Ricopio un contributo che ho scritto in una pagina dedicata a Firenze (mi scuso se indico alcune cose scontate per i lettori del forum).
Era il 13 maggio del 1717, trecento anni fa, quando Elisabetta Cristina di Brunswick, moglie dell'imperatore Carlo VI, diede alla luce una bambina che fu battezzata Maria Teresa. Era la secondogenita della coppia, nata un anno dopo un maschio, Leopoldo, che aveva vissuto pochi mesi. Altri maschi non ci sarebbero stati.
La sua storia si intrecciò con quella di Firenze, e il granducato di Toscana fu la chiave del suo matrimonio.
Nel caos delle guerre di successione che insanguinarono l'Europa del primo Settecento, la Toscana – la cui dinastia regnante, i Medici, era prossima all'estinzione nel suo ramo principale con l'ultimo maschio della famiglia, Gian Gastone – si era trovata a essere sballottata tra le grandi potenze europee. Un destino tutto sommato invidiabile rispetto ad altri stati, che videro le loro successioni assicurate non dalla diplomazia ma dal sangue.
Inizialmente il granducato era stato promesso a don Carlo di Borbone, ma gli eventi che nella lontana Polonia portarono alla detronizzazione del re di Polonia, Stanislao Leszczyński, padre della regina di Francia, cambiarono le carte in tavola. Luigi XV voleva un trono per il suocero e pensò di mettere le mani sul ducato di Lorena in modo che, una volta morto Stanislao, questo piccolo regno tedesco ma di cultura francese venisse accorpato alla Francia.
Chiaramente la Lorena aveva già un sovrano nella persona del giovane Francesco III Stefano. Quest'ultimo, che dal 1723 trascorreva molto tempo alla corte di Vienna, era molto amato (e ricambiava) la bella figlia dell'imperatore, nonché sua erede, l'arciduchessa Maria Teresa. E fu proprio per sposarla che il 31 gennaio 1736 sottoscrisse un accordo con la Francia per cedere la Lorena al re polacco e dopo di lui a Luigi XV. O la Lorena, o Maria Teresa. Francesco Stefano scelse la seconda, pur a malincuore, perdendo il ducato paterno e guadagnandosi il disprezzo della propria madre. Il 12 febbraio dello stesso anno poteva finalmente sposare Maria Teresa a Vienna.
Chiaramente il duca ottenne un risarcimento: alla morte del granduca Gian Gastone de' Medici il granducato di Toscana sarebbe spettato a lui. L'ultimo granduca mediceo morì abbastanza presto, il 9 luglio 1737, rendendo Francesco Stefano e Maria Teresa i nuovi granduchi di Toscana. Ma il loro ingresso a Firenze dovette essere rimandato, dal momento che il nuovo granduca stava combattendo nella guerra contro l'impero ottomano.
Per celebrare l'ingresso solenne dei nuovi sovrani, previsto per la metà del gennaio 1739, la città fu lustrata di tutto punto e per l'occasione si decise di erigere un Arco di Trionfo appena fuori la Porta a San Gallo, progettato dall'architetto lorenese Jean-Nicolas Jadot. A metà gennaio, però, i lavori dell'arco, cominciati il 16 dicembre 1738, erano ancora lontani dall'essere finiti e, come se non bastasse, il 16 gennaio una tempesta di pioggia e vento distrusse molti dei preparativi già terminati in città.
Finalmente, il 19 gennaio del 1739, alle nove di sera, Francesco III Stefano e Maria Teresa fecero il loro ingresso ufficiale a Firenze. Passarono dall'Arco di Trionfo ancora in costruzione, mascherato da apparati effimeri di legno e tele dipinte. I fiorentini erano molto curiosi non tanto di vedere il nuovo granduca, quanto la sua consorte, della cui bellezza era giunta notizia. Le donne fiorentine erano ancora più curiose, perché che una principessa a quei tempi avesse sposato un uomo per amore era cosa più unica che rara. Il corteggio reale, passando dalla città parata a festa, si diresse direttamente in Duomo, dove Francesco Stefano fu incoronato granduca. Usciti dal Duomo, i sovrani si diressero a Palazzo Pitti, passando per via Tornabuoni e Ponte Santa Trinita, da cui potevano osservare Ponte Vecchio illuminato a festa, con al centro l'arme del granduca. Alle undici arrivarono in Piazza Pitti ed entrarono nel giardino di Boboli, per l'occasione aperto al pubblico. Seguì uno spettacolo di fuochi d'artificio, mentre dall'altra parte della città si illuminarono a giorno Palazzo Vecchio e la Galleria.
Francesco Stefano e Maria Teresa si sarebbero trattenuti a Firenze fino alla fine di aprile. Alloggiarono non nell'appartamento granducale (l'attuale Galleria Palatina), ma nel quartiere del Gran principe Ferdinando (gli attuali Appartamenti reali). La giovane coppia fu deliziata da tanti spettacoli, partecipò a tre balli in maschera a Palazzo Vecchio, visitò le Gallerie e assistette al gioco del calcio in Piazza Santa Croce. Più che Francesco Stefano, che non poteva amare veramente la «sua» nuova nazione (visto che gli ricordava la perdita del ducato avito), quella entusiasta era Maria Teresa. La giovane granduchessa, che a Vienna aveva già gustato la bellezza dell'arte e della musica italiane, era felicissima e dette grande prova del suo amore per l'Italia. Risplendente nei gioielli appartenuti alle granduchesse medicee, offertile da Anna Maria Luisa de' Medici, l'elettrice palatina, Maria Teresa si esibì in un duetto canoro col famoso tenore Francesco Bernardi, ricevendo una viva ovazione dal ben educato pubblico di Firenze.
Il giorno più bello per Maria Teresa, però, dovette essere il 12 aprile. A Palazzo Pitti, nella Sala de' Novissimi (l'attuale Sala dell'Iliade, a quel tempo adibita da Cosimo III a cappella e decorata con quattro enormi tele dipinte da Giuseppe Nicola Nasini, raffiguranti appunto i «Novissimi», cioè i quattro momenti ultimi della vita: Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso), l'arcivescovo di Firenze celebrò una Messa. Maria Teresa, riccamente vestita e seduta sotto un baldacchino, ricevette la delegazione pontificia, che, a nome del Papa, le porgeva la Rosa d'Oro.
Il 25 aprile Francesco Stefano offriva la reggenza ad Anna Maria Luisa de' Medici, che rifiutò. Fu quindi nominato un Consiglio di reggenza e due giorni dopo, il 27 aprile 1739 (data fatidica, visto che l'ultimo granduca lorenese, Leopoldo II, avrebbe lasciato per sempre Firenze nello stesso giorno di 120 anni dopo!), Francesco Stefano e Maria Teresa lasciarono Firenze.
Maria Teresa d'Austria non rivide mai più la città che l'aveva conquistata. Poco più di un anno dopo, il 20 ottobre 1740, l'imperatore Carlo VI suo padre moriva, rendendola di fatto sovrana dei grandi possedimenti asburgici. Per la giovane sovrana, che aveva solo 23 anni, sarebbero iniziati cinque anni di dure guerre: le grandi potenze europee, che pure avevano sottoscritto la Prammatica sanzione che riconosceva la figlia di Carlo VI come erede dei suoi domini, si schierarono contro l'arciduchessa, e Prussia, Sassonia e Baviera iniziarono a sottrarle territorio dopo territorio. Maria Teresa uscì vittoriosa nel 1745, dopo anni di dure battaglie, in cui finirono perduti anche gli splendidi gioielli dei Medici: gran parte di questi fu venduta per pagare i debiti di guerra!
Molti anni dopo, nel suo «Testamento politico», Maria Teresa scrisse che sarebbe rimasta «con gioia» soltanto la granduchessa di Toscana, se così Dio avesse voluto e non l'avesse invece prescelta per addossarsi «il grave peso del governo» dei territori asburgici. Avrebbe voluto conoscere e apprezzare meglio la sua cultura prediletta nel luogo dove era nata, nella regione dove si parlava l'italiano migliore, e goderne le bellezze artistiche e paesaggistiche. Maria Teresa volle portare il ricordo di Firenze financo nella morte: sulla sua monumentale tomba, realizzata da Balthasar Ferdinand Moll, fece raffigurare i momenti più importanti della sua vita: l'incoronazione del marito a Francoforte, la sua incoronazione come regina di Boemia a Praga, la sua incoronazione come regina d'Ungheria a Presburgo (Bratislava) e... l'ingresso dall'Arco di Trionfo a San Gallo di tanti anni prima.
Gabriello Mattei, Ritratto di Maria Teresa d'Austria, granduchessa di Toscana, 1739, Galleria degli Uffizi, Firenze.
Partita di calcio giocata in Piazza Santa Croce il 1° febbraio 1739 alla presenza di Francesco Stefano e di Maria Teresa.
Balthasar Ferdinand Moll, Tomba di Maria Teresa d'Austria e di Francesco Stefano di Lorena, Cripta dei Cappuccini, Vienna.
Dettaglio della tomba con l'ingresso a Firenze della coppia granducale.