Maria Antonietta - Regina di Francia

Filangieri siciliani

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view post Posted on 8/6/2017, 06:10
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Marie-Antoinette

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Mi sono accorta che gli esponenti di questa famiglia aristocratica della Sicilia di origine normanna sono sparsi qua e là nel forum, per cui è opportuno mettere un po' d'ordine. Partiamo dai soliti schemi:



Tratto da www.genmarenostrum.com/pagine-lette...I/filangeri.htm e seguenti




Tratto da www.genmarenostrum.com/pagine-lette...i%20sicilia.htm

Filangeri

Come si vede, i Filangieri siciliani si sono staccati all'inizio del XIV secolo e hanno dato origine a tre linee principali: Cutò, Mirto e Santa Flavia.

La linea dei Principi di Cutò è stata descritta nel topic dedicata a Tomasi di Lampedusa perchè la nonna materna era Giovanna Filangieri di Cutò, ma soprattutto perchè costei era praticamente l'unica erede della casata, portatrice di un grande patrimonio di titoli e beni.


Giovanna Nicoletta Filangieri (1850-1891) 9° principessa di Cutò. Ereditò tutto: il palazzo Cutò a Palermo, quello di Santa Margherita in Belice e la villa Aragona di Bagheria. Sposò Lucio Mastrogiovanni Tasca, conte d'Almerita (1842-1918) ed ebbe 5 figli. La primogenita, Beatrice, era la mamma di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. (#entry521825326).

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Palazzo Filangieri di Cutò a Santa Margherita Belice, costruito da Alessandro I Filangieri e Bologna (1644-?). Alessandro era il 3° barone di Miserendino: il titolo di principe di Cutò gli fu portato dalla moglie, Giulia Platamone e Sisini (+1700), sposata nel 1662.

Il nipote, Alessandro II Filangieri e Gravina (1696-1761), 4° principe di Cutò, costruì il palazzo di Palermo, una costruzione enorme sulla Via Maqueda:

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Palazzo Filangieri di Cutò, in via Maqueda al numero 55 di Palermo.
La facciata è imponente, ha tre ingressi ed è lunga 65 m: l'arco centrale è detto "arco di Cutò" e immette nel mercato di Ballarò. Ma la struttura è molto degradata. Venduto ai baroni Cirino di Nicosia, suddiviso in varie proprietà, oggi c'è anche un hotel.


La Villa di Bagheria, nota anche come Palazzo Aragona Cutò, acquistato dal principe Alessandro III Filangeri e la Farina (1740-1806), Luogotenente Generale di Sicilia nel 1803. Oggi è sede della Biblioteca Comunale.

Di questi personaggi non ho trovato immagini, mentre del famoso principe Niccolò (famoso per aver ospitato i Borbone nell'esilio) ce n'è più d'una.

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Niccolò Filangieri, 7° principe di Cutò (1760-1839), Luogotenente generale del Regno come già suo padre, ospitò i reali scacciati da Napoleone nel Palazzo di Santa Margherita.

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Il principe Nicolò si sposò due volte, con nobildonne di altissimo lignaggio:
1) a Palermo con Maria Teresa Branciforte di Scordia (+1793) che gli dette due figli morti infanti.
2) a Napoli, poco prima della Rivoluzione, con Margherita Pignatelli Aragona Cortez (1783-1830) che gli dette il sospirato erede.

Edited by elena45 - 22/1/2020, 18:49
 
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view post Posted on 8/6/2017, 07:03
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Marie-Antoinette

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Eccolo il sospirato erede del principe Niccolò:

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Alessandro IV Filangieri e Pignatelli, 8° principe di Cutò (1802-1856), gentiluomo di camera di Ferdinando II.


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Alessandro IV con la seconda moglie, Teresa Merli Clerici (1816-1897). Fu protagonista di un pasticcio dinastico, da cui, forse, cominciò la decadenza.
Alessandro IV aveva sposato una nobildonna napoletana, Maddalena Barretta, da cui si separò dopo la morte del figlioletto Nicola, nel 1826.
Poi si legò alla cantante lirica milanese Teresa Merli Clerici, che gli diede due figli naturali: un altro Nicola, detto Nicolino, non si sa in che anno, e nel 1843 Margherita, che, in base alle convenzioni del tempo non furono legittimati.
Finalmente dopo la morte della moglie, il principe sposò Teresa e, nel 1850, nacque Giovanna, l'unica erede legittima.

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Le due sorelle.

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Giovanna Nicoletta Filangieri (1850-1891), IX principessa di Cutò e X baronessa di Miserendino.

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I 5 figli di Giovanna e Lucio Mastrogiovanni Tasca, che aggiunsero al proprio il cognome Filangieri di Cutò.

