Maria Antonietta - Regina di Francia

Luigi XVII, re di Francia, Louis-Charles, figlio di Maria Antonietta

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sofonisba
view post Posted on 5/11/2006, 21:54 by: sofonisba




Riprendo un discorso iniziato in un altro topic (che non c'entrava niente) per copiare alcune pagine sulla morte del piccolo Re Luigi XVII. Si tratta di un testo scritto da un religioso francese, Frère Hilaire de Jésus, in occasione del bicentenario della rivoluzione (che non ha visto tutti i francesi uniti in un blocco per esaltarla acriticamente, ma ha conosciuto un certo revival revisionista ed ha riservato molte sorprese sui veri sentimenti dei francesi nei confronti dei loro sovrani martiri). E' un testo che si avvale di testimonianze di contemporanei, prima fra tutte quella di Madame Royale. E' lunghissimo, quindi riassumo in breve che il bambino venne rinchiuso nella stanza che era stata di suo padre al Tempio, vennero chiuse porte e finestra, e lì venne lasciato solo a partire dal 21 gennaio 1794, completamente abbandonato a se stesso. Poco cambiò per lui, inizialmente, alla caduta di Robespierre.
"Per convincersene, basta sfogliare i verbali della discussione, tenuta alla Convenzione, circa il problema "dell'ultimo rampollo della razza impura del tiranno, ch'è incarcerato al Tempio". Cambacérès, il 22 gennaio 1795, pone questa conclusione al suo intervento: scarcerazione no; si alla reclusione perenne. Se prima se ne attendeva la morte, adesso addirittura la si auspica; auspicio che non può non farsi sempre più pressante in quei convenzionali che più spietatamente avversano la monarchia, allorché l'evoluzione politica di quel primo semestre 1795 conduce ad intavolare trattative di pace, da un lato con le potenze straniere belligeranti (e, particolarmente con la Spagna che, della liberazione e consegna dei piccoli reali, fa una condizione preliminare alla pace) e, dall'altro, con gli insorti vandeani (con Charette in specie). Ma, finché vivrà, la consegna di Luigi XVII (e di Madame Royale) sarà sempre elusa dalla repubblica, come traspare anche dai documenti ufficiali [.....] Ma se i convenzionali non conoscono pietà, i guardiani, loro, si impietosiscono. Quando arriva Gomin [l'aiutante del nuovo comandante, ed uno di coloro che lasceranno la loro testimonianza] il fanciullo di salute sta un po' meglio: lo si chiama ora "Signor Carlo" e non più "Capeto". "Perchè vi prendete cura di me?" domanda a Laurent[il nuovo comandante] che aveva ordinato di farlo lavare, guardandolo con i suoi occhi grandi. E aggiunge: "Credevo che voi non mi voleste bene".
Qualche volta Laurent lo fa salire sul terrazzo della torre, a fatica, sorreggendolo. Lì il bambino raccoglie qualche fiore smagrito, che si aggrappa ai muri della merlatura. Quando ne discende, passando davanti alla porta del terzo piano, apre la mano e sparge i fiori sulla soglia: se lo ricorda, lì dimorava sua madre, la cui sorte egli ignora.
Lo storico Beauchesne conobbe benissimo Gomin, uomo timido, ma dal cuore buono. Al Tempio Gomin abbandonerà le sue idee rivoluzionarie, avvertendone ogni giorno di più l'odiosità. Quest'uomo gentile prende a voler bene al piccolo Principe, le cui condizioni miserevoli gli destano compassione: così, all'ora di cena, gli prolunga un poco la durata dell'illuminazione (che invece Laurent gli nega); gli fa passare un po' di tempo, gli regala dei fiori, delle carte; si tudia di addolcire un po' il regolamento o gli orari, che sono sempre rigorosi.
Cerca di contenere gl'insulti e i sarcasmi verso il bambino dei commissari repubblicani di servizio: "E io vi dico, cittadini, ch'egli sarà imbecille o idiota prima di sessant'anni, se non sarà crepato prima", sbraita un giacobino incallito. Al che il piccolo Re: "Io tuttavia non ho mai fatto del male ad alcuno".
Gomin comprende a poco a poco tutta la delicatezza, la dignità fiera, la dolcezza di questa piccola anima regale, infinitamente offesa. Ma mai né lui, né Laurent infrangeranno la consegne. Fra queste vi era che fratello e sorella non potessero mai vedersi: era il regolamento. E quando un giorno il bambino, direttosi verso la camera della madre, lo implora:"Voglio rivederla, almeno una volta; permettetemi di rivederla, prima di morire...", ricacciando indietro le lacrime, il buon Gomin lo allontana.
