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| Dopo la morte di Luigi XVI, Maria Antonietta ottenne vesti di "gran lutto", scarpe di cerato, gonne d'histaly e perfino un ventaglio di taffetà nero.
Alla Conciergerie la regina portò con se pochi oggetti, compreso un orologio ricordo di sua madre che appese, appena entrò nella cella, ad un chiodo arrugginito che era già piantato nel muro. Qualche giorno dopo l'orologio le fu confiscato e a quanto pare, staccandosi dall'ultimo ricordo di sua madre, Maria Antonietta pianse a lungo.
Sappiamo che la regina scrisse un biglietto alla figlia: "Voglio scrivervi, mia cara figliola, per dirvi che sto bene; sono calma, sarei tranquilla se sapessi che la mia povera figliola è senza inquietudini. Vi abbraccio assieme con vostra zia con tutto il cuore. Mandatemi calze di filaticcio, un soprabito di bambagina, una sottana."
La lettera fu sequestrata dai commissari, ma grazie a Michonis Maria Antonietta ottenne che le mandassero dal Tempio un pacco da parte di Madame Elisabetta contenente: camicie ornate da ricamini detti mignonnettes, due paia di calze di seta nera, una mantellina, tre fazzolettoni di lino e specialmente un paio di scarpe alla "Saint-Huberty", di cui aveva urgente bisogno in quanto quelle che calzava erano marcite per l'umidità. La regina ottenne anche una bottiglia d'acqua per i denti, una scatola per la cipria e un piumino di cigno. Rosalie le prestò uno scatolone dove poter riporre le sue cose "ch'ella ricevette con la stessa soddisfazione che se le fosse stato prestato il più bel mobile del mondo".
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