Maria Antonietta - Regina di Francia

Liturgia regale

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view post Posted on 10/2/2012, 21:14
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Delfino / Delfina

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Di messe e altre cerimonie religiose (o che comportavano un elemento religioso) si parla in parecchi topic qui nel forum, ma ho pensato di aprirne uno nuovo per raccogliere tutte le informazioni sull'argomento. Come al solito, io ne ho qualcuna solo per il regno di Luigi XIV, quindi se qualcun altro vuole proseguire è il benvenuto!
(Capito Ale? Visto che come al solito è tutta colpa tua ;) ).

La mia fonte principale è:
La chapelle royale de Versailles sous Louis XIV. Cérémonial, liturgie et musique, di Alexandre Maral, Mardaga, 2002 (Etudes du Centre de musique baroque de Versailles). Una seconda edizione riveduta e corretta è uscita nel 2010, per il tricentenario della consacrazione della cappella attuale.

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La tendenza a separare religiosità privata e devozione pubblica (e anche a considerare quest'ultima una pura manifestazione di ipocrisia) ha portato per parecchio tempo a sottovalutare l'aspetto religioso della vita a Versailles. E nemmeno arriviamo più a immaginarci l'importanza della dimensione religiosa all'epoca. Così un passaggio come questo delle memorie del re potrebbe sembrare un misto di bacchettoneria e di machiavellismo (oltre che un'espressione della classica abilità di Luigi a prendere due piccioni con una fava):

“E a dirvi la verità, figlio mio, non manchiamo soltanto di riconoscenza e di virtù, ma di saggezza e di buon senso, quando manchiamo di venerazione per colui del quale siamo soltanto i luogotenenti. La nostra sottomissione a lui è la regola e l'esempio di quella che è dovuta a noi. L'esercito, i consigli, tutto l'ingegno umano sarebbero deboli mezzi per mantenerci sul trono , se ognuno credesse di avervi lo stesso diritto che abbiamo noi e non s'inchinasse a una potenza superiore, di cui la nostra è parte. Gli omaggi che rendiamo pubblicamente a questa potenza invisibile potrebbero, insomma, essere definiti giustamente la prima e più importante parte della nostra politica, se non dovessero avere un motivo più nobile e più disinteressato.”
(1661, traduzione di Gigliola Pasquinelli).

In conformità ai principi enunciati con tanta adamantina chiarezza, Luigi procedette a organizzare la vita religiosa a Versailles come organizzava tutto il resto: senza lasciarsi sfuggire alcun particolare.

La cappella reale era molte cose: un luogo fisico, un insieme di persone, un ciclo continuo di riti e cerimonie. In realtà era itinerante, perché si trovava dovunque si trovasse il re. Ma qui parliamo della cappella come fu organizzata a Versailles.

Come luogo fisico, la cappella che vediamo adesso a Versailles è stata consacrata nel 1710. Ed è stata preceduta da altre quattro, ubicate in altre parti del palazzo, delle quali la più conosciuta è quella del 1682.

Come insieme di persone, la cappella era composta dai funzionari ecclesiastici della Maison du Roi, raggruppati nella Chapelle-Oratoire (che dipendeva dal Grand Aumȏnier de France) e nella Chapelle-Musique, il cui capo doveva prestare giuramento al Grand Maȋtre de France. Inoltre c'erano i religiosi Lazzaristi (congregazione della Missione, fondata da San Vincenzo de' Paoli), che si occupavano sia della parrocchia di Versailles che del servizio quotidiano della cappella reale, per la quale erano l'equivalente del capitolo di una cattedrale (per esempio, il caro François Hébert, parroco di Versailles, che ha consegnato nelle sue memorie certe osservazioni assai sgradevoli su Monsieur, era un Lazzarista).

Il ciclo continuo di riti e cerimonie seguiva, ovviamente, il calendario della Chiesa cattolica (il ciclo dell'anno liturgico: domeniche, feste fisse e mobili regolate sulla data della Pasqua, feste dei Santi). Dal punto di vista orario, la liturgia quotidiana della cappella comprendeva messe (pubbliche e private), vespri, compieta. Le messe venivano dette dalle sei a mezzogiorno (solo al re e ai membri della famiglia reale era permesso andare a messa fino alle due). Vespri e compieta nel primo pomeriggio (i vespri in certi casi anche in fine mattinata). Le messe potevano essere “basse” (cioè dette a voce bassa dal celebrante) con o senza musica (una messa bassa con musica di solito era accompagnata da un mottetto che durava per tutta la messa) o “cantate” (cioè cantate dai celebranti all'altare, oltre che dai cantori). Le messe “cantate” erano quelle solenni. Non usava che i fedeli facessero la comunione durante una messa cantata, ma di questo parlerò più tardi, altrimenti il post diventa troppo lungo.
I membri della famiglia reale e i principi del sangue (che avevano il proprio personale ecclesiastico) potevano far celebrare messe basse proprie, ma non assistere a messe e uffici solenni in assenza del re.
Il rito seguito non era quello della Diocesi di Parigi ma, fin dai tempi di Enrico III, quello romano.

