Maria Antonietta - Regina di Francia

Diario di viaggio 2014, Splendori e miserie dei cortigiani

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view post Posted on 30/8/2014, 18:00
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Marie-Antoinette

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Quanti gatti hai??? In effetti e' divertente trovare nomi strani per i nostri amici a 4 zampe.
Grazie per le foto,ho una vera inclinazione per i giardini,posso "rubare" le tue foto?
In effetti Napoleone doveva essere molto basso,ho avuto modo di vedere un suo cavallo imbalsamato (che orrore!) e sembrava poco piu' grande di un pony. Non era maestoso come mi aspettavo.
Deve essere stata una visita molto piacevole,che invidia ^_^ .
Ovviamente in senso assolutamente positivo :D
 
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view post Posted on 31/8/2014, 20:59
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Arciduca /Arciduchessa

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Il tuo diario di viaggio è uno spasso :lol: E pure la storia di Scoasso e della precedente visita a Chantilly. Parere tuo personale: dovendo secegliere solo uno dei due da visitare l’anno prossimo, e non avendone visto neanche uno, daresti la precedenza a Fontainebleau o a Chantilly?

CITAZIONE
Partenza dalla Gare de Lyon, poi treno fino a Fontainebleau - Avon. Abbiamo preso l’autobus fino al castello.

Le solite informazioni pratiche che mi potrebbero tornare utili per l’anno prossimo. Con quale frequenza c’è il treno per Fontainebleau? Ogni mezz’ora come quello per Versailles? E il biglietto per l’autobus l’avete fatto a Fontainebleau oppure si può acquistare alla Gare de Lyon assieme al biglietto del treno?

CITAZIONE
a Chantilly anni fa avevamo avuto un incontro ravvicinato con le vespe, ma anche qui a Fontainebleau è pieno, volitano ovunque e in quantità semi-industriale, tanto che su alcuni tavolini del bar, pardon: del punto di ristoro, troneggiano allegri degli strafanti di plastica con dei fori: hanno ripescato l’antica idea della moscarola per cercare di arginare un po’ il problema.

Ma che schifo! Vuoi dire che ci si siede e si mangia ai tavolini con un centrotavola fatto di vespe morte o agonizzanti? Terribile: da brava insettofobica, arrivo quasi a rimpiangere il bar de Il Cairo dove, prima di sederti per prendere qualcosa, arrivava il cameriere a spruzzare una bella svaporata di DDT sul tavolino. Sarà stato poco salubre ma vespe, stai tranquillo, non ce n’erano proprio più. ;)

CITAZIONE
Allora, sul sito della reggia c'è un calendario con indicate le date di alcune visite guidate, a tema o meno. E sono una ogni morte di papa. Poi, però, c'è la possibilità che di giorno in giorno ci siano delel visite non segnalate: l'ideale sarebbe andare alla biglietteria ogni giorno e chiedere "oggi che c'è da vedere?", ma...

….. ma tutti voi consigliate sempre questo approccio ma vorrei capire se qualcuno prima o poi una botta di culo l’ha avuta e ha potuto fare una visita non prenotata e non segnata da tempo sul calendario. Perché finora mi sembra che nessuno sia stato così fortunato. Alice credo che abbia ingaggiato una guida per un giorno e, allora, ti fanno vedere quello che vuoi, almeno mi disse così l’anno scorso la tipa per nulla gioviale e simpatica su cui mi avevano dirottato le bigliettaie dell’ufficio visite. Ma servono tanti tanti sghei e se sei in gruppo è un conto…. Purtroppo sono due anni che provo ad organizzarmi con Alice ma le ferie capitano sempre nel periodo sbagliato :(

CITAZIONE
Sconsiglierei le tazze con le corone, perché non so dove abbia pescato quelle immagini ma sono attenbidili quanto le promesse di fedeltà di Cicciolina ai suoi morosi.

:lol:

CITAZIONE
Grazie ho gli occhietti da cagnetto come l'imperatrice Eugenia,

Doppio :lol:

Che belle le foto dei giardini!
 
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madameladauphine
view post Posted on 1/9/2014, 22:44




Ma sei assolutamente spassoso monsiur Mauro! mi sono dilettata a leggere la tua avventura in quel di Versailles e Paris, belle le foto....mi e' rimasta impressa quella maglietta a maniche blu del negozio di souvenirs con impressa l'immagine di louis quatorze credo che sia, Impareggiabile! devo averlaaaa! Ovviamente scherzooo :cd08785afu4.gif:
 
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view post Posted on 4/9/2014, 10:03
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Marie-Antoinette

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Avevo letto che Napoleone in realtà non era esattamente un tappo. Doveva essere all'incirca un metro e 65. Le foto della tunica le ho viste. Considera che, facendo il confronto con il dipinto di David (che è il più preciso a riproporre quel vestito), manca una balza di passamaneria dorata di una decina di centimetri buoni. Con la balza la tunica gli arrivava alla caviglia. Facendo due calcoli è plausibile che fosse alto quanto me.

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Gli abiti d'epoca comunque non devono trarre in inganno per la loro piccolezza (parlo proprio di dimensioni "in larghezza", spesso hanno spalle minutissime e vite minuscole). Guardandoli immaginando di farli indossare a persone di oggi, inevitabilmente si pensa a uomini e donne molto piccoli di statura. In realtà spesso e volentieri erano solo piccoli di corporatura, ma avevano altezze nella media.
Chi sia stato a Palazzo Pitti e abbia visto l'abito funebre di don Garzia de' Medici probabilmente avrà pensato che il principino fosse un bimbo. Invece quando è morto aveva quindici anni ed era alto 1,67 m (dato sicuro, lo hanno misurato nell'esumazione del 2004). Io in quel vestito da bambola non ci entrerei manco per sogno e sono più basso di lui di due centimetri.
 
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view post Posted on 4/9/2014, 14:28
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Marie-Antoinette

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Supplemento Teresina!


Letto dell'imperatrice (qualsiasi)La mia teresa mi fa notare che ho perso per strada una cosa interessante raccontataci da Marie Noëlle durante la visita degli appartamenti privati di Napoleone.


Quando eravamo nella stanza con il letto dell’Imperatrice (non importa se la Pina o la Gigia, tanto dormivano tutte e due allo stesso modo e, purtroppo per loro, con lo stesso uomo …) ci ha narrato di come negli anni ’80 sia stata presa la decisione di risistemare i tessuti della stanza. La cosa ha richiesto circa diciotto anni di lavorazione; tempo non esorbitante per un’opera di questo genere: è circa lo stesso che hanno richiesto i parati risistemati da poco in una delle stanze degli appartamenti privati di Maria Antonietta e meno di ventitre anni dei tessuti della stanza del Re Sole a Versailles.


Risultato: dopo venti giorni dalla posa dei nuovi tessuti si sono accorti che i turisti si poggiavano e/o aggrappavano alle tende, a mo’ di Francesca Bertini, e le stavano già sfilacciando. E giù di schermi di plexiglas per proteggerle!


Altro risultato: una volta gli enjoliveurs (ossia i gentili personaggi che realizzavano le passamanerie) le facevano usando del legno di bosso, che a quanto sembra ha un odore che allontana i roditori, ma è anche costoso e molto duro da lavorare. Va da sé che fu usato dell’altro, vuoi per malinteso senso del risparmio vuoi per trascuratezza, e dopo venti giorni dalla posa si accorsero che le simpatiche pantegane bellifontane avevano dato l’assalto in massa alle nappine della Pina. E giù di gatti da far circolare nel castello!


Se penso che a Versailles fu mobilitato l’intero servizio di sicurezza per far scendere da una poltrona del Grand Trianon il gatto di un custode che vi si era acciambellato mi viene da ridere, e da piangere assieme.


 
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Giacomo Girolamo Casanova
view post Posted on 4/9/2014, 18:05




Premesso che il gatto è sempre il topicida migliore, innocuo per l'uomo e per l'ambiente, simpatico e di compagnia, spero che l'abbiano fatto scendere dalla poltrona con modi urbani.

