Maria Antonietta - Regina di Francia

La Villa inglese del '700

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reine Claude
view post Posted on 18/8/2014, 10:46 by: reine Claude
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CITAZIONE (elena45 @ 18/8/2014, 10:25) 
Per quanto riguarda la tua valutazione sul topic dedicato ai giardini inglesi, effettivamente abbiamo sorvolato sull'aspetto delle costruzioni, ovviamente per non essere dispersivi. Mi riprometto di fare mente locale e di trovare qualche spunto di discussione, soprattutto per quanto riguarda gli architetti che hanno attuato il cosiddetto neopalladianesimo.

Il topic dedicato a Lancelot Brown si soffermava sui giardini da lui creati e, come osservi giustamente, sarebbe stato troppo lungo descrivere anche le residenze.
Ma sarebbe interessante, anche qui credo, proporre gli architetti che hanno aderito alle teorie del Palladio.

Inigo Jones fu il primo ad introdurre in Inghilterra il classicismo dell'architetto veneto.

La Villa di Chiswick, progettata nel 1725 dal conte-architetto Richard Boyle, 3° conte di Burlington, "può essere assunta a paradigma del rinascente palladianesimo. E' una rivisitazione della famosa Villa La Rotonda" di Vicenza.


Chiswick House

Ma prima volevo ancora soffermarmi sul significato del vivere in Villa, perchè ci sono delle descrizioni molto belle, che danno proprio il senso della vita di campagna, così tanto amata dagli inglesi, che si rifacevano ai testi classici.

Ad esempio, Giuseppe Falcone, autore del 1600, scrive nella sua opera "La nuova vaga et dilettevole Villa":

In Villa mangiasi di quello che s'hà, et il pane asciutto ti pare torta, à che hora tu vuoi, e quanto poi t'aggrada. Dove a te piace, hor sotto la pergola, ò sotto la loggia, ò sotto il portico, ò nel giardino ò alla fontana. Perciò v'invito dalla città alla Villa: dall'otio, all'esercitio; dalla pacchia alla sobrietà; dall'inimicitie alla quiete et alla santa pace; dalle lascive pompe, alla vita mortificata e positiva.




Francesco Petrarca nella sua opera "La vita solitaria", iniziata nel 1346 in una casetta di campagna nei pressi di Avignone, riprende il concetto di otium e negotium.
E cioè la contrapposizione tra la "pace e il potenziale di autorealizzazione insiti nella vita di campagna" (otium) e la smania di cariche pubbliche e di professioni prestigiose tipica della vita di città (negotium).

Palladio scrive:

Nella Villa il corpo più agevolmente conserverà la sua sanità e robustezza e dove finalmente l'animo stanco dalle agitazioni della città prenderà molto ristauro e consolazione, e quietamente potrà attendere agli studi delle lettere et alla contemplazione. Come per questo gli antichi savi solevano spesse volte usare di ritirarsi in luoghi simili ove, visitati da vertuosi amici e parenti loro, avendo case, giardini e fontane e simili luoghi sollazzevoli.



Il luogo dove sorgeva la Villa era molto importante.
Per Petrarca, il paesaggio che circondava la Villa veniva interpretato in senso etico.


Casa del Petrarca - Arquà Petrarca (Pd)

Palladio scriveva:

Non si deve fabbricare nelle valli chiuse fra i monti: perciocchè gli edifici tra le valli nascoste, oltre che sono del veder da lontano privati, e dell'esser veduti, senza dignità, e maestà alcuna; sono del tutto contrari alla sanità: perchè dalle pioggie che vi concorrono, fatta pregna la terra manda fuori vapori à gli ingegni & ai corpi pestiferi, essendo da quelli gli spiriti indeboliti, e macerate le congiunture, et i nervi...

Naturalmente i testi del Palladio erano conosciuti e studiati attentamente dagli architetti inglesi del primo settecento, così come le sue Ville, che venivano spesso ammirate direttamente in Italia, in particolar modo in occasione del classico Grand Tour.

Edited by reine Claude - 19/8/2014, 16:39
 
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