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Beatrice Mastrogiovanni Tasca di Cutò (1870-1946) con il figlio Giuseppe Tomasi di Lampedusa a 6 anni.

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Alessandro Mastrogiovanni Tasca Filangieri di Cutò (1874-1943), con la moglie Marie Thérèse Zakrzewska detta Ama (+1920 di overdose) e i figli Gioia ed Alessandro (1906-2000).
Detto il principe Rosso, per aver aderito al partito socialista, per finanziare la sua attività politica dilapidò il parimonio ereditato dalla madre Giovanna (https://it.wikipedia.org/wiki/Alessandro_Tasca).

Le foto sono tratte da www.luciopiccolodicalanovella.it/si...terno/DEMO.HTML

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Il fratello della fortunata Giovanna, erede universale dei beni Cutò, Niccolò detto Nicolino sposò Antonina Monteleone Pignatelli ed ebbe una figlia, Maria Teresa, nel 1872. Costei sposò tale Lorenzo Perathoner:


Maria Teresa Filangeri di Cutò (1872-?) con il marito, Lorenzo Perathoner, e i figli.


Beatrice Perathoner (+1991), figlia dei suddetti.

L'ultima discendente ha voluto riscattare la memoria dell'avo e tenacemente vinto la battaglia legale per avere il cognome Filangieri:


Betrice Feo Filangeri (1968)

Edited by elena45 - 25/4/2021, 12:02
 
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view post Posted on 8/6/2017, 09:07
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Marie-Antoinette

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Anche la fortuna dei Filangieri di Mirto nasce da un matrimonio: Pietro Filangieri e Lanza (+1619), Signore di Mirto, sposa, nel 1594, Francesca de Spuches (+1623), unica erede di un vasto patrimonio.

Il nucleo originario di Palazzo Mirto è stato individuato in un palazzetto di proprietà del giudice della Gran Corte Vincenzo de Spuches, suocero del suddetto, nel vecchio quartiere della Kalsa.
"Il matrimonio tra la figlia di un alto magistrato e il rampollo di una famiglia baronale rientrava pienamente nella logica "simbiotica" dei due ceti sociali, secondo la quale il patriziato conquistava la dignità della nobiltà parlamentare e, dall'altro canto, il baronaggio feudale acquisiva nuove e vitali sostanze economiche. In questo caso si trattava di un matrimonio ai vertici della vita sociale palermitana. Il patrimonio dei De Spuches sembra fosse particolarmente cospicuo, mentre la nobiltà dei Filangeri era tra le più antiche e prestigiose dell'isola, poggiando sul feudo di San Marco, concesso alla famiglia nel 1398 ed elevato a contea nel 1453".
Il salto di qualità della residenza dei Filangeri di San Marco si ebbe soltanto nell'ultimo ventennio del Seicento, ad opera di Vincenzo Giuseppe Filangeri (+1699), 1°principe di Mirto.
Ma Vincenzo Giuseppe morì nel 1699, dopo avere sofferto la perdita del suo erede Antonio, spentosi nell'estate del 1695. Non è da escludere che, per un certo periodo, il cantiere del palazzo venisse portato avanti dal nuovo titolare del casato, Giuseppe (1665-1724) fratello minore di Antonio. Con il passare del tempo il progetto comunque si arenò definitivamente".
Venne ripreso molto tempo dopo, ad opera del 5° principe di Mirto:


Bernardo Filangieri, 5° principe di Mirto (1747-1803). Mecenate; ristrutturò e ampliò l'antica dimora palermitana. Bernardo sposò la principessa Vittoria Alliata di Villafranca. Notare nel dipinto lo stemma dei Filangieri.


Palazzo Mirto: la facciata su via Merlo rifatta nell' Ottocento; rimane l'antico portale sovrastato dallo stemma dei Filangeri.


L'ingresso dal cortile.


La facciata tardo-barocca su via Longarini.


Splendida fontana barocca sopra un terrazzo. Ai lati due voliere; quella a destra è finta e nasconde un passaggio segreto.


Le antiche scuderie. (Questa foto di Palazzo Mirto è offerta da TripAdvisor)
Ma sono soprattutto gli interni spettacolari:



Li trovi descritti qui assieme alla storia del palazzo: www.palermoviva.it/palazzo_mirto/ e http://royalfilangeri.com/palazzo-mirto-photos/

Anche qui una donna fu l'ultima discendente ed erede: Vittoria, che sposò il cinquantenne principe Ignazio Lanza (1781-1837), ebbe l'erede, Giuseppe Antonio Lanza Filangieri (1835-1902), rimase vedova dopo solo due anni e si risposò.

