| Grazie Silenski, questo brano è estremamente interessante è suscita parecchie riflessioni, sfatando diversi luoghi comuni. Non fu la carenza economica, bensì lo sviluppo economico e l'ascesa di una nuova classe "produttiva", la borghesia, a fare da maggior propulsore alla rivoluzione. Lo sviluppo economico e l'ascesa della borghesia, e il parallelo e connesso sviluppo di nuove idee nella gestione dello Stato e della società, gettò le fondamenta per un cambiamento nella "sensibilità del popolo" ormai sempre meno disposto a tollerare un sistema impostato su grandi privilegi di ristrettissime parti della popolazioni (le meno produttive, N.d.R.), inefficienze e sprechi. Toqueville lo mette in luce significativamente affermando che: La sensibilità del popolo era mutata e i più piccoli atti di arbitrio di Luigi XVI erano peggio tollerati di tutto il dispotismo di Luigi XIV.
Ora, la situazione di altri paesi monarchici, su tutti l'Austria di Maria Teresa, non era diversa (anzi all'inizio del regno di Maria Teresa la situazione economica era di gran lunga peggiore e gli abusi e i privilegi di nobiltà e clero insostenibili) di quella della Francia. In Austria e in Prussia, tuttavia, i monarchi seppero "fiutare" le necessità di mutamento che si delineavano con l'avanzare delle nuove idee della "classe borghese", facendosene intelligentemente portatori.. si allearono col nuovo anzichè "ignorarlo". Maria Teresa, ad esempio, seppe imporsi alle resistenze dei nobili e del clero che non volevano vedersi toccare i loro privilegi (cosa che non seppe fare Luigi), ed ebbe l'intelligenza di circondarsi e fare suoi collaboratori (a prescindere dal titolo nobilarie o meno) proprio i portatori di nuove idee nel campo delle finanze, dell'amministrazione, della scuola, della sanità ecc. La Francia era la "patria" e il centro propulsore delle nuove idee (che si svilupparono proprio in virtù dello sviluppo produttivo), e tuttavia la Monarchia non seppe "allearsi" con i protagonisti e i portatori delle nuove idee. Ci sarebbe voluto quell'intelligenza politica e quel polso che Luigi XVI, con tutte le sue buone intenzioni, non ebbe...
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