesso è il nostro turno"