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| La prima fase del test del DNA sui resti trovati a Ekaterinburg si è basata sull’esame del DNA mitocondriale: questo materiale si trova nel citoplasma della cellula ovo e viene trasmesso identico dalla madre a tutti i figli, senza subire trasformazioni e mescolamenti (a differenza del DNA nucleare). Ecco perché hanno scelto come campione di riferimento Filippo di Edimburgo. Filippo è figlio di Alice di Battenberg, questa di Vittoria di Hesse, a sua volta figlia di Alice d’Inghilterra: hanno tutti lo stesso, identico DNA mitocondriale. La zarina Alessandra era sorella di Vittoria di Hesse, quindi lei e i figli hanno lo stesso, identico DNA mitocondriale di tutti i personaggi suddetti, compreso Filippo. Per questo hanno scelto Filippo e non un Romanov, pur essendo il duca di Edimburgo un parente più lontano: era l’unico vivente inserito nella stessa linea femminile. Il confronto tra il DNA nucleare, invece, per la trasformazione e il mescolamento dei cromosomi che avviene all’atto della fecondazione, produce risultati tanto più vicini e più probanti quanto maggiore è il grado di parentela (mai identici, se non tra gemelli). Questo test ha rappresentato la seconda fase ed è stato evidentemente fatto confrontando il DNA cromosomico dei poveri resti tra loro, dal quale è emerso il grado di parentela delle figlie con padre e madre e delle sorelle tra loro (visto che mancavano i resti di Alessio). La metodica è ineccepibile. Gli unici dubbi riguardano i test del ‘94 sul reperto di Anna Anderson e l’eventuale scoperta di altri resti che potrebbero essere quelli dei due cadaveri mancanti. Mi riservo di leggere notizie più scientifiche e più tecniche, prima di esprimere un parere. Quel che lascia molto perplessi è il dato antropologico, e in particolare la somiglianza e la conoscenza di tanti particolari della vita familiare nel racconto della povera Anna.
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