Maria Antonietta - Regina di Francia

I dolori (fisici) della Lamballe

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ultimaregina
view post Posted on 18/8/2011, 14:12




Purtroppo è un male assai comune <_< anche l'alimentazione contribuisce pesantemente, chissa' se all'epoca sapevano che mangiare, ad esempio, cibi piccanti, peggiora la situazione? :huh:
 
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celeborn36
view post Posted on 18/8/2011, 15:54




allora la Reine non ne soffriva, lei non amava i cibi piccanti
 
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view post Posted on 17/4/2013, 03:04
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Conte / Contessa

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CITAZIONE (*§Yue§* @ 2/3/2011, 11:21) 
Non ho detto questo. Semplicemente, visto l'anno, vista la situazione, ho come l'impressione - non la certezza - che servisse un personaggio di casa Savoia da infiorettare e porre sugli altari della gloria. La Lamballe si prestava perfettamente dopo tutte le zuccherose memorie uscite nell'Ottocento e nell'immaginario collettivo era una perfetta figura da santino. Tutto qui. E' la mia idea e non te la impongo.

Quoto totalmente!
Mi pare che sia ovvio il fatto che il papa volesse "iniziare col piede giusto"...e quale miglior modo se non quello di beatificare(?) una discendente dei sovrani?

Tornando alla Lamballe...è un personaggio che ho sempre adorato.
Anche io come lei se mi fossi trovato ad essere amico di una persona potente come la Reine evrei cercato di trarne vantaggio.
Se avesse dovuto decidere a chi dare un incarico retribuito avrei preferito candidarmi...un po' di ambizione non guasta.

Aggiunge che non so se sarei riuscito a tornare a Parigi. Nonostante tutto è stato pericoloso e ha avuto un tragico epilogo...non lo avrei mai fatto.

C'è anche da dire, però, che non so fino a che punto lei si rendesse conto della gravità della situazione.
Avrebbe anche potuto tranquillamente immaginare che il sovrano avrebbe dovuto approvare una costituzione, che i privilegi dei nobili sarebbero stati largamente "tagliati" ma che avrebbe potuto vivere serenamente in qualunque caso...no?


(ripeto la domanda)

Sapete se la Principessa si rendesse veramente conto dei rischi a cui andava incontro quando decide di tornare a Parigi?
 
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view post Posted on 17/4/2013, 14:26
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Marie-Antoinette

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Alle 4 del mattino sei arzillo e ti poni simili domande? Beata gioventu'!!!!
Neanch'io sarei tornata a Parigi,per quanto fosse stato forte l' affetto per la regina,ma forse noi parliamo con il senno di poi.
Certo dopo tutti gli attacchi a cui era stata sottoposta la famiglia reale,dubito che non avessero la percezione del pericolo nel quale vivevano costantemente.Onestamente non saprei rispondere alla tua domanda,certo la Lamballe doveva sapere di rischiare grosso,visto che era indicata come una delle amanti donna di Maria Antonietta,ma quanto veramente pensasse di rischiare?
Qualcuno che ha letto una biografia sulla principessa puo' rispondere piu' esaurientemente?
 
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view post Posted on 17/4/2013, 15:10
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Arciduca /Arciduchessa

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Nella sezione Personaggi dedicata alla Lamballe,( pag.25, dall'intervento di CharlesleBrun), si parla proprio di questo.

Mauro dice :"Se non ricordo male fu il suocero a farle presente che, come Sovrintendente della Maison della regina, il suo posto era al fianco della sovrana." Ebbene, ho letto anch'io qualcosa di simile, nel senso che la Lamballe era stata obbligata dal suo ruolo a ritornare.
Ho letto anche che fece testamento prima di partire, per cui sicuramente sapeva il pericolo che correva.
Visto il suo carattere però, e il sincero, leale e devoto affetto per Maria Antonietta, credo che sarebbe tornata in ogni caso.

Da quanto ho letto in questo forum e da altre fonti, doveva essere una persona estremamente sensibile, e molto buona ( e mi chiedo perchè, spesso, sono proprio questo tipo di persone, che non lo meriterebbero, a avere la fine peggiore...)

Edited by reine Claude - 18/4/2013, 08:35
 
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thea porta
view post Posted on 19/4/2013, 11:59




Scusate se m'intrometto....mi sono presentata ieri..Ciao a tutti....Ma la Lamballe non fu ghigliottinata prima della regina e poi la sua testa infilata su di un bastone e mostrata alla povera reine che svenne??Io x quel poco che so di lei...mi sembra un'anima buona...oltre a essere molto sfortunata..le muore il marito, deve rimanere vedova perchè non c'è nessuno del suo rango a occuparsi del vecchio suocero....Non poteva manco tornare a casa sua...porella.Poi se ha tirato un po' l'acqua al suo mulino male non ha fatto.....Lo dimostra il fatto che sia tornata a Parigi. Da quello che ricordo io manco il fratello della regina volle muovere un dito x aiutare la sorella....
 
