Un interessante articolo sul conte svedese.
www.huffingtonpost.it/chiara-giacob...tta_a_23248492/Hans Axel von Fersen, il segreto amore di Maria Antonietta
Grand Est francese, 21 giugno 1791 – Il cavallo procedeva veloce al fianco destro della carrozza reale e Hans lo cavalcava con la schiena diritta, gli occhi allerta, fasci di muscoli in tensione. Era in quello stato da ore e sentiva il corpo cedere a ogni passo, ma mai avrebbe permesso che questo accadesse: lei si fidava di lui, deluderla non era previsto.
All'improvviso le ginocchia di un destriero cedettero sotto il peso della fatica e la vettura si inclinò pericolosamente di lato quando l'animale si accasciò esausto sulla melma fangosa. Non ci voleva! Erano già in ritardo sulla tabella di marcia, vari dettagli non erano andati come dovevano e probabilmente dietro di loro una folla di ufficiali, popolani, politici stava già urlando al "Tradimento!".
Fersen incrociò lo sguardo spaventato della sua Marie Antoinette: tanto bastò per dargli la forza necessaria a reagire. In un attimo balzò giù, rimise in piedi chissà come il cavallo e raddrizzò le pesanti ruote aiutato da quei pochi fedeli al re che, come lui, stavano mettendo in gioco la propria incolumità pur di portarlo in salvo. Quando uscirono dalla fitta zona boschiva e finalmente scorsero in lontananza il confine con i Paesi Bassi, al di là del quale sarebbero stati al sicuro, il suo cuore batté un colpo di gioia. Ce l'avevano fatta.
"Conte Fersen"
La voce di Luigi XVI lo raggiunse alle spalle mentre scrutava l'orizzonte per accertarsi che non vi fossero pericoli imminenti.
"Sua Maestà desidera qualcosa?"
L'uomo più ricco e potente della Francia – almeno fino a qualche giorno prima – lo stava guardando con disprezzo dall'alto della sua lussuosa vettura per sei persone.
"Avete fatto il vostro dovere con onore e ve ne siamo molto grati. Ora potete lasciarci"
Lasciarci? Lasciare la donna che amava?
Hans rimase per qualche secondo a bocca aperta, cercando gli occhi di Antonietta affinché parlasse a suo nome e gli permettesse di restare ancora un poco con loro, almeno fino a che non fossero giunti a destinazione; ma Luigi XVI era un uomo orgoglioso e testardo anche nella paura, deciso a voler difendere ciò che era suo a costo di metterlo a repentaglio. Come tutti a corte, era al corrente della relazione tra sua moglie e il conte, sebbene non avesse idea dell'amore che i due provavano l'un per l'altra; un amore talmente lontano dal temperamente tiepido del suo animo immaturo da risultare del tutto incomprensibile per lui.
Fu così che accadde: Hans si allontanò seguendo un ordine ben preciso ad appena pochi chilometri dalla meta, non potendosi rifiutare di obbedire neppure in quelle circostanze. Era stato lui ad organizzare insieme a un gruppo di uomini fidati la fuga dal Palazzo delle Tuileries la notte stessa, lui a pensare di travestirli dai baroni Korff per non farli riconoscere e sempre lui a rischiare la pelle pur di ottenere un lasciapassare con l'inganno. Lo aveva fatto per lealtà alla monarchia, ma soprattutto per quell'amore che ormai da anni lo legava a Maria Antonietta.
Voltò lo snello destriero, lanciò un ultimo sguardo alla carrozza e gli parve allora d'intravedere dietro le tendine tirate il polso di lei, coperto da delicati guanti azzurri. Avrebbe voluto restare, proteggerla fino all'ultimo, ma non lo fece. E per il resto della vita rimpianse la sua decisione.
Hans Axel von Fersen era il rampollo di una delle famiglie più illustri e nobili di Stoccolma. Sebbene la sua intera esistenza fu votata alla difesa degli ideali in cui credeva, combattendo valorosamente in guerra fino ad ottenere i titoli di Tenente generale nel Regio Esercito svedese e Signore del Regno, il suo nome è oggi ricordato – da ben pochi, a dir la verità – per essere stato a lungo l'unico vero amante di Maria Antonietta. I libelli pornografici, le voci del popolo, la censura del privato carteggio e l'immagine totalmente negativa riservata dall'opinione pubblica alla regina contribuirono a gettare scandalo, vergogna e maldicenza sul loro legame, che fu invece qualcosa di alquanto diverso. Recentemente il passaggio della figura ormai mitologica di Maria Antonietta da spendacciona sgualdrina a sfortunata martire, per arrivare infine a una quasi verità equilibrata grazie al lavoro di storici e professionisti, ha permesso anche alla loro relazione di assumere i connotati che più o meno doveva avere all'epoca, sbirciando tra gli stralci di bigliettini sfuggiti alla confutazione delle prove e la corrispondenza nobiliare, le biografie attendibili e le carte ufficiali testimonianti gli spostamenti dei regnanti. Così, il dimenticato von Fersen è riuscito a rientrare in punta di piedi nella storia della Francia, grazie anche al personaggio omonimo a lui ispirato che appare nel celebre cartone animato Lady Oscar.
Ma andiamo per ordine. Discendente della Casa Reale di Vasa da una generazione di diplomatici, statisti e generali, nel suo sangue non potevano che scorrere in maniera naturale il desiderio di gloria, il richiamo delle armi e quella particolare sfrontatezza che gli permise di farsi notare ancora giovanissimo nella battaglia di Yorktown, nel contesto della rivoluzione americana.
