Maria Antonietta - Regina di Francia

I Savoia

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view post Posted on 3/4/2013, 23:42
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Cristina di Francia: la prima Madama Reale (1606 – 1663)
La guerra civile (ovvero: parenti serpenti :P )

Sotto il governo di Vittorio Amedeo I, il duca e la duchessa Cristina riescono a mantenere un atteggiamento diplomatico equidistante dagli Spagnoli e dai parenti francesi di lei, al contrario della sorella del duca, Margherita, e del principe Tommaso, che si schierano apertamente con la Spagna.
Nonostante questo Vittorio Amedeo e’ costretto da Richelieu a cedere Pinerolo.
Vittorio Amedeo, uomo di pace costretto alla guerra, pensa anche all’edilizia urbana e al prestigio del duca: incarica Carlo di Castellamonte di edificare un nuovo palazzo ducale, impresa che sara’ portata avanti solo sotto la reggenza di Cristina, a causa della morte prematura di Vittorio e della guerra civile che ne scaturira’.

Vittorio muore nel 1637, durante un banchetto dopo il consiglio di guerra: coliche addominali e forti febbri colpiscono sia il duca sia due suoi collaboratori. Qualcuno ha avanzato l’ipotesi di un avvelenamento organizzato da Richelieu. Un conte muore. Il duca peggiora e Cristina riesce appena a raggiungerlo prima della morte per la successione: Maria Cristina sara’ reggente per il figlio Francesco Giacinto.

La situazione di Cristina non e’ facile: la Francia vede gia’ suo il ducato sabaudo, convinta che prima o poi la duchessa chiedera’ aiuto ai Francesi.
Tommaso e Maurizio vogliono rientrare a Torino per minacciare la reggenza e conquistare il potere, in nome della cacciata dei Francesi dai territori sabaudi; Tommaso e’ appoggiato dall’esercito spagnolo. Il cardinale Maurizio si mostra (o e’) interessato a Maria Cristina come donna: di sicuro pensa di subentrare al fratello come duca.

Cristina e’ sicura di se’, forte anche della presenza costante al suo fianco di Filippo d’Aglie’. Nonostante le accuse di essere al soldo dei Francesi, non si piega nemmeno alle mire di Richelieu e gli tiene testa in piu’ di un’occasione. Ella pensa a governare solo nell’interesse del ducato e del figlio, Carlo Emanuele, 4 anni, erede, dopo la prematura morte per un’improvvisa febbre di Francesco Giacinto, nel 1638, a 6 anni.

Tommaso e Maurizio puntano verso Torino, Tommaso conquistando le principali citta’ piemontesi. E’ la guerra civile tra i “madamisti”, fedeli alla Madama Reale, che espongono a Torino le coccarde bianche e azzurre, e i “principisti”, che vedono nel ritorno di Tommaso e di Maurizio il ritorno dei Savoia contro l’ingerenza francese, che espongono le coccarde azzurre.
Chi e’ l’erede? Tommaso, che sta portando gli Spagnoli a Torino, o Carlo Emanuele, che potrebbe essere manovrato, come la madre, dai Francesi?

Tommaso scrive esplicitamente a Cristina di marciare verso Torino non con lo scopo di renderle omaggio ma per cacciare i nemici della Casa che ella ha introdotto a Torino e l’avvisa che anche Maurizio sta arrivando con seimila fanti e duemila cavalli. Insieme conquistano (o accettano come “dono”, se abitate da principisti) citta’ importanti come Chivasso, Ivrea, Biella, Cuneo, Carmagnola, Chieri.

I principini vengono trasferiti a Chambery.
Cristina vuole organizzare la difesa della capitale. Neanche quando Tommaso sara’ davanti alle mura di Torino, decidera’ di abbandonare la citta’, tra la commozione e le grida del popolo per il suo coraggio: “Viva la Madama!”

