Maria Antonietta - Regina di Francia

Un antico automa francese del 1700, Al Museo delle Arti e Tradizioni popolari di Roma

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view post Posted on 21/11/2014, 18:02
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Arciduca /Arciduchessa

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Tratto dal Messaggero:

"Dopo essere entrato a far parte delle collezioni nel 2007, è rimasto sotto chiave fino ad oggi, quando la direttrice Maura Picciau ha avviato uno studio certosino sull'opera, con l'obiettivo di svelarla al pubblico. Un esemplare rarissimo in Italia. Il volto scolpito e dipinto nel legno sembra recitare. Ha un'espressione rassegnata, con quegli occhi liquidi che sembrano sussurrare «perchè nessuno mi capisce?».

Il corpo, non a caso, è un conturbante oggetto di supposizioni: manichino di raffinata fattura, assemblato con parti modellate in legno, con uno scheletro saldato da fini giunture metalliche. Tutto appare mobile e snodabile, in questo manufatto, e ogni tassello dell'anatomia sembra avere una combinazione che lo lega ad un nervo centrale.

Definirlo manichino è riduttivo, perché questa creatura è un automa meccanizzato, costruito nel 1700 in Francia, a grandezza naturale. La storia degli automi ha radici che affondano nell'antichità, anche se la svolta è arrivata con Leonardo. Ma è nel XVIII secolo che l'automa raggiunge il suo apice, soprattutto in Francia, con meccanismi a ricarica sempre più virtuosi. E la chiave dei suoi ingranaggi è stata una vera rivelazione per l'équipe di tecnici guidata da Stefania Baldinotti.

L'ENIGMA DEL DADO
Il segreto è nella testa, rimasto celato fino ad oggi da uno sportellino che sembrava impossibile da aprire. «Abbiamo scoperto che al centro della calotta c'è un dado di trazione che governa tutto il movimento del corpo - racconta Maura Picciau - Questo lo rende diverso dagli altri manichini snodabili. Nello stile degli automi dai meccanismi a ricarica, cioè dotati di un dinamismo propulsivo che consentiva loro di svolgere una serie di azioni protratte nel tempo, il nostro automa ha un sistema di tiranti governato dal meccanismo del cranio. Poteva così muoversi e mantenere una postura perfetta».

Il suo ruolo nella società del secolo dei Lumi era a teatro. Un performer di talento per la gioia del pubblico delle corte del re. «Il suo scopo sembra essere quello di un personaggio silenzioso, che non ha battute sulla scena», riflette Picciau. Poteva essere acconciato con costumi per “recitare” al fianco di attori. Dall'esame delle sue parti snodabili, sembra che potesse anche essere modificato per assumere connotati maschili o femminili. La sua storia biografica è nota solo per capitoli. La difficoltà a ricostruirla è dovuta all'assenza di una denominazione d'origine.

In Italia è arrivato col mercato antiquario, reperito poi da una Casa d'aste per venderlo all'estero. Nel 2007 venne esaminato dall'Ufficio della Commissione esportazioni di Milano che lo segnalò ai funzionari del Museo per una valutazione (si occupò del fascicolo Francesco Floccia). Le foto non lasciarono dubbi che fosse un oggetto di prestigio. Venne acquisito per 30mila euro. «Ad oggi non dovrebbero esserci altri esemplari come questo in Italia - azzarda con cautela Picciau - ma chissà che in Francia non esista una collezione di suoi compagni».

"Eccolo l'automa, un sofisticato manichino-robot riaffiorato dai depositi del Museo delle Arti e Tradizioni popolari di Roma":





Il '700 fu il secolo d'oro di questi automi, non solo in forma umana ma anche in forma animale.
Erano opere sofisticatissime, elaborate principalmente da esperti orologiai o meccanici di origine svizzera.

