| Letto anch'io, anche se con lettura veloce, e visti i 3 spot. Il primo non è uno spot, in effetti, troppo lungo per esserlo e l'ho trovato anche un po' noioso e poco chiaro. Carini gli altri due, invece. I pubblicitari fanno dei giri strani, a volte, ma dietro c'è (quasi) sempre un attento studio socio-psicologico. Io non credo che questo revival della figura di Maria Antonietta, in particolare, sia casuale. Magari qualcuno ha iniziato e ha avuto successo ed è poi stato imitato da altri (ricordate il periodo, per fortuna terminato, dove non c'era pubblicità di auto senza la bellona scosciata di turno?). Se il messaggio funziona ed arriva al consumatore finale, allora è giusto interrogarsi anche sul perchè. Tutte le statistiche e le informazioni degli ultimi anni sottolineano l'aumento del divario tra i pochi ricchi e la massa che si arrabatta. Non so dire se sia paragonabile a quello del 1789, come sostiene chi scrive l'articolo, ma di certo negli ultimi anni il divario si è fatto ancora più iniquo e difficile da tollerare perchè si sta notevolmente allargando la base che può dirsi, se non povera, almeno non benestante. Non si tratta, secondo me, di un processo iniziato solo di recente con la crisi economica del 2008. Questo è il risultato di un processo di progressivo impoverimento della classe media che ha origini almeno dall'entrata in massa nel lavoro delle donne, nel secondo dopoguerra. Ad un certo punto era normale trovare due stipendi in una famiglia ma il tenore di vita non era raddoppiato rispetto a prima. Il valore delle stipendio iniziava a venire tagliato. Fino ad arrivare ai giorni nostri dove povero può essere definito non solo chi non lavora e non ha mezzi propri alle spalle ma anche chi un lavoro in regola ce l'ha, sottopagato legalmente. Certo solo cento anni fa il tenore di vita della maggior parte della gente era tutt'altro ma le persone fanno confronto con il passato più recente, non con secoli fa. Ed è un dato di fatto l'impoverimento della classe media, fondamento e punto di forza della società capitalistica del secondo dopoguerra: qualcuno, pochi, sono riusciti a fare il salto e ad aggiungersi ai cosiddetti ricchi; molti, molti di più sono o stanno scivolando verso i piani più bassi della scala sociale. L'ascensore sociale non sembra funzionare più molto. Mi sono dilungata già troppo ma, se si aggiungono la perdita del potere di acquisto, la cancellazione di alcuni diritti e benefit sociali e, almeno per l'Italia, le cronache martellanti di episodi di corruzione, illegalità, evasione commessi proprio dai "privilegiati",... voilà! Non vi sembra che queste campagne pubblicitarie abbiano terreno fertile in cui prosperare? Ovviamente tutto questo resta allo stato inconscio. Il messaggio percepito da chi guarda è "bevi la bevanda energetica, guarda Sky o mangia il cioccolato figo che ti sentirai come la regina più spendacciona e viziata di tutta la storia e finalmente avrai la tua rivalsa personale nella vita e potrai sentirti anche tu come quei ricconi che tanto odii ma che in fondo in fondo invidi da morire." La Rivoluzione fatta attraverso il consumismo invece che con la ghigliottina.
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