Maria Antonietta - Regina di Francia

I Savoia

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view post Posted on 12/11/2013, 15:26
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Arciduca /Arciduchessa

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Elena, sei fantastica!
Siccome la Valle di Susa (che amo tanto) non ha piu' segreti o quasi per me e mio marito, siccome giriamo molto in moto sulle Alpi tra Italia, Svizzera e Francia, ho dato stupidamente per scontato che tutti conoscessero la geografia dei luoghi che fanno da sfondo alla storia dei Savoia. Ottima idea la tua; grazie per i tuoi contributi, come sempre azzeccati e precisi.

Nel Trecento-Quattrocento, il periodo che stavamo guardando, le elites d'oltralpe erano le protagoniste della storia dell'epoca: il centro del potere era in Savoia. Situazione che si capovolgera' a partire dal Cinquecento. In questi secoli, parlando di Savoia, non ha ancora senso parlare di Italia o di Francia: lo stato sabaudo era un'entita' politica distante tanto dalla penisola italica quanto dalla Francia. Come ha detto la guida a Chambery, "ci dicono che noi prima eravamo italiani e poi siamo diventati francesi. No! Noi prima eravamo sabaudi e poi siamo diventati francesi."
L'identita' geografica e' quella rappresentata in azzurro nella cartina di Elena: vedo che li' i Savoia avevano gia' conquistato il tanto agognato sbocco sul mare, con la conquista di Nizza. Siamo sicuramente dopo l'entrata di Amedeo VII in Nizza, nel 1388.

CITAZIONE
I monumenti che ha citato Silvia, il castello di Chambery e la Sainte Chapelle, le rovine del castello di Le Bourget e l'abbazia di Hautecombe, si trovano allineati sul lato sinistro (ovest) del lago.
Mentre il castello di Chillon si trova sulla punta destra (est) del lago di Ginevra.
Bisogna proprio andare in Francia o in Svizzera per vederli.....

A parte i monumenti, sono anche dei bellissimi posti. Sono stata due volte a Chambery e tre ad Annecy; Chillon non la conoscevo in fotografia, ne avevo sempre letto senza che mi venisse la voglia di cercare su internet. Abbiamo gia' in programma un giretto a breve, neve permettendo (bisogna passare il Gran San Bernardo e ci piacerebbe fare l'antica via e non il tunnel).
Solo una precisazione: il castello di Chambery si trova nel centro della citta' che non e' affacciata direttamente sul lago, come si vede dalla cartina.

Edited by Maria Clotilde - 12/11/2013, 15:44
 
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view post Posted on 12/11/2013, 15:52
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Marie-Antoinette

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Beata te, Silvia, che hai un marito con gli stessi interessi! Io invece sono molto più limitata, purtroppo.
Pertanto, raccontaci più che puoi delle tue esperienze.
 
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view post Posted on 12/11/2013, 16:13
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Arciduca /Arciduchessa

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CITAZIONE (elena45 @ 12/11/2013, 14:17) 
....ricordo come una visione una costruzione imponente sulla cima di un colle che mi colpì quando percorsi, molti anni fa, la strada per Sauze d'Oulx.
Forse quello che vidi era il più famoso complesso abbaziale del Piemonte, simbolo della regione:
.......

Il profilo del monte Pirchiriano, con in cima la Sacra di San Michele, e' inconfondibile. Nelle giornate di foschia o di nebbia sembra davvero una visione, come scrive Elena. I Savoia non parteciparono alla sua costruzione ma la rinascita della Sacra si deve a Carlo Alberto.
E' un luogo molto suggestivo.
Mi permetto di completare le informazioni fornite da Elena con qualche fotografia e un breve resoconto di viaggio che ho scritto qualche tempo fa per un'amica.