Il 29 marzo 1795 Laurent è sollevato, su sua richiesta, dalle sue funzioni. Lo sostituisce, il giorno 31, Etien Lasne: ex guardia francese (incorporato poi nella Guardia Nazionale) egli aveva sfilato in parata alle Tuileries con il reggimento "Real Delfino", davanti al suo piccolo colonnello.
Lo storico Beauchesne, che lo incontrò in vecchiaia, strinse con lui amicizia: sia Lasne che Gomin (che, con Madame Royale, sono i testimoni più sicuri e le fonti più dirette di tutto l'affare del Tempio) certificarono con la propria firma il libro di testimonianze raccolto dallo stesso Beauchesne
[......]
Col suo carattere franco, Lasne si affeziona a questo bambino stremato, ma pure tanto amabile, così ricco di qualità interiori, di premure e di affetto, che il fango del disonore e dell'orrore avrebbe dovuto sommergere.
Negli ultimi giorni di vita, il piccolo Re non è che dignità, semplicità e perdono, come gli aveva chiesto suo padre: Lasne lo copre di premure ed ha ogni giorno per lui dei riguardi. Zoppicante, lo fa salire sul camminamento dove passa la ronda; per tenerlo allegro canta, e il bambino sorride. Il "Signor Carlo" diventa l'amico del cuore di questo soldato, figlio del popolo; e a lui, che aveva ripreso a dargli del "voi", il bimbo si rivolgerà col "tu", come un piccolo Re. A Lasne, che un giorno gli ricorda le sfilate del suo reggimento, il piccolo Principe sussurra, come in un soffio, "allora tu mi hai visto con la mia spada?"
Si avvicina intanto la fine. Il fanciullo, che aveva trascorso l'inverno accanto al fuoco, bersaglio di frequenti attacchi febbrili, colto ora da marasmi, deve restare chiuso in camera. Non riesce più a camminare e ogni movimento gli è causa di dolori atroci.
Lasne e Gomin, violando per la prima volta la consegna, osano scrivere: "Il piccolo Capeto è indisposto....è gravemente ammalato......Si teme per la sua vita". Il 6 maggio 1795 il Comitato per la sicurezza generale manda a loro il Dottor Desault, primo ufficiale di sanità presso l'ospedale dell'"Humanité". Ma è troppo tardi. Il celebre clinico se ne avvede subito: il bimbo sta morendo... Per lui ci vorrebbe dell'aria pura, della campagna, non il chiuso di una torre vetusta. Non c'è più nulla da fare; il medico si limita a prescrivergli una ricetta, a base di calmanti e di corroboranti, raccomanda gli si facciano delle frizioni, quindi torna a visitarlo.
[...]Il 1 giugno 1795 il dottorDesault muore[...]Lo sostituisce il dottor Pelletan, cui si affianca il dottor Dumangin.
Intanto il piccolo sovrano viene finalmente trasferito nella torre piccola, in una camera areata e senza serrande. Da quel momento non c'è più vera prigionia: tutti lo possono vedere, anzitutto le guardie, che del resto già lo conoscevano.
La notte tra il 7 e l'8 giugno lo stato del piccolo infermo si aggrava: chiamato d'urgenza al suo capezzale, Pelletan non si disturba a venire! Il mattino dell'8 i due medici trovano il bambino in condizioni gravissime: la povera anima soffre molto, il ventre è contratto e dolorante.
Quando i medici se ne vanno, Gomin si china in ginocchio accanto al piccolo Re che muore. Vedendolo soffrire molto, cerca di confortarlo: il bimbo gli afferra allora la mano e se la porta alle labbra. Passa qualche istante di silenzio. "Spero che ora voi non soffriate". "Oh, si, soffro ancora, ma molto meno: questa musica è così bella!" "Da dove sentite questa musica?" "Da lassù!" "Ed è molto che la sentite?" "Dacché vi siete inginocchiato vicino a me. Come? Non l'avete sentita? Ascoltate! Ascoltatela!" E con la mano il bambino indica il piano di sopra. Gomin finge di ascoltare. "Sentite! In mezzo alle altre voci ho riconosciuto quella di mia madre": sorride.
Entra anche Lasne. Il bimbo deve sopportare ancora un'ultima, terribile crisi. Gomin esce dalla camera, per scrivere e spedire al medico una richiesta urgente di soccorso. Il piccolo Re si aggrappa alla mano di Lasne: "Ti devo dire una cosa..", ma la sua testa reclina sul braccio dell'amico.
Termina così l'esistenza terrena del Re Luigi XVII. E' l'8 giugno 1795, alle due del pomeriggio. Aveva dieci anni, due mesi e dodici giorni.


Edited by sofonisba - 6/11/2006, 13:15
 
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