Venendo alle corporature, le osservazioni di cui sopra richiederebbero un esperto di storia della medicina quale io non sono. Ma osservando i quadri a Ca' Rezzonico appare evidente, anche a un non esperto, che molti soggetti presentano evidenti segni di rachitismo. Tutta una serie di patologie derivanti da ambienti malsani, scarsa areazione, ipovitaminosi, alimentazione disordinata e carente di proteine, lasciavano segni evidenti sul fisico. Quindi le corporature spesso erano così per motivi patologici. Basti pensare alla frequenza di affezioni respiratorie e polmonari anche gravi che facevano strage perfino in strati elevatissimi della popolazione (anche la Pompadour ne fu vittima).

Presumo che tutto questo si riflettesse pure geneticamente per lo stesso motivo per il quale i popoli sedentari sono mediamente inferiori di statura ai cacciatori-raccoglitori primigeni. E nelle isole spesso le corporature sono più minute, per lo scarso apporto genetico esterno e il frequente incrociarsi fra consanguinei.

Grazie per le notizie che il diario, come tutti i diari, non manca di fornire. E anche per gli excursus gattologici.

Edited by Giacomo Girolamo Casanova - 4/9/2014, 22:41
 
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view post Posted on 5/9/2014, 06:51
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Marie-Antoinette

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CITAZIONE (MmeAnna @ 30/8/2014, 19:00) 
Quanti gatti hai??? In effetti e' divertente trovare nomi strani per i nostri amici a 4 zampe.

Tre gatti, al momento: Scoasso (Don Scoasso Mutley, barone de La Tega), Minki (Gigliola Pisani Stra-delà de Galta, la bimbaminkia) e la Piccoletta (Ortensia Micini vien dal Campo della Galta, il fantasma dell'opera, la gatta interinale).

CITAZIONE
Grazie per le foto,ho una vera inclinazione per i giardini,posso "rubare" le tue foto?

Ruba pure tranquilla, io le ho già rubate per conto mio a mio moroso


CITAZIONE
Ovviamente in senso assolutamente positivo :D

Coi ritmi che avevamo è una cosa fatica da miniera, ma ne val la pena
 
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view post Posted on 5/9/2014, 07:33
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Marie-Antoinette

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CITAZIONE (Maria Clotilde @ 31/8/2014, 21:59) 
Parere tuo personale: dovendo secegliere solo uno dei due da visitare l’anno prossimo, e non avendone visto neanche uno, daresti la precedenza a Fontainebleau o a Chantilly?

La prima volta che andai a Parigi, vent'anni fa, andai a Chantilly perché Fontainebleau era troppo lontana... ingenuo.

Adesso ti posso dire che le trovo due strutture affatto diverse, Chantilly più simile ad un museo e Fontainbleau a una dimora come Versailles. Chantilly ha alcune cose introvabili altrove, come le due singeries ma Fontainebleau abbraccia anche i Napoleonidi, è storicamente più articolata e non so bene perché mi è più simpatica.



CITAZIONE
Le solite informazioni pratiche che mi potrebbero tornare utili per l’anno prossimo. Con quale frequenza c’è il treno per Fontainebleau? Ogni mezz’ora come quello per Versailles? E il biglietto per l’autobus l’avete fatto a Fontainebleau oppure si può acquistare alla Gare de Lyon assieme al biglietto del treno?

Non ricordo bene la frequenza, ma sono più di uno ogni ora, ipotizzerei la mezzora e maggiore frequenza in ore di punta.
Se ti fai la Paris Visite è tutto compreso: autobus e anche biglietto del treno per Fontainebleau. Abbiamo fatto il biglietto apposta per Compiègne (15 euro solo andata) e Chantilly (che mi pare sia la stessa linea)



CITAZIONE
Ma che schifo! Vuoi dire che ci si siede e si mangia ai tavolini con un centrotavola fatto di vespe morte o agonizzanti?

temo proprio di si


CITAZIONE
….. ma tutti voi consigliate sempre questo approccio ma vorrei capire se qualcuno prima o poi una botta di culo l’ha avuta e ha potuto fare una visita non prenotata e non segnata da tempo sul calendario.