Nel 1639, Tommaso entra a Torino e la duchessa, grazie anche alla prontezza di Filippo, si rifugia nella Cittadella per non cadere nelle mani di Tommaso e degli Spagnoli.
La Cittadella e’ la fortezza fatta costruire a Torino da Emanuele Filiberto che, trasferita la capitale a Torino, nel 1563, prima ancora di pensare ad organizzare la citta’ che non era stata toccata dal Rinascimento italiano, si preoccupa di edificare la fortezza tra le piu’ sicure in Europa, chiamando i migliori ingegneri militari, prima di abbellirla con edifici civili e religiosi. Tommaso assedia la Cittadella e si adira perche’ la duchessa e’ riuscita a scappare: avrebbe voluto arrestarla.
Cristina era malvista dalla maggioranza dei Torinesi, prima perche’ vedevano in lei la causa dell’eccessiva presenza dei Francesi nel ducato, solo sulla carta alleati; poi perche’ la citta’ per mesi fu teatro di battaglia e di bombardamenti, trascinata in una guerra “per colpa della madama reale francese”. La popolazione rimasta fedele alla Madama Reale, invece, le portava alla Cittadella ceste di frutta e verdura per alleviarle il peso dell’assedio.

Prima di rifugiarsi nella Cittadella, Cristina aveva firmato un trattato con la Francia con cui si impegnava a cedere alla Francia alcuni luoghi strategici del ducato in cambio dell’appoggio francese nella guerra civile e del mantenimento del potere; lo stesso giorno, alla presenza di Filippo e dell'arcivescovo, aveva firmato anche una dichiarazione segreta, in cui confessava di essere stata obbligata a cedere alle richieste di Richelieu dai Francesi e dall’andamento negativo della guerra.
Infine, obbligata dai Francesi, Cristina si rifugia anch’ella a Chambery.

A questo punto Richelieu pensa di avere la duchessa e il ducato nelle sue mani. In realta’, in ripetuti incontri, Cristina e Filippo resistono strenuamente e con fermezza alle richieste di Richelieu e di Luigi XIII di affidare il ducato alla protezione (cioe’ al possesso) della Francia e di portare il giovane erede Carlo Emanuele a Parigi. Cosi’ Filippo d’Aglie’ descrive il cardinale: “Egli fa come il nibbio con i gran giri quando vuole ghermire il pollo”. Richelieu e’ adirato: arriva persino a minacciare Filippo e Cristina (e, poco tempo dopo, infatti, riuscira’ ad organizzare il rapimento di Filippo e a tenerlo prigioniero in Francia fino alla morte del cardinale.)

A Torino, l’intervento francese promesso e la sconfitta del valoroso Tommaso, dovuta al mancato appoggio spagnolo, consentono nel 1640 la restituzione della citta’ e il rientro di Cristina e Filippo in una Torino stremata. Il conte d’Harcourt, alla testa delle truppe francesi, rende onore al coraggio di Tommaso, consentendogli di lasciare la citta’ a bandiere spiegate e con il suono dei tamburi.

Solo nel 1642 pero’ Cristina, Tommaso e Maurizio arrivano ad un accordo definitivo: Maria Cristina e’ riconosciuta come unica tutrice di Carlo Emanuele II, l’erede; i cognati ottengono un posto nel consiglio di reggenza; Tommaso ottiene la luogotenenza di Ivrea e Biella, Maurizio quella di Nizza. L’accordo viene coronato dal matrimonio della giovane Ludovica, tredicenne, con il quarantanovenne Maurizio, che lascia la porpora.

Il ducato di Savoia resta uno stato indipendente.

F. Du Quesnoy, busto del cardinal Maurizio di Savoia


Ludovica (Luisa) Cristina di Savoia
 
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view post Posted on 5/4/2013, 23:10
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Cristina di Francia: la prima Madama Reale (1606 – 1663)
L’interesse per l’arte e per Torino (2° meta’ ‘600)

Una pausa dagli eventi storici per sottolineare l’amore di Maria Cristina per l’arte, la cultura, per il bello, per alcuni luoghi di Torino, lei che, arrivata a Torino a 13 anni, e’ ormai sabauda in tutto.
Una donna scaltra, intelligente, che esercita il potere apertamente e altrettanto apertamente difende la sua relazione con un uomo che non e' suo marito, amante dell'arte..... decisamente una rottura rispetto alle precedenti contesse e duchesse sabaude!!

