Maria Antonietta - Regina di Francia

Ciò che il mondo dedica a Maria Antonietta

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Pamplemousse
view post Posted on 27/12/2016, 22:27




CITAZIONE (MmeAnna @ 27/12/2016, 21:56) 
But a series of gruesome murders are taking place across the city, putting everyone on edge. And as she tours museums and palaces, Colette keeps seeing a strange vision: a pale woman in a ball gown and powdered wig, who looks suspiciously like Marie Antoinette.

Alla faccia dei terroristi, insomma.
 
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Marie-Therese
view post Posted on 27/12/2016, 22:30




Tranquilla, va più che bene, cara Anna!
Non ho capito però una cosa: è ambientato ai giorni nostri?
C'è scritto "abito d'epoca e parrucca incipriata", ma non dice in che epoca è ambientata la storia!
 
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view post Posted on 27/12/2016, 22:40
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Marie-Antoinette

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È ambientata ai nostri giorni.
In pratica la regina è tornata per vendicarsi dei discendenti di coloro che la condannarono a morte.
In stile "a volte ritornano " o " la vendetta della mummia".
 
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view post Posted on 8/1/2017, 14:27
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Marie-Antoinette

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Ieri a Pietra Ligure si è tenuto un evento dedicato alla corte di Versailles e a Maria Antonietta.

https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&es...mtzZTE-anDakvFw
 
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view post Posted on 9/1/2017, 13:48
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Marie-Antoinette

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Questo 10 gennaio 2017 a 20 ore al teatro Montansier a Versailles, serata dedicata alla regina Maria Antonietta .


 
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view post Posted on 2/2/2017, 13:35
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Marie-Antoinette

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Mondo meraviglioso quello dei social.
Ivana Trump va ad un ballo con indosso un costosissimo abito e tutti la paragonano all'insensibile Maria Antonietta.

http://www.gazzettadiparma.it/news/italia-...antonietta.html
 
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Marie-Therese
view post Posted on 2/2/2017, 14:38




Magari Ivana Trump fosse come Maria Antonietta: avrebbe tutto da guadagnare, sopratutto nel vestiario! :blink:
 
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view post Posted on 2/2/2017, 16:58
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Marie-Antoinette

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Se la famiglia Trump fosse la più elegante del mondo le loro idee aberranti li rendono assolutamente condannabilj.
 
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Marie-Therese
view post Posted on 2/2/2017, 17:30




CITAZIONE
Se la famiglia Trump fosse la più elegante del mondo le loro idee aberranti li rendono assolutamente condannabilj.

Scusa, non ho capito la frase!
 
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view post Posted on 2/2/2017, 19:48
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Marie-Antoinette

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Tu hai parlato ancora dell'eleganza di Maria Antonietta da cui la Trump dovrebbe trarre ispirazione. E' vero che non ti riferivi solo all'eleganza ma dicevi che la Ivana dovrebbe prendere spunto dalla regina in generale.
Io ho commentato l'articolo e il riferimento alla eleganza.
 
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Marie-Therese
view post Posted on 2/2/2017, 19:53




Ok, grazie!
 
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view post Posted on 12/2/2017, 14:47
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Marie-Antoinette

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Un articolo interessante de Il tirreno.it.

http://iltirreno.gelocal.it/regione/2017/0...1175?ref=search

Parla di una signora pratese, con un diploma da stilista che confeziona abiti in stile 700. Ma non veste signore in cerca di un brivido storico, ma delle Barbie.
Ogni sua creazione è un pezzo unico e prezioso.
 
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view post Posted on 22/4/2017, 12:43
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Marie-Antoinette

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Il sito inglese Historyextra.com ha dedicato un articolo alla regina Maria Antonietta.

http://www.historyextra.com/article/bbc-hi...arie-antoinette
 
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view post Posted on 22/10/2017, 13:00
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Marie-Antoinette

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Pulcheria 2017; donne, talenti e professioni

Sabato 21 ottobre, ore 11.00
Salone Monumentale della Biblioteca Passerini Landi

Donne di potere e reputazione
Maria Antonietta e Madame du Barry0
A cura di Alessandro Malinverni

