Articolo sul mistero di Anastasia:
Chi era Anna Anderson? I misteri irrisoltiFebbraio 1920: una ragazza viene ricoverata in una clinica tedesca. E' reduce da un tentativo di suicidio e appare smarrita e confusa. Viene registrata con il nome di Anna Anderson, ma sosterrà fino alla morte (avvenuta nel 1984) di essere la granduchessa Anastasia, figlia di Nicola II, ultimo Zar di tutte le Russie.
Luglio 1918: lo Zar, la sua famiglia e tre camerieri erano stati scortati nella notte nei meandri di un bosco degli Urali. Poco dopo, il plotone di esecuzione si era allontanato. Calarono allora nella tomba i cadaveri dei Romanov e le utime memorie dell'Impero Russo.
Dal 1920 al 1984: Anna Anderson avrà una vita tumultuosa, in più paesi, lontano dalla Russia. Continuerà a sostenere di essere la figlia dello Zar. Lo scopo e i motivi? Viene giudicata mitomane, ma anche alla stregua di un'avventuriera alla ricerca di un'eredità improbabile o del tesoro di Nicola II.
La vita di Anna non la mostra mai equilibrata, ma neanche avida di denaro e beni materiali. I più non credono alla donna, ma il governo americano cala più volte in suo favore, più che altro per screditare la rivoluzione d'ottobre e il governo sovietico. La donna racconta infatti di essere stata scortata, in quella notte tra gli Urali, da un soldato che la minacciava con una baionetta, mentre i suoi venivano uccisi e finiti con il calcio dei fucili. Anastasia era riuscita rocambolescamente a scappare ed a mettersi in salvo. E' poco credibile, e i superstiti del casato dei Romanov, dai loro luoghi di esilio, negano la parentela e persino la sconcertante e autentica somiglianza di Anna con Alessandra.
Perché? vogliono conservare memorie sepolte o hanno un interesse uguale a quello che si imputa alla Anderson: la speranza di ereditare il tesoro dello Zar?
1991: i resti dei Romanov vengono riesumati; gli scheletri conservano protesi dentarie d’oro e i segni del calcio dei fucili, ma i cadaveri sono 9 in tutto e non 11. In pratica mancano Anastasia e suo fratello Alessio.
Dopo la morte di Anna Anderson: un esame del dna esclude la parentela della donna con i Romanov. Prevale la tesi di chi la identifica con una certa Franziska Schwanzkowska, una persona assolutamente priva di ascendenti nobiliari.
Ma: come mai Anna Anderson ricordava tanti minuti dettagli della vita al palazzo reale? e perché alcuni servitori della corte russa l'avevano riconosciuta? e come mai Anna aveva un segno alla spalla e fratture ad un piede e ad una mano, del tutto identiche a quelle della principessa Anastasia?
La falsa Principessa Anastasia?Un medico disse di aver conservato in naftalina un pezzo di intestino di Anna Anderson, la presunta Principessa Anastasia, figlia dello Zar Nicola II. La donna era morta da qualche anno, quando il chirurgo che l'aveva sottoposta ad un intervento, dette notizia del reperto anatomico in suo possesso. Il tessuto si prestava ad un esame del DNA, che avrebbe potuto chiarire una volta per tutte se Anna era stata una bugiarda mitomane o veramente l'ultima dei Romanov.
L'esame si fece, comparando - sembra - il gene di Anna con quello del Principe Filippo di Edimburgo, marito della Regina Elisabetta d'Inghilterra e parente dei Romanov. Il risultato fu: no!
Anna Anderson non era della stessa famiglia.
Rimangono tuttavia diversi dubbi. Anzitutto sarebbe da vedere se il reperto anatomico impiegato era veramente di Anna e - se si - perché il medico lo aveva conservato. C'è poi da chiedersi il motivo per cui l'esame fu parametrato al DNA del Principe Filippo e non a quello di parenti più prossimi di Anastasia.
Ma la domanda più importante senza risposta è un'altra: non ci sono metodi per esami al computer di comparazioni anatomiche su base fotografica?