In particolare, Cristina impara a conoscere e ad amare la collina torinese, con il suo clima piu’ mite, i suoi alberi, le ville dei nobili, le famose vigne, e si fa costruire una residenza sulla collina di San Vito: la Vigna della Madama Reale. La costruzione fu sfidante, perche’ richiese diverse opere di contenimento della superficie non in piano, e i costi lievitarono…. Anche per questo Cristina fu criticata. Il risultato fu lodato persino da Bernini che, in visita a Torino, defini’ la Vigna la piu’ bella delle residenze sabaude. Le stanze erano dedicate alla vita agreste, con rami, fronde, frutta, animali, corsi d’acqua.
Veduta della Vigna di Madama Reale, 1670 circa - Torino Museo Civico d'Arte Antica


Di fronte alla Vigna, sull’altra sponda del Po, si vede il castello del Valentino, altra residenza amata e voluta da Cristina, ricevuta in regalo dal suocero. E’ un palazzo sulla riva del Po, ai piedi della collina, con tanti alberi e un parco che le ricorda i giardini delle Tuilleries. Ama molto questo luogo e vuole ristrutturarlo, aggiungere i tetti spioventi di ardesia grigia che le ricordano Parigi, sistemare le stanze in modo da poter vedere il fiume dalla sua stanza da letto.
Il Castello del Valentino

Altre foto del castello al link: www.parcopotorinese.it/pun_dettaglio.php?id_pun=986

La ristrutturazione viene condotta negli anni in cui Torino cambia volto, nonostante i rallentamenti dovuti alle continue guerre, alla cronica mancanza di soldi, alla peste. Vittorio Amedeo I, ma soprattutto Maria Cristina e il figlio Carlo Emanuele II, portano avanti i progetti di costruzione e ampliamento di alcuni palazzi e della citta’.

- Il palazzo ducale, oggi Palazzo Reale, accanto al Duomo, inglobando il palazzo del vescovo, su disegno di Carlo e di Amedeo di Castellamonte.
P. Bolkamm, Ostensione della Sindone in Piazza Castello, 1686 - sullo sfondo il palazzo ducale

Palazzo Reale, oggi


- Il castello dei Savoia-Acaja, oggi Palazzo Madama, residenza di rappresentanza della reggente: Cristina copre con ampie volte su pilastri di pietra la corte medievale a cielo aperto, ricavando al piano superiore una grande sala per le cerimonie. Fa anche riallestire e decorare le sue stanze che si affacciano sulla piazza e cosi’ la balconata centrale diventa l’affaccio della duchessa sugli spettacoli e le cerimonie da lei volute. Cristina chiama a Torino artisti e architetti, porta feste, balli, spettacoli acquatici, matrimoni principeschi.
A. De Pienne, veduta della piazza, 1676

A. Tempesta, Torneo nella piazza del Castello per le nozze di Vittorio Amedeo I con Cristina di Francia, 1620

- Il castello di Mirafiori, alla cui ristrutturazione viene incaricato il Bernini, prima che il duca cambi idea preferendo una nuova costruzione nei territori di Altessano, oggi Venaria.

- La Reggia di Diana a Venaria, su progetto di Amedeo di Castellamonte, sottoposto al giudizio del Vauban. Artisti come Dauphin e Miel sono chiamati a decorarla.

- Il castello di Moncalieri

- Il castello di Rivoli.
T. Borgonio, veduta del castello progettato da Carlo di Castellamonte, in Theatrum Sabaudie


A Roma Carlo Emanuele compra opere e quadri, ampliando la collezione sabauda.

Guarino Guarini diviene ingegnere ducale e lascia il suo segno nella cappella della Sindone; in palazzo Carignano, con la sua facciata ondulata a clavicembalo e il grande salone ovale; nella chiesa di San Lorenzo, voluta un secolo prima da Emanuele Filiberto, in ricordo di quel 10 agosto, San Lorenzo, giorno in cui vinse la battaglia di San Quintino, cambiando il suo destino e rientrando in possesso dei territori sabaudi. E’ una chiesa senza facciata, per non rovinare l'insieme della corte ducale.

Palazzo Carignano







Capella della Sindone



Chiesa di San Lorenzo


Piccola curiosita’: l’interno della cupola della chiesa di San Lorenzo sembra mostrare il “volto del diavolo”, se si osservano le luci che provengono dalle aperture, in una posizione leggermente decentrata. Si vedono i due occhi stretti a fessura; il naso al centro che e’ un pentagono rovesciato; la grande bocca ovale minacciosa. L’ho osservata piu’ volte: e’ davvero inquietante quell’espressione cattiva che si ripete piu’ volte in un cerchio senza fine. Nulla trapela, invece, dall’esterno della chiesa.