Ci alziamo all’alba. Sistemati cane, pesci, giardino e gli scarsi bagagli, si parte! Meta: Chambery.
Esistono una comoda (e costosissima) autostrada e un altrettanto comodissimo (e costosissimo) tunnel, quello del Fréjus, che collegano l'Italia alla Francia ma noi, da veri motociclisti, non li prendiamo nemmeno in considerazione e scegliamo di percorrere i due valichi alpini del Monginevro e del Moncenisio. Ora, chiedete a qualsiasi valligiano delle Alpi nord-occidentali da quale valle e quale valico sia passato Annibale con i suoi elefanti per andare alla conquista di Roma e vi risponderà che sicuramente era passato attraverso la sua valle :) Monginevro e Moncenisio ovviamente sono due tra i valichi più quotati. In assenza di fonti storiche certe che dirimano definitivamente la questione (Polibio e Livo citano il fiume Isère e poi il valico delle Alpi ma senza mai nominarlo), ci illudiamo anche noi che il valico che stiamo percorrendo in quel momento sia lo stesso calcato dagli elefanti circa 2200 anni fa.
Puntiamo verso la prima meta: Avigliana, all’imbocco della Valle di Susa. Il paese e’ noto per due laghetti, chiamati con pochissima fantasia il Lago Piccolo e il Lago Grande. Sono stati salvati dall’inquinamento e sono un parco naturale; il lago piccolo ha un ecosistema così delicato che e’ proibito persino entrarvi con barche a remi o canoe.
A fianco dei due laghi parte la salita verso la nostra prima tappa: la Sacra di San Michele, monumento simbolo della Regione Piemonte. La vista e’ davvero suggestiva.


Monte Pirchiriano (foto da www.custos.unibari.eu/)

L’abbazia fu fondata sul finire del 900, su uno sperone roccioso, a 962m slm, dal conte Hugo di Montboissier, signore dell'Alvernia, che era andato a chiedere indulgenza per il suo passato a Papa Silvestro II e aveva ricevuto, come penitenza, il compito di scegliere fra un esilio di 7 anni e l'impresa di costruire un'abbazia. Scelse come posto il monte Pirchiriano, così si chiama lo sperone roccioso, già sede di un’eremita, Giovanni Vincenzo, e affidò la sua opera ai monaci benedettini. L’abbazia fu per secoli punto di sosta per i pellegrini che si recavano a Roma, centro culturale internazionale ed ottenne anche l’autonomia sia dall’autorità’ temporale sia dal vescovo di Torino. Alla fine del ‘300, in seguito al malgoverno dell’ultimo abate, Amedeo VI di Savoia, il conte Verde, ottenne di abolire la figura dell’abate monaco, sostituito da un commendatario, che, lontano dall’abbazia, godeva delle sue rendite. Maurizio di Savoia, che fu commendatario, nel 1622 ottenne dal Papa la soppressione del monastero, da secoli ormai in decadenza, abitato solo da tre monaci.
Solo nella prima metà dell’Ottocento la Sacra tornerà ad essere abitata, per volere di Carlo Alberto di Savoia, che fu fautore dell’insediamento stabile della congregazione religiosa di Antonio Rosmini; ancora oggi l’abbazia e’ gestita dai padri rosminiani. Il re affidò loro anche 24 salme dei principi sabaudi, provenienti dal Duomo di Torino.

Accanto ai ruderi del sepolcro dei monaci e del monastero nuovo, risalenti al X - XIV secolo, notevoli sono la facciata, con la sua altezza di 41 metri, e lo Scalone dei Morti, cosi’ detto perche’ in una nicchia della parete laterale erano custoditi alcuni scheletri di monaci, abati e illustri esponenti dell’ordine. E io che pensavo si chiamasse così perché chi arriva in cima alla ripida scalinata con tutti quegli scalini…. e’ quasi morto di stanchezza! ;)



Facciata con l’abside della chiesa sulla sommità


ultimo tratto dello Scalone dei Morti

Bellissimo, al termine della scalinata il Portale dello Zodiaco, del 1100 circa, opera firmata dal Maestro Nicolao, di origini piacentine. Ancora più antico, risalente alla costruzione del conte Hugo, e’ il portale romanico che funge da ingresso alla chiesa.




Portale dello Zodiaco



Portale romanico della chiesa (l’ultima foto e’ dal sito ufficiale)

Ci sarebbero ancora molte opere di cui parlare ma accenno solo alla chiesa tardo romanica – gotica, in cui si notano diversi stili di diverse epoche stratificati. Particolare e’ la cima del monte Pirchiriano che affiora dentro la chiesa, ad indicare che questa e’ stata costruita sul punto più elevato del monte.


Cima della montagna (dal sito ufficiale)


Trittico di Defendente Ferrari


La primitiva cappella (dal sito ufficiale)

Infine, come ogni sito storico degno di questo nome, anche alla Sacra di San Michele e’ legata una leggenda. Riporto dal sito ufficiale www.sacradisanmichele.com/
Il muraglione perimetrale delle Rovine termina con una torre a strapiombo sul precipizio del monte: è la cosiddetta Torre della Bell’Alda, che prende il nome dall’omonima leggenda.
Si narra di Alda, una fanciulla paesana venuta alla Sacra per pregare contro i mali della guerra; ha purtroppo la sventura di essere sorpresa dai soldati nemici, così tenta di sfuggire al loro assalto, ma non avendo altra via di scampo si getta nel burrone invocando l’aiuto di San Michele e della Vergine. Si salva e rimane illesa in fondo al precipizio.
Purtroppo questo favore celeste fu da lei male usato: per vanità e denaro s’immagina di poter fare un secondo salto e agli increduli suoi compaesani si offre di ripetere il volo, ma trova orribile morte dove prima aveva trovato l’inatteso scampo.
Lo storico Gallizia è il primo che nel 1699 parla della leggenda e pare che il fatto sia accaduto ai suoi tempi, infatti egli scrive: "Tanto ci raccontavano i vecchi che erano coetanei ai tempi ne' quali ciò successe
".


Torre della Bell’Alda

Questo luogo, attorno al monte Pirchiriano, fu anche quello dove si scontrarono l’esercito di Carlo Magno con le forze longobarde di re Desiderio, nel 774 con la battaglia delle Chiuse, che si concluse con la vittoria dei Franchi
 
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view post Posted on 12/11/2013, 21:03
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Marie-Antoinette

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Grazie! Le foto sono magnifiche.

Piccolo OT. Notizia di poche ore fa: nel cantiere di Chiomonte la "talpa" ha cominciato a scavare il tunnel della Tav, nella tua amata Val di Susa.
www.corriere.it/cronache/13_novembr...30e8bb565.shtml



Che ne pensi? In tutta sincerità te lo chiedo, scevra da polemiche.
 
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view post Posted on 13/11/2013, 11:46
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Marie-Antoinette

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Tornando ai Savoia, questo che vi propongo è un tentativo interessante di approccio alla Casa Savoia a partire dalle scuole, per una maggiore conoscenza senza pregiudizi: www.artito.arti.beniculturali.it:81...-delle-classi-v

E' il sito di Villa Regina, gestito dal Ministero Beni Culturali, che, ovviamente, contiene notizie, foto e attività.
 
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view post Posted on 13/11/2013, 12:28
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Arciduca /Arciduchessa

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CITAZIONE (elena45 @ 12/11/2013, 21:03) 
Piccolo OT. Notizia di poche ore fa: nel cantiere di Chiomonte la "talpa" ha cominciato a scavare il tunnel della Tav, nella tua amata Val di Susa.
Che ne pensi? In tutta sincerità te lo chiedo, scevra da polemiche.

Cara Elena, ho capito lo spirito con cui mi hai posto la domanda e ti rispondo volentieri ma, per non appesantire l'OT e per ragioni di opportunita', preferisco risponderti con un messaggio privato, se non ti dispiace.
 
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view post Posted on 13/11/2013, 16:07
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Marie-Antoinette

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OK. Non mi interessa, infatti, un parere politico, ma solo un parere di prima mano sull'effettivo impatto ambientale.

Intanto, spero di fare una cosa utile alla discussione, proponendo il mio solito schemino:

Tratto da http://genealogy.euweb.cz/savoy/savoy1.html

E' la dinastia dei conti di Savoia, rappresentata dai personaggi principali. Se ne ho tralasciato qualcuno che sia altrettanto significativo, me lo farete notare.
Ho evidenziato anche i rapporti dinastici con i duchi e i conti di Borgogna, che erano legati anche alla prossimità degli stati.
Non sono riuscita a trovare un immagine storica, ma considerando l'antico ducato di Borgogna approssimativamente corrispondente alla Borgogna attuale, l'antica contea di Borgogna all'odierna Franca Contea, e la Savoia inserita nell'attuale regione Rodano-Alpi, potete constatare che erano confinanti.



Lo schema genealogico relativo al Ducato di Savoia e al Regno di Sardegna lo trovi qui: #entry512076180

Edited by elena45 - 14/11/2013, 15:49
 
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view post Posted on 16/11/2013, 21:04
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Arciduca /Arciduchessa

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Concludo il discorso del rapporto tra i conti di Savoia del ‘300 e gli artisti con Amedeo VI, il Conte Verde, il conte protagonista della spedizione in Oriente, l’eroe di Gallipoli, il liberatore dell’ imperatore bizantino Giovanni V Paleologo, suo cugino.

Sigillo del Conte Verde


Dopo Aimone, le spese per l’arte subirono inizialmente una battuta d’arresto o, almeno, ci sono pochi documenti che riportanocommissioni artistiche. Dopo la morte di Giorgio dall’Aquila, non si ha traccia di una sua sostituzione come pittore di corte, fino a inizio ‘400 quando troviamo Jaquerio, Boso e Bapteur.
Ci furono delle spese per i castelli di Chambery e di Le Bourget in occasione del passaggio di Carlo VI di Lussemburgo nel suo viaggio verso Roma; sono riportate spese per la ristrutturazione di Le Bourget, per dipingere le camere, per riparare le vetrate, per costruire un nuovo forno. Il conte e’ spesso assente dalla contea per i suoi impegni militari e l’amministrazione e’ demandata a Bona di Borbone, sua moglie, figlia di Pietro di Borbone e Isabella di Valois.
La novita’ introdotta nel mecenatismo sabaudo da parte di Amedeo VI e di Bona e’ il ricorso ad intermediari, per le spese sul mercato parigino di opere di oreficeria, avori, vestiti e tessuti preziosi, armature: si tratta degli stessi banchieri e mercanti d’arte genovesi e lucchesi gia’ attivi anche per i grandi collezionisti fautori dell’acme del gotico internazionale in Francia, Carlo V di Valois e il duca Giovanni di Berry.
Il matrimonio tra il primogenito di Amedeo VI, Amedeo anch’egli, e Bona di Berry, celebrato nel 1377 a Parigi nel palazzo reale di Saint-Pol, fatto costruire da Carlo V, presente all’evento, frutto’ una cospicua dote al conte sabaudo (e fu concausa dell’indebitamento del duca Giovanni con fornitori e intermediari a Parigi), utilizzata in parte per spese suntuarie a Parigi. Al tempo stesso Amedeo VI ebbe modo di conoscere e di avvalersi anch’esso degli stessi intermediari utilizzati dal duca di Berry per i suoi acquisti parigini. Dal lato loro mercanti e banchieri si premuravano di soddisfare i gusti del conte di Savoia, parente stretto di uno dei loro migliori clienti ;)
Tra le opere acquistate sul finire del Trecento, a Parigi, dal Amedeo VI con questo sistema vi fu una partita di centocinque paramenti d’arazzo in in stile gotico con “disegni araldici, rose, pappagalli, fontane”, presi dal mercante Nicolas Bataille, andati perduti. Qui emerge l’adeguamento dei gusti dei conti di Savoia a quelli in auge alla corte francese: lo stesso Bataille ottenne commissioni importanti anche dall’aristocrazia francese, da Luigi I d’Angio’, fratello di Carlo V (tappezzeria con l’Apocalisse Angers, Musee de Chateau) e dal duca Luigi d’Orleans, secondogenito di Carlo V. Bataille agiva anch’egli come intermediario tra la nobilta’ e gli artisti tessitori e ricamatori.

In mancanza degli arazzi di Amedeo, qualche immagine dell’arazzo dell’Apocalisse:




Sempre perduti sono “pettini e valve di specchio in avorio, numerosi …. elmi in argento con le rispettive custodie in cuoio, tazze e globets d’oro e d’argento, … piume verdi, da fissare agli elmi, berretae verdi, un cappello rosso con piuma rossa per il principe Amedeo (futuro Amedeo VII, il Conte Rosso), diverse cinture (una verde con un ricamo di nodi d’amore, margherite e bordo dorato; un’altra, sempre in seta verde, con piccole appliques in argento dorato a forma di leoncini e aquile; una d’oro con appliques d’argento a forma di aquile e leoni), bottoni dorati con rubini e smeraldi, selle dipinte di verde, mantelli in tessuto verde foderate in raso, partite di perle, tela di Reims.” Quanto verde! Il Conte Verde era detto cosi’ perche’ amava vestirsi completamente di verde, il suo colore anche ai tornei, alle giostre e nelle spedizioni militari cui partecipo’ con un grande successo d’immagine e personale.
Infine lavoro’ per Amedeo VII, e poi per Amedeo VIII, il pittore e miniatore Boso, di Saint Marcel (nella castellania di Quart, Valle d’Aosta), che intervenne a Ripaille, Thonon, Evian, Chambery, Pont d’Ain e Notre-Dame de Saint Bon. Nulla e’ rimasto di questi cicli decorativi, purtroppo.

