| [QUOTE=tody,28/12/2018, 16:23 ?t=9489902&st=420#entry627643773] Le prove su Danton non ci sono quello che è sicuro è che maneggiava un sacco di quattrini, dalle memorie di madame tourzel, viene fuori che furono i suoi uomini a tirar fuori lei e la figlia dalla prigione de la Force. Come è anche vero dalle memorie della stessa che lei e la figlia operavano per il conte di Provenza, la prima cosa che chiesero alla figlia di Maria Antonietta fu di sposarsi con il Duca D'Angoulême suo cugino, dopo due anni a carcere duro, di cui una parte in isolamento. Per quanto riguarda la famiglia reale invece era difficile orchestrane il massacro perché riuscivano sempre a sfangarla, vuoi perché le loro persone erano considerate sacre, vuoi per l'incapacità degli organizzatori che rifiutavano di macchiarsi del loro sangue salvo poi voler comandare. In quei tempi regnava il caos e l'anarchia, i gruppi dell'assemblea non corrispondevano alle milizie in campo, i girondini fecero affluire a Parigi sostenitori, miliziani, da tutta la francia, nei tre mesi in cui Roland fu ministro sotto Luigi XVI, i giacobini si nascosero come topi, Marat, Robespierre, Desmoulins solo Danton saltò sul carro l'unico cogli attributi quando tutto sembrò palese, ovvero l'insurrezione per difendere gli interessi della sua fazione e temperare gli eccessi degli altri, lui lo fece con i fatti a discapito delle parole per dissimularsi. La Fayette come Petion voleva la reggenza o luogotenenza del regno che gli avrebbe spalancato le porte del trono o della dittatura(vedi quello che fece Napoleone), Madame de Roland la rovina dei Borboni, i fratelli del Re la rovina di Luigi XVI e del suo erede convinti di tornare sul trono richiamati per fermare l'anarchia ed i giacobini speravano di rimanere soli in piedi in mezzo alle macerie per costruire la loro utopica repubblica. Luigi XVI non pensava che si sarebbero accaniti contro la sua famiglia, pensava che il suo sangue li avrebbe placati, d'altronde non aveva più carte da giocare, la Reine era odiata si ma dai faziosi, era un mezzo per colpire il trono morto il Re e proclamata la Repubblica non aveva più valore politicamente, il suo processo fu una misura simbolica contro vandeani e potenze straniere, tra l'altro a differenza di quanto riportato durante il tragitto fu insultata si ma dagli accoliti di Robespierre che dovette in tutta fretta richiamare in servizio Gramont per farl a insultare fino al patibolo, secondo le testimonianze, una è nelle memorie di Sanson il boia di Parigi, la folla rimase in silenzio, un silenzio che evidentemente A Robespierre non piaceva fino all'esecuzione poi si disperse, ben diversa la scena quando toccò a lui salire i gradini del suo supplizio. Tornando al tema principale girondini e giacobini utilizzarono le milizie sanculotte per gestire il potere ma queste ne decretarono spesso la morte perché non erano governate che dal loro interesse, negli anni fecero fuori girondini, giacobini, si scontrarono fra di loro favorite dal clima d'odio e di sospetto, tipico delle rivoluzioni dove chi grida più forte ha sempre ragione, Barras ne è un esempio tipico, mentre la guerra infuria insieme al terrore i sanculotti si dividono capiscono che troppi sono gli eccessi e la base peer mantenere il potere defenestra l'incorruttibile, la convenzione sopravvìverà un anno cercando di ritrovare una parvenza di verginità, nel contempo seguono altre rivolte combattimenti perché le milizie non erano un corpo unitario, molti capi intanto fanno carriera non hanno più interesse alla guerra civile ma solo alla conservazione di se stessi, arriva Napoleone. [/QUOTE
Avendo studiato con dovizia di particolari la salita a primo Console e poi ad Imperatore di Napoleone. Vorrei fare solo una piccola precisazione..
Napoleone, studioso come tutti allora della storia romana, si sentiva il naturale continuatore della Repubblica. Come un Cesare o un Augusto che trasformarono la Repubblica in Principato. Così lui si considerava il naturale erede della Repubblica. Come un novello Augusto che trasforma la Repubblica romana nell'Impero romano. Già il Machiavelli postulava una interessante e ovvia continuità nella trasformazione della repubblica nel principato. Una legione o un esercito dopo anni di campagne militari è fedele solo al suo comandante.
Ma Napoleone è arrivato ad avere il totale appoggio dell'esercito solo dopo aver vinto la campagna d'Italia 1796/97. Nel 1792/93 non c'era ancora un generale in Francia che potesse aspirare ad avere il potere assoluto. Un dittatore deve essere appoggiato dalle forze armate, completamente, se vuole aspirare ad esautorare il potere precedente.
Proprio per questo Napoleone parlando, esclusivamente dal suo punto di vista .. che è quello militare, del 10 agosto 1792 non giudicava la situazione del Re Luigi perduta a prescindere. Certo si sarebbe potuto combattere e morire. Ma .. il suo giudizio sulla folla e sulle sezioni giacobine che assalivano le Tuileries fu chiaro " bastavano 4 scariche di mitraglia per far fuggire la marmaglia". Certo il suo giudizio sul Re Luigi, pavido e inetto, era da ex giacobino impietoso e di totale disprezzo.
Luigi XVI in realtà il 10 agosto cercò di salvare la sua famiglia e per questo siarrese alla Convenzione. Per un militare come Napoleone se tu chiedi a delle persone di combattere e morire per te, devi essere disposto a rischiare con loro tutto . Devi guidarle rischiando la tua propria vita. Pur non avendo truppe abbastanza c'era tuttavia la possibilità per il Re di resistere e combattere il tutto per tutto .. Meglio comunque morire sul campo dell'onore che su un patibolo..
Caratteri e vita diversi fra Luigi XVI e Napoleone. Certo se Luigi fosse stato più deciso sarebbe potuto esser un despota illuminato come Giuseppe II o Federico di Prussia.. chissà..
Edited by Chouan - 28/12/2018, 21:46
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