Anche Maria Antonietta possedeva un automa, la Suonatrice di Tympanon (cembalo?).
Eccolo in un video:

Video

Fu presentato al castello di Versailles nel 1784 e acquistato l'anno seguente da Maria Antonietta, che lo donò in seguito all'Accademia delle Scienze.
Tuttora intatto e perfettamente funzionante, come si è visto, è esposto al Museo delle Arti e dei Mestieri di Parigi.


Un celebre creatore di automi fu Pierre-Jaquet Droz (1721-1790), svizzero.
La sua opera più famosa è Lo scrivano, un automa composto da 6000 pezzi.



Questo tipo di automa, data la complessità del meccanismo, viene definito una sorta di computer ante-litteram!!
Creato nel 1770, può scrivere frasi di 40 parole.

Posto un altro video in cui si vede bene:

Video

Nel video si vede anche la famosissima Anatra Digeritrice di Jacques de Vaucanson (1709-1782), sicuramente il più celebre creatore di automi e oggetti meccanici del '700.





I suoi lavori divennero famosi in tutto il mondo, in particolare quest'anatra, che non solo era in grado di muovere le ali, starnazzare e spostarsi ma addirittura di digerire il grano che ingeriva. Le sole ali sono composte da 400 pezzi.


Nel video appare anche l' automa di una altro celebre svizzero, Henri Maillardet, che si formò presso P. J. Droz.

Edited by reine Claude - 24/11/2014, 16:00
 
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view post Posted on 21/11/2014, 21:22
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Delfino / Delfina

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Notizia interessantissima, grazie! :wub:
 
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view post Posted on 22/11/2014, 13:01
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Marie-Antoinette

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Davvero interessante,Tiziana.
 
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Giacomo Girolamo Casanova
view post Posted on 22/11/2014, 22:59




Quella degli automi nel '700 fu un'autentica mania. Si trattava ovviamente, dato lo stato della tecnologia, di oggetti meccanici parenti stretti di orologi e soprattutto carillon. Di questi ultimi utilizzavano i rulli programmatori cioè dei cilindri su cui venivano infissi dei piolini che consentivano di comandare i movimenti dell'automa. Cambiando cilindro cambiava anche la sequenza dei movimenti.

L'automa più famoso del secolo fu il celebre "Turco" giocatore di scacchi. Non so se ne è mai parlato sul forum comunque qui ci sono notizie:

https://it.wikipedia.org/wiki/Il_Turco

Stessa voce ma in inglese e più robusta:

https://en.wikipedia.org/wiki/The_Turk

L'automa era un trucco il che era ovvio perché all'epoca non esisteva assolutamente una tecnologia in grado di programmare attività complesse come il gioco degli scacchi. Dovettero trascorrere circa due secoli per arrivare a un calcolatore in grado di sfidare un essere umano nel gioco.

In realtà alla base del procedimento, che portò agli odierni calcolatori, vi furono macchine anch'esse meccaniche che erano in grado di eseguire dei calcoli, come la macchina di Pascal prima e di Leibniz poi.

http://www.museoscienza.org/approfondiment...eni/storia7.asp

Via via fino alla macchina di Turing (1936) che è l'antesignana dei calcolatori programmabili

https://it.wikipedia.org/wiki/Macchina_di_Turing

che pur essendo un calcolatore teorico è ancora imparentato con il mondo dei meccanismi pure se il suo nastro programmatore è infinito.
I calcolatori moderni comunque mantennero per molto il legame con componenti meccanici, attraverso l'uso di nastri e soprattutto schede perforate.

Qui (https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_del_computer) un riepilogo della storia di quest'arnese che ci ha cambiato la vita e ha consentito alla cultura di volare come mai prima.
 
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view post Posted on 23/11/2014, 19:25
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Arciduca /Arciduchessa

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Mi fa piacere che abbiate trovato la notizia interessante! :)
Vedendone l'immagine, ho trovato questo automa davvero sorprendente!
Grazie ad Adriano, per il suo intervento; lui è andato "avanti", partendo dai meccanismi degli automi settecenteschi fino ai primi calcolatori (interessante ogni pagina di cui dai il link!).
Materia ostica per me, ma molto affascinante!