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view post Posted on 19/4/2013, 12:13
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Arciduca /Arciduchessa

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Ciao Thea,

Sulla tragica morte della principessa di Lamballe, puoi consultare questa discussione https://ladyreading.forumfree.it/?t=9138836

Buona lettura ma e' una lettura triste e scioccante :cry:
 
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thea porta
view post Posted on 20/4/2013, 00:22




Ciao Marue Clotilde.....sai che il link non si apre :(
 
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view post Posted on 20/4/2013, 13:42
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Arciduca /Arciduchessa

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CITAZIONE (thea porta @ 20/4/2013, 01:22) 
Ciao Marue Clotilde.....sai che il link non si apre :(

Hai ragione, scusa.
Spero che questa volta funzioni: #entry90105582
Altrimenti trovi la discussione sulla Lamballe alla sezione Storia, voce Personaggi, titolo Madame Lamballe.
Ciao
 
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Madame de Noueilles
view post Posted on 21/4/2013, 12:39




Pensandoci un po' mi sono detta: ma nessuno sarebbe in grado di spiegare al giorno d'oggi, o almeno ipotizzare che malattia la Lamballe avesse?
 
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Boniface
view post Posted on 27/4/2013, 16:43




Cara Madame de Noueilles, provo a rispondeti a questa interessante domanda.
Oggi forse potremmo parlare di «ciclotimia», un disturbo dell'umore, ma credo che sarebbe bello soffermarci su una visone più ampia della situazione in cui la venerabile Principessa de Lamballe è cresciuta, è vissuta, è morta.
Dobbiamo secondo me non solo soffermarci sugli aspetti “clinici”, ma anche “sociali”: un quadro certo non esaustivo ma che può cominciare a farci fare un'idea.

Si è scritto che la Principessa passò la vita a perdere conoscenza per un nulla. Probabilmente fu un'esagerazione agiografica o una malcelata calunnia alla sua reputazione, sottintendendo che fossero simulazioni per fare onore alla sensibilità che le era attribuita o per attirare l'attenzione su sè stessa. Queste crisi che colpivano le donne dell'aristocrazia parigina erano considerate una vera e propria malattia, chiamata «hystérie» o più comunemente «la maladie des vapeurs». La maladie des vapeurs: un sujet à la mode, potremmo dire. «Les vapeurs, c'est l'ennui», affermava Madame d'Épinay.
1. suggestione sociale. Nel suo "La Philosophie des vapeurs" (1774), raccolta di 25 lettere scritte da una vecchia marchesa a una giovane contessa che si appresta a fare il suo ingrssso in società, Claude Paumerellele rappresenta la prima che suggerisce alla seconda come imparare ad essere donna e a prodursi nei "vapeurs" che caratterizzano il suo status aristocratico, illustrandole vari metodi per metterli in atto: mal di testa, palpitazioni, crisi di nervi, noia, malinconia, vertigini, svenimenti, spasmi, rumori di stomaco,«fureurs utérines»,… in questo filone si inserisce la fascinazione suscitata da Mesmer e le congetture riguardo la sua cura, il controverso mesmerismo, suggestione mentale tra medico e paziente (ricordo qui che nell'intrigo che Dumas mette in scena ne "La collana della Regina", vi è appunto anche la controversa idea della Regina di partecipare in incognito ad una seduta di Mesmer dove poi avviene uno dei più bizzarri scambi di persona che darà agio alla truffa orchestrata dalla contessa de La Motte: Re Luigi acconsente al desiderio della consorto solo se si farà accompagnare dalla Principessa de Lamballe)
2. effetti collaterali. Credo che non dovremmo sottovalutare il fatto che le nobildonne del settecento fossero costrette fin dalla fanciullezza dentro una sorta di corazza: i loro abiti, i loro corpetti fatti di stecche di balena, disegnati e realizzati per stringerle dentro forme artificiali che rispondessero ai canoni di bellezza del tempo, provocavano la compressione degli organi, influendo sulla respirazione e sulla digestione (nel film "La Duchessa" durante la prima notte di nozze il neo sposo, che non vede l'ora di consumare il prelibato bocconcino, si spazientisce spogliando la giovane Georgiana dalla quantità innumerevole di vestiario che indossa, dicendo: «In vita mia non non capisco perché l'abbigliamento femminile deve essere così dannatamente complicato»; e lei gli risponde: «Suppongo che sia il solo nostro modo di esprimerci»).
Proprio riguardo all'abbigliamento che così strettamente fasciava il corpo delle donne e alla cura del corpo possiamo aggiungere altre considerazioni: l'uso di coloranti per i tessuti che oggi non riterremmo certo "a norma" (pensiamo alla biacca, detta anche "bianca di piombo"[cioè a base di piombo!], l'unico pigmento conosciuto ed utilizzato per realizzare il bianco fino al XX secolo; il minio o il cinabro [che contiene mercurio] usato per realizzare il pigmento rosso ma anche in medicina come componente per la cura della sifilide [il principe de Lamballe morì anche di questa malattia]); l'uso di cosmetici che oggi non potremmo definine "naturali".
Aggiungiamo infine l'uso talvolta anche abbondante di spezie in cucina o la stessa tempistica dei pasti, spesso con cene che si protraevano nelle tarde ore notturne, forzando il mal di stomaco o causando anche delle indigestioni, o l'eccessivo consumo di caffè o cioccolato, anche come surrogati medici. In medicina, poi, non dimentichiamo l'abuso di salassi o di emetici, purghe, diuretici, lassativi e clisteri (Luigi XIV diede l’esempio, poi divenuto una moda nella sua corte, dell’uso del clistere come parte integrante dell’igiene quotidiana: per lui il clistere quotidiano era naturale così come oggi per noi lavarsi i denti!)

Tornando alla nostra venerabile Principessa de Lamballe, il dottor Saiffert attestò la gravità del suo stato di incoscienza, il suo stato maniaco-depressivo, le sue convulsioni, affermando che ella aveva quei sintomi ben prima di incorrere nel suo disastroso matrimonio con il deplorevole figlio del duca de Penthièvre.
Dicevo all'inizio come oggi potremmo parlare di «ciclotimia», un disturbo dell'umore, caratterizzato da periodi alternanti di depressione e di ipomania. Talvolta, l'alternanza dei due stati, ci sono dei periodi di normalità, in cui l'umore è stabile. L'individuo ciclotimico soffre dunque l'alternarsi di periodi di iperattività, creatività e spirito di iniziativa, con periodi di ipersonnia, apatia, lentezza di riflessi e difficoltà nella concentrazione; tipicamente durante le fasi di ipomania intraprende progetti anche grandiosi affrontati con grande entusiasmo per poi essere abbandonati appena sopraggiunge la fase depressiva. Tuttavia i sintomi dell'ipomania e della depressione non sono mai così gravi da compromettere gravemente la vita sociale e lavorativa dell'individuo. La ciclotimia è una forma meno invalidante del disturbo bipolare.
Credo si potrebbe riconoscere l'ipomania nel periodo che va dal ritorno a Parigi nel novembre 1791, infatti molti dei suoi biografi concordano su un suo miglioramento di salute durante la permanenza alle Tuileries, anche se, pur avendo giocato senz'altro un ruolo importante, sappiamo ben poco della sua attività politica a favore dei Sovrani in quel periodo (per esempio Madame Campan ricorda nel capitolo VIII della 2° parte delle sue memorie l'inchiesta condotta dalla principessa sulla fedeltà delle persone che componevano il seguito della Regina); dopo i fatti del 10 agosto potrebbe essere subentrata la fase depressiva, tanto che la notte del 19 agosto, quando a mezzanotte i funzionari civici si presentano al Temple con l'ordine di allontanare tutte le persone che non appartengono alla famiglia reale per portarle a La Force, la Regina affidò la principessa a Madame de Touzel, chiedendole di proteggere la vulnerabile amica e di rispondere in vece sua ove possibile, qualora interrogate (così ricorda nelle sue memorie: «La Reine vint sur le champ dans la chambre de madame la princesse de Lamballe, dont elle se sépara avec une vive douleur. Elle nous témoigna, à Pauline et à moi, la sensibilité la plus touchante, et me dit tout bas:"Si nous ne sommes pas assez heureux pour nous revoir, soignez bien madame de Lamballe ; dans toutes les occasions essentielles prenez la parole, et évitez-lui, autant que possible, d'avoir à répondre à des questions captieuses et embarrassantes"»).
À bientôt
 
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Madame de Noueilles
view post Posted on 27/4/2013, 17:40




Bellissima analisi. Grazie. Sono... stupefatta.
 
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Czech
view post Posted on 30/12/2013, 23:24




Ma era lei che aveva le mani deformate o altra dama?
 
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72 replies since 8/1/2010, 22:26   4303 views
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