Mi fermo qui ma tutto il periodo della reggenza di Maria Cristina e i decenni successivi vedono Torino ingrandirsi, prendere forma attraverso le ampie piazze, i viali alberati, la regolarita’ e l’uniformita’ delle vie e degli edifici. La Madama Reale e il figlio Carlo Emanuele vogliono una capitale bella, confortevole, degna di attenzione in Europa, che non faccia sfigurare la casata dei Savoia di fronte alle corti europee.
 
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view post Posted on 6/4/2013, 11:23
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Marie-Antoinette

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Hai ragione sembra proprio un volto! Molto interessante,da quale libro hai raccolto queste notizie?
 
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view post Posted on 6/4/2013, 18:05
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CITAZIONE (MmeAnna @ 6/4/2013, 12:23) 
Hai ragione sembra proprio un volto! Molto interessante,da quale libro hai raccolto queste notizie?

E' vero, non ho scritto le fonti.

Molte informazioni provengono dalle visite direttamente sui posti: guide turistiche, visite guidate, aneddoti raccontati. Ad esempio l'assomiglianza della cupola di San Lorenzo con il volto del diavolo mi e' stata fatta notare anni fa da un amico seminarista a Torino che mi aveva accompagnata in un giro per le principali chiese torinesi.
Le informazioni artistiche provengono da svariate letture, in paricolare alcune pubblicazioni monografiche edite da Allemandi.

Un testo prezioso, anche se non sempre condivido le interpretazione dell'autore, e' "Storia di Torino", di Francesco Cognasso, Giunti editore.

Cenni sui Savoia provengono da "I Savoia, mille anni di dinastia", sempre Giunti editore, e da "Ritratti sabaudi", Dino Ramella, Ananke editore.

La fonte principale per la vita della prima Madama Reale e' la biografia "La prima Madama Reale", Renata Stoisa Comoglio, Daniela Piazza Editore.

Ciao
 
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view post Posted on 7/4/2013, 11:18
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Marie-Antoinette

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Rileggendo il tuo posto mi e' tornata in mente la storia di Cristina l'avevo letta,ma in modo superficiale e in una biografia di Richielieu,e in quel momento non avevo collegato i ricordi.
Cerchero' quei libri,mi interessa la storia di Cristina.
 
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view post Posted on 7/4/2013, 21:59
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Grazie, Anna, per il tuo interesse.
Se riesci a trovare i libri di cui parli e hai voglia e tempo di aggiungere il punto di vista di chi ha scritto la biografia di Richelieu, sarebbe davvero arricchente :)
A questo punto, seguendo un ordine logico, dovrei scrivere del castello del Valentino e delle stanze di Cristina, per finire il discorso artistico.... ma ieri ho di nuovo riletto le pagine che riguardano Filippo d'Aglie' (per cui nutro un debole da una ventina d'anni ;) e sono pure tornata nella sua residenza) per cui inverto l'ordine :D

Cristina di Francia: la prima Madama Reale (1606 – 1663)
Filippo d’Aglie’

Purtroppo non ho trovato ritratti del conte Filippo Giuseppe San Martino d'Agliè, marchese di San Damiano e Rivarolo con Bosconero, Conte di Point (1604 - 1667), noto per essere stato l’amante della prima Madama Reale, dal 1630 fino alla morte di lei; ma e’ stato anche consigliere politico della duchessa, letterato, musicista e coreografo.

La famiglia dei San Martino d’Aglie’ e’ tra le piu’ antiche della nobilta’ piemontese, discendente da re Arduino. Filippo stesso ha trovato le spoglie dell’illustre predecessore e le custodisce nella cripta del suo castello (oggi si trovano nel castello di Masino, di proprieta’ del FAI). La sua residenza e’ il castello d’Aglie’, divenuto di recente noto al grande pubblico per merito della fiction “Elisa di Rivombrosa” (ahime’, ci e’ voluta una fiction perche’ i visitatori del castello passassero dagli 8000 l’anno agli oltre 90.000 dell’anno immediatamente successivo alla programmazione televisiva).

Castello d’Aglie’



Il nucleo originario del castello risale al XII secolo ma la ricostruzione fu fatta proprio nel ‘600: secondo alcune fonti fu proprio Filippo a ordinare la ristrutturazione; secondo altre fu il fratello maggiore di Filippo, Ottaviano. Una curiosita’: la torre a sinistra e’ stranamente piu’ bassa di quella a destra. In origine la facciata meridionale era simmetrica ma la torre sinistra venne abbassata per non pesare troppo, evitando che crollasse.

