Maria Antonietta - Regina di Francia

Hans Axel von Fersen

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celeborn36
view post Posted on 22/8/2012, 21:51




sempre Bombelles indata 24 settembre 1783...il castello perde sempre più mattoni (ricordo che Bombelles era amico intimo di Breteuil e il diario è stato scritto in tempo reale):

"Si sta facendo una sistemazione nel quale M. de Breteuil ha influenzato. Cercava da molto tempo a rendere, attraverso una grazia importante, al figlio di M. il conte de Fersen, le dimostrazioni di amicizia e i servizi che aveva ricevuto in Svezia dal padre. Avendo M. il conte de Spaar, colonnello proprietario del reggimento dei Royal-Suede al servizio del Re di Francia, problemi nei suoi affari, lo si è impegnato a trattare con il giovane conte di Fersen, la cui buona condotta, la grande nascita, il peso di suo padre in Svezia militano a favore di tutto quello che si possa fare per lui.
La calunnia ha sparso che la Regina, presa da quest’uomo, avrebbe soprattutto desiderato di attaccarlo più solidamente al servizio del Re. Sono stato testimone che l’interesse ch’ella aveva per lui era così semplice che onesto. Il conte di Fersen andava a Versailles solo quando il barone di Breteuil lo forzava a mostrarsi. Se la Regina avesse avuto del gusto per lui, niente sarebbe stato più facile per lui di passare l’inverno qui, invece di partire per Stoccolma da otto, dieci giorni. [...]Infine, per ritornare al conte di Fersen, vi è qualche verità che la Regina l’abbia visto con preferenza, è da supporre che il maresciallo de Ségur, o almeno il suo entourage, non abbiano ignorato questo stato di cose, e che allora questo ministro della Guerra non abbia dato forma a tutte le difficoltà che ha fatto prima di acconsentire che il Conte di Fersen diventasse colonnello proprietario del reggimento Royal-Suede.[…]"
 
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view post Posted on 23/8/2012, 14:10
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Marie-Antoinette

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bello, quindi uno dei punti a favore della pretesa storia della Maria con l'ebete di Fersen non esiste, il reggimento lui non lo ha mercanteggiato a suo di ciglia fluenti e mutande che volano, ma battendo cassa per delle cose che non aveva manco fatto lui ma suo padre. Minkia, non ha neanche fatto la fatica di arruffianarsi e di fare il simpatico come faceva il principe de Ligne!
Che soggetto inutile...
 
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Antoine80
view post Posted on 23/8/2012, 16:23




CITAZIONE (celeborn36 @ 22/8/2012, 13:26) 
Dal Journal di Bombelles:

6 Agosto 1783 “<i>Chiaccherare con M. il barone di Breteuil, passeggiare con sua figlia, andare in altalena con Mlle de Matignon, tali sono state le occupazioni della nostra mattinata.

Questa è quella che chiamo una giornata fitta di impegni :woot:
 
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celeborn36
view post Posted on 23/8/2012, 16:37




Beh all'epoca Bombelles non aveva alcun incarico e faceva il cortigiano, facendosi invitare a destra e a manca per graziarsi un po' di gente...questa era la vita dei nobili a Corte.
 
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Antoine80
view post Posted on 23/8/2012, 16:45




Eh lo so, la vita del cortigiano era davvero dura, lottare tutti i giorni contro la noia non è cosa semplice.
P.s. Mi immagino la regina annoiatissima in pieno agosto che viene salvata dal prode Breteuil mentre Fersen si fa li cacchi sua:P
 
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MLC
view post Posted on 23/8/2012, 17:13




CITAZIONE (Nefer Snefru @ 23/8/2012, 15:10) 
bello, quindi uno dei punti a favore della pretesa storia della Maria con l'ebete di Fersen non esiste, il reggimento lui non lo ha mercanteggiato a suo di ciglia fluenti e mutande che volano, ma battendo cassa per delle cose che non aveva manco fatto lui ma suo padre. Minkia, non ha neanche fatto la fatica di arruffianarsi e di fare il simpatico come faceva il principe de Ligne!
Che soggetto inutile...

Magari, cercando bene, potrebbe uscire fuori che per lo scandinavo, Maria era la via maestra per arrivare a Gigi...

(Posate l'archibugio e la sciabola, sto scherzano, eh? Anche se con tutti i documenti che la sua famiglia ha fatto sparire alla morte di Fersen, chissà quanti retroscena ci siamo persi.)
 
