Maria Antonietta - Regina di Francia

La Villa inglese del '700

« Older   Newer »
  Share  
reine Claude
view post Posted on 17/8/2014, 10:44 by: reine Claude
Avatar

Arciduca /Arciduchessa

Group:
Member
Posts:
665

Status:


Si è già parlato qui sul forum di Ville venete e di giardini paesaggistici inglesi, creati intorno ad eleganti residenze inglesi.
Leggendo il volume di James S. Ackermann, "Villa", dedicato proprio allo studio del significato di villa dai tempi dei romani ad oggi, ho trovato inediti spunti per approfondire queste discussioni.

Spero di non essere ripetitiva, ma mi sembra che le aggiunte che vorrei proporre siano interessanti e per questo, non sapendo come collegarmi alle discussioni perecedenti, ho pensato di aprire un topic a parte.
In particolare, parlando di aristocrazia inglese nel topic dedicato a Lancelot Capability Brown, mi ero resa conto delle profonde differenze tra questa e quella francese, senza riuscire però a metterle bene a fuoco (...le mie lacune storiche... :cry: ).
#entry548085342
In questo libro ho trovato una tesi molto interessante.



Chiswick House - William Hoghart


Dall'epoca elisabettiana fino all'inizio del XX secolo, la società e l'economia agricola attribuirono alle case di campagna inglesi un'importanza culturale maggiore che in qualsiasi altro luogo e tempo.

"La "Villa-fattoria" (quella che Palladio definiva casa di Villa, cioè la dimora del proprietario di una fattoria) differisce in modo sostanziale dal castello feudale, nel quale il rapporto tra il signore e i suoi sottoposti era regolato contrattualmente.

A lungo, dopo che il sistema feudale era decaduto sotto la spinta dell'economia monetaria e del capitalismo urbano, l'aristocrazia terriera si rifiutò di abbandonare i propri castelli a favore delle Ville.
Questa fu la ragione per cui in quelle aree in cui il sistema feudale era più saldamente consolidato, la cultura della Villa si sviluppò piuttosto lentamente.
Tale situazione appare chiaramente delineata in Francia, dove le residenze di campagna delle classi privilegiate furono modellate sui castelli medievali.

Il carattere sociale del castello non mutò sostanzialmente quando la monarchia conquistò il potere, costringendo l'aristocrazia in una posizione subordinata presso la corte, nell'ambito della quale la lotta incessante per l'accaparramento dei favori del re trasformò la vita di campagna in una scelta altamente rischiosa."

Nel suo saggio "The Architecture of Colen Campbell" Howard E. Stutchbury suggerisce un collegamento tra idee politiche e religiose venete nel '500 e quelle inglesi del '700.

Infatti, l'ideale di Villa si ridestò prepotentemente in Inghilterra mentre ciò non avvenne in Francia, Spagna, Germania, ecc.


Wanstead House - Nathaniel Spencer, uno dei capolavori dell'architetto Colin Campbell.

"In epoca rinascimentale, la vita e l'economia agricola dell'entroterra veneto furono molto più simili a quelle dell'Inghilterra del '700 di quanto non lo fossero quelle di altri paesi europei."

I veneziani del '500 attribuirono una sempre maggiore importanza alla terra e ai prodotti della sua agricoltura: il maggior investimento e la bonifica dei terreni nell'entroterra erano la fonte più redditizia della loro economia (dopo la fine dei commerci con l'Oriente).

Allo stesso modo, il potere delle classi privilegiate britanniche era fondato sulla proprietà terriera, benchè spesso sostenuta e rafforzata da attività imprenditoriali a Londra.
In città, gli aristocratici risiedevano durante la stagione mondana e durante le sessioni parlamentari, alle quali non mancavano di partecipare dato che era un loro esclusivo privilegio.
I pari del regno, che non raggiungevano il numero di 200, non dipendevano come gli altri aristocratici europei dai privilegi concessi loro dal monarca, ma erano in grado di vivere, senza perdere il loro prestigio, lontano dalla corte nelle loro proprietà terriere.
La residenza di campagna costituiva infatti, solitamente, la loro dimora principale.
Nell'Inghilterra del '700 la proprietà della terra fu di gran lunga l'origine primaria di ricchezza, condizione sociale e potere.

In tutti e due i paesi, la casa di campagna subì notevoli trasformazioni al tempo della rivoluzione agraria, che a Venezia si basò sull'attivazione delle opere di bonifica dell'entroterra e in Inghilterra sulle enclosures (recinzioni del campo aperto verificatesi soprattutto tra il 1760 ed il 1840 ma autorizzate già a partire del XVI secolo a favore dei grandi proprietari).



"Gli aristocratici liberali inglesi di primo '700 ammiravano anche la costituzione repubblicana della Venezia rinascimentale, controllata da una élite sotto molti aspetti simile a quella cui loro stessi appartenevano (sebbene il patriziato veneziano non accogliesse aristocratici insigniti di recente del titolo nobiliare).

Venezia inoltre, come unico Stato cattolico ad affermare con coerenza la propria indipendenza da Roma e a proteggere pertinacemente la propria libertà di pensiero e di azione, attraeva quei sudditi inglesi che temevano la restaurazione di una monarchia cattolica.

La dinamica capitalistica favorì poi, con il passare dei secoli, l'unione delle aspirazioni dei latifondisti dei due paesi differenziandoli dal resto d'Europa ancora dominata dal regime feudale."

Sotto il profilo culturale, i proprietari delle Ville venete e di quelle inglesi erano simili nella predilezione e nella conoscenza profonda della letteratura e dei costumi dell'antica Roma, che li portò a intendere lo spirito di Villa come quello di Virgilio, Orazio, Plinio il Giovane e a considerare Andrea Palladio come il massimo studioso, interprete e restauratore, in campo architettonico, del mondo antico.

La letteratura inglese del XVIII secolo è ricolma della descrizione di situazioni che riguardano lo stile di vita e le relazioni sociali degli abitanti delle residenze signorili di campagna.
La descrizione della vita di Villa si ritrova abbondantemente anche negli scritti di autori cinquecenteschi e ancor di più in quelli latini.




Scrive Plinio il Giovane, parlando della sua lussuosa Villa in Toscana:

Qui si gode una tranquillità profonda, più distensiva e perciò più esente da seccature: non c'è nessun bisogno di toga; nessuno della zona circostante che mi causi impicci, tutto è pace e quiete, e anche questa caratteristica concorre alla salubrità del luogo, come l'atmosfera più limpida e l'aria più pura. Non mi trovo mai così bene, sia intellettualmente che fisicamente, come là. Infatti tengo in allenamento il mio spirito con le occupazioni letterarie e il mio corpo con la caccia. Anche per i miei dipendenti non c'è posto nel quale godano di una salute migliore.

(A parte la descrizione e il significato della vita che vi si svolgeva, è interessante notare che solo dopo gli scavi di Pompei ed Ercolano, dopo il 1738, fu possibile ammirare veramente come erano concepite le ville romane, poichè prima di allora non c' erano che testimonianze scritte e solo su queste erano basati gli studi degli architetti cinquecenteschi come il Palladio).

...

Edited by reine Claude - 18/8/2014, 11:51
 
Top
35 replies since 17/8/2014, 10:44   3690 views
  Share