Filippo fin da giovane dimostra un carattere libero e impetuoso: viene mandato dal padre a Roma dal cardinale Maurizio di Savoia dopo aver sfidato a duello un conte locale, duello che fece scalpore. E’ proprio frequentando la casa del mecenate Maurizio che Filippo sviluppa l’interesse e l’amore per il teatro, la musica e la letteratura che non l’abbandono’ per tutta la vita.

Filippo e Cristina si incontrano a Cherasco, nel 1630 e provano subito una forte attrazione l’uno per l’altra. “Impossibile non notarlo. A parte la bellezza che era notevole, Cristina era colpita dalla discrezione e dall’assiduita’ della presenza….. (omissis)…. Un piemontese discreto e schivo aveva fatto breccia nel cuore della superba Cristina.
Filippo non vedeva la principessa ma la donna e si sentiva infelice perche’ quella donna per la quale provava un’attrazione molto forte era anche la sua sovrana. Da buon soldato, la sua lealta’ verso il duca era indiscussa; da nobile di antico casato, l’onore piu’ importante della vita. Avrebbe dovuto lasciare la corte, tornare nell’esercito, staccarsi da quel luogo ….. (omissis)….
Per la prima volta Cristina si sentiva amata nonostante la sua posizione sociale, anzi, proprio per questa ragione, il suo innamorato aveva esitato a dichiararsi….(omissis)…. Filippo non chiedeva nulla ma proteggere ed amare Cristina sarebbe stato lo scopo della sua vita. Il ventiseienne nobiluomo rinuncera’ alla brillante carriera militare, ad un eventuale e senza dubbio vantaggioso matrimonio e rimarra’ accanto a Cristina, dapprima discretamente, poi, dopo la morte del duca Vittorio Amedeo, apertamente. Sfidera’ il bigottismo dei cortigiani e le ire di Richelieu pur di mantenere fede al suo pegno d’amore…… Solo alla morte della duchessa si allontanera’ dal palazzo per tornare nella villa d’Aglie’.”
(“La prima Madama Reale”, Renata Stoisa Comoglio)

Filippo d’Aglie’ diviene anche il bersaglio delle accuse del popolo per gli stipendi, i titoli, i redditi che accumulava grazie alla benevolenza della duchessa.
Ma non solo: gia’ nel 1638, un anno dopo la morte del marito di Cristina, il nunzio pontificio scriveva a Roma: “ Si dice che madama abbia segretamente sposato il conte Filippo e che dormano insieme ogni notte e pare che ve ne siano riscontri.”
Alcuni sospettano addirittura che Filippo sia il vero padre del secondo figlio della duchessa, Carlo Emanuele (secondo l'anonima Rélation de la Cour de Savoie ou les amours de Madanze Royale).

E’ Filippo che organizza la fuga dal palazzo di Cristina, radunando attorno a lei i sudditi rimasti fedeli, quando Tommaso entra a Torino con l’intenzione di arrestarla quale amica dei Francesi, nemici della Savoia.
E’ Filippo che resta vicino a lei per tutta la guerra civile, consigliandola anche politicamente, affrontando con fermezza, al suo fianco le trattative con Richelieu e Luigi XIII.
Per questo suo ruolo e per aver aiutato la duchessa a difendere l’autonomia sabauda, si attira l’avversione del potente cardinale. Richelieu individua nel conte un ostacolo ai suoi piani su Cristina e sul ducato sabaudo e organizza un piano.

Il 30 dicembre dell’anno del 1640, durante i preparativi del ballo di Capodanno a corte, mentre Cristina e la figlia Ludovica si stanno abbigliando, dei soldati francesi entrano nel palazzo: un ufficiale si avvicina deciso a Filippo e gli ordina di seguirlo. “Per ordine di Luigi XIII, il conte d’Aglie’ deve lasciare Torino alla volta di Parigi, prigioniero dei Francesi. L’accusa e’ di aver interferito, senza averne l’autorita’, nelle recenti vicende belliche. Gli amici di Filippo vorrebbero opporsi con la forza alla forza ma Filippo invita tutti alla calma, seguira’ i soldati, non per ubbidire ad un’autorita’ che non riconosce, ma perche’ non vuole che una sera di festa si muti in dramma. Guarda ancora una volta la porta dalla quale dovrebbe entrare da un momento all’altro Cristina, poi segue deciso i suoi carcerieri.” (ibidem)
Quando la duchessa apprende la notizia, sviene e la festa viene annullata.