E fu proprio la stessa sfrontatezza a spingerlo il 30 gennaio del 1774, in una fredda notte parigina che ospitava un magnifico ballo in maschera, a rivolgersi alla più bella ed elegante delle dame, sebbene fosse già in trattative con un paio di gentildonne per il matrimonio. Il diciottenne Fersen non sapeva, durante quel primo indimenticabile scambio di parole e di ammiccamenti, che la ragazza sua coetanea con cui flirtava da ore era niente meno che la Delfina di Francia, Marie-Antoinette de Habsbourg-Lorraine. D'altra parte, dopo il loro primo incontro la carriera che aveva scelto per sé lo portò lontano per molto tempo, fino a quando di lei non rimase altro se non un ricordo dalle tinte opache del sogno.
"Ah, una vecchia conoscenza!"
Lo aveva riconosciuto. L'andirivieni di volti, bocche, nasi, acconciature, calici innalzati ed ampi inchini che di certo in quegli anni avevano affollato le ore della regina non erano stati sufficienti a cancellare la fisionomia del suo viso dalla memoria di lei, insieme ai suoi occhi azzurri, al fisico slanciato e ai biondi capelli nordici. Gli bastò un'occhiata per capire, però, che non era più la stessa: la rigida etichetta reale, il dispiacere di non essere ancora riuscita a consumare il matrimonio con suo marito né quindi a generare figli, i pettegolezzi che la infestavano da mattina a sera e l'invidia di chi fingeva di esserle amico avevano fatto spegnere quel fuoco ardente che aveva visto guizzare la sera del ballo nelle sue pupille vivaci. Ora vi leggeva soltanto noia, dovere, rassegnazione. Eppure, quando le sorrise e le baciò la mano, non gli sfuggì un lieve fremito delle dita sottili appoggiate con grazia alle sue.
Rimase a Versailles più di quanto avrebbe dovuto in quel 1778 che per molti versi cambiò la vita di entrambi. A poco a poco Maria Antonietta si lasciò andare senza riserve a un sentimento che crebbe prepotente, fino a suscitare le lamentele della corte intera. Vennero criticati per il tempo che si dedicavano dimenticando obblighi e morale, ruoli, condizioni, memori solo di se stessi e delle proprie effusioni, cosicché quando la regina rimase incinta per la prima volta proprio in quell'anno nessuno sapeva bene che cosa pensare, né mai potremo conoscere la verità dei fatti. L'unica cosa certa è che Fersen lasciò la reggia a cui il suo cuore apparteneva all'inizio del 1779, se di propria volontà o indotto forzatamente resta un mistero.
"Ho preso una decisione. Non voglio contrarre legami coniugali: sono contrari alla natura... Non posso appartenere alla sola persona alla quale voglio appartenere, quella che mi ama davvero, perciò non voglio appartenere a nessuna".
Era il 1785 quando il conte Fersen, dopo aver lottato invano per ben sei anni nel tentativo di mettere da parte quel sogno impossibile e trovare la felicità dell'amore altrove, capitolava davanti al proprio struggimento e si trasferiva stabilmente a Versailles, dove rimase fino a quando non gli venne affidato il difficile compito di organizzare la Fuga a Varennes, poi miseramente fallita a quanto pare non per sua negligenza.
In quel lasso temporale i due innamorati avevano continuato assiduamente a scriversi lettere che sarebbero poi andate avanti sino alla morte della regina, il 16 ottobre del 1793. Forse, se il barone di Klinckowström non si fosse preso la briga di cancellare a penna ogni frase compromettente nell'appassionato epistolario tra i due, oggi ne sapremmo di più sulla natura del loro rapporto, se e quando divenne fisico, che cosa avesse intuito il re al riguardo e di chi fossero realmente i figli della regina. Tutto questo, invece, rimarrà nell'oscurità per sempre, alimentando la curiosità attorno a un grande amore negato.
Hans Axel von Fersen si spense nel 1810, lo stesso 20 giugno che molti anni prima aveva visto le sue speranze svanire davanti alla notizia dell'arresto della sua amata. Una folla lo linciò pubblicamente per un crimine che non aveva commesso, ma poco gli importò di lottare e di reagire, giacché si considerava già morto nel momento in cui la ghigliottina venne calata sulla testa di Maria Antonietta.
In quegli ultimi amari e disperati giorni era riuscito persino a introdursi di soppiatto nella Conciergerie, dove lei era tenuta prigioniera. Aveva tentato in tutti i modi di farla evadere, di portarla via con sé lontano da quel mondo a cui non sentivano di appartenere, ma non ce l'aveva fatta. Il destino prevalse sulle azioni e sulla forza di volontà, compiendo ciò che andava compiuto affinché l'intero mondo occidentale cambiasse per sempre. Era l'avvento della Rivoluzione Francese e la fine dell'Ancien Régime.
Posso dirvi che vi amo e ho soltanto il tempo per farlo. Fatemi sapere a chi indirizzare le notizie che potrei scrivervi, ché non posso vivere senza farlo. Addio, o voi che siete il più amato e più amabile degli uomini. Vi abbraccio e bacio con tutto il cuore.
Sorvoliamo su un piccolo madornale errore?
Nel 1778, all'arrivo di Fersen a Versailles, Maria Antonietta era incinta. Quindi il matrimonio era stato consumato.
Edited by MmeAnna - 16/12/2018, 13:59