Fuori dai laboratori, si può tentare qualcosa, a livello empirico, cone nell'esempio che segue. L'immagine a sinistra è della piccola Anastasia; l'altra è di Anna. La linea tratteggiata nera, sotto la mandibola da l'idea di una curva identica.
ALTRO ARICOLO:
Il destino dei RomanovDall'inizio alla fine c'è ombra e mistero sulla dinastia dei Romanov. Per quasi 3 secoli la famiglia degli Zar di tutte le Russie governò un impero, quasi sempre in modo dispotico e quasi sempre incappando nelle trappole di tenebrose leggende. Già le origini si collegano ad
Anastasia Romanovna, moglie del sanguinario Ivan IV, passato alla storia con l'appellativo di Ivan il Terribile. Nel 1920, torna in scena un'altra Anastasia. La sua storia è simile a quella dello zar Alessandro. Si chiama Anna Anderson, ma dice di essere appunto Anastasia, la figlia dell'ultimo zar Nicola II, scampata alla fucilazione in cui ufficialmente trovò la morte tutta la famiglia reale.
COME LA PRINCIPESSA ANASTASIA:
Il soldato e l'eremitaUn soldato andò a cercare un eremita che aveva fama di guaritore. Accompagnava un commilitone molto malato, e con lui si addentrò nella campagna della gelida Russia. Giunto alla caverna del monaco, lo guardò un attimo e subito si inginocchiò ai suoi piedi. Quello gli fece cenno di tacere, ma il militare gridò: 'Voi siete Alexander Pavlovic, mio signore e padrone!'.
Era il 1835 circa e lo zar Alessandro I, che il soldato credette di riconoscere, era stato sepolto una decina d'anni prima nella Cattedrale di San Pietro e Paolo a Pietroburgo. Nelle esposizioni al pubblico, la bara non era mai stata aperta e solo la madre dell'imperatore (morto a soli 48 anni) aveva visto e riconosciuto il cadavere, notando però un'eccessiva magrezza di quel corpo senza vita. Successivamente, il medico - che si diceva avesse attestato la morte del sovrano - dichiarò che la firma in calce al verbale di decesso non era sua.
Tanti altri fatti sembrarono confermare il sospetto della finta morte di Alessandro: somiglianza fisica, grafia quasi uguale, ricordi della corte russa, etc. Così l'eremita - chiamato Fedor Kuzmich - ebbe varia fama: quella di santo dei miracoli e quella di vero o falso imperatore. Morì novantenne e sulla sua tomba, nel 1864 o 1867, la lapide riportava una menzione che sembrava riferirsi allo Zar.
Lo Zar Alessandro IFu un personaggio ambiguo, indeciso e spesso indolente. Costretto dalla storia a fronteggiare la grande emergenza dell'invasione francese, Alessandro riuscì a contrapporsi a Napoleone (che peraltro ammirava) ed a fissare i criteri della Santa Alleanza, per cadere subito dopo in uno stato di depressione e abulia. In pratica, fu un protagonista, senza volerlo. Poco più che ventenne, aveva quasi assistito all'assassinio del padre. Lo zar Paolo I era stato strangolato nella camera da letto; non si sa se Alessandro, che era nella stanza accanto, non aveva trovato il coraggio di intervenire o se, addirittura, aveva partecipato al complotto contro il padre. Questo fatto, comunque, gli procurò sensi di colpa e crisi mistiche che spiegherebbero una voglia di allontanarsi dal mondo e di abbandonare il potere, conquistato in maniera indegna. Forse Alessandro organizzò veramente il suo stesso finto funerale, per farsi anacoreta. Lasciò il trono al fratello Nicola I, da cui sarebbe derivata l'ultima tragica generazione dell'impero russo.
La verità giace nella tomba della cattedrale di San Pietroburgo. A quanto pare, il sepolcro di Alessandro I è stato aperto due volte: per volontà del pronipote Alessandro III e, dopo la rivoluzione, per ordine di Lenin. In entrambi i casi il cadavere non si trovò.