CITAZIONE (elena45 @ 12/11/2013, 14:17)
....ricordo come una visione una costruzione imponente sulla cima di un colle che mi colpì quando percorsi, molti anni fa, la strada per Sauze d'Oulx.
Forse quello che vidi era il più famoso complesso abbaziale del Piemonte, simbolo della regione:
.......
Il profilo del monte Pirchiriano, con in cima la
Sacra di San Michele, e' inconfondibile. Nelle giornate di foschia o di nebbia sembra davvero una visione, come scrive Elena. I Savoia non parteciparono alla sua costruzione ma la rinascita della Sacra si deve a Carlo Alberto.
E' un luogo molto suggestivo.
Mi permetto di completare le informazioni fornite da Elena con qualche fotografia e un breve resoconto di viaggio che ho scritto qualche tempo fa per un'amica.
Ci alziamo all’alba. Sistemati cane, pesci, giardino e gli scarsi bagagli, si parte! Meta: Chambery.
Esistono una comoda (e costosissima) autostrada e un altrettanto comodissimo (e costosissimo) tunnel, quello del Fréjus, che collegano l'Italia alla Francia ma noi, da veri motociclisti, non li prendiamo nemmeno in considerazione e scegliamo di percorrere i due valichi alpini del
Monginevro e del
Moncenisio. Ora, chiedete a qualsiasi valligiano delle Alpi nord-occidentali da quale valle e quale valico sia passato Annibale con i suoi elefanti per andare alla conquista di Roma e vi risponderà che sicuramente era passato attraverso la sua valle
Monginevro e Moncenisio ovviamente sono due tra i valichi più quotati. In assenza di fonti storiche certe che dirimano definitivamente la questione (Polibio e Livo citano il fiume Isère e poi il valico delle Alpi ma senza mai nominarlo), ci illudiamo anche noi che il valico che stiamo percorrendo in quel momento sia lo stesso calcato dagli elefanti circa 2200 anni fa.
Puntiamo verso la prima meta:
Avigliana, all’imbocco della Valle di Susa. Il paese e’ noto per due laghetti, chiamati con pochissima fantasia il Lago Piccolo e il Lago Grande. Sono stati salvati dall’inquinamento e sono un parco naturale; il lago piccolo ha un ecosistema così delicato che e’ proibito persino entrarvi con barche a remi o canoe.
A fianco dei due laghi parte la salita verso la nostra prima tappa: la
Sacra di San Michele, monumento simbolo della Regione Piemonte. La vista e’ davvero suggestiva.
Monte Pirchiriano (foto da www.custos.unibari.eu/)
L’abbazia fu fondata sul finire del 900, su uno sperone roccioso, a 962m slm, dal conte Hugo di Montboissier, signore dell'Alvernia, che era andato a chiedere indulgenza per il suo passato a Papa Silvestro II e aveva ricevuto, come penitenza, il compito di scegliere fra un esilio di 7 anni e l'impresa di costruire un'abbazia. Scelse come posto il monte Pirchiriano, così si chiama lo sperone roccioso, già sede di un’eremita, Giovanni Vincenzo, e affidò la sua opera ai monaci benedettini. L’abbazia fu per secoli punto di sosta per i pellegrini che si recavano a Roma, centro culturale internazionale ed ottenne anche l’autonomia sia dall’autorità’ temporale sia dal vescovo di Torino. Alla fine del ‘300, in seguito al malgoverno dell’ultimo abate, Amedeo VI di Savoia, il conte Verde, ottenne di abolire la figura dell’abate monaco, sostituito da un commendatario, che, lontano dall’abbazia, godeva delle sue rendite. Maurizio di Savoia, che fu commendatario, nel 1622 ottenne dal Papa la soppressione del monastero, da secoli ormai in decadenza, abitato solo da tre monaci.
Solo nella prima metà dell’Ottocento la Sacra tornerà ad essere abitata, per volere di Carlo Alberto di Savoia, che fu fautore dell’insediamento stabile della congregazione religiosa di Antonio Rosmini; ancora oggi l’abbazia e’ gestita dai padri rosminiani. Il re affidò loro anche 24 salme dei principi sabaudi, provenienti dal Duomo di Torino.
Accanto ai
ruderi del sepolcro dei monaci e del monastero nuovo, risalenti al X - XIV secolo, notevoli sono la
facciata, con la sua altezza di 41 metri, e lo
Scalone dei Morti, cosi’ detto perche’ in una nicchia della parete laterale erano custoditi alcuni scheletri di monaci, abati e illustri esponenti dell’ordine. E io che pensavo si chiamasse così perché chi arriva in cima alla ripida scalinata con tutti quegli scalini…. e’ quasi morto di stanchezza!
Facciata con l’abside della chiesa sulla sommità
ultimo tratto dello Scalone dei Morti
Bellissimo, al termine della scalinata il
Portale dello Zodiaco, del 1100 circa, opera firmata dal Maestro Nicolao, di origini piacentine. Ancora più antico, risalente alla costruzione del conte Hugo, e’ il portale romanico che funge da ingresso alla chiesa.
Portale dello Zodiaco
Portale romanico della chiesa (l’ultima foto e’ dal sito ufficiale)
Ci sarebbero ancora molte opere di cui parlare ma accenno solo alla
chiesa tardo romanica – gotica, in cui si notano diversi stili di diverse epoche stratificati. Particolare e’ la cima del monte Pirchiriano che affiora dentro la chiesa, ad indicare che questa e’ stata costruita sul punto più elevato del monte.
Cima della montagna (dal sito ufficiale)
Trittico di Defendente Ferrari
La primitiva cappella (dal sito ufficiale)
Infine, come ogni sito storico degno di questo nome, anche alla Sacra di San Michele e’ legata una leggenda. Riporto dal sito ufficiale
www.sacradisanmichele.com/“
Il muraglione perimetrale delle Rovine termina con una torre a strapiombo sul precipizio del monte: è la cosiddetta Torre della Bell’Alda, che prende il nome dall’omonima leggenda.
Si narra di Alda, una fanciulla paesana venuta alla Sacra per pregare contro i mali della guerra; ha purtroppo la sventura di essere sorpresa dai soldati nemici, così tenta di sfuggire al loro assalto, ma non avendo altra via di scampo si getta nel burrone invocando l’aiuto di San Michele e della Vergine. Si salva e rimane illesa in fondo al precipizio.
Purtroppo questo favore celeste fu da lei male usato: per vanità e denaro s’immagina di poter fare un secondo salto e agli increduli suoi compaesani si offre di ripetere il volo, ma trova orribile morte dove prima aveva trovato l’inatteso scampo.
Lo storico Gallizia è il primo che nel 1699 parla della leggenda e pare che il fatto sia accaduto ai suoi tempi, infatti egli scrive: "Tanto ci raccontavano i vecchi che erano coetanei ai tempi ne' quali ciò successe".
Torre della Bell’Alda
Questo luogo, attorno al monte Pirchiriano, fu anche quello dove si scontrarono l’esercito di Carlo Magno con le forze longobarde di re Desiderio, nel 774 con la battaglia delle Chiuse, che si concluse con la vittoria dei Franchi