La prigionia di Filippo durera’ fino alla morte di Richelieu, nonostante tutti i tentativi di Cristina di intercedere presso il fratello Luigi. A dire il vero e’ una prigione dorata la sua, nel castello di Vincennes, dove viene trattato dai nobili presenti come un loro pari e riceve un trattamento degno del favorito della principessa “nemica”. Ma Filippo non e’ libero.
Da una lettera di Filippo il 25 marzo 1641 a Cristina: “Sia vostra Altezza certa che contraccambio l’interesse e che mi e’ soave la prigionia e cara la mia infelicita’ e lievi i tormenti ogni volta che saranno dedicati per servire la maggior principessa del mondo. Soffriro’ contento pur ch’io sia sempre sicuro di non poter decadere dalla sua real grazia e protezione…… continuero’ ad amarvi ogni giorno anche se non ho la liberta’ di scrivervi avendo sempre o il governatore o due soldati accanto.”
Come non innamorarsi di un uomo cosi’? :wub:
La firma e’ sempre la solita: “Umilissimo, fedelissimo, obbligatissimo suddito, vassallo e servitore D. Filippo d’Aglie’”

Alla morte di Richelieu, il 30 dicembre 1642, Filippo viene liberato e puo’ riabbracciare Cristina, dopo due anni esatti di prigionia.
 
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view post Posted on 8/4/2013, 10:59
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Marie-Antoinette

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Cerchero' i riferimenti nella biografia di Richelieu,sei molto fortunata perche' puoi andare a visitare il castello quando vuoi.
Piu' tardi leggero' attentamente il tuo post.
 
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view post Posted on 8/4/2013, 21:27
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Marie-Antoinette

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Grazie per le notizie e per le bellissime immagini.
Incuriosita, ho spulciato alcuni siti e chi ti trovo? Un personaggio a me sconosciuto, sul quale mi farebbe piacere avere altre informazioni: Vittoria di Savoia Soisson.
Ma era bruttissima! E le brevi note biografiche dicono che era terribile:

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Maria Vittoria di Savoia Soisson (1683-1763): era figlia di Luigi Tommaso di Savoia-Soissons e quindi nipote di Olimpia Mancini (e se sono veri i pettegolezzi, nipote di Luigi XIV!).
Alla morte dello zio, Eugenio di Savoia, il grande generale al servizio degli Asburgo, rimasto senza eredi di sorta, le toccò inaspettatamente la sua enorme fortuna e divenne una donna ricchissima. Ma la ricchezza le diede subito alla testa: iniziò a sperperare senza freni, disperdendo tutto ciò che lo zio aveva raccolto nel corso della vita (per fortuna la sua quadreria fu comprata nel 1741 dal re Carlo Emanuele III ed è oggi alla Galleria Sabauda).
Due anni dopo, ormai cinquantenne, nel 1738, sposò il principe Giuseppe Federico di Sassonia (1702-1787), di vent'anni più giovane di lei. Il matrimonio, ovviamente, si dimostrò ben preso infelice e i due si separarono nel 1752, senza tuttavia formalizzare mai il divorzio.
Vittoria lasciò quello che restava della sua mitica eredità al nipote Benedetto Maria Maurizio, duca del Chiablese.

Edited by elena45 - 3/11/2021, 15:39
 
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mounsier
view post Posted on 9/4/2013, 11:20