4 anni fa, l'appartamento della Pompadour e lo stesso giorno gli attici del Trianon

CITAZIONE
Alice credo che abbia ingaggiato una guida per un giorno

Purtroppo con un gruppo è un'altra cosa, ci sono viste che anno esclusivameneper gruppi e fino a un numero x di persone (a Versailles per motivi di sicurezza troppa gente in uno stanzino come la Merdienne -tanto per dire- non la vorrebbero far entrare tutta assieme.

CITAZIONE (*§Yue§* @ 4/9/2014, 11:03) 
Le foto della tunica le ho viste. Considera che, facendo il confronto con il dipinto di David (che è il più preciso a riproporre quel vestito), manca una balza di passamaneria dorata di una decina di centimetri buoni. Con la balza la tunica gli arrivava alla caviglia.

Non mi ero accorto che alla tunica mancassero le frange del divano :D ammennicolo che trovo anche nel quadro di Gerard e che migliora le stime dell'altezza mancata di Nanopoleone

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CITAZIONE
Chi sia stato a Palazzo Pitti e abbia visto l'abito funebre di don Garzia de' Medici probabilmente avrà pensato che il principino fosse un bimbo. Invece quando è morto aveva quindici anni ed era alto 1,67 m (dato sicuro, lo hanno misurato nell'esumazione del 2004). Io in quel vestito da bambola non ci entrerei manco per sogno e sono più basso di lui di due centimetri.

don Garzia non era quello che da bimbo pareva un porcellino e guatava con occhio famelico l'uccellino che aveva in mano, in un qualche ritratto che mi pare di ricordare?

CITAZIONE (Giacomo Girolamo Casanova @ 4/9/2014, 19:05) 
Premesso che il gatto è sempre il topicida migliore, innocuo per l'uomo e per l'ambiente, simpatico e di compagnia, spero che l'abbiano fatto scendere dalla poltrona con modi urbani.

Gli è toccato per forza: se si fosse spaventato avrebbe anche potuto piantare le unghie nella poltrona.
Praticamente c'era mezzo corpo di guardia in ginocchioni o accucciato sul pavimento che ammiccava al micio, ma senzapossibilità di avvicinarsi perché anche le guardie hanno il divieto di calpestare i tappeti al castello.
Fortuna ha voluto che nella descrizione del gatto diramata via walkie-talkie una guardia abbia riconosciuto la sua gatta; lui gode di un alloggio di servzio al Trianon, e la gatta era semplicemente sgusciata fuori della porta della sua stanza.



CITAZIONE
Presumo che tutto questo si riflettesse pure geneticamente per lo stesso motivo per il quale i popoli sedentari sono mediamente inferiori di statura ai cacciatori-raccoglitori primigeni. E nelle isole spesso le corporature sono più minute, per lo scarso apporto genetico esterno e il frequente incrociarsi fra consanguinei.

Se non ricordo male, la giovinezza del Napo non era delle migliori, se la Ramolino doveva crescersi 54 figli con pochi spiccioli. Anche lui avrà avuto le sue belle carenze nutritive

CITAZIONE
Grazie per le notizie che il diario, come tutti i diari, non manca di fornire. E anche per gli excursus gattologici.

Per me è puro piacere :)
 
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Giacomo Girolamo Casanova
view post Posted on 5/9/2014, 11:16




CITAZIONE (Maurº @ 5/9/2014, 08:33) 

Gli è toccato per forza: se si fosse spaventato avrebbe anche potuto piantare le unghie nella poltrona.
Praticamente c'era mezzo corpo di guardia in ginocchioni o accucciato sul pavimento che ammiccava al micio, ma senzapossibilità di avvicinarsi perché anche le guardie hanno il divieto di calpestare i tappeti al castello.
Fortuna ha voluto che nella descrizione del gatto diramata via walkie-talkie una guardia abbia riconosciuto la sua gatta; lui gode di un alloggio di servzio al Trianon, e la gatta era semplicemente sgusciata fuori della porta della sua stanza.