Io volevo ritornare per un attimo al '700 e ancora con un automa particolare, più simile ad un carillon.





Si tratta del famoso Silver Swan di John Joseph Merlin (1735-1803), inventore belga.
L'opera fu presentata per la prima volta nel 1773 e si tratta di un automa musicale.
Si trova ora al Bowes Museum, in Inghilterra, di cui è diventato l' icona!


 
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view post Posted on 24/11/2014, 11:16
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Arciduca /Arciduchessa

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Come detto da Adriano, gli automi del '700 erano frutto dei progressi della tecnologia, che avanzava rapidamente in quegli anni di continue nuove scoperte e sperimentazioni.

Tornando più indietro nel tempo, però, filosofi e "inventori" fin dal medioevo, sono stati affascinati dalle "utopie meccaniche".
Si trattava di curiosità, ricerche, invenzioni che occupavano menti ardite e fantasiose.
Gli "automata" medievali venivano poi messi al servizio dei potenti, che li "ostentavano come un attributo della loro magnificenza".
Agli automi si accompagnava anche un certo alone di magia, e comunque erano creati per stupire e meravigliare.

Uno degli esempi più antichi e più importanti si riferisce al giardino di Hesdin.

Il castello di Hesdin (Francia del nord) apparteneva a Robert II d'Artois che era stato in Sicilia, come governatore, dal 1285 al 1289.
Proprio qui, e precisamente a Palermo, aveva potuto ammirare gli splendidi giardini frutto delle sperimentazioni di ingegneria idraulica portate dagli arabi.
Il parco reale di Palermo (appartenente probabilmente alla villa di Mannani) era rallegrato da una fontana con leoni di metallo che versavano acqua nella vasca e da alberi sui cui rami erano posti uccelli artificiali.

Nel Castello della Zisa, sempre a Palermo, esisteva un albero d'oro e pietre preziose con uccelli meccanici che producevano suoni simili al cinguettio e al canto.

All'epoca, "l'ingegnoso meccanismo era dovuto ad un soffio d'aria sospinto dall'acqua in un condotto che terminava nella gola dell'uccellino. Qui era impiantata un'ancia, le cui vibrazioni producevano suoni intonati e melodiosi mentre i ritmi e le modulazioni derivavano dalla pressione non uniforme dell'acqua".

Al suo ritorno in Francia, quindi, Robert d'Artois volle riprendere le meraviglie che aveva visto in Italia per il suo giardino.
In seguito, quando il castello passò a Filippo il Buono Duca di Borgogna, attorno al 1430, quest'ultimo dispose nuove modifiche. Fece addirittura costruire una casa di legno all'interno del Parco che si girava, con numerosi automi idraulici.

www.levieilhesdin.org/leparc.php



Il Duca di Borgogna fece del parco di Hesdin una Versailles dell'epoca!
Purtroppo il parco e le sue meraviglie non esistono più, furono distrutti nel 1553 per volere di Carlo V.

Più tardi, nel Rinascimento, Leonardo disegnò numerosi progetti di cavalieri meccanici in grado di alzarsi, muovere braccia e testa e di aprire la bocca.
I dettagliati disegni furono ritrovati casualmente negli anni '50 in un taccuino risalente al 1495.
Ecco un esempio di cavaliere meccanico, con il relativo meccanismo interno:




Al 1533 risalgono gli automi di Regiomontano, pseudonimo di Johannes Muller da Konigsberg, matematico e astronomo: costruì una mosca e un'aquila di ferro entrambe in grado di volare.



Automa tedesco in legno del XVI secolo, Brema.

Edited by reine Claude - 24/11/2014, 16:03
 
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view post Posted on 24/11/2014, 21:26
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Delfino / Delfina

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E non dimentichiamo gli automi giapponesi (Karakuri) di gran moda nel XVIII e XIX secolo. Questo arciere è stato costruito intorno al 1850 da Tanaka Hisashige (1799-1881), fondatore di quella che poi divenne la Toshiba: