Ecco un altro celeberrimo ritratto, dipinto da Francisco Goya e intitolato "
La famiglia di Carlo IV"
Nel 1799 Goya era stato nominato "primo pittore di corte" e un anno dopo, precisamente nel marzo del 1800, si accingeva a dipingere nella residenza di Aranjuez questo grande ritratto della famiglia reale, il più celebre tra quelli dei regnanti di Spagna.
Di particolare interesse è la serie di schizzi preparatori, in cui l'artista è riuscito a cogliere, con grande penetrazione psicologica, il carattere di ciascun personaggio.
Purtroppo dei dieci abbozzi, allora realizzati, non ne restano che cinque, comprendendo quelli conservati al Museo del Prado.
Secondo alcuni questo ritratto è ironico: il pittore prende in giro la famiglia reale, ma grazie alla sua fama e alla stupidità della corte, ciò non verrà mai scoperto né l'artista subirà sanzioni. Secondo una critica più recente, però, che fa capo allo storico dell'arte e biografo di Goya Robert Hughes, ogni intento caricaturale va escluso: Goya era il pittore di corte, aveva dipinto e dipingerà i membri della famiglia reale molte altre volte e non si sarebbe sognato mai di compromettere la sua posizione con un'inopportuna ironia. Anzi, forse cercò perfino di abbellire un poco i suoi sgradevoli committenti. E se i reali di Spagna non furono del tutto soddisfatti dell'opera, ciò avvenne perché la giudicarono troppo modesta come sfondo: l'angolo di una sala, due tele anonime alle spalle.
La scena è illuminata da un raggio di luce che mette in risalto gioielli ed abiti dei regnanti.
La struttura dell'opera vede i due gruppi di familiari ai lati e al centro le figure di
Carlo IV e di
Maria Luisa. Tra di loro c’è l’
infante Francisco, che le malelingue allora dissero essere figlio del ministro Godoy, amante della regina. Vicino alla regina c’è
Doña Isabel, che -qualche tempo dopo il dipinto- viene proposta come sposa a Napoleone Bonaparte, ormai imperatore dei Francesi, per ottenere un commento lapidario: “
Non voglio ricorrere a una casata in declino per produrre eredi”.
La principessa diventerà successivamente la moglie del principe ereditario di Napoli e Sicilia, Francesco di Borbone.
Partendo dall'estrema sinistra del dipinto abbiamo l'
infante Carlos Maria Isidoro. Dietro di lui, nell'atto di dipingere, c'è lo stesso
Goya. (Quasi un richiamo a "Las meninas" dove Velazquez si dipinse sullo sfondo mentre eseguiva l'opera).
Il giovane in abito azzurro è
Ferdinando, che sarà re dopo il padre, in una delle fasi più controverse della storia della nazione; gli è accanto la fidanzata che volge il viso verso il fondo, nascondendolo all'osservatore: Goya ricorre a questo espediente poiché, al momento della stesura dell'opera, la fidanzata non è ancora stata scelta. Successivamente Ferdinando si sposerà tre volte.
Tra Ferdinando e la fidanzata si vede
Maria Josefa, sorella del Re. Nel 1768, morta la regina di Francia Maria Leszczyńska, si pensò di darla in moglie al re Luigi XV, ma il progetto non andò a buon fine (Luigi XV rifiutò a causa della troppo giovane età della ragazza, che aveva allora 24 anni) e la principessa non si sposò mai.
Abbiamo poi, come gìà accennato, l'infanta Isabel, la regina, l'infante Francisco e il Re.
Dietro il re compaiono il fratello
Don Antonio Pascual; l'
infanta Carlota Joaquina di profilo, figlia della coppia reale;
Luigi d'Etruria, nipote di Maria Antonietta (essendo figlio della sorella Maria Amalia) con la moglie
María Luisa, figlia del Re che tiene in braccio il piccolo
Carlos.
Le figure sono disposte secondo la loro importanza, ma l'artista ha colto i personaggi in un momento di distrazione, che rivela al suo occhio disincantato tutta la loro mediocrità, il loro orgoglio e la loro vanità.
Immagine della corte madrilena e dunque simbolo del potere, essi sono vestiti con uniformi eclatanti e vesti la cui fastosità rende ancora più vivo il senso di vuoto e di precarietà emanato dai volti.
Da rilevare la fluidità della pennellata, dovuta all'uso di colori molto diluiti in acqua che permette al pittore di ottenere quei passaggi graduati dai bruni ai rossi, dai gialli ai bianchi e ai dorati, che fanno di quest'opera una delle più ammirate dell'arte spagnola.