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celeborn36
view post Posted on 23/8/2012, 17:37




Cara, senz'altro è un'opzione da non sottovalutare...più passa il tempo e più trovo incongruente la corrispondenza del bel Fersen con il suo diario e le varie cose che scrivono su di lui i contemporanei...e visto che le uniche prove di una eventuale relazione tra lo svedese e la Regina si basano su una corrispondenza equivoca, trascritta da diverse mani da linguaggi cifrati, da persone che non vedevano di buon occhio la Regina e il conte, direi che tutto può essere possibile! :cd08785afu4.gif:
 
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view post Posted on 23/8/2012, 18:13
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Marie-Antoinette

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CITAZIONE (MLC @ 23/8/2012, 18:13) 
Magari, cercando bene, potrebbe uscire fuori che per lo scandinavo, Maria era la via maestra per arrivare a Gigi...

(Posate l'archibugio e la sciabola, sto scherzano, eh? Anche se con tutti i documenti che la sua famiglia ha fatto sparire alla morte di Fersen, chissà quanti retroscena ci siamo persi.)

Ma sai che lo avevo pensato anche io? Per quanto Fersen avrebbe sbagliato fratello; tra parentesi il ciccione si sarebbe divertito un sacco, per conto mio, a trombarsi quello che il pettegolezzo -magari lui in testa- additava come amante della cognata
 
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MLC
view post Posted on 23/8/2012, 19:17




Naaaa, non ce lo vedo il Fersen ammainare la nobile braga per meno di un reale assiso sul trono (non ho letto su questi lidi di ipotetiche liasons tra il bel piccione viaggiatore e il re svedese?).
Certo che all'epoca Versailles doveva essere un bel posticino: l'Antonia correva dietro a Fersen, Fersen correva dietro a Gigi, Gigi correva dietro al cosciotto arrosto...
Il Provenza correva dietro al trono, la Pina, invece, correva dietro la bottiglia, mentre l'Artois correva dietro a qualsiasi cosa respirasse (senza disdegnare, nel mentre, eventuali corpi inanimati)...
Il clan Polignac non perdeva d'occhio la borsa con i soldi, il conte Mercy correva e stenografava rapporti alla Teresa, la contessa di Noailles non correva più perché era stramazzata al suolo...
Insomma, un traffico che neanche sull'Olimpica all'ora di punta!
Quando il bel nordico si stufò, piantò tutto e andò in America: "Mi toccherà fare la guerra, ma almeno mi riposo!"
(dopo due post fessacchiotti in un giorno solo, vi lascio in pace e ritorno al lurking ;) )
 
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celeborn36
view post Posted on 23/8/2012, 19:27




che fissa questa del lurking...comunque hai dimenticato la Nasona d'Artois che correva dietro alle guardie del corpo!

La Guéménée che correva dietro a Coigny, il Guéménée che correva dietro alla Dillon, e il bel Dilllon che correva dietro alla Regina, il Ciccio Provenza che faceva finta di correre dietro alla de Balbi ma correva dietro a Lévis, Lauzun che per correre dietro alla regina c'ha rimesso una piuma d'Airone e da uccello abbattuto si è buttato su qualunque cosa respirasse come il compare Artois che l'ha fatto, emulando il cugino Egalité che ha corso dietro al putanon della Genlis, alla nasona Elliot e alla diavolessa Boufflers, dicevamo, Artois che ha fermato la sua lunga corsa con la Polastron. Non dimentichiamoci la povera Lamballe che per rimanere nel suo rango correva dietro alla chetichella ad un nobiluccio inferiore, cosa che non ha fatto la Polignac che correva dietro al suo amore d'infanzia de Vaudreuil , il quale stufo della sola Pollastra de Polastron correva dietro alla Vigée Le brun che pare corresse dietro a quel furbo di Calonne!
 
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celeborn36
view post Posted on 31/8/2012, 15:34




Non ricordavo questa cosa ma ora che ho ripreso in mano il libro della Alma Söderhjelm (cavolo di nome non poteva chiamarsi Pina de Pini)l'ho posto. E' bello notare che nell'estate 1770 all'arrivo in Francia, MA descrive in una lettera alla mamma la sua giornata (abbiate pazienza non la posto perchè è lunga e intanto la si trova, credo, in quasi tutte le biografie della Reine), nello stesso periodo esattamente nel Luglio 1770 anche il nostro Fersen, che si trovava a Lunebourg, nel Brunswick ci descrive la sua giornata tipo:

"[...]Ecco qual’era il mio tenore di vita giornaliera. Il mattino alle sei mi alzavo, poi facevo le mie preghiere e mi vestivo, ripassavo il tedesco e la storia, alle 8 andavo al maneggio e alle 10 dal professore Mauvillon, alle 11 storia antica e mercoledì e sabato da Pr Guaetner per il tedesco, a mezzogiorno e mezzo mangiavo e alle due avevo il maestro di lingua, alle 3 il maestro di clavicembalo, alle 4 andavo ad allenarmi con le armi. Il resto del tempo era destinato o a passeggiare o a leggere qualche libro gradevole, alle 8 e mezza mangiavo e andavo a letto alle 10”

Direi uguale uguale a quello di MA...certo lui non aveva quel bel divertimento di andar a trovare tre volte al giorno e più le ziette care :sick:
 
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view post Posted on 6/5/2013, 13:34
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Madame Edyllieu
view post Posted on 18/8/2013, 17:23




CITAZIONE (MLC @ 23/8/2012, 20:17) 
Naaaa, non ce lo vedo il Fersen ammainare la nobile braga per meno di un reale assiso sul trono (non ho letto su questi lidi di ipotetiche liasons tra il bel piccione viaggiatore e il re svedese?).
Certo che all'epoca Versailles doveva essere un bel posticino: l'Antonia correva dietro a Fersen, Fersen correva dietro a Gigi, Gigi correva dietro al cosciotto arrosto...
Il Provenza correva dietro al trono, la Pina, invece, correva dietro la bottiglia, mentre l'Artois correva dietro a qualsiasi cosa respirasse (senza disdegnare, nel mentre, eventuali corpi inanimati)...
Il clan Polignac non perdeva d'occhio la borsa con i soldi, il conte Mercy correva e stenografava rapporti alla Teresa, la contessa di Noailles non correva più perché era stramazzata al suolo...
Insomma, un traffico che neanche sull'Olimpica all'ora di punta!
Quando il bel nordico si stufò, piantò tutto e andò in America: "Mi toccherà fare la guerra, ma almeno mi riposo!"
(dopo due post fessacchiotti in un giorno solo, vi lascio in pace e ritorno al lurking ;) )

:cd08785afu4.gif: hahahaha, beh semprerebbe che non si annoiassero :th_060_.gif:
 
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view post Posted on 26/10/2017, 13:07
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Marie-Antoinette

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Un interessante articolo sul conte svedese.

www.huffingtonpost.it/chiara-giacob...tta_a_23248492/




Hans Axel von Fersen, il segreto amore di Maria Antonietta


Grand Est francese, 21 giugno 1791 – Il cavallo procedeva veloce al fianco destro della carrozza reale e Hans lo cavalcava con la schiena diritta, gli occhi allerta, fasci di muscoli in tensione. Era in quello stato da ore e sentiva il corpo cedere a ogni passo, ma mai avrebbe permesso che questo accadesse: lei si fidava di lui, deluderla non era previsto.

All'improvviso le ginocchia di un destriero cedettero sotto il peso della fatica e la vettura si inclinò pericolosamente di lato quando l'animale si accasciò esausto sulla melma fangosa. Non ci voleva! Erano già in ritardo sulla tabella di marcia, vari dettagli non erano andati come dovevano e probabilmente dietro di loro una folla di ufficiali, popolani, politici stava già urlando al "Tradimento!".

Fersen incrociò lo sguardo spaventato della sua Marie Antoinette: tanto bastò per dargli la forza necessaria a reagire. In un attimo balzò giù, rimise in piedi chissà come il cavallo e raddrizzò le pesanti ruote aiutato da quei pochi fedeli al re che, come lui, stavano mettendo in gioco la propria incolumità pur di portarlo in salvo. Quando uscirono dalla fitta zona boschiva e finalmente scorsero in lontananza il confine con i Paesi Bassi, al di là del quale sarebbero stati al sicuro, il suo cuore batté un colpo di gioia. Ce l'avevano fatta.

"Conte Fersen"

La voce di Luigi XVI lo raggiunse alle spalle mentre scrutava l'orizzonte per accertarsi che non vi fossero pericoli imminenti.

"Sua Maestà desidera qualcosa?"

L'uomo più ricco e potente della Francia – almeno fino a qualche giorno prima – lo stava guardando con disprezzo dall'alto della sua lussuosa vettura per sei persone.

"Avete fatto il vostro dovere con onore e ve ne siamo molto grati. Ora potete lasciarci"

Lasciarci? Lasciare la donna che amava?

Hans rimase per qualche secondo a bocca aperta, cercando gli occhi di Antonietta affinché parlasse a suo nome e gli permettesse di restare ancora un poco con loro, almeno fino a che non fossero giunti a destinazione; ma Luigi XVI era un uomo orgoglioso e testardo anche nella paura, deciso a voler difendere ciò che era suo a costo di metterlo a repentaglio. Come tutti a corte, era al corrente della relazione tra sua moglie e il conte, sebbene non avesse idea dell'amore che i due provavano l'un per l'altra; un amore talmente lontano dal temperamente tiepido del suo animo immaturo da risultare del tutto incomprensibile per lui.

Fu così che accadde: Hans si allontanò seguendo un ordine ben preciso ad appena pochi chilometri dalla meta, non potendosi rifiutare di obbedire neppure in quelle circostanze. Era stato lui ad organizzare insieme a un gruppo di uomini fidati la fuga dal Palazzo delle Tuileries la notte stessa, lui a pensare di travestirli dai baroni Korff per non farli riconoscere e sempre lui a rischiare la pelle pur di ottenere un lasciapassare con l'inganno. Lo aveva fatto per lealtà alla monarchia, ma soprattutto per quell'amore che ormai da anni lo legava a Maria Antonietta.

Voltò lo snello destriero, lanciò un ultimo sguardo alla carrozza e gli parve allora d'intravedere dietro le tendine tirate il polso di lei, coperto da delicati guanti azzurri. Avrebbe voluto restare, proteggerla fino all'ultimo, ma non lo fece. E per il resto della vita rimpianse la sua decisione.

Hans Axel von Fersen era il rampollo di una delle famiglie più illustri e nobili di Stoccolma. Sebbene la sua intera esistenza fu votata alla difesa degli ideali in cui credeva, combattendo valorosamente in guerra fino ad ottenere i titoli di Tenente generale nel Regio Esercito svedese e Signore del Regno, il suo nome è oggi ricordato – da ben pochi, a dir la verità – per essere stato a lungo l'unico vero amante di Maria Antonietta. I libelli pornografici, le voci del popolo, la censura del privato carteggio e l'immagine totalmente negativa riservata dall'opinione pubblica alla regina contribuirono a gettare scandalo, vergogna e maldicenza sul loro legame, che fu invece qualcosa di alquanto diverso. Recentemente il passaggio della figura ormai mitologica di Maria Antonietta da spendacciona sgualdrina a sfortunata martire, per arrivare infine a una quasi verità equilibrata grazie al lavoro di storici e professionisti, ha permesso anche alla loro relazione di assumere i connotati che più o meno doveva avere all'epoca, sbirciando tra gli stralci di bigliettini sfuggiti alla confutazione delle prove e la corrispondenza nobiliare, le biografie attendibili e le carte ufficiali testimonianti gli spostamenti dei regnanti. Così, il dimenticato von Fersen è riuscito a rientrare in punta di piedi nella storia della Francia, grazie anche al personaggio omonimo a lui ispirato che appare nel celebre cartone animato Lady Oscar.

Ma andiamo per ordine. Discendente della Casa Reale di Vasa da una generazione di diplomatici, statisti e generali, nel suo sangue non potevano che scorrere in maniera naturale il desiderio di gloria, il richiamo delle armi e quella particolare sfrontatezza che gli permise di farsi notare ancora giovanissimo nella battaglia di Yorktown, nel contesto della rivoluzione americana.

E fu proprio la stessa sfrontatezza a spingerlo il 30 gennaio del 1774, in una fredda notte parigina che ospitava un magnifico ballo in maschera, a rivolgersi alla più bella ed elegante delle dame, sebbene fosse già in trattative con un paio di gentildonne per il matrimonio. Il diciottenne Fersen non sapeva, durante quel primo indimenticabile scambio di parole e di ammiccamenti, che la ragazza sua coetanea con cui flirtava da ore era niente meno che la Delfina di Francia, Marie-Antoinette de Habsbourg-Lorraine. D'altra parte, dopo il loro primo incontro la carriera che aveva scelto per sé lo portò lontano per molto tempo, fino a quando di lei non rimase altro se non un ricordo dalle tinte opache del sogno.

"Ah, una vecchia conoscenza!"