(L’affermarsi della corte sabauda, a cura di Paola Bianchi e Luisa Clotilde Gentile, , Silvio Zamorani editore - in particolare il saggio di S. Castronovo)
 
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view post Posted on 16/11/2013, 22:20
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Marie-Antoinette

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Questo dovrebbe essere Amedeo VI
 
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view post Posted on 17/11/2013, 11:08
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Marie-Antoinette

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Maria Clotilde. sei preziosa!
Mi hai fatto conoscere una chicca di cui ignoravo l'esistenza, gli arazzi di Angers, ma soprattutto mii hai introdotto nel mondo dell'arte medievale che, purtroppo ho sempre trascurato, affascinata dall'arte rinascimentale. Grazie!
 
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view post Posted on 16/1/2014, 03:53

Nobile

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Aprofitto della discussione già aperta su Savoia, mi son presentato dicendo che avrei aperto una nuova discussione per una mia ricerca, ma credo possa andare bene mettersi in coda a questa.

Vengo al dunque: probabilmente ho messo l'occhio su di un baule nuziale appartenuto o alla moglie di Carlo Emauele I, Caterina d'Asburgo, Infanta di Spagna, o alla madre di lui, Margherita di Valois moglie del Duca Emanuele Filiberto.

Il legname, la fattura, non lasciano spazio a dubbi: il baule si colloca in quel secolo. Lo stemma al centro, sopra il ritratto dei due sposi, scolpito in bassorilievo, raffigura l'aquila coronata con le 5 punte del ducato ed è l'arme dei Savoia all'epoca. Il ritrovamento fa pensare ad un trafugamento da parte della marmaglia dell'esercito francese, suffragato dalla forzatura della serratura, che si è servito del contenuto abbandonando poi il baule, raccolto da qualche popolano e ritrovato il secolo scorso in una stalla.

Più debole la versione che possa esser stato donato a qualche serva della duchessa, o di altro discendente appunto per via della forzata apertura del coperchio. In tal caso credo che il donante l'avrebbe svuotato senza necessità di dovervi forzare la serratura. Il luogo di ritrovamento, Mollar dei Franchi, fa anche pensare che qualche soldato, appropriatosene ed essendovsi stabilito in tale borgata lo abbia utilizzato come arredo per la nuova dimora: il nome è significativo di una colonia di soldati francese non più rientrati che si son stabiliti poi in quel luogo.


Sto parlando del comune di Giaveno, meta mi pare nel 1586. di un soggiorno dei due neomaritati duchi Carlo Emanuele e Caterina di Spagna, ospiti nel locale castello. Da un testo del Claretta risulta che il "consiglio comunale" si era prodigato per offrire dei doni alla sposa: un calice che qualcuno doveva andare a comprare in Torino, una somma di denaro ed altre cose. Son più che mai convinto che tra le altre cose ci possa essere questo baule nuziale e che le effigia nel medaglione centrale possano essere le loro.

Un solo dubbio mi nasce dal fatto che ambedue non indossino quel collare tutto ad onde che vedi in parecchi dei loro ritratti ufficiali: collare che invece non trovo nei genitori di lui. per cui quello poteva essere il baule della Margherita di Valois che ha creduto bene donare alla nuora... forse!

Penso che solo la vostra esperienza nel giudicare l'abbigliamento possa dipanare qualche nebbia. Di lei in particolare, perchè lui è praticamente nascosto. Non ho trovato nessuna raffigurazione d'epoca che illustrasse una dama con un ornamento ai capelli come quello che compare su questo baule. Forse il vostro occhio attento riiscirà in poco tempo ad offrire delle risposte.

Scusate se non soddisfo per ora la vs curiosità sull'insieme del baule: posto solo la foto del medaglione poi con calma, se lo desiderate, vi farò avere il resto.

Credo di non esser fuori del seminato rispetto al regolamento del vostro sito, Maria Antonietta è molto prossima ai miei personaggi, altrimenti ditemelo e per chi volesse si potrà continuare la ricerca tramite msg privata su mail. Fiducioso in grosse novità da parte di voi tutti vi saluto e resto in attesa.