Maria Antonietta e Madame du Barry furono calunniate e vilipese in quanto donne affascinanti poste sul gradino più alto di una società patriarcale. Migliaia di libelli, incisioni e satire - rigorosamente anonimi - le additarono di volta in volta come femmine corrotte, perverse, dissipatrici, ninfomani. La loro reazione, spesso esemplare, si palesò anche attraverso scelte coraggiose in fatto di committenza artistica.
La figura di Maria Antonietta si è cristallizzata nell’immaginario collettivo in queste poche parole: «Maria Antonietta. Regina. Sposa di Luigi XVI. Sperperò somme immense. Fu ghigliottinata». La leggenda nera cucitale addosso in vita è stata talmente efficace - fondata com’era su alcuni argomenti autentici, ma forzati nella direzione voluta, e su altri confezionati ad arte - da infiltrarsi successivamente nella storiografia e nel giudizio comune, sostituendosi alla verità. La sovrana cercò di combattere le calunnie ponendosi come protettrice delle arti e cercando nell’Arte un rifugio. Protesse numerose donne: le pittrici Elisabeth Louise Vigée Le Brun e Anne Vallayer-Coster, le prime giornaliste di moda Madame de Prinzen e Madame de Montanclos, la sarta Rose Bertin.
Durante i quattro anni trascorsi come moglie dell’erede al trono di Francia, 1770-1774, Maria Antonietta ingaggiò una vera e propria guerra contro Madame du Barry, colpevole ai suoi occhi di essere la favorita di Luigi XV. Di bassa estrazione sociale, Jeanne du Barry era una delle donne più belle del regno. Fin da subito divenne bersaglio degli strali dei cortigiani e dei sudditi, per via del potere acquisito a detta di tutti in maniera illegittima: libelli, vignette, lettere circolarono in Francia e in Europa, infangandone il nome. La du Barry non si lasciò scalfire da simili bassezze e mantenne sempre una naturale amabilità: si spese per ottenere la grazia a diversi condannati a morte, e protesse pittori e architetti, incentivando in Francia la diffusione del gusto neoclassico.
Il caso di Maria Antonietta e quello di Madame du Barry sono straordinariamente attuali: si tratta infatti di due vittime di un vero “accanimento mediatico” ante litteram, com'era raramente accaduto nella storia occidentale.
Un inedito, imperdibile incontro a cura di Alessandro Malinverni, conservatore del Museo Gazzola. Dottore di ricerca in storia dell’arte, Malinverni insegna Storia dell’arte al Gazzola e dirige la rivista “Strenna Piacentina”; tiene conferenze e organizza mostre dedicate all’arte e alla storia dal Sette e al Novecento, con particolare attenzione al mondo femminile.
Sabato 21 ottobre, ore 21.00
Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano.


Non vorrei sembrare saccente, ma spero che nella conferenza sia stato chiarito che Madame de Prinzen e Madame de Montanclos sono la stessa persona.

http://dictionnaire-journalistes.gazettes1...e-de-montanclos




http://www.ilpiacenza.it/eventi/pulcheria-...tobre-2017.html

Edited by MmeAnna - 22/10/2017, 14:25
 
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view post Posted on 8/11/2017, 13:44
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Marie-Antoinette

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Su marie Claire.it un articolo sulla reggia di Versailles.


www.marieclaire.it/Lifestyle/viaggi...uriosita-reggia






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Visita alla reggia di Versailles, ovvero: tiriamola fuori questa Maria Antonietta inside
Alla scoperta dei segreti e delle leggende del castello più famoso del mondo come tutorial completo "regine per un giorno" (e oltre).
di Redazione Digital - 6 Novembre 2017 - 11:26


E pensare che la Reggia di Versailles è nata da una condizione incurabile e dalla necessità di viverla nel modo più confortevole possibile. Luigi XIII di Borbone, il regnante di Francia nella prima metà del 1600, soffriva infatti di agorafobia, la paura degli spazi non familiari, e voleva un posticino tutto per sé, isolato, una casa per andare a caccia con le persone fidate. Non immaginava certo che quel rustico circondato da fossati di protezione, così semplice da essere soprannominato le château de cartes, il castello di carte, si sarebbe ingrandito a dismisura con i suoi discendenti, e sarebbe diventato uno dei palazzi monumentali più famosi e visitati del mondo. Un luogo intriso di storia e di leggenda che nell’immaginario collettivo viene associata soprattutto a Maria Antonietta, la consorte del re Luigi XVI che a Versailles. Qui la giovane regina teneva le sue feste sontuose e gli intrattenimenti di corte. Che lasciavano a bocca aperta gli ospiti ma, come si sa, facevano ribollire il malcontento nella popolazione, provata dalla fame e dalla povertà.