" La chute des anges rebelles " - ou " La chute des damnés "

La caduta degli angeli ribelli, di François Verdier, dal progetto di Lebrun per la volta della terza cappella di Versailles (1672).
 
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celeborn36
view post Posted on 10/2/2012, 23:19




Graaaaziiieee Stefi!

Mme de La Tour du Pin ci dà una testimonianza sul momento della Messa dei Reali alla fine del Regno di Luigi XVI:

"...Alle una meno un quarto ci si metteva in moto per recarsi alla messa. Il primo gentiluomo della camera di servizio nell'anno, il capitano dell guardie di servizio nel trimestre e molti altri ufficiali della guardia o grandi cariche andavano avanti, il capitano delle guardie molto più vicino al Re. Poi venivano il Re e la Regina camminando uno a fianco all'altra e abbastanza lentamente per rivolgere qualche parola, passando, ai numerosi cortigiani che facevano ala lungo la galleria. Spesso la Regina parlava a degli stranieri che le erano stati presentati in particolare, a degli artisti a dei letterati. Un cenno di capo o un sorriso erano rivolti alle dame secondo il loro rango. Le giovani cercavano di posizionarsi ai lati del corteo , in modo che si era in quattro o cinque davanti e coloro che tra loro si dicevano essere "alla moda" e di cui io ebbi l'onore di fare parte, avevano gran cura di camminare abbastanza vicino alla fila per raccogliere le cose carine che erano loro indirizzate in modo silenzioso al passaggio.

Era una gran arte quella di saper camminare in questa vasta sala senza inciampare nella lunga coda dell'abito della dama che vi precedeva. Non bisognava alzare i piedi una sola volta, ma farli scivolare sul parquet, sempre molto lucido, fino a non si fosse attraversato il Salon d'Hercule, dopodicché si gettava la parte inferiore dell'abito su un lato del panier, e,dopo essere stata vista dal proprio lacché che aspettava con un grande sacco di velluto rosso a frange d'oro, ci si precipitava nelle campate di destra e sinistra della cappella in modo d'essere il più vicino possibile alla tribuna dove erano il Re, la Regina e le principesse che li avevano raggiunti, alla cappella o nel salone da gioco. Mme Élisabeth era sempre là e qualche volta anche Madame. Il vostro lacché deponeva il sacco davanti a voi; si prendeva il proprio libro nel quale non si leggeva mai dato che nel tempo in cui ci si posizionava, che si era disposto la propria coda dell'abito e che si fosse frugato in questo immenso sacco, la messa era già al Vangelo..."



Ma non sempre il Re e la Regina andavano alla stessa Messa, ultimamente leggendo i souvenir del duca di Croy ho trovato questo aneddoto che porta la data 27 aprile 1777, durante il viaggio dell'Imperatore in Francia:

"La domenica 27, l’Imperatore si recò di buon mattino a Versailles, si fece dare una messa. E lo si notò sempre che era, leggendo nel suo libro, in ginocchio su una sedia, nella folla, facendo prova di pietà. […] Al lever, M. de Fronsac volendolo fare entrare prima di tutti si scusò ridendo e disse: “Oh! È troppo presto, mi si prenderà per un favorito!” Seguì pubblicamente il Re alla Messa e si mise dietro tutta la gente [..] Poi passò dalla Regina per vederla andare alla Messa, poi alla toilette e fu come facemmo noi, a dei pranzi.Venne al pranzo del Re, che era pubblico dalla Regina e fece la sua corte esattamente come avrebbe potuto fare uno dei nostri principi del sangue. Il Re gli parlò solo per domandargli se era stato anche alla messa della Regina."
 
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view post Posted on 11/2/2012, 00:21
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Marie-Antoinette

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CITAZIONE (Cartaphilus @ 10/2/2012, 21:14) 
(Capito Ale? Visto che come al solito è tutta colpa tua ;) ).