Ohibò, oltralpe non conoscono la taumaturgica virtù dei croccantini agitati a mo' di sonaglio nell'apposita scatolina metallica?

A meno che ci sia un topo o una lucertola che lo svia, al magico suono, il gatto arriva. Di solito funziona meglio col gatto domestico che è più croccantino-dipendente. Col gatto free lance va meno bene. E in generale il croccantino appena estratto dalla confezione nuova funziona meglio di quello "raffermo".

Certo che questi "alloggi di servizio" sono una vera croce da portare. Magari passano pure opportuno garage.

Del resto c'è pure chi fa la portinaia al n°7 di Rue de Grenelle....
 
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view post Posted on 5/9/2014, 13:52
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Marie-Antoinette

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CITAZIONE (Giacomo Girolamo Casanova @ 5/9/2014, 12:16) 
A meno che ci sia un topo o una lucertola che lo svia, al magico suono, il gatto arriva. Di solito funziona meglio col gatto domestico che è più croccantino-dipendente. Col gatto free lance va meno bene. E in generale il croccantino appena estratto dalla confezione nuova funziona meglio di quello "raffermo".

la magia del rumore del crocco agitato dovrebbe essere universale, ma forse c'è qualche regola che lo vieta. Visto quanto sono paranoici al castello non mi sorprenderebbe che non abbiano preso i croccantini perché mancava l'autorizzazione per creare un rumore asincrono non regolamentare

CITAZIONE
Certo che questi "alloggi di servizio" sono una vera croce da portare. Magari passano pure opportuno garage.

Per il garage non saprei, ma di certo potrei sacrificarmi anche facendo quello che toglie le ragnatele dai giro scale, non mi formalizzerei molto circa il tipo di impiego se potessi scrivere sulla carta d'identità "Residenza: Château de Versailles"
 
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view post Posted on 7/9/2014, 17:56
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Marie-Antoinette

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Capitolo quarto: Guardoni di regine morte…

… Scoprivateli, su Rieducational Channel!


Finalmente il quarto giorno si va a palazzo: è da mesi che Alessandro aveva visto sul sito di Versailles la visita tematica “Dans l’intimité de Marie-Antoinette”, figurarsi se poteva lasciarsela scappare. Per di più iniziava alle dieci, e avendo già i biglietti non abbiamo nemmeno dovuto fare una levataccia.


La saletta dove ci fanno attendere che si raduni tutto il gruppo è sempre la solita, una stanza del Grand Commun attigua alla biglietteria, decorata come le altra da degli orridi lampadari in… policarbonato… metacrilato… insomma, delle cagate pazzesche nate dall’incrocio tra uno chandelier e un ceppo di coltelli del discount; sono quel tantinello inquietanti perché ti immagini sempre che stiano per cadere, respinti dal soffitto schifato da cotanta paccottiglia, e finiscano per trafiggerti da un momento all’altro. Ah, si chiamano “lampadari di design”? Credevo si chiamassero “erpici”… mamma, come sono campagnolo! Sono rimasto ai cari, vecchi lampadari con le candele.





La cerimonia con la prova dei gingilli audio necessari per seguire la spiegazione della guida avviene con tutti i risvolti fantozziani del caso, ogni santa volta c’è sempre quello con le pile scariche o la persona che non riesce a trovare il pulsante dell’accensione. O anche quello che non capisce dove infilarsi le cuffiette, la qual cosa trovo sia imbarazzante.
Arriva la nostra accompagnatrice, una signora di età indefinibile dal capello grigio, potrebbe avere quarant’anni come sessanta, ha le movenze di una suora in libera uscita ma nel contengo e nel modo di dirigere il gruppo sembra Tata Lucia Rizzi. Quando ci guardava al di sopra degli occhialetti sembrava pensare: “Occhio a non sgarrare o vi bacchetto tutti sui malleoli!”


Il giro negli appartamenti privati di Maria Antonietta non è molto diverso dal solito, escludendo che il Cabinet de la Meridienne è chiuso per restauri; poco male perché tanto non ti ci fanno entrare lo stesso ma si può solo guardarlo restando sulla soglia. Chiariamo che non si chiama “Meridienne” perché la Maria ci avesse piantato uno stecco nel centro del pavimento per trasformarlo in una meridiana, è che di solito lo usava nelle ore centrali della giornata (la Settimana Enigmistica mi insegna che meridiem, in latino, è il mezzogiorno): insomma, è facile che la regina ci facesse la pennica del dopo pasto. Una cosa molto interessante, invece, è stato che Tata Lucia ci ha fatto percorrere scalette e cunicoli che non avevamo mai visto, spiegandoci che con ogni probabilità quello è il percorso seguito da Maria Antonietta nelle giornate di Ottobre quando cercò di raggiungere gli appartamenti del Re e dei figli.


È stato nel Cabinet du billard, dove fra l’altro il biliardo non c’è, che abbiamo saputo che la manifatture di Lione hanno impiegato un tempo stimabile attorno ai diciotto anni per tessere i parati della stanza, mentre ne hanno impiegati ben ventitré per quelli della camera da parata di Luigi XIV, al ritmo di tre centimetri al giorno. Il tutto contando che mancava qualsiasi informazione dell’epoca della produzione originale, pertanto gli esperti delle manifatture non sono mai riusciti a decifrare con precisione i punti usati e i metodi impiegati per la tessitura ed hanno realizzato un qualche cosa che somigliasse molto alle stoffe della stanza del Re, ma senza riuscire a riprodurle esattamente. Viene spontaneo chiedersi quante abilità manifatturiere e che generi di tecnologie possano essere andati perduti in poco meno di tre secoli, se con i mezzi a nostra disposizione non riusciamo a venire a capo di una cosa simile.

Una cosa che mi piace sempre molto quando facciamo una vista ai Petits Appartements è che ci mostrano sempre la porticina a fianco del letto da parata della regina, quella attraverso la quale finita la cerimonia del coucher la Maria di turno (Antonietta, Leszczyńska, e forse anche Teresa) pigliava e ne andava a cuccia in camera sua. L’idea di starmene lì con un sorrisone smargiasso a novantotto denti stampato in faccia mentre… come dire… il popolo, ecco… sta lì fuori e ti guarda rodendosi perché non può entrare è appagante. Una soddisfazione del menga, concordo, ma sempre meglio di nulla.

Ovviamente giacché eravamo al castello mai più avremmo potuto tralasciare l’occasione dell’ennesimo periplo dei Grand Appartements, o no? E allora via, giusto per accorgesi che come sempre c’è qualche modifica nel percorso, cosa perfettamente normale visto che fin dalla sua nascita la reggia di Versailles è stata più simile ad un organismo vivente che ad una costruzione fatta dall’uomo, sapendo quanto possa cambiare e modificarsi; è vero che non ce la fa da sola, non è un organismo totalmente autosufficiente, e necessita di parassiti per la crescita: gli uomini.

A parte tutto, mi ha fatto un po’ senso trovarmi davanti l’enorme quadro raffigurante Luigi Filippo e i figli che escono a cavallo dalla corte del castello: già non sopporto lui, sua moglie Maria Amelia gode del nomignolo di Madame Falqui (“Basta la parola!”) e loro figlio Montpensier sarebbe stato da prendere a sberle su quella faccia da pantegana fino a renderlo socialmente presentabile, ma vedermeli così sbattuti in faccia nei vecchi appartamenti del duca du Maine mi ha lasciato un po’ basito. Sedici metri quadrati di tela di Vernet che ha richiesto una gru per essere spostata dall’ala del castello dove si trovava, e anche la rimozione delle finestre per permetterne il passaggio (della tela, non della gru). È la prova che Versailles non è Moana, e spingendo bene non ci passa di tutto. Restando in tema Moana, negli appartamenti di m.me de Maintenon era allestita una mostra temporanea su Versailles e la Cina, sostanzialmente dedicata alla cinomania che ha sempre affascinato la Corte. Ho trovato molto interessanti alcuni pezzi, peccato che degli appartamenti della Vecchia Mona si sia visto ben poco perché era quasi tutto coperto dalle impalcature utilizzate per allestire l'esposizione.

Pranzo veloce al Café d’Orléans, sorta di via di mezzo tra un fast food e una paninoteca ricavato nello spazio dei vecchi alloggi della famiglia di Luigi Filippo; senza infamia e senza lode, prezzi nella media francese (ricordo che un caffè a Versailles o Parigi costa 2€10 quasi dappertutto, tanto per dare un’idea).


Il tempo sta via via andando verso la pioggia, per cui dedichiamo al parco il minimo indispensabile sapendo che ci torneremo almeno un’altra volta se non due; si parte in direzione Hameau de la Reine mentre inizia a piovigginare. Governo ladro? Si, certo. Sempre, dovunque e qualunque. Girellando tra le casette scopriamo una cosa: una sana e grassa nutria che passeggia felice sul prato davanti allo stagno; mi dicono che ce ne siano parecchie e che stanno facendo diversi danni, ma che nessuno sa come siano arrivate lì, quello che è certo è che fino a un paio di anni fa non ce n’era traccia.

Altre due cose curiose che scopriamo sono che qualche buontempone -o un feticista- aveva pensato bene di rubarsi la sfera dorata che è sulla cima della Tour de Malborough, e che è stata ripristinata da poco; inoltre il fatto che una delle molte storie di fantasmi del Trianon riguardi la piccola Maison de la Reine: negli anni ’20 (dovrei dire del secolo scorso, ma si capisce lo stesso) un muratore che stava facendo dei piccoli lavori di consolidamento della struttura vide attraverso una porta la sagoma di una donna decapitata che camminava. Preso dalla paura si armò di mattoni e cazzuola e murò quella porta, che è chiusa ancora ai nostri giorni: non per timore, non per rispetto per la poveretta decapitata, non per disinteresse o mancanza di volontà di ripristinare il vano. No, è che non si riesce ad ottenere l’autorizzazione per demolire una cosa costruita senza autorizzazioni.

Ora, sorvolando sull’assurdità della burocrazia della reggia, mi chiedo: ma uno che si assume il rischio di andare a rubare qualche cosa a Versailles deve proprio scalare sei metri di costruzione per ciularsi la decorazione di un parafulmine? Ladri bimbiminkia: scoprivateli anche loro su Rieducational Channel!

Su Rieducational Channel scopriremo anche i turisti bimbominkia: la statua di Bouchardon che è nel tempio dell’amore, L’Amour taillant son arc dans la massue d’Hercule, ha una differenza rispetto all’ultima volta che l’abbiamo vista, manca un pezzo di arco. Ma perché, come mai, ma perché? C’è sato un terremoto? Naaaa. Una nutria mannara affamata ha aggredito la statua? Naaaa. Un ricco turista americano ha voluto a tutti i costi comprare quel pezzo di statua per la sua collezione privata, dando in cambio il restauro della chaise percée di Luigi XVI? Ma nemmeno per sogno.

Una famigliola di nazionalità non pervenuta ha pensato bene di appendere il bambino alla statua per fare una foto ricordo, che spero solo si ricordino finché campano. Loro e quello sfigato di figlio che ha due genitori così cretini. La cosa più fuori della grazia di qualsiasi dio è che a questi qui non è stato fatto nulla, non un minimo di accusa di danneggiamento alla proprietà pubblica, o di vandalismo o che altro. No. N.U.L.L.A. Hanno dichiarato che si è trattato di un incidente e che non è stato fatto apposta. Mi sento male.

Chiudiamo la serata mangiando… ma va’?

Stavolta optiamo per una rosticceria cinese: le Canard d’or Express, in rue de la Pourvoierie (nella zona del mercato, vicino al nostro albergo); si può consumare sia sul posto sia portare via. Non male, i costi sono contenuti e le porzioni non hanno problemi di sorta perché paghi a peso.

Io avevo ancora un buchetto lì, quel qual cosina che ti agita nella panza, e propongo una crêpe in un locale a pochi passi da lì. Giù di sidro per accompagnarla, in questi giorni ho fatto veramente la cura del sidro per quanto ne ho bevuto, erano anni che in Italia non ne trovavo di così buono.