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Medaglione centrale

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particolare dello stemma

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particolare dell'acconciatura

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particolare della collana

Edited by angeanna - 16/1/2014, 14:18
 
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Admiral Makarov
view post Posted on 16/1/2014, 16:13




ciao, premetto che non sono una grande esperta di moda e neppure dei Savoia (anzi, li odio...) però la storia di questo baule mi intriga e sto cercando di capirci qualcosa....
volevo farti una domanda: quando dici che i due sposi nei loro ritratti ufficiali indossano sempre un "collare"m che cosa intendi? La gorgiera di pizzo o qualche sorta di decorazione o collana?
Inoltre ho notato che lui in testa ha qualcosa che somiglia ad una corona di alloro...forse potrebbe essere utile per identificarlo..
E l'acconciatura di lei richiama ad un periodo storico antecedente il 1585, anno del matrimonio tra Carlo Emanuele e Michela

Edited by Admiral Makarov - 16/1/2014, 16:30
 
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view post Posted on 16/1/2014, 17:02

Nobile

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Ciao,
per collare intendo quella specie di paralume attorno al collo, credo inamidato, si può vedere dall'effigie nella sua moneta che ti allego

carloemanuele

Ho sempre creduto trattarsi di Carlo Emanuele I e di sua moglie Caterina ( non Michela), ma appunto quel particolare a cui non avevo sin'ora fatto caso da qualche giorno mi ha fatto sorgere il dubbio: per ragioni di "vicinanza", di luoghi storici frequentati da entrambi, per le possibilità di contatto di quel baule con il comune e il territorio posso pensare che, se antecedente possa trattarsi dei ritratti del padre e della madre, di Margherita di Valois e del Duca Emanuele Filiberto, ed in parte mi sembra gli abiti di lei possano giustificare tale supposizione.

Confermo, la di lui testa è cinta da una corona di alloro. Noto solo ora che sulla moneta Carlo Emanuele I non porta corone d'alloro, quindi probabilmente la mia vecchia convinzione è errata.

Attorno al medaglione centrale ci sono delle grottesche, che so essere di moda in casa Savoia, ma che non so interpretare: vi metto le foto se potessero aiutare a collocare il manufatto.

1oyw
a sinistra dalla parte del ritratto maschile

n1io
invece dalla parte di lei
 
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Boniface
view post Posted on 16/1/2014, 17:37




CITAZIONE (angeanna @ 16/1/2014, 17:02) 
per collare intendo quella specie di paralume attorno al collo, credo inamidato

Il "paralume" inamidato di cui parli si chiama gorgiera (http://it.wikipedia.org/wiki/Gorgiera_%28abbigliamento%29); saperne il nome spero ti possa aiutare nella tua affannosa ricerca.

CITAZIONE (angeanna @ 16/1/2014, 17:02) 
Ho sempre creduto trattarsi di Carlo Emanuele I e di sua moglie Caterina ( non Michela)

L'Infanta di Spagna figlia di Filippo II che sposò Carlo Emanuele I di Savoia portava entrambi i nomi: Catalina Micaela de Austria (1567-1597), figlia del Re e della sua terza moglie Elisabetta di Valois (Francia).
Accertata la precisa identità del personaggio che stai cercando, non resta che augurarti
BUONA CACCIA! :cd08785afu4.gif:
 
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Boniface
view post Posted on 16/1/2014, 18:06




CITAZIONE (Admiral Makarov @ 16/1/2014, 16:13) 
l'acconciatura di lei richiama ad un periodo storico antecedente il 1585, anno del matrimonio tra Carlo Emanuele e Michela

In effetti sembra più un'acconciatura del primo '500...
La butto lì: non potrebbe essere più antico il baule, e rappresentare Filiberto II di Savoia (1480-1504) e la sua seconda moglie Margherita d'Austria (1480-1530) [le rotondità del viso sono molto simili ai ritratti che si possono vedere in internet], oppure Carlo II di Savoia (1486-1553) e sua moglie Beatrice d'Aviz (1504-1538) [Beatriz de Portugal, Duquesa de Saboia], genitori di Emanuele Filiberto?
Magari il materiale fu riutilizzato a metà del '500 per assemblare un nuovo baule, o si è scelto di rappresentare una delle due coppie più antiche per omaggiare l'Infanta Catalina Micaela ricordandole i vincoli di parentela che la legavano a Casa Savoia...
Boh!, butto sul tavolo un po' di idee giusto per renderti più complicato il lavoro ^_^
 
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170 replies since 15/1/2013, 14:21   13413 views
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