Maria Antonietta - Regina di Francia

Etichetta a corte.

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view post Posted on 14/6/2008, 19:47
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Marie-Antoinette

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povera Du Barry, la state massacrando per il suo lavoro! XDDDD A me un po' di simpatia la fa :D
 
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celeborn36
view post Posted on 22/8/2012, 10:19




Ho trovato questa descrizione nel Journal di Bombelles:

"L’ambasciatrice d’Inghilterra, la duchessa di Manchester, ha fatto oggi la corte per la prima volta alla Regina e alle principesse della famiglia reale. E’ una carrozza della Regina che l’ha condotta, dai viali fino in fo ndoalla scala di marmo. La carrozza dell’introduttore degli ambasciatori faceva corteo e due carrozze con la livrea dell’ambasciatrice la seguivano.
La Regina è nella sala che precede la camera da letto. Aspetta l’ambasciatrice, seduta in una poltrona, e le dame titolate sono sedute in cerchio a destra e a sinistra. Le altre dame della Corte si tengono in piedi dietro ai tabourets. Il capo di brigata e gli esenti del servizio dalla Regina sono dietro la sua poltrona, con i suoi grandi e altri ufficiali. Quando l’ambasciatrice arriva alla porta della camera d’udienza attende che il segretario del Re che conduce gli ambasciatori abbia annunciato la sua venuta. Egli entra, fa una profonda riverenza. La dama d’onore, sempre titolata, è seduta a destra della Regina; allora lei si alza e fa, marciando a ritroso verso la porta, tre riverenze a Sua Maestà, che, ogni volta, inclina solamente la testa. Va a prendere l’ambasciatrice per mano, la introduce nella camera e tutte e due fanno, avanzando, tre riverenze alla Regina che rende il saluto all’ambasciatrice. Arrivata a portata di Sua Maestà, l’ambasciatrice si siede di fronte alla Regina, a destra della dama d’onore. Le dame in cerchio si siedono, e la Regina rassicura la persona che ha l’onore di esserle presentata con la sua amabilità e un tono di agiatezza che non toglie nulla alla nobiltà del suo contegno.

Si annuncia , cinque minuti dopo il Re. Tutti si alzano. Abbraccia l’ambasciatrice. Nella stretta etichetta deve dire alla Regina:

-Non credevo di trovarvi in una così buona compagnia - ,

ma Luigi XVI non dice mai questa ridicola frase e, dopo aver chiacchierato per un istante di buona grazia, si è ritirato. La Regina si è seduta una seconda volta, come pure l’ambasciatrice, poi l’udienza è finita con tre riverenze a ritroso, la dama d’onore dà la mano all’ambasciatrice, come all’entrata, che osserva lo stesso cerimoniale presso tutte le altre principesse. [...]"
 
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view post Posted on 22/8/2012, 20:15
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Marie-Antoinette

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Gigione aveva ragione, la frasetta è cretina come poche. Un banale "Madame, che felice coincidenza" sarebbe potuto andare, senza fare allusioni al fatto che il re sapesse che lìambasciatrice era a Corte. Il problema era tutto nel gioco delle precedenze e dei diritti acquisiti, per cui si preferiva fare in modo che la presentazione al re sembrasse dovuta al caso. L'etichetta è piena di esempi simili di astuzie ed escamotages... e in effetti, a leggere le memorie di Breteuil (il mio, non il tuo) e Saint-Simon era una cosa a tratti imbarazzante, a tratti allucinante, a tratti comica.

 
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Antoine80
view post Posted on 23/8/2012, 16:32




Io ho sempre trovato grande comicità in talune regole dell'etichetta che fanno sembrare i cortigiani estremamente idoti ai nostri occhi. Eppure allora era tutto perfettamente logico e coerente.
 
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celeborn36
view post Posted on 23/8/2012, 16:39




Sì infatti pensa a sta povera donna, la principessa di Chimay, avanti e indietro a far riverenze ogni volta che si muoveva una volta in retro, poi in avanti e poi ancora in retro....che fatica essere dama d'onore!
 
