QUOTE (Duca d'Angouleme @ 18/10/2012, 13:57)
QUOTE (Garde Suisse @ 11/10/2012, 18:42)
Ho trovato questa vecchia discussione e dico la mia.... io sono Monarchico. Anche se a pensare alla fuga del Re Vittorio Emanuele III a Brindisi e all'8 di settembre 1943 mi si accappona la pelle.
Mah questa storia della fuga precipitosa è stata estremizzata dalla propaganda...a parte il fatto che non fuggirono precipitosamente, ma passarono la notte dell'8 settembre al ministero della guerra, è Umberto II in un'intervista a raccontare che la decisione di lasciare Roma fu presa perché ci si era resi conto che la capitale era indifendibile (ricordiamo che i tedeschi erano ancora lì vicino) se non a rischio di danni enormi e irreparabili alla città eterna (oltre a preoccuparsi per la presenza del Papa). Inoltre dal punto di vista pratico era l'unica cosa da fare: il Re era il capo dello Stato e comandante supremo dell'esercito, cosa sarebbe successo se lui o l'erede al trono fossero caduti prigionieri dei tedeschi?? Certo il Re commise un errore gravissimo, cioè quello di lasciare l'esercito senza istruzioni, ma di certo non scapparono con la coda tra le gambe.
Troppi errori da parte dei Savoia, davvero troppi. Per secoli hanno cercato di diventare re e quando ce l'hanno fatta ecco i risultati. Non dimentichiamo Mafalda di Savoia, sacrificata sull'altare come una novella Ifigenia. Un re non scappa mai, rimane col suo popolo fino alla fine. La firma delle leggi razziali, nelle quali palesemente Vittorio Emanuele III non credeva, il non aver dichiarato lo stato d'assedio a fronte della marcia su Roma, il non aver licenziato Mussolini a seguito dei gravi fatti del delitto Matteotti... poi come dicono le sue figlie, posso anche credere che Umberto II non volesse andarsene e restare a Roma da vero re (anche se in quel momento non lo era ancora) e che abbia ubbidito al padre non solo come capofamiglia ma anche come comandante supremo dell'esercito e re, ma i risultati sono quelli che conosciamo tutti. Probabile poi che il referendum sia stato pilotato (interessante il libro di Mola a riguardo), ma quando si sbaglia, e così tante volte e in maniera così grave, prima o poi si paga.
Massimo rispetto per l'istituto monarchico, dal qual peraltro discendono molti degli elementi degli istituti repubblicani odierni, ma oggi come oggi non ha più senso, a mio avviso. La sua derivazione storica e sociale è ben evidente e oggi deve restare, a mio parere, come "radice" di partenza ma non ha più senso in un contesto dove la laicità è la base della società (mi riferisco alle monarchie occidentali, naturalmente, che si originano comunque in linea diretta o indiretta dall'Impero romano).
Ho sempre amato la monarchia nelle sue varie sfaccettature, ma sono ormai convinto che è bene che questa istituzione rimanga un "alloro" del passato e basta. Certo, alcuni sovrani moderni godono di una certa popolarità ma il fatto che un re o una regina sappiano fare il loro mestiere (che è oggi è puramente di rappresentanza, quindi paragoni con sovrani assoluti non hanno senso) è troppo aleatorio perché ci si affidi a questo istituto per rappresentare un Paese. Nel caso di presidenti eletti dal popolo, perlomeno un "colpevole" a fronte di inefficienza rimane sempre il popolo che lo ha eletto, mentre un re tecnicamente è sul trono per volere divino (ovviamente in Italia, per dare un colpo anche alla botte, si è scelto di aggiungere "per volontà della nazione").