CITAZIONE (Duc de Saint-Simon @ 9/9/2019, 13:31)
Ho appena finito di leggere "Parigi libertina" di Olivier Blanc, libro molto interessante e istruttivo. Mi è stato chiaro il perché della Rivoluzione Francese. Basta citare qualche nome:
- a pag. 57 c'é una Marie-Anne Françoise Mouchard de la Grange-aux-Valets.
- a pag. 86 Anne-Marie de Montgerould de Coutances, contessa Brandouin de Beaufort.
- a pag. 133 la signora di Langeac, nata Marie-Madeleine-Josèphe- Aglaé de Cusaque.
- a pag. 163 Louise-Françoise d'Alsace d'Hénin-Liétard de Chimay, moglie di Jacques Xavier François Régis Ignace de Cambis.
- a pag. 213 Mme de Polignac, nata Gabrielle Yolande Claude Jeanne de Polastron, sposata con il conte Armand Jules Chalençon de Polignac.
Come faceva a stare in piedi una società dominata da tante teste blasonate con 10 nomi ciascuna, ricchissime, nullafacenti, dedite solo al gioco, ai teatri, ai divertimenti, ai balli, ai corteggiamenti ossessivi, alle scommesse, agli intrighi di corte, alle dolcezze della libidine più sfrenata, ai vestiti sempre più ricchi e complicati, alle capigliature sempre più bizzarre e stravaganti, tanto che le parrucche delle dame raggiungevano un'altezza di mezzo metro e si era dovuto inventare un sistema di leve per abbassarle e poter così entrare nelle carrozze?
Come poteva reggere una classe dominante tanto dissoluta, depravata, viziosa, decadente, in cui gli uomini indossavano i tacchi, si incipriavano il viso e lo coloravano col fard, mettevano le parrucche, camminavano col bastone per darsi un contegno altezzoso, si mettevano "nei" posticci come le dame ed erano vestiti con foulard, volants e pietre preziose in ogni dove, usate anche come bottoni?
A una gran dama che si era appena sposata le amiche chiesero come fosse suo marito; questa rispose: cosa posso dire di un uomo che porta più pizzi di me?
E tutto questo pagato da 20 milioni di contadini che tiravano la vita coi denti?
Non poteva durare.
Temo che si rischi di scivolare nella polemica, per questo mi limito a un unico commento.
Il libro che hai letto è interessante, oserei dire delizioso. Olivier Blanc ha scritto anche un libro sulla vita dei postriboli della Parigi pre-rivoluzionaria.
Ora non capisco perché elencare i nomi di alcune donne che hanno vissuto la loro vita secondo ciò che volevano.
Dire che da questo libro si capisce il perché della rivoluzione è azzardato.
Il messaggio che tu lanci è che è stato giusto distruggere una società perché spendacciona e dedita al libertinaggio.
Secondo questa idea, tutta l'aristocrazia europea avrebbe dovuto fare la stessa fine perché di quaccheri non ve n'erano.
Mi era sembrato di capire che tu amassi il periodo storico del regno di Luigi XIV. Se non ho frainteso, mi chiedo come tu possa aver apprezzato un tale periodo storico, visto che ciò che critichi è iniziato in quel periodo.
Dovresti sapere che i "tacchi" per gli uomini ( ben diversi da quelli delle donne) li ha inventati Luigi XIV perché era basso.
E se parliamo di tacco rosso, anche quello ha un motivo di essere.
Le parrucche (anche quelle sono una moda di Luigi XIV perché calvo) non mi sembra che abbondassero sulle teste dei nobili del periodo 1750/1789.
È vero si incipriavano i capelli, ma non ho mai visto un ritratto di un nobile con del rossetto sulle guance (non mi riferisco al rossetto per le labbra usato oggi, ma a quello che le dame mettevano sulle guance), mi riferisco ad un uomo ovviamente. E se anche lo avessero usato, questo li rendeva meno "uomini" o meno intelligenti o meno cosa?
Di sicuro non lo usava Luigi XVI e non portava neanche i tacchi, come penso tutti gli altri nobili che non fossero un pò carenti in altezza.
Porti ad esempio Federico II e Napoleone.
Il primo trasformò il suo regno in una caserma, ma non disdegnò la bellezza del suo secolo tanto da far costruire Sans .Souci.
Sul secondo preferisco non commentare.
Conoscere un secolo, capirne il fascino e le brutture, gli errori e i successi, è questo ciò che per me vuol dire " studiare la storia".
Hai scritto che volevi enfatizzare la morale dell'epoca che, secondo te, fu ciò che portò alla rivoluzione.
Se la rivoluzione francese si riduce tutta ad una sorta di punizione in stile Sodoma e Gomorra, beh non è un punto di vista che posso condividere.
Un' ultima piccola cosa, Maximilien de Robespierre, grande incorruttibile e rivoluzionario (mi scuso per la sottile ironia) che fece della Virtù il suo cavallo di battaglia, fino all'ultimo giorno della sua vita non rinunciò ai pizzi e alla cipria. Il de nel cognome è voluto perché vi rinunciò con un pizzico di rammarico.
Edited by MmeAnna - 10/9/2019, 15:16