L'hai fatto davvero! :D
La compieta mi fa venire in mente l'aneddoto che Saint-Simon riporta sulla Vecchia Vacca e la principessa d'Harcourt. Vediamo se nel we lo trovo.
 
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yolande84
view post Posted on 11/2/2012, 13:50




Dalla "Vita quotidiana a Versailles nei secoli XVII e XVIII":

"Una volta o due alla settimana, il re assiste alla benedizione nella cappella. La cerimonia è preceduta dalle preghiere della sera. I cortigiani, e soprattutto le dame di Corte, si affrettano ad andarvi anche loro nella speranza di essere notati dal re e dalla sua devoto confidente.
La benedizione ha luogo alle 5 d'inverno e alle 6 in estate.

A questo proposito Saint Simon riferisce un episodio che mortificò in modo particolare le dame della Corte. Esse avevano l'abitudine d'inverno, di andare nella Cappella portando una candela, che non serviva loro tanto a permettergli di seguire le funzioni sui libri di preghiera, quanto a illuminare il loro viso e a far vedere al re il pio zelo da loro dimostrato. Ma il re non si recava nella cappella tutti i giorni, e quando l'ufficiale in carica aveva ordinato alle guardie del corpo di ritirarsi, queste finte devote si affrettavano a fare altrettanto, dopo aver spento il lumino e abbandonato la pietà sull'inginocchiatoio.
Ma un giorno il maggiore delle guardie, che si chiamava Albert de Grillet, decide di giocar loro un brutto tiro, e facendosi avanti sull'ingresso della tribuna proclama a gran voce
"Guardie del re, ritiratevi, il re non verrà alla benedizione!"-
Allora il pubblico femminile spegne immediatamente le candele e si precipita verso le gallerie....dove si imbatte nel re, scortato dalle sue guardie. Luigi entra nella Cappella, per constatare che è pressochè vuota. Grillet rivelò il suo scherzo al re, che si diverti' molto della burla.
 
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celeborn36
view post Posted on 11/2/2012, 14:27




L'avevo già postata da qualche parte ma non ricordo dove, comunque questa è la testimonianza di Mme de Bombelles che ha trascorso il Natale 1778 a Versailles:


“Versailles 25 dicembre 1778

[…] Sono stata ieri sera alla messa, siamo arrivate alle dieci precise alla cappella, e l’ufficio è finito alle una e mezza passata, abbiamo fatto il veglione, sono rientrata alle due. Sono stata a vedere tua sorella che non dormiva ed infine mi sono coricata alle tre. Mi sono alzata alle nove, sono stata da tua sorella che ho trovato migliorata, poi ho fatto la mia toilette, sono stata alla messa solenne a mezzogiorno e poi sono restata da Mme Elizabeth fino alle due per ricevere la gente, alle quattro sono ritornata ai vespri e al sermone che è finito alle sei passate […]”
 
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view post Posted on 11/2/2012, 18:56

Marchese / Marchesa

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Grazie per aver introdotto un argomento interessante e poco trattato.
.
L'ambaradan dei vestiti raccontato dalla Tour de Pin l'avevo in mente, mentre l'aneddoto delle finte pie dame di Luigi XIV non me lo ricordavo


CITAZIONE (celeborn36 @ 11/2/2012, 14:27) 
[…] Sono stata ieri sera alla messa, siamo arrivate alle dieci precise alla cappella, e l’ufficio è finito alle una e mezza passata, […]”

3h30 :woot: si sa quanto duravamo solitamente le messe "basse" in giorno non festivo?
 
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view post Posted on 12/2/2012, 17:45
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Delfino / Delfina

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Una messa bassa in giorno non festivo durava circa mezz'ora (il confessore di Liselotte riusciva a sbrigarla in un quarto d'ora, tempo limite di resistenza per lei).

A Natale, invece, se il re era a Versailles, i tempi erano questi:

Vigilia, ore 10 di sera: mattutino. Fra il mattutino e la messa di mezzanotte venivano cantati i tradizionali Noëls.

A partire da mezzanotte: tre messe basse di fila, e le Laudi. A mezzanotte cominciava un mottetto, che poteva essere seguito da altri Noëls strumentali. Il re assisteva a tutto, dalla tribuna. La mattina di Natale, messa solenne alle undici circa, e alle tre sermone, seguito dai vespri.

 
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celeborn36
view post Posted on 12/2/2012, 17:56




quindi con un po' di variazione di orari, secondo la Bombelles, le messe di Natale erano le stesse anche dopo un secolo.
 