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Antoine80
view post Posted on 23/8/2012, 16:53




CITAZIONE (celeborn36 @ 23/8/2012, 17:39) 
Sì infatti pensa a sta povera donna, la principessa di Chimay, avanti e indietro a far riverenze ogni volta che si muoveva una volta in retro, poi in avanti e poi ancora in retro....che fatica essere dama d'onore!

Mi viene in mente la presentazione a corte di M.me de Pompadour che si era preparata diligentemente per lungo tempo in vista dell'importantissimo evento. Il fatidico giorno lei era agitatissima e c'era tra i nobili chi scommetteva su un suo errore, vista l'origine borghese. E in effetti sbagliare era facilissimo per chi non aveva mangiato pane ed etichetta fin dalla nascita.
Come abbia fatto ad entrare poi così splendidamente in quel meccanismo perverso che era la corte ancora non me lo spiego!
 
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celeborn36
view post Posted on 23/8/2012, 17:32




volere è potere
 
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view post Posted on 23/8/2012, 18:11
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Marie-Antoinette

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è stata allevata apposta da quella strega di sua madre. strega e puttanon, of course
 
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view post Posted on 8/12/2012, 22:51
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Marie-Antoinette

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Da Dizionario critico e ragionato delle etichette della Corte, di m.me de Genlis

Presentazione a Corte.
- la presentazione degli uomini della corte consisteva nel cacciare con il re, per conseguenza nel salire nelle sue carrozze, così come nel montare i suoi cavalli a caccia, e nel cenare nei petits appartements. Ogni altra presentazione non costituiva un uomo di corte, pareva singolare che la caccia fosse scelta come segno di questa dignità, ma non era la caccia, era montare nelle carrozze. Come i re cacciavano tutte le settimane a giorni fissi, e tornavano in carrozza con tutti i signori del loro seguito, era stata fissata la presentazione nei giorni di caccia per questa ragione. I presentati non salivano che nelle carrozze del seguito, cosa che dava loro il diritto di salire in quella del re, almeno per rango e nascita. Ma il re non chiamava nella sua che i favoriti, non era una distinzione di nascita, era un favore di scelta. Tuttavia, coloro i quali ricoprivano determinate cariche avevano il diritto di esservi ammessi. Si davano, in occasione della propria presentazione, dieci luigi al primo piquer che presentava il cavallo per cacciare, e dieci al cocchiere che vi riaccompagnava in carrozza; per tutte le altre volte non si dava nulla. Ho dimenticato di dire che gli uomini, il giorno della loro presentazione, andavano a rendere visita al primo gentiluomo di camera, e al grande scudiero.
La presentazione delle donne consisteva, dopo le prove presentate ed esaminate dal genealogista di corte, così come per gli uomini, nell’essere presentate pubblicamente e in cerimonia in grand habit di corte da una donna già presentata; il re e la famiglia reale davano la loro ora e il giorno: era sempre una domenica. Questa presentazione, in grand habit, dava il diritto di salire nelle carrozze del re e della regina, e di cenare nei petits appartements. La vigilia della presentazione, la presentata andava a Versailles con colei che doveva presentarla, per fare delle visite a quelli che si chiamavano gli onori: erano la dama d’onore e la dame d’atour della regina e quelle di Mesdames, e delle principesse sue cognate. Vi si ritornava l’indomani; si erano anche prese delle lezioni di riverenza per la presentazione; si aveva un enorme panier, uno strascico che poteva staccarsi, di modo che lo si potesse togliere quando si rientrava nei propri alloggi: si chiamava bas de robe. Era molto stretto e di una lunghezza smisurata, occorrevano venti o ventidue aune [NdMauro: tra i 22 e i 25 metri, un'auna misura circa 1,12 metri] di stoffa per fare un grand habit senza guarnizioni. La presentata faceva una riverenza vicino alla porta, poi qualche passo e una seconda riverenza, e una terza vicino alla regina; poi toglieva il guanto dalla mano destra, e afferrava il lembo inferiore della gonