Maria Antonietta - Regina di Francia

Il Grand Tour in Italia

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view post Posted on 29/3/2014, 17:03
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Arciduca /Arciduchessa

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Anna, se ti interessano le lettere di Chesterfield al figlio, si possono leggere da subito anche qui (in inglese):
www.gutenberg.org/files/3361/3361-h/3361-h.htm

Le lettere scritte da lord Chesterfield sono più di 400 e solo una parte, naturalmente, riguarda il periodo in cui il figlio era impegnato nel Grand Tour ( dovrebbe essere stato via un paio d'anni, tra il 1748-1750).
Da quel poco che ho letto dello statista e uomo di lettere inglese, però, credo che rappresentasse il tipico gentleman della sua epoca.
Quanto all'essere "palloso", come scrive Adriano, il lord aveva fatto lui stesso il Grand Tour e quindi, probabilmente, sapeva bene come funzionavano le cose ;)
Mi sono fatta l'idea, a questo punto, che per quei giovani il Tour rappresentasse sì un periodo di formazione culturale ma anche una specie di anno sabbatico, tra la fine degli studi in patria e l'inizio della carriera politica o diplomatica alla quale erano destinati.
Leggo che "si teneva per assodato che i giovani dovessero acquisire una certa familiarità con il "vizio", sì da poter tenere testa agli anziani e evitare di passare per allocchi ogni volta che si affacciassero alla conversazione gli argomenti scabrosi"...!

Molto interessante la figura del cicisbeo, di cui parla Adriano: (ammetto che non ne conoscevo l'esatto significato).
Leggo, tra l'altro, che il barone Denon fu il cicisbeo di Elisabeth Vigée-Le Brun durante il suo soggiorno a Venezia dopo la fuga dalla Parigi rivoluzionaria (e l'incarico gli fu affidato proprio dalla contessa Albrizzi). E che fu a Napoli, presso Ferdinando IV e Maria Carolina, dove assistette agli scavi archeologici di Pompei.


CITAZIONE
Per quanto riguarda il libro: in effetti ha una copertina stupenda, mi è venuta una voglia matta di comprarlo...maledette case editrici anglosassoni, sanno proprio vendersi per bene!

Gianmarco, guarda quest'altro libro!!



Stessa, stupenda copertina (ma di chi sarà questo dipinto, non riesco a trovarlo); due case editrici diverse anche se sempre inglesi!!

Qui si parla delle donne che affrontarono il Grand Tour, generalmente verso la fine del '700, con motivazioni diverse rispetto a quelle che guidavano i nobili rampolli dell'aristocrazia europea.

Tra queste, Ellis Cornelia Knight, che scrisse un libro sul Lazio e la campagna romana, corredato da acquerelli.


Ritratto di Ellis Cornelia Knight - Angelica Kauffmann


Palazzo Chigi e Cattedrale ad Ariccia - Ellis Cornelia Knight

Edited by reine Claude - 10/6/2016, 10:12
 
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view post Posted on 30/3/2014, 12:01
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Marie-Antoinette

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Da cio' che ho letto in questi giorni sul Gran tour,sembra che gli spagnoli non fossero particolarmente interessati a questi viaggi formativi. In Prussia si andava per imparare l'arte militare e l'uso delle armi,in Francia per imparare ad essere dei perfetti uomini di mondo,in Inghilterra per imparare l'arte della politica e in Italia per conoscere l'Arte con la A maiuscola.
Mi chiedo solo,se ieri come oggi,chi viene in Italia sia davvero interessato all'arte. Le mie esperienze con amici di conoscenti stranieri,mi porta a pensare che si visitano certi monumenti perche' si "deve". Non sono sicura come Adriano che sia l'arte che spinga i viaggiatori moderni a visitare l'Italia.
 
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view post Posted on 30/3/2014, 15:04
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Arciduca /Arciduchessa

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CITAZIONE (MmeAnna @ 30/3/2014, 13:01) 
Mi chiedo solo,se ieri come oggi,chi viene in Italia sia davvero interessato all'arte. Le mie esperienze con amici di conoscenti stranieri,mi porta a pensare che si visitano certi monumenti perche' si "deve". Non sono sicura come Adriano che sia l'arte che spinga i viaggiatori moderni a visitare l'Italia.

Io sono convinta che, oggi come ieri, chi viene in Italia lo fa per le stesse motivazioni.
E sono anche convinta che gli stranieri conoscano meglio di noi le nostre immense bellezze artistiche e naturali; o meglio, le amano di più.
Viviamo di rendita, ancora oggi come nel '700.

"Conosci tu il Paese dove fioriscono i limoni?
Nel verde fogliame splendono arance d'oro
un vento lieve spira dal cielo azzurro,
tranquillo è il mirto, sereno l'alloro..."


E' ancora in questa famosa poesia di Goethe sull'Italia, il sentimento che anima i visitatori stranieri, secondo me.
Un misto di sconfinata ammirazione per l'arte e per la bellezza della natura.
Solo qui, possono ritrovare nella realtà, i paesaggi e le architetture dei più famosi e importanti dipinti degli artisti italiani che hanno fatto la storia dell'arte.
E sono disposti a passar sopra alla decadenza del nostro paese (rispetto a quello che rappresentava nel passato).

Questo succedeva anche nel '700. E unendo questo tema con quello delle donne viaggiatrici del Grand Tour sul finire del '700, ho trovato questo bell'articolo che parla proprio di Ellis Cornelia Knight e Sidney Owenson, più conosciuta come Lady Morgan.

www.vivavoceonline.it/articoli.php?id_articolo=1270

In particolare mi sembra significativa questa frase: "Roma, nonostante il degrado, era considerata unica; i dintorni della città e la sua campagna...erano osservati, scoperti, studiati, ammirati".
(Qui si parla di Roma, ma lo stesso si poteva dire un po' per tutta la penisola).

Edited by reine Claude - 30/3/2014, 16:39
 
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Giacomo Girolamo Casanova
view post Posted on 30/3/2014, 18:32




Penso che basterebbe fare una normalissima ricerca di mercato per saperlo. Visto che questo interessante strumentino è stato inventato perché non utilizzarlo? Aggiungo che in un paese come il nostro, in cui appunto l'industria turistica è una delle più importanti e quindi dovrebbe richiamare investimenti appropriati da parte dello stato, un dato del genere dovrebbe essere altro che noto e stabilito. Infatti conoscere le motivazioni serve eccome per cercare di orientare e massimizzare i flussi. Ma che lo dico a fare? Cosa si fa in Italia a tal proposito? Si creano carrozzoni che fanno tutto meno che promuovere il turismo. Come sempre promuovono innanzitutto sé stessi. E i risultati si vedono visto che in fatto di presenze non siamo al primo posto e invece dovremmo esserlo.

Anni fa ho fatto un giro in Francia arrivando fino in Vandea, che è una regione tradizionalmente povera, ebbene in qualsiasi paesino in cui vi era praticamente il nulla totale, c'era un efficientissimo ufficio del turismo corredato di una ragazza carina e gentilissima che ti riempiva di depliants di siti in zona e ti forniva tutte le informazioni del caso, pure quelle superflue.

Il che è nulla, rispetto a ciò che accade all'aeroporto di Singapore, dove esci con una valigia in più piena di materiale turistico. Non parliamo del Giappone: alla stazione ferroviaria di Kyoto, all'ufficio informazioni, ho trovato un signore che parlava allegramente italiano e mi ha esortato a esprimermi nella mia lingua, commosso per i miei eroici sforzi col giapponese. Mi ha spiegato che era in pensione e prestava servizio volontario per non annoiarsi. Ovviamente è inutile dire che il numero dei turisti italiani in Giappone è prossimo allo zero.

Tutto ciò premesso, ritengo, senza bisogno di consultare i dati, che questi volenterosi turisti che scelgono l'Italia come méta, non lo facciano certo per l'efficienza dei servizi, delle infrastrutture e in primis dei trasporti. Secondo me si sobbarcano i cospicui disagi, i ricorrenti tentativi di essere presi per il collo in ogni maniera e ogni altro disservizio a cui noi ormai neanche facciamo più caso, solo e soltanto per il nostro patrimonio artistico. Del quale poi magari non capiscono nulla, intendiamoci. Anni fa, alle prese con un australiana in visita, mi resi conto con orrore che non distingueva minimamente vestigia di età romana da architetture rinascimentali. Per lei era tutto antico e buonanotte.

Immagino anche che fatica possa fare un coreano o un cinese , visto che i canoni formali del nostro paese sono diversissimi dai loro. Ma tant'è, forse vengono perché è di moda però sempre per l'arte vengono. Poi pure per fare shopping (soprattutto cinesi, giapponesi e russi). Però il motivo principale è sempre quello artistico non c'è dubbio.
 
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view post Posted on 31/3/2014, 10:06
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Arciduca /Arciduchessa

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CITAZIONE (Giacomo Girolamo Casanova @ 30/3/2014, 19:32) 
Tutto ciò premesso, ritengo, senza bisogno di consultare i dati, che questi volenterosi turisti che scelgono l'Italia come méta, non lo facciano certo per l'efficienza dei servizi, delle infrastrutture e in primis dei trasporti. Secondo me si sobbarcano i cospicui disagi, i ricorrenti tentativi di essere presi per il collo in ogni maniera e ogni altro disservizio a cui noi ormai neanche facciamo più caso, solo e soltanto per il nostro patrimonio artistico. Del quale poi magari non capiscono nulla, intendiamoci. Anni fa, alle prese con un australiana in visita, mi resi conto con orrore che non distingueva minimamente vestigia di età romana da architetture rinascimentali. Per lei era tutto antico e buonanotte...

Però il motivo principale è sempre quello artistico non c'è dubbio.

Sono d'accordo.
E credo che questo accadesse anche nell'epoca del Grand Tour, con la differenza che adesso si parla di turismo di massa, per cui non tutti conoscono esattamente e a fondo quello che vengono a visitare, mentre nell'epoca di cui stiamo parlando si trattava di un "turismo" d'élite, appannaggio di una classe particolarmente colta.

"I cospicui disagi e i ricorrenti tentativi di essere presi per il collo in ogni maniera", esistevano già nel '700 e infatti Marianne Starke, nella sua guida, metteva in guardia il viaggiatore e gli insegnava come aggirare le furbizie italiche!

A proposito di donne viaggiatrici ho trovato una figura interessante in Mary Berry (1763 - 1852), scrittrice inglese, curatrice dei libri di Horace Walpole dopo la morte dello scrittore.



Qui è ritratta con la sorella Agnes, con la quale compì un primo Tour nel 1783, insieme al padre.
Compì diversi viaggi e ne scrisse nel Journals and Correspondence iniziato da Firenze nel 1783.
Le sue lettere e i diari sono raccolti in un libro in italiano dal titolo "Mary Berry un'inglese in Italia. Diari e corrispondenza dal 1783 al 1823".
"Questo testo di particolare interesse storico ci restituisce il quadro esatto della vita ai tempi del Grand Tour, attraverso città come Roma, Napoli, Firenze, Genova, Torino. Si scoprono i caffè, i salotti, i teatri, le grandi raccolte d'arte che precedettero e seguirono le guerre napoleoniche. Mary Berry tutto vede e tutto registra" scrive Bianca Riccio, che ha curato l'edizione del libro.



Ho trovato alcuni suoi scritti su archive.org, e ne riporto qualche brano (sono riferiti al 1783).

Il Gran Teatro di Parma è molto rovinato e sono ormai 50 anni che non vi è una rappresentazione.

Bologna è una delle città italiane dove ci sono più omicidi e gente pugnalata, le nostre guide di viaggio dicono più di cento all'anno, ma con chi ne abbiamo parlato, dice che non sono più di 50-60. I contadini nei dintorni di Bologna hanno un'aria estremamente povera nonostante la ricchezza della città e della definizione di
Bologna la grassa a cui gli italiani aggiungono ma non per chi passa. (scritto in italiano!).

Da Firenze a Roma ci dicono che impiegheremo 5 giorni e mezzo.
A Siena la Cattedrale ha i muri completamente coperti di affreschi che dicono disegnati da Raffaello e dipinti dal Pinturicchio e dal Perugino. Appaiono brillanti come se fossero stati dipinti ieri e sarebbero anche belli, ma mi sembrano un po' rigidi.

Lasciata Acquapendente, arrivammo in 12 ore a Viterbo. Passammo attraverso Nuovo San Lorenzo, un regolare villaggio, o cittadina, costruita dal papa Pio VI. Sono le sole nuove costruzioni di questo tipo che ho mai visto in Italia.

In mattinata andammo a San Pietro, e a vedere i dipinti di Angelica Kauffman.
Alla sera alla
Princess Santa Croce's Conversazione (ancora scritto in italiano) fummo presentati da Lady Warren al cardinal Bernis.
C'era anche l'Imperatore
(Giuseppe II) lì: era arrivato circa a mezzogiorno, totalmente inatteso sia dal papa che dal suo ministro. Mezz'ora più tardi ebbe un colloquio col papa e andò con lui a pregare a San Pietro. Gli furono dati due cuscini per appoggiarsi, ma l'Imperatore tolse il suo e si inginocchiò sulla nuda pietra.

Edited by reine Claude - 31/3/2014, 18:26
 
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view post Posted on 1/4/2014, 10:52
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Arciduca /Arciduchessa

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Aggiungo un altro brano, tratto sempre da "Extracts of the Journals and Correspondance of Miss Berry", vol. 1:

Arrivati a Piacenza attorno a mezzogiorno.
La strada è una ricca distesa di coltivazioni di grano e vite; nondimeno gli abitanti delle cittadine e dei villaggi appaiono indolenti e miserabili.
"Affamati tra la generosità della Natura
e tra i vitigni carichi, assetati."
E' una poetica descrizione degli effetti della schiavitù e dell'indolenza in cui sono tenuti dalla loro religione e dal loro governo
.

Lo sguardo di Mary Berry è molto critico; leggendo altri brani del libro, il tono non cambia, e l'atteggiamento rimane sussiegoso, con una punta di superiorità.
Più indulgente sembra essere la visione della poetessa Lady Anna Miller (1741 - 1781), che però compì il suo Grand Tour molto tempo prima di Mary Berry.
Lady Anna Miller scrive (1776):

I dintorni di Firenze sono belli. La Toscana era l'antica Etruria, un popolo che originariamente proveniva dall'Asia, molto considerato e potente ben prima dei Romani.
Attualmente la campagna è ben coltivata, divisa in fattorie e i contadini appaiono ricchi e felici.
Da alcune delle montagne qui attorno si estraggono alluminio, ferro, argento e anche marmo e alabastro.
Oltre al vino conosciuto in Inghilterra con il nome di
Firenze hanno qui un vino bianco che trovo migliore, estremamente leggero e delicato nel gusto.
Gli alberi più comuni qui sono i cipressi e il pino: quest'ultimo produce un tipo di seme che è molto buono; pestato in un mortaio e unito all'albume d'uovo forma un composto eccellente per le mani.


Le donne che affrontano il Grand Tour sul finire del settecento, lo fanno per una crescita personale, per arricchire il proprio bagaglio culturale.
Ed è interessante notare che poi mettono su carta e pubblicano le loro impressioni che, come si vede, spaziano dai luoghi alle genti, dalle abitudini alle opere d'arte.
Erano comunque un'esigua minoranza, perlopiù scrittrici, poetesse; molto colte e impegnate, formate dalle idee illuministe, vere donne del loro tempo.

I resoconti di viaggio al femminile furono numerosi verso la fine del settecento.

Uno dei diari più celebri rimane però, senza dubbio, quello di Johan Wolfgang Goethe (1749 - 1832), il grande scrittore tedesco che compì il Grand Tour nel 1786.



"Viaggio in Italia", scritto tra il 1815 e il 1817 è un saggio, o anche diario di viaggio, scritto quindi molto tempo dopo aver compiuto il Grand Tour in Italia.

"Si ha un bel dire, raccontare e dipingere! Sono cose al di sopra di tutto! La spiaggia, la baia, il golfo, il Vesuvio, la città, i castelli, le passeggiate!" scrive di Napoli.

Viaggiò lungo tutta l'Italia e rimase incantato da ogni luogo.


Il bello del Grand Tour, così com'era concepito, è che non si viaggiava per arrivare ad una mèta: tutto il viaggio era goduto e vissuto, ogni piccolo borgo o cittadina, ogni luogo era visitato e ammirato; i viaggiatori si lasciavano affascinare da ogni bellezza naturale o artistica.

Parole simili a quelle di Goethe, scrisse il canonico tedesco F. L. Meyer: "Invano la pittura ha tentato di rendere queste grandi scene della natura, di cui il movimento e la vita sono l'essenza" a proposito delle Cascate delle Marmore.

I viaggiatori di fine '700 e inizi '800 si incantano davanti alla natura; J. C. Seume, scrittore tedesco scrive: "Mi si aprì il cuore quando, alcune miglia prima di Terni...mi si aprì la Valle del Nera e di nuovo mi si spalancò davanti agli occhi il paradiso!"


Il ponte di Narni sul fiume Nera - Jean Baptiste Corot (1826)



Anche Byron rimase affascinato dalla zona e dalle Cascate, tanto da citarle in un'ode inclusa nell'opera "Childe Harold's Pilgrimage" (Il pellegrinaggio del giovane Harold) che ha poi dato il titolo a questo dipinto di William Turner:




Ancora un tedesco, il pittore Karl Gottfried Pfannschmidt scrive di Orvieto: "...la prima passeggiata si orientò verso il Duomo che, nella sua superba bellezza, ci fece una straordinaria impressione al pensiero che un'opera di tale perfezione potesse essere compiuta da una sola cittadina. Più lo si guarda, più diventa specchio del cielo, porta della città."

La funzione del Grand Tour nell'800 è cambiata e nei ricordi di viaggio i narratori descrivono il sentimento personale che la bellezza dei paesaggi e delle opere d'arte ha suscitato in loro.

A me piace pensare che l'essenza del Grand Tour sia quella che esce da questa annotazione del poeta Thomas Gray.
Tra il 1739 e il 1741 fu in Italia, con Horace Walpole, e a Firenze fu ospite del console inglese Horace Mann.
Thomas Gray scrive: "Siamo qui sistemati con il Sig. Mann in un appartamento incantevole; sotto le finestre scorre l'Arno da cui possiamo pescare. Il cielo è così terso e l'aria così temperata che ci si può trattenere all'aperto con una vestaglia leggera per tutta la notte senza il minimo pericolo; corron tutti al ponte di marmo ad ascoltare la musica, a mangiare frutta gelata e a cenare al chiaro di luna."

Edited by reine Claude - 1/4/2014, 14:26
 
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Giacomo Girolamo Casanova
view post Posted on 2/4/2014, 11:35




CITAZIONE (reine Claude @ 25/3/2014, 11:14) 
Il più celebre tra i vedutisti è certamente il veneziano Canaletto, (Giovanni Antonio Canal, 1697-1768).
I suoi quadri erano destinati quasi esclusivamente all'esportazione: Venezia era infatti una delle tappe preferite dai viaggiatori del Grand Tour, in particolar modo di quelli inglesi.
Fu l'impresario teatrale Owen Mc Swiney, suo grande estimatore, a metterlo per primo in contatto con i committenti inglesi: per questi ultimi, a partire dal 1728 il Canaletto iniziò ad eseguire vedute di Venezia, scegliendo scorci monumentali, ripresi in giornate limpide e serene.

(IMG:http://i60.tinypic.com/j90mcm.jpg)

...............
Le vedute del Canaletto erano eseguito utilizzando, in parte, la camera ottica, che permetteva di realizzare opere minuziosamente perfette.

Bellissima e interessantissima questa discussione!!! Trattandosi di Venezia contribuisco con un confronto tra il quadro di Canaletto (il secondo in elenco che ho identificato come Campo S.Angelo) e la situazione attuale.

Ho telefonato prontamente a un amico veneziano che abita esattamente voltato l'angolo e l'ho spedito a fare le foto. Le foto mostrano come la prospettiva sia molto falsabile cioè le foto attuali sono fatte con un grandangolare corto (circa 20 mm. parlando di formato 35) e la camera ottica, che pure credo non avesse lenti ma solo un foro stenopeico (riproduceva quindi a rovescio), ha dato al quadro una prospettiva piuttosto singolare.

Il campo lo conosco e ci passeggio da una vita e la prospettiva reale non mi pare affatto quella del quadro. Aggiungo un pettegolezzo: mi pare che, ai tempi, ci mise su casa (palazzo a dx vicino la vecchia edicola) Eleonora Giorgi, all'epoca bellissima e biondissima, ma posso sbagliarmi. Altra notazione: il console Smith citato era ricchissimo e aveva un palazzetto tutto suo niente male. Fu corteggiatore assiduo, a dispetto dell'età, di Giustiniana Wynne e quest'ultima, in combutta con Andrea Memmo, aveva pensato di farsi sposare in modo da poter godere di una buona sistemazione economica in vista di un'eredità cospicua e nello stesso tempo di godersi pure l'amante titolato. Ma lo Smith evidentemente non era ancora rimbambito perché "sgamò" (come si dice a Roma) la manovra assai spericolata e mandò tutto a monte, piantando anche una notevole grana ad Andrea Memmo che incassò il colpo. A casa Smith girava mezzo mondo, incluso Casanova che se non sbaglio proprio lì incontrò Giustiniana (che era italo-inglese) e pure Memmo la conobbe lì.

Allora, questo è il quadro in questione:



E questa la situazione odierna, la chiesa non c'è più e il campanile che si vede a sx è quello di S.Stefano.







Per quanto riguarda l'abbattimento della chiesa, fenomeno molto frequente in età napoleonica e successive (se volete parliamo delle motivazioni che condussero a queste decisioni) ecco la lapide che racconta tutto:



Edited by Giacomo Girolamo Casanova - 2/4/2014, 14:54
 
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view post Posted on 3/4/2014, 10:26
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Arciduca /Arciduchessa

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Grazie, Adriano, dei complimenti per questa discussione e delle foto che hai postato! :)
(Che fortuna, per il tuo amico, abitare a Venezia! E come sono belle queste piazzette silenziose e tranquille, che si aprono ai lati della "rotta" Stazione - San Marco, sempre troppo affollata di turisti!!).

La seconda foto mi sembra quella che riprende in maniera più esatta "l'inquadratura" del campo che appare nel quadro del Canaletto.
E' molto bello il confronto, a distanza di più di 250 anni!!

A proposito del Console Smith, posto un'immagine del suo palazzo a Venezia, Palazzo Smith Mangilli Valmarana:



Il console, grande amante dell'arte, aveva una grande ammirazione per il grande architetto del '500 Andrea Palladio, e oltre a Canaletto fu il mecenate di altri artisti veneziani, come Francesco Zuccarelli, Giuseppe Zais, Marco Ricci e l'architetto Antonio Visentini.
Tutti i viaggiatori inglesi del Grand Tour a Venezia si ritrovavano nel suo palazzo.
Fu sposato, in prime nozze, con il soprano Catherine Tofts la quale introdusse in Inghilterra il melodramma italiano.
Eccola ritratta in un dipinto di Marco Ricci:



Joseph Smith, che trascorse 16 anni a Venezia come Console, uniformandosi alle abitudini dei nobili veneziani, possedeva anche una Villa in campagna per la villeggiatura estiva, a Mogliano Veneto (Treviso).
Incuriosita, ho cercato di vedere quale potesse essere ma non l'ho trovata, scoprendo però un'infinità di Ville in questa bella zona del trevigiano!
E cercando, cercando, ho trovato questo brano (ma non sono andata molto oltre a leggere) di un libro che forse Adriano potrebbe avere già citato, in cui si parla proprio del Console Smith e di alcuni suoi ospiti nella Villa di Mogliano: http://books.google.it/books?id=MgBozi63vR...0veneto&f=false

(E mi sembra si parli proprio del love affair tra Smith e Giustiniana)

Ritornando alle foto e al fatto di parlare delle motivazioni che portarono all'abbattimento delle chiese in età napoleonica, io ne leggerei volentieri, sempre però in riferimento al tema della discussione.
Di questo argomento c'è un breve passaggio anche nell'articolo di cui ho dato il link sulle donne viaggiatrici dell'800, e precisamente:

"Se si considera la personalità di Lady Morgan, profondamente radicata nei valori della libertà, dell'uguaglianza tra gli uomini, portavoce dei diritti degli emarginati e delle popolazioni oppresse, strenua sostenitrice delle innovazioni che Napoleone mise in atto in Italia - ai danni, soprattutto, degli ordini monastici e del clero - a favore dell'istruzione dei giovani e, in particolare, delle donne, probabilmente si ottiene un quadro più preciso nel quale inserire le sue opinioni negative riguardo al potere della Chiesa."

Questo brano si riferisce alla situazione che trovò in Italia, e in particolare a Roma, Lady Morgan durante il suo viaggio nel 1819.
 
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Giacomo Girolamo Casanova
view post Posted on 3/4/2014, 15:37




Il libro di Di Robilant, che hai citato, ha anche una versione italiana (Un amore veneziano) anche se l'originale è stato scritto in inglese perché l'autore ha lavorato come giornalista in USA. Come abbiamo già avuto occasione di dire, il libro è molto interessante come il successivo: "Lucia nel tempo di Napoleone" di cui anche abbiamo parlato.

Il palazzetto è ancora lì e ogni volta che ci passo davanti penso alla furente storia tra Andrea e Giustiniana. Sono cose che rimangono per sempre nell'anima dei protagonisti, la nostalgia diviene sempre più tristezza e, alla fine della vita, disperazione.

Comunque qui la scheda sul palazzo:

https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_Smit...gilli_Valmarana

La villa di Smith a Mogliano è stata oggetto di una pubblicazione da parte di un illustre casanovista che vive a Venezia a un tiro di schioppo da palazzo Grassi ed è il

Marchese Federico Montecuccoli degli Erri (* 1934). Titoli: Marchese di Polinago, Vaglio, Susano, Pigneto e Prignano, Patrizio di Modena.
Credo sia un discendente di Raimondo Montecuccoli.

Montecuccoli degli Erri, Federico
Titolo: La villa del console Smith a Mogliano
Arte veneta : rivista trimestrale di storia , N. 51 (1997), fasc. 2, p. 83-88

Le chiese a Venezia a un certo punto cominciarono ad "andar giù" una dietro l'altra. Compresa quella in cui fu sepolto Andrea Memmo e fu quindi necessario traslarlo in San Marcuola, cioè davanti al suo palazzo avito. Scherzi del destino. C'è una lapide microscopica sul pavimento che manco si vede. Ho regolarmente litigato col sacrestano che mi ha impedito di fotografarla. In realtà sarebbe stato giusto dare risalto a questo obbrobrio per cui un uomo come il Memmo che dedicò tutta la vita allo Stato, impoverendosi fino alla miseria invece di arricchirsi come fanno oggi, abbia una tomba misera e negletta.

I motivi degli abbattimenti sono quasi sempre univoci: assenza di manutenzione causa mutate condizioni economiche. Nel Settecento il numero dei religiosi, non solo a Venezia, era allucinante e l'onere economico del loro mantenimento pesantissimo. Cosicché quando l'aria cambiò, molti istituti, conventi, chiese finirono in rovina e furono abbattuti.

Tra l'altro Napoleone non si occupò solo delle istituzioni religiose ma abolì anche lo scandaloso Ghetto, che non è poco. Se vi interessa, la voce relativa su wiki l'ho creata io il 22.9.2005 e mi sembra discreta. Ci sono pure molte foto fatte da me. Ultimamente la situazione è piuttosto cambiata e in ghetto si vedono moltissimi ebrei ortodossi venuti dall'estero, con capelli e cappelli d'ordinanza. Che dire: il fondamentalismo non mi piace, da qualsiasi parte venga.

L'opera di eliminazione di rendite parassitarie e della manomorta continuò anche dopo il Risorgimento con le cosiddette leggi eversive dell'asse ecclesiastico che furono delle autentiche spoliazioni. Poi vennero il Fascismo, il Concordato numero 1 e quello numero 2 (Craxi).....

Edited by Giacomo Girolamo Casanova - 3/4/2014, 22:30
 
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view post Posted on 3/4/2014, 20:12
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A proposito di leggi eversive dell'Asse ecclesiastico vado leggermente OT, ma vorrei ricordare un bel libro di Matilde Serao, L'anima semplice : Suor Giovanna della Croce

318Tl8qIgvL._

La protagonista è una monaca di clausura costretta a lasciare il suo monastero soppresso. E c'è un particolare che la Serao, da grande giornalista qual è, non si lascia sfuggire, e al quale io invece non avevo mai pensato: il governo incamerò anche le doti delle monache, che servivano a mantenerle in monastero e che avrebbero dovuto essere restituite al momento della soppressione. In cambio delle doti furono promesse pensioni che non vennero mai erogate, così chi non aveva una famiglia che potesse mantenerla si ritrovò alla mendicità. :angry: nonono
 
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view post Posted on 4/4/2014, 11:53
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CITAZIONE (Cartaphilus @ 3/4/2014, 21:12) 
La protagonista è una monaca di clausura costretta a lasciare il suo monastero soppresso. E c'è un particolare che la Serao, da grande giornalista qual è, non si lascia sfuggire, e al quale io invece non avevo mai pensato: il governo incamerò anche le doti delle monache, che servivano a mantenerle in monastero e che avrebbero dovuto essere restituite al momento della soppressione. In cambio delle doti furono promesse pensioni che non vennero mai erogate, così chi non aveva una famiglia che potesse mantenerla si ritrovò alla mendicità. :angry: nonono

E' molto simile a quello che successe con la dissoluzione dei monasteri voluta da Enrico VIII!

Ma con la soppressione delle chiese e dei conventi "si resero disponibili quote ingenti di opere d'arte che finirono sul mercato o cominciarono a viaggiare per musei e pinacoteche.
Veniva messa in discussione l'idea stessa dell'Italia-museo, cara alla mentalità del '700".
E molte delle opere italiane crearono il Louvre...
Quello di Napoleone fu un vero e proprio "furto d'arte", così come viene chiamato.


Durante il Grand Tour, le opere d'arte venivano regolarmente acquistate, per lo più. Ma, specialmente per quanto riguarda i manufatti ritrovati duranti gli scavi di Pompei ed Ercolano, non era difficile procurarsi qualcosa "sottobanco".
Come nel caso di William Hamilton, il quale nel 1764 si trovava a Napoli per lo studio delle antichità; "egli acquistava tutto ciò che gli era possibile e per di più, a dispetto dei divieti, riuscì ad effettuare perfino scavi personali, formando così una collezione, soprattutto di vasi, assolutamente eccezionale".

Ritornando invece alle opere acquistate dai collezionisti del Grand Tour, che hanno comunque poi costituito una raccolta nel loro Paese, ho trovato un articolo, molto interessante, su una mostra a Cortona. "Un tuffo nel clima del Grand Tour settecentesco. La mostra ripercorre la straordinaria figura di Lord Coke e il suo viaggio in Italia durante il quale si appassionò alla civiltà etrusca divenendone munifico sostenitore" (dopo l'articolo ci sono delle belle foto! E molto di più nel sito della mostra).
www.archeologiatoscana.it/it/eventi/106-mostra-british




Thomas Coke fece il Grand Tour tra il 1712 e il 1718; le opere collezionate furono conservate ad Holkham Hall, la residenza in stile palladiano che fece costruire nel Norfolk, su progetto dell'architetto William Kent.


Thomas Coke, primo Conte di Leicester (1697-1759)

Edited by reine Claude - 7/4/2014, 08:55
 
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view post Posted on 5/4/2014, 11:29
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Marie-Antoinette

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Nell'800 i viaggiatori iniziarono a visitare altre zone del sud Italia.
Tappa essenziale era la Sicilia, i vulcani ed i tesori greci e barocchi dell'isola, di cui Friedrich Maximilian Hessemer scriveva nelle sue "Lettere dalla Sicilia" all'inizio dell’800: «la Sicilia è il puntino sulla i dell’Italia, [...] il resto d’Italia mi par soltanto un gambo posto a sorreggere un simil fiore. Preferivano visitare la Sicilia,piuttosto che spingersi fino in Grecia,per evitare i problemi che il governo turco avrebbe potuto creare. La Sicilia era ricca di reperti e monumenti risalenti all'occupazione dell'antica Grecia.
Piccola curiosita',l'attuale termine turismo ha origine proprio dal gran tour.
 
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view post Posted on 9/4/2014, 11:21
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Arciduca /Arciduchessa

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Il termine tourism comparve per la prima volta nell'Oxford English Dictionary nel 1811 (in Italia comparve nel 1905).

Le rovine archeologiche della Sicilia e la natura selvaggia lasciavano stupefatti i visitatori: la bellezza dei paesaggi e la preziosità dei reperti archeologici contrastavano con "una singolare infelicità sociale".
"In questo Paese più la natura ha fatto per gli uomini, si direbbe, e più gli uomini trascurano i suoi doni" scriveva lo storico inglese Edward Gibbon (1737 -1794).

In Italia convivevano "gli elementi più raffinati della cultura del passato" con una situazione giudicata, dai viaggiatori europei, "primitiva e arcaica".
Il contrasto era molto evidente e stupiva i viaggiatori del Grand Tour: diari e racconti di viaggio abbondano di queste impressioni.
Le gente del popolo era considerata indolente, superstiziosa, "filosoficamente abbandonata all'inerzia", ma i ceti dirigenti erano anche criticati per l'indifferenza ad una così vasta miseria.

La differenza tra le varie regioni era particolarmente visibile ai viaggiatori del Grand Tour, che effettuavano il viaggio in carrozza, a tappe, toccando tutto il territorio.
Veniva apprezzata l'ingegnosità italiana nella sistemazione dei territori, capace di utilizzarne in maniera estetica e pratica nello stesso tempo, le irregolarità.
C'era la convinzione che, a felicità e bellezza di paesaggio corrispondessero miserevoli condizioni sociali, e viceversa.
Questo era ben visibile nello stato Pontificio, così come al Sud, mentre ad es. la Toscana appariva particolarmente industriosa rispetto al territorio svantaggiato.

Edited by reine Claude - 13/4/2014, 15:12
 
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view post Posted on 13/4/2014, 11:10
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Marie-Antoinette

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Per caso ho trovato una rivista dell'anno scorso in cui c'era un lungo articolo sul Gran tour in Italia. Per tutto il 2013 a Roma c'e' stata una mostra sul Gran tour.
Peccato non averlo scoperto prima.
 
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Giacomo Girolamo Casanova
view post Posted on 13/4/2014, 13:32




Mi è sfuggita completamente come si chiamava? Come al solito se una mostra è a Venezia o Parigi la vedo, se è a Roma o mi sfugge oppure mi cullo col fatto che è a portata di mano e la lascio scadere. In verità va detto che la fila di tre ore fatta qualche anno fa alle Scuderie del Quirinale mi ha un po' tramortito....
 
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41 replies since 21/3/2014, 16:57   5541 views
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