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Vittoria Filangieri (1814-1865), VII principessa di Mirto, figlia di Giuseppe Antonio e Costanza Pignatelli Aragona Cortez (#entry610116480).
Il padre le cedette il titolo dopo la perdita di due figli maschi.

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Probabile ritratto di Giuseppe Antonio Lanza Filangieri (1835-1902), unico figlio maschio di Vittoria.

Tratto da www.facebook.com/photo.php?fbid=21...&type=3&theater

L'ultimo discendente, Stefano Lanza Filangieri (1895-1968), III principe di Mirto (della nuova serie), senza figli, lasciò alla Regione l'edificio con tutti i suoi arredi e le opere d'arte. Oggi è un museo.
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I Filangieri di Mirto possedevano anche una villa-castello a Santa Flavia come residenza estiva, costruita nel 1673 dallo stesso Vincenzo Giuseppe Filangieri, 1° principe di Mirto di cui sopra, intorno ad una preesistente torre d'avvistamento del XVI secolo per il controllo delle piantagioni di canna da zucchero.
La villa fu ereditata dalla maggiore delle sei sorelle principesse zie del principe Stefano, ovvero Vittoria Lanza Filangieri (1860-1930), sposata con il barone Leoluca Cammarata Valenti (1855-1938). I suoi discendenti vi abitano ancora:


Castello San Marco, Santa Flavia, a 16 km da Palermo.


Il bellissimo giardino.
Tratto da www.facebook.com/pg/clickfotografi...465210893547906

Tratto da https://iris.unipa.it/retrieve/handle/1044...sa%20piazza.pdf

Edited by elena45 - 24/8/2018, 16:22
 
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view post Posted on 8/6/2017, 16:28
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Marie-Antoinette

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Per finire, la linea cadetta dei Principi di Santa Flavia, nata alla fine del '600, si esaurisce presto per mancanza di eredi maschi.
Pietro Filangieri (+1704), conte di Suttafari, cugino del 9° conte di San Marco Vincenzo Giuseppe, nel 1666 compra la terra di Santa Flavia, a pocha distanza da Palermo, e ne viene investito 1° Principe il 20-10-1684.

Di costoro non ho trovato immagini, ma questa è una cosa abbastanza diffusa nell'aristocrazia siciliana (ritratti persi, venduti o non resi pubblici?). Per loro parlano i lussuosi edifici eretti a celebrare potere e ricchezza. Un esempio:

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Villa Filangieri a Santa Flavia . Costruita appunto dal suddetto Pietro, a partire dal 1666 assieme alla vicina chiesa. Oggi è sede del Comune.


Castello di Solanto, apparteneva a Cristoforo Riccardo Filangieri (1735-1807), 3° principe di Santa Flavia , portato in dote dalla moglie Antonia Joppolo Baronessa della tonnara di Solanto. Fu venduto ai Mantegna nel 1879; oggi appartiene ai discendenti Vanni Calvello che lo abitano (#entry548955378).

Purtroppo Don Cristoforo ebbe una sola figlia, Maddalena (1756-1821) che trasferì il patrimonio di famiglia al marito, Francesco Alessandro Gravina Principe di Ramacca (+1785), compreso il palazzo di Palermo.

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Palazzo Santa Flavia in via Maqueda 92 (a fianco del Palazzo Gravina Comitini). Costruito da Pietro II Filangieri di Santa Flavia (1695-1762) su progetto del fratello Giovanni, architetto.
Passò nel 1775 ai Gravina di Ramacca e poi, nella prima metà dell'800, a quelli di Montevago che apposero lo stemma sulla facciata:

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Stemma dei Gravina di Montevago

Edited by elena45 - 9/6/2017, 16:02
 
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Marie-Therese
view post Posted on 9/6/2017, 16:09




I ritartti sono molto belli, e quelli fotografici hanno un vago sentore nostalgico dei bei tempi dell'aristocrazia siciliana.
 
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Guido Miserandino
view post Posted on 9/2/2019, 21:00




Ho letto che i Filangeri di Sicilia hanno acquistato il Baronato Miserendino. Ci sono notizie di questo Baronato e dei discendenti?
Io sono Miserandino, ma mio nonno, Rosario, ingegnere che costruì la Ferrovia Palermo - Trapani, doveva avere un fratello che si chiamava Miserendino ( sono certo che mio papà aveva primi cugini Miserendino).
Inoltre, parlando del Palazzo Cutò di Via Maqueda, ho letto che fu in parte venduto, ed io so che lo acquistò mio nonno materno, Stefano Lo Curcio, ma che non era ancora terminato e lo terminò lui. Io abitai in un appartamento di quel palazzo (di proprietà di mia mamma, Adele Lo Curcio) dal 1943 al 1955; poi la mia famiglia si spostò a Milano.
Non so se può essere interessante, ma a me servirebbero notizie, se ce ne sono...
Grazie fin d'ora se avrò una risposta.