Lo aveva riconosciuto. L'andirivieni di volti, bocche, nasi, acconciature, calici innalzati ed ampi inchini che di certo in quegli anni avevano affollato le ore della regina non erano stati sufficienti a cancellare la fisionomia del suo viso dalla memoria di lei, insieme ai suoi occhi azzurri, al fisico slanciato e ai biondi capelli nordici. Gli bastò un'occhiata per capire, però, che non era più la stessa: la rigida etichetta reale, il dispiacere di non essere ancora riuscita a consumare il matrimonio con suo marito né quindi a generare figli, i pettegolezzi che la infestavano da mattina a sera e l'invidia di chi fingeva di esserle amico avevano fatto spegnere quel fuoco ardente che aveva visto guizzare la sera del ballo nelle sue pupille vivaci. Ora vi leggeva soltanto noia, dovere, rassegnazione. Eppure, quando le sorrise e le baciò la mano, non gli sfuggì un lieve fremito delle dita sottili appoggiate con grazia alle sue.

Rimase a Versailles più di quanto avrebbe dovuto in quel 1778 che per molti versi cambiò la vita di entrambi. A poco a poco Maria Antonietta si lasciò andare senza riserve a un sentimento che crebbe prepotente, fino a suscitare le lamentele della corte intera. Vennero criticati per il tempo che si dedicavano dimenticando obblighi e morale, ruoli, condizioni, memori solo di se stessi e delle proprie effusioni, cosicché quando la regina rimase incinta per la prima volta proprio in quell'anno nessuno sapeva bene che cosa pensare, né mai potremo conoscere la verità dei fatti. L'unica cosa certa è che Fersen lasciò la reggia a cui il suo cuore apparteneva all'inizio del 1779, se di propria volontà o indotto forzatamente resta un mistero.

"Ho preso una decisione. Non voglio contrarre legami coniugali: sono contrari alla natura... Non posso appartenere alla sola persona alla quale voglio appartenere, quella che mi ama davvero, perciò non voglio appartenere a nessuna".

Era il 1785 quando il conte Fersen, dopo aver lottato invano per ben sei anni nel tentativo di mettere da parte quel sogno impossibile e trovare la felicità dell'amore altrove, capitolava davanti al proprio struggimento e si trasferiva stabilmente a Versailles, dove rimase fino a quando non gli venne affidato il difficile compito di organizzare la Fuga a Varennes, poi miseramente fallita a quanto pare non per sua negligenza.

In quel lasso temporale i due innamorati avevano continuato assiduamente a scriversi lettere che sarebbero poi andate avanti sino alla morte della regina, il 16 ottobre del 1793. Forse, se il barone di Klinckowström non si fosse preso la briga di cancellare a penna ogni frase compromettente nell'appassionato epistolario tra i due, oggi ne sapremmo di più sulla natura del loro rapporto, se e quando divenne fisico, che cosa avesse intuito il re al riguardo e di chi fossero realmente i figli della regina. Tutto questo, invece, rimarrà nell'oscurità per sempre, alimentando la curiosità attorno a un grande amore negato.

Hans Axel von Fersen si spense nel 1810, lo stesso 20 giugno che molti anni prima aveva visto le sue speranze svanire davanti alla notizia dell'arresto della sua amata. Una folla lo linciò pubblicamente per un crimine che non aveva commesso, ma poco gli importò di lottare e di reagire, giacché si considerava già morto nel momento in cui la ghigliottina venne calata sulla testa di Maria Antonietta.

In quegli ultimi amari e disperati giorni era riuscito persino a introdursi di soppiatto nella Conciergerie, dove lei era tenuta prigioniera. Aveva tentato in tutti i modi di farla evadere, di portarla via con sé lontano da quel mondo a cui non sentivano di appartenere, ma non ce l'aveva fatta. Il destino prevalse sulle azioni e sulla forza di volontà, compiendo ciò che andava compiuto affinché l'intero mondo occidentale cambiasse per sempre. Era l'avvento della Rivoluzione Francese e la fine dell'Ancien Régime.

Posso dirvi che vi amo e ho soltanto il tempo per farlo. Fatemi sapere a chi indirizzare le notizie che potrei scrivervi, ché non posso vivere senza farlo. Addio, o voi che siete il più amato e più amabile degli uomini. Vi abbraccio e bacio con tutto il cuore.

Sorvoliamo su un piccolo madornale errore?
Nel 1778, all'arrivo di Fersen a Versailles, Maria Antonietta era incinta. Quindi il matrimonio era stato consumato.

Edited by MmeAnna - 16/12/2018, 13:59
 
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view post Posted on 16/12/2018, 14:01
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Marie-Antoinette

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http://www.chateauversailles.fr/decouvrir/...ges/axel-fersen

Ecco una scheda sul conte di Fersen che si trova nel sito ufficiale del castello di Versailles.
 
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