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view post Posted on 12/2/2012, 22:21

Marchese / Marchesa

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grazie mille, Cartaphilus, per i dettagli
 
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view post Posted on 14/2/2012, 10:27
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Delfino / Delfina

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Grazie a voi per l'attenzione! :66py4.gif:

Il re di Francia non è un prete, ma nemmeno un laico: per questo fra le vesti che indossa nella cerimonia del sacre c'è la dalmatica, indumento dei diaconi. Inoltre alcuni elementi della messa celebrata in presenza del re sono analoghi a quelli della messa celebrata in presenza di un vescovo.

Bartolomeo Vivarini, da santo stefano, san lorenzo

Un bel San Lorenzo quattrocentesco, del Vivarini, dove si vede bene la dalmatica

La messa quotidiana era una messa bassa con musica, alla quale il re assisteva dalla tribuna. In alcune domeniche e giorni di festa, invece, il re “scendeva” nella cappella per assistere a una messa solenne. I giorni “solenni” per le messe erano nove: Circoncisione (allora il 1. gennaio), Purificazione (Candelora, 2 febbraio), Domenica delle Palme, Giovedì e Venerdì Santo, Pasqua, Pentecoste, Ognissanti e Natale.

Il re di norma si comunicava cinque volte l'anno: vigilia di Natale, Sabato Santo, vigilia di Pentecoste, vigilia di Ognissanti, Assunzione (15 agosto) oppure Immacolata Concezione (8 dicembre). Noterete che quattro comunioni su cinque avevano luogo in giorno di vigilia, perché non ci si comunicava durante una messa solenne. La comunione si svolgeva durante una messa bassa senza musica, seguita da un'altra messa bassa di rendimento di grazie.

Particolare simpatico: prima della consacrazione, le ostie venivano saggiate con lo stesso sistema usato per i cibi alla tavola reale (non si sa mai...).
Dopo la comunione, al re veniva presentato un calice di acqua e vino (non si tratta del calice usato dal celebrante, né del vino consacrato) per “sciacquarsi la bocca”. Questa pratica non va confusa con la comunione sotto le due specie, riservata al celebrante, anche se la ricorda. A Versailles, solo il re e i membri della famiglia reale diretta avevano diritto a questa “purificazione”.
Un altro elemento importantissimo della comunione regale era la tovaglia. Ma per le lotte feroci scatenate dall'onore di reggere gli angoli della tovaglia lascio la parola a Mauro.
 
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yolande84
view post Posted on 14/2/2012, 22:49




Avevo letto qualcosa in merito all'ostia data al re dal celebrante, dove si diceva che c'era un rito particolare: ne venivano presentate un certo numero, una per ogni re vissuto prima di lui , o qualcosa del genere . Probabilmente è un rito che veniva eseguito solo durante la Messa a Reims per l'incoronazione, se non vado errata la fonte dovrebbe essere " I re taumaturghi".
Forse la memoria mi gioca un brutto scherzo, qualcuno ne era a conoscenza?

CITAZIONE (Nefer Snefru @ 11/2/2012, 00:21) 
CITAZIONE (Cartaphilus @ 10/2/2012, 21:14) 
(Capito Ale? Visto che come al solito è tutta colpa tua ;) ).

L'hai fatto davvero! :D
La compieta mi fa venire in mente l'aneddoto che Saint-Simon riporta sulla Vecchia Vacca e la principessa d'Harcourt. Vediamo se nel we lo trovo.

Non ti dimenticare Nefer! sono in attesa!
 
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view post Posted on 1/4/2012, 21:05
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Delfino / Delfina

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Dal martedì della quarta settimana di Quaresima venivano distribuiti a Versailles i libri contenenti solo l'ufficio della settimana santa, e intitolati appunto Semaine Sainte.

Qui ce n'è uno con lo stemma di Monsieur Philippe (non riesco a capire come fare a recuperare il codice html, così se v'interessa dovrete aprire il link):
www.europeana.eu/portal/record/0390...3iyMzucKAo.link

E su europeana ne trovate molti altri, con gli stemmi di parecchi altri amici ^_^

Il Grand aumônier era incaricato di distribuire i libri ai principi e alle principesse, mentre ai funzionari della Maison du Roi provvedevano gli altri aumôniers.

La domenica delle Palme (che sarebbe oggi), primo giorno della Settimana Santa, se il re era a Versailles la processione iniziava alle nove e mezzo, ed era preceduta dalla benedizione e dalla distribuzione delle palme. Se ho capito bene, si tratta di veri rami di palma, ai quali si potevano aggiungere piccole croci, pure di palma. Non ho capito se erano intrecciati e lavorati come si fa ancora oggi, per esempio in Sardegna, ma mi sembra probabile.

Qui trovate una bella galleria fotografica di palme intrecciate sarde: www.comune.curcuris.or.it/chiesa/ga...%20tradizionali

Queste, invece, vengono dalla Spagna:
Hojas de palma trenzada (Domingo de Ramos)

Dimanche de Rameaux - Domingo de Ramos (Elche)

Edited by Cartaphilus - 3/4/2012, 13:33
 
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view post Posted on 18/11/2012, 21:36
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Delfino / Delfina

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Rispolvero questo topic per parlare di due cerimonie particolarmente significative, nelle quali il re si mostrava nel suo aspetto di rappresentante di Dio in terra: il “tocco degli scrofolosi” e la “Cena” del giovedì santo.
Sul “tocco degli scrofolosi” Marc Bloch ha scritto uno dei suoi capolavori, I re taumaturghi, che si concentra soprattutto sull'epoca medievale.

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Per il Seicento in particolare invece è disponibile un prezioso articolo di Stanis Perez, pubblicato nel 2006 nella "Revue d'histoire moderne et contemporaine", che fra l'altro ridiscute a fondo il senso della formula rituale pronunciata dal re al momento della “cura”.

In breve, si riteneva che il re di Francia avesse il potere di guarire la scrofola (adenite tubercolare), semplicemente toccando i malati. La cerimonia del “tocco” aveva luogo a date fisse (come la vigilia di Natale) e il re prima di procedere faceva la comunione (quindi per il miracolo ci voleva un re a)consacrato b)comunicato, cioè in grazia di Dio).
La preparazione della cerimonia era molto complessa: i malati accorrevano a centinaia, a migliaia, e quindi occorreva una buona organizzazione. Nella fattispecie, i malati venivano prima selezionati dai medici del re (che per questo ricevevano una gratifica – era un lavoro pesante) per sincerarsi che a)erano davvero malati b)erano davvero malati di scrofola (e non di altre malattie più o meno contagiose). I malati selezionati per la cerimonia alla fine ricevevano anche una piccola elemosina. Al momento del tocco, per scongiurare il rischio di eventuali attentati, il capitano delle guardie teneva ferme le mani del malato. Terminata la cerimonia, il re si lavava le mani tre volte, con tre salviette, una imbevuta d'aceto, una imbevuta d'acqua, una imbevuta d'acqua di fior d'arancio. Le salviette, ciascuna tenuta “fra due piatti d'oro” venivano presentate da tre chefs du Gobelet a tre principi del sangue (secondo il rango) che le porgevano al re.

Jean Jouvenet, Luigi XIV tocca gli scrofolosi (Chiesa abbaziale di Saint-Riquier, Somme, Chapelle Saint-André)
JouvenetEcrouelles

(http://www.culture.gouv.fr/culture/inventa...ier/accueil.htm)

Per la “Cena”del Giovedì Santo il re lavava i piedi a tredici fanciulli poveri (la regina faceva lo stesso per tredici fanciulle povere).
Anche qui c'era una selezione, la vigilia, operata dal Primo medico del re, accompagnato da chirurghi e barbieri. Il primo criterio era che i ragazzi avessero un bell'aspetto e non presentassero segni di malattia. Il giovedì mattina alle sei cominciava la preparazione: i barbieri radevano la testa dei ragazzi (mi domando cosa succedeva alle fanciulle), lavavano loro le gambe e i piedi, li strigliavano ben bene con erbe profumate e li vestivano (di rosso).
La cerimonia si svolgeva nella grande salle des Gardes (ora Salle du Sacre). Il re lavava i piedi ai ragazzi stando in ginocchio (faticoso, quando uno comincia a invecchiare) e alla fine si puliva le mani con le solite tre salviette. Quindi serviva i ragazzi a tavola (cioè prendeva i piatti che gli venivano presentati dai principi del sangue ecc. ecc.) e li posava sulla tavola. Da qui uno dei cappellani di turno li prendeva di nuovo per passarli ai genitori o ai parenti dei ragazzi, che aspettavano con degli appositi panieri. I ragazzi ricevevano anche un'elemosina: il re appendeva loro al collo una borsa di cuoio rosso contenente tredici scudi.
 
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view post Posted on 19/11/2012, 02:42
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Conte / Contessa

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La regina che lava i piedi a 13 povere fanciulle?

Campanillanono-1
Non me la vedo proprio! O.o

E' comunque mooolto interessante. ^_^
 
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