- J., ma tu non mangi la crêpe?


- No, grazie. Il cinese mi ha steso!


E tte credo, fija mia: c'hai avuto pure 'a cinesa che te s'è inquattata na 'a foto der quadro!



Edited by Maurº - 13/12/2014, 19:07
 
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view post Posted on 7/9/2014, 21:39
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Arciduca /Arciduchessa

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:lol: Questa puntata di Rieducational Channel e' spassosissima e tu, Mauro, nelle vesti di Vulvia, sei mitico! :D
Ma non ci posso credere al racconto del danneggiamento della statua del tempietto dell'Amore! :blink: Non so se essere piu' incredula e amareggiata per la stupidita' di certi turisti o per il nulla assoluto che hanno avuto come giusta ricompensa per il loro gesto eroico. Non me ne vogliano Casanova e gli amanti del Sol Levante ma di foto stupide fatte dai Giapponesi ne ho viste fare tante ma nemmeno loro sono mai arrivati a pensare di appendere la creatura nata dai loro lombi ad un archetto sottile di una statua. O forse la famigliola felice in questione era Giapponese? ;)
Dovrebbero come minimo essere stati banditi da qualsiasi museo, castello, opera d'arte, con divieto di avvinicarsi piu' di 1 chilomentro. Magari il massimo del rimbrotto e' stato: "Andate ma non fatelo piu'".
Che tristezza la statua danneggiata.
 
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view post Posted on 7/9/2014, 22:25
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Sai che non ho idea della nazionalità? Non me l'hanno detto.
In compenso, la coppietta che faceva spenzolare il bambino di circa sei anni dal braccio di una delle statue del giardino delle Tuileries era europea, probabilmnete italiana se ho captato bene quello che dicevano. Che sarà anche stata una statua moderna, ma comunque non era roba loro
 
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Giacomo Girolamo Casanova
view post Posted on 8/9/2014, 12:58




Dei giapponesi tutto si può dire meno che non siano rispettosissimi di tutto ciò che li circonda. Lo martellano nella capoccia le madri ai figli fin dalla nascita. Poi è chiaro che l'approccio nei confronti dell'arte europea è sempre un tantino difficoltoso a causa delle gigantesche differenze che vi sono fra loro e noi. Ma non che gli australiani, o gli americani stessi, siano meglio. Almeno i giapponesi un'arte ce l'anno avuta.

Piuttosto mi stavo chiedendo, e mi domando come mai nessun ex liceo classico si sia destato, perché sulla settimana enigmistica, che è un pregevole mezzo di diffusione culturale anche se popolare, si utilizzi l'accusativo meridiem e non il nominativo meridies.

CITAZIONE
Chiariamo che non si chiama “Meridienne” perché la Maria ci avesse piantato uno stecco nel centro del pavimento per trasformarlo in una meridiana, è che di solito lo usava nelle ore centrali della giornata (la Settimana Enigmistica mi insegna che meridiem, in latino, è il mezzogiorno): insomma, è facile che la regina ci facesse la pennica del dopo pasto.

Essendo una parola composta, la declinazione segue pedissequamente quella della parola dies (non diem) che è peraltro una delle poche parole della quinta, e assai negletta, declinazione, a possedere tutti i casi di rito. Comunque su wiki, che è una settimana enigmistica più prolissa, la cosa si può approfondire leggendo qui.

Già che ci siamo dò una sistematina al romanesco, lingua parlata più che scritta, almeno negli ultimi secoli:

CITAZIONE
E tte credo, fija mia: c'hai avuto pure 'a cinesa che te s'è inquattata na 'a foto der quadro!

E tte credo, fija mia: c'hai avuto pure 'a cinese che te s'è 'nguattata 'na foto der quadro!

Edited by Giacomo Girolamo Casanova - 8/9/2014, 18:20
 
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view post Posted on 9/9/2014, 00:53
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Marie-Antoinette

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Può benissimo essere, d'altra parte sono un elettronico e non ho fatto studi classici
 
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