Nella biografia di Franz Herre su Eugenio di Savoia, ci sono alcune informazioni su Vittoria che riporto:
Al momento di ricevere l'eredità che comprendeva il Belvedere, il palazzo cittadino a Vienna, Schlosshof, beni sulla Morava, una ricchissima biblioteca e galleria di quadri, nonché un cospicuo patrimonio in contanti, Vittoria viveva in un convento. Il giovane marito acconsentì alle nozze in cambio di Schlosshof (un palazzo acquistato dal principe Eugenio nel 1727) e un capitale che ammontava a 300.000 fiorini, oltre alla spada di Eugenio regalatagli dalla regina Anna d'Inghilterra, donatagli dalla moglie Vittoria, convinta che Giuseppe Federico fosse il solo in grado di usarla proseguendo i successi dello zio. Ma Giuseppe Federico in qualità di generale austriaco nella guerra turca e poi nella guerra dei sette anni riportò magri allori. Il matrimonio si dimostrò un insuccesso, Vittoria chiese la separazione nel 1744, ma sin dall'inizio vendette pezzi della collezione dello zio, alcune statue antiche le due Ercolane finirono in Sassonia, mentre Il fanciullo che prega in Prussia. Gran parte della collezione di quadri fu venduta a Torino, mentre l'imperatrice Maria Teresa acquistò l'intera biblioteca e i palazzi del Belvedere, quello di Vienna e da Giuseppe Federico, Schlosshof che era rimasto a lui dopo la separazione.


Vittoria bambina nei panni di Diana, ritratta da Caspar Netscher
 
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view post Posted on 9/4/2013, 17:28
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Arciduca /Arciduchessa

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CITAZIONE (elena45 @ 8/4/2013, 22:27) 
Grazie per le notizie e per le bellissime immagini.
Incuriosita, ho spulciato alcuni siti e chi ti trovo? Un personaggio a me sconosciuto, sul quale mi farebbe piacere avere altre informazioni: Vittoria di Savoia Soisson.
Ma era bruttissima! E le brevi note biografiche dicono che era terribile:

:D Bruttarella lo era davvero, poverina :D
E, a quanto raccontano durante la visita al castello e da quel poco che ho letto su di lei, e' stata anche infelice.

Innanzi tutto il busto postato da Elena. Tutti i visitatori restano allibiti nel vedere questa donna sotto una teca di vetro, poggiata su un tavolino, nell'ultima stanza della visita agli appartamenti del piano terra. E' un'opera che io trovo molto originale, in cera, di Francesco Orso, eseguita dopo la morte della principessa. Forse proprio per il materiale usato e per i pigmenti, e' cosi' realistica ed impressionante: di certo qui l'autore non ha usato l'effetto photoshop per abbellire la principessa :P . Si vedono le rughe, il doppio-triplo mento, i capelli bianchi: la donna era gia' in la' con gli anni certamente (e' morta a 80 anni). Anche per questo appare cosi' brutta. Il ritratto postato da mounsier a 5 anni ci fa supporre che, almeno da bambina, non fosse cosi' bruttina.

Il busto si trova al Palazzo Ducale d'Aglie' anche se Maria Anna Vittoria, detta "Madamigella di Soissons" non risiedette mai al castello ne' fu ospite. Morta anch'ella senza eredi, nomino' come suo unico erede il duca di Chiablese, Benedetto Maria Maurizio di Savoia, figlio cadetto di Carlo Emanuele III di Savoia, re di Sardegna, cui il padre aveva dato in appannaggio il castello d'Aglie', dopo averlo acquistato. Questo l'unico legame di Vittoria con il castello.

Circa la fama di donna terribile, credo che sia essenzialmente da attribuire alle parole della sua dama di compagnia che non la descrive certo come una donna gentile ;) e ci conferma l'aspetto trasandato e inelegante: grassa, piccola, sempre con una cuffia in testa, il naso grosso, gli occhietti tondi. Quando si trasferi' a Torino, dopo l'allontanamento dal marito, non amo' mai la vita mondana della citta' e della corte. Anche il fatto che, una volta ereditato, volle sposare il principe Giuseppe Federico di Sassonia, contro il parere della corte, deve averle valso la fama di donna "difficile".
Anche se apparteneva al ramo dei Savoia-Soissons, fu relativamente povera fino all'eta' di 52 anni, quando divenne unica erede dello zio, non Maurizio, ma il principe Eugenio di Savoia-Soissons, il famoso condottiero e collezionista d'arte. Non fu in grado di mantenere unito il patrimonio: dopo la separazione dal marito, molti beni portati in dote restarono al principe di Sassonia; altri beni furono venduti dalla stessa Vittoria (ad es. la quadreria del Belvedere, venduta a Carlo Emanuele III, oggi esposta nella Galleria Sabauda).