Cordiali saluti,
Guido Miserandino

Edited by Guido Miserandino - 9/2/2019, 23:52
 
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Guido Miserandino
view post Posted on 9/2/2019, 23:50




Ho letto che i Filangeri di Sicilia hanno acquistato il Baronato Miserendino. Ci sono notizie di questo Baronato e dei discendenti?
Io sono Miserandino, ma mio nonno, Rosario, ingegnere che costruì la Ferrovia Palermo - Trapani, doveva avere un fratello che si chiamava Miserendino ( sono certo che mio papà aveva primi cugini Miserendino).
Inoltre, parlando del Palazzo Cutò di Via Maqueda, ho letto che fu in parte venduto, ed io so che lo acquistò mio nonno materno, Stefano Lo Curcio, ma che non era ancora terminato e lo terminò lui. Io abitai in un appartamento di quel palazzo (di proprietà di mia mamma, Adele Lo Curcio) dal 1943 al 1955; poi la mia famiglia si spostò a Milano.
Non so se può essere interessante, ma a me servirebbero notizie, se ce ne sono...
Grazie fin d'ora se avrò una risposta.

Cordiali saluti,
Guido Miserandino
 
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view post Posted on 10/2/2019, 18:54
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Marie-Antoinette

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Da quanto risulta negli alberi genealogici, la baronia di Miserendino apparteneva alla ricchissima famiglia Corbera e fu acquistata nel 1622 da Giuseppe Filangieri, secondogenito di Girolamo (v1562), VI conte di San Marco. Il principato di Cutò arrivò jure uxoris piu tardi, nel 1701, al pronipote Girolamo (1663-1721).
I titoli arrivarono entrambi fino a Giovanna "Pigliatutto" (1850-1891), la nonna di Tomasi.

Vedi www.genmarenostrum.com/pagine-lette...i%20sicilia.htm

Nel 1392, il Miserendino entra nella giurisdizione feudale come baronia comprensiva di undici feudi chiamati: Gulfa, Gulfotta, Cannitello, Comuni, Santa Margherita (dove sorgerà il comune di Santa Margherita), Carcara, Ficarazzi, Gipponeri, Serafino, Adrigna e Aquila.
L’acquisto a titolo definitivo della baronia e dei suoi undici feudi da parte di Calcerando Corbera segna l’effettiva stabilizzazione di questo casato in Sicilia e il conseguente avvio di una trasmissione del titolo di barone del Miserendino di padre in figlio nel rispetto della linea genealogica. Nel 1572, Antonio Corbera ottiene la licentia populandi; nel 1622 il feudo passa ai Filangieri.
Si tratta di un arco di tempo relativamente breve all’interno del quale, però, si concentrano diverse vicende con importanti effetti a breve e lungo termine sul destino della baronia e dei suoi baroni: scandali (come il noto triangolo amoroso tra Calcerando Corbera, Eufrosina e Marco Antonio Colonna, nel 1582), morti premature e spesso misteriose, il sequestro della baronia per insolvibilità dei debiti, frequenti vendite per risanare la situazione economica della famiglia e, infine, una lunga contesa per il possesso della baronia che vede schierati da un lato la famiglia Corbera, dall’altro i Filangeri di Cutò.
La vicenda della successione della baronia del Miserendino e il relativo passaggio dai Corbera, i fondatori del comune, ai Filangeri di Cutò, la famiglia che ne risollevò le sorti, è sicuramente uno dei momenti più intensi e cruciali della storia di Santa Margherita Belìce. Inoltre, nuovi e illuminanti ritrovamenti archivistici permettono di rileggere diversamente alcuni momenti di una storia che, a tratti, si rivela essere più controversa e nebulosa del previsto. Le azioni e le strategie messe in atto dai protagonisti di questa storia sono particolarmente esemplari delle convinzioni, delle pratiche, delle modalità di gestione dei patrimoni (e dei matrimoni) e dei comportamenti messi in atto dalla aristocrazia di età moderna per perseguire il suo più importante obiettivo: il mantenimento di un unico e saldo asse patrimoniale.

www.academia.edu/14169214/Il_sogno_...dino_1572-1668_

Qualche cenno l'ho fatto anche in #entry578642370

Edited by elena45 - 10/2/2019, 20:30
 
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view post Posted on 29/12/2023, 20:12

Nobile

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Volevo chiedervi se qualche erede della famiglia filangeri si spostò in zona Catania. Il papà di mio nonno era un figlio illegittimo di un nobile siciliano. L'impresa è ardua ma sto indagando per pura curiosità.
 
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