Versailles, grandezza. Una delle informazioni più interessanti su Versailles riguarda la sua grandezza e la sua struttura. Non tutti sanno che la Reggia di Versailles è composta da tre edifici: Versailles, il Grande Trianon e il Piccolo Trianon, oltre ad altri piccoli edifici situati nella omonima città. La superficie totale è di 67.121 metri quadrati ma soltanto 50mila sono aperti al pubblico; oltre a questa vasta area bisogna considerare gli 800 ettari circostanti, di cui quasi la metà sono oggi coperti da un fitto bosco, ma che erano infestati quasi completamente da paludi malsane, quando Luigi XIII li acquisì con il mulino e la casa del mugnaio di Trianon per far costruire il suo buen retiro. La Reggia di Versailles nella sua versione definitiva contiene invece oltre 700 stanze, 2513 finestre, 352 camini, 67 scale e 483 specchi. I suoi tetti coprono circa 13 ettari di superficie. Un'altra particolarità della Reggia di Versailles è il numero di statue al suo interno ed esterno: sono 372 e ammirarle potrebbe portar via una giornata intera.

Dopo la morte di Luigi XIII, che aveva già iniziato dei lavori di ampliamento, il regno passò sotto il figlio Luigi XIV, il futuro Re Sole, che aveva solo 4 anni. Per cui quel padiglione di caccia venne dimenticato fino a quando il giovane re (aveva solo 14 anni) non ci cominciò a farci qualche capatina a partire dal 1651, per andare a caccia. Decide di renderlo più comodo e lo affidò a un nuovo reggente. Una volta maggiorenne, Luigi comincia a cercare una reggia lontana da Parigi, sporca e invivibile, ben diversa da quella di oggi. Dopo vari tentativi di risiedere a Vincennes, A Saint-Germain-en-Laye e a Fointanbleu, e dopo aver sposato Maria Teresa d’Austria, Luigi optò per la riqualificazione (si fa per dire) del padiglione di caccia del padre. La leggenda stava per prendere vita.

Reggia di Versailles, architettura. Luigi XIV ha quindi deciso: la sua reggia sorgerà a Versailles, nonostante le critiche della nobiltà e degli intellettuali francesi che la considerano una pazzia e una provocazione. Luigi ingaggia il miglior architetto dell’epoca Louis Le Vau, e 30mila operai. Solo questi, al tempo costarono 95 milioni di livres. Ma per tutto il progetto il re ne ha investiti circa un milione e centomila (le ricchezze e il potere di un presidente di oggi, come Macron sono irrisorie, in confronto a quello che aveva un re). Poiché vuole avere a disposizione tutti gli strumenti di governo, il re chiede a Le Vau di prevedere nel progetto due ali separate in cui ospitare i suoi ministri. Un’altra delle condizioni era il desiderio di suscitare l’invidia degli altri sovrani d’Europa. Il Re Sole voleva che i visitatori restassero abbagliati da cotanto sfarzo e lusso. Tuttavia, secondo un aneddoto del 1715, l'ambasciatore di Persia in visita alla reggia non si lasciò impressionare facilmente: “Che strani gusti ha questo re”, disse, “Ha fatto costruire una reggia immensa rovinando la prospettiva di un così bell’aranceto”. Ma si dovette ricredere quando vide la Galleria degli Specchi.

A dare il loro contributo alla magnificenza della reggia hanno contributo anche degli italiani. Per realizzare i giardini il famoso architetto di paesaggi André Le Nôtre chiamò in aiuto la famiglia di ingegneri italiani Francine, che si occuparono della parte idraulica delle numerose fontane e furono poi gli "Intendenti delle acque e delle fontane di Francia" per lungo tempo. La prima festa che il Re Sole ha dato in questa grande e nuova residenza risale al 18 luglio 1668 e proprio come si fa ora con gli eventi in discoteca, aveva un nome: Grand Divertissement Royal de Versailles. In quell’occasione, il re presentò anche la sua nuova amante, Madame de Montespan. I lavori proseguirono però con la costruzione dell’Enveloppe, l’edificio che circonda il castello e il tutto proseguirà dopo la morte di Le Vau con l’architetto Jules Hardouin-Mansart che realizzò la parte più grandiosa, in pietra e di concezione italiana. Per espandere la reggia e per fare spazio alle residenze che i nobili si facevano costruire intorno per non allontanarsi dalla corte, fu addirittura necessario radere al suolo il villaggio di Trianon. Più avanti, verrà stravolto anche il progetto iniziale del giardino per fare spazio alla Galleria degli specchi (357 in tutto). Fu realizzata da artigiani veneziani, e siccome a quel tempo Venezia deteneva la formula segreta per la fabbricazione dello specchio gli operai emigrati vennero condannati a morte per averla esportata in Francia e non poterono fare ritorno. Curioso e significativo notare che le stanze del re e quelle della regina si trovavano praticamente agli antipodi, l’uno a nord, l’altra a sud.

Dopo che Luigi XIV si fu trasferito definitivamente a Versailles, all’interno della reggia la vita veniva scandita da una serie di riti, tra cui quello della vestizione del re, alla cui ammissione (ovvero, l’onore di passargli un capo di abbigliamento) scatenava la competizione fra i cortigiani. Dopo la morte di Luigi XIV, il regno passò a Luigi XV, bambino anche lui. Il suo tutore Filippo d’Orleans riportò tutta la corte a Parigi e propose addirittura la demolizione della reggia di Versailles. Che per fortuna non venne mai avviata. Da adulto, Luigi XV vi fece ritorno e chiese delle modifiche realizzate non proprio con amore, ma senza troppi danni. E siamo arrivati al regno di Luigi XVI e Maria Antonietta, dal 1774. Versailles non è nelle sue condizioni migliori. Non ci sono riscaldamenti né bagni (si usano pitali in argento), comodità ormai diffuse nelle residenze nobiliari. Ma nonostante le buone intenzioni del re di restaurare la reggia, le casse languono e non si può fare molto. Questo sarà infatti uno dei periodi più decadenti della reggia di Versailles, disdegnata persino dalla nobiltà. Qui la regina era così annoiata che, in attesa di figli propri, adottava orfani che vivevano con lei proprio a Versaille in Francia. Di questi ce ne sarà uno, Armand, che diventerà uno dei più acerrimi combattenti durante la rivoluzione francese. Forse non si era trovato poi così bene.
È il periodo, quello di Luigi XVI e Maria Antonietta, in cui nascono le leggende più suggestive. La strada che porta da Parigi a Versailles è ancora piena di luoghi segreti, piccoli appartamenti nascosti che la regina utilizzava per fuggire in incognito dal tedio della reggia. Si fa persino costruire un villaggio su misura, l’Hameau, e dopo la nascita del primo figlio riceve in dono il Petit Trianon. I luoghi in cui, poco più che adolescente, si diverte con le sue amicizie di corte e con l’amante storico, il Conte Ferzen. Il suo consorte, intanto, passava il tempo nella grandiosa biblioteca che si era fatto costruire, così come il Cabinet Doré, dove erano esposte le sue amate collezioni di stoviglie in oro. Come andò a finire, lo sappiamo tutti. C’è ancora da dire che la Reggia di Versailles racchiude un incredibile patrimonio artistico: arte francese e non solo dal XV secolo al Novecento, tra cui dipinti e sculture di Jean-Marc Nattier, Hubert Robert, Vigée-Lebrun, Jacques-Louis David, Antoine-Jean Gros, François Gérard, Thomas Lawrence, Eugène Delacroix e Pierre-Auguste Renoir, Paolo Veronese, Philippe de Champaigne, Valentin de Boulogne, Simon Vouet, Laurent de La Hyre, Charles Le Brun, Pierre Mignard, Francesco Albani, Domenichino, Nicolas de Largillière, Hyacinthe Rigaud. La reggia di Versailles è nata come luogo di sfoggio di ricchezza e di potere, è stato il simbolo dell’odio del popolo verso i reali francesi. Ma oggi è come se fosse di proprietà dell’umanità, tutti possiamo visitarla e apprezzarla e le maison ci ambientano le loro sfilate. Sarebbe un peccato non approfittarne almeno una volta nella vita.


Strano il ritratto che fa l'autore dell'articolo di Luigi XVI e Maria Antonietta. Per non parlare del Petit Trianon regalato per la nascita del primo figlio.
 
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