Infine, come per ogni castello degno di questo nome, abbiamo il fantasma che si aggira di notte per le stanze, facendo strani rumori e rompendo i vetri.... :lol: Proprio lei, la Maria Anna Vittoria, che non si capisce perche' dovrebbe aggirarsi per il palazzo alladiese dato che non c'era mai stata invita. Bah -_-

Edited by Maria Clotilde - 1/9/2013, 23:24
 
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view post Posted on 9/4/2013, 17:42
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Marie-Antoinette

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Ero certa che avresti arricchito la descrizione del personaggio con informazioni di prima mano. Grazie.
Scusa per l'errore (Maurizio anzichè Eugenio): non so come, mi è sfuggito.
 
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Madame de Noueilles
view post Posted on 9/4/2013, 22:12




CITAZIONE (elena45 @ 8/4/2013, 22:27) 
Grazie per le notizie e per le bellissime immagini.
Incuriosita, ho spulciato alcuni siti e chi ti trovo? Un personaggio a me sconosciuto, sul quale mi farebbe piacere avere altre informazioni: Vittoria di Savoia Soisson.
Ma era bruttissima! E le brevi note biografiche dicono che era terribile:

(IMG:http://i47.tinypic.com/35b5zid.jpg)
Maria Vittoria di Savoia Soisson (1683-1763): era figlia di Luigi Tommaso di Savoia-Soissons e quindi nipote di Olimpia Mancini (e se sono veri i pettegolezzi, nipote di Luigi XIV!).
Lo zio Maurizio, senza eredi, le lasciò la sua enorme fortuna e divenne una donna richissima.
Due anni dopo, ormai cinquantenne, nel 1738, sposò il principe Giuseppe Federico di Sassonia (1702-1787), di vent'anni più giovane di lei. Il matrimonio, ovviamente, si dimostrò ben preso infelice e i due si separarono nel 1752, senza tuttavia formalizzare mai il divorzio.

Questa donna nulla ha di umano.
 
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view post Posted on 10/4/2013, 11:45
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Marie-Antoinette

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Un fantasma che rompe i vetri?Qualcuno ha visto i cocci?
A parte gli scherzi,davvero interessanti queste storie,ne hai altre?
 
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view post Posted on 10/4/2013, 17:20
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Marie-Antoinette

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Trovo di cattivo gusto il busto di Vittoria in cartapesta e cera. Evidentemente era una moda del tardo Settecento, perchè ne ho trovato altri dello stesso autore, Francesco Orso, provenienti da una collezione privata:


Vittorio Amedeo III di Savoia (1726-1796).


Maria Antonia Ferdinanda di Borbone (1729-1785), moglie del precedente.

L'anno scorso hanno fatto una mostra di queste cere e altre al Museo Fortuny di Venezia. C'era pure il busto di Maria Carolina, in una versione molto dimessa:


Maria Carolina d'Austria (1752-1814), regina di Napoli.

Avranno pure il merito di essere realistiche queste ceroplastiche (così si chiamano), ma a me fanno un po' ribrezzo! C'erano pure delle maschere funerarie.....

Edited by elena45 - 10/4/2013, 18:49
 
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Madame de Noueilles
view post Posted on 10/4/2013, 17:53




CITAZIONE (elena45 @ 10/4/2013, 18:20) 
Trovo di cattivo gusto il busto di Vittoria in cartapesta e cera. Evidentemente era una moda del tardo Settecento, perchè ne ho trovato altri dello stesso autore, Francesco Orso, provenienti da una collezione privata:

(IMG:http://i48.tinypic.com/4igby9.jpg)
Vittorio Amedeo III di Savoia (1726-1796).

(IMG:http://i46.tinypic.com/fn8ya8.jpg)
Maria Antonia Ferdinanda di Borbone (1729-1785), moglie del precedente.

L'anno scorso hanno fatto una mostra di queste cere e altre al Museo Fortuny di Venezia. C'era pure il busto di Maria Carolina, in una versione molto dimessa:

(IMG:http://i49.tinypic.com/309sbat.jpg)
Maria Carolina d'Austria (1752-1814), regina di Napoli.

Avranno pure il merito di essere realistiche queste ceroplastiche (così si chiamano), ma a me fanno un po' ribrezzo! C'erano pure delle maschere funerarie.....

Adesso che ci penso avevo sentito parlare di qualcosa del genere ma me l'ero lasciata sfuggire. Certe volte l'arte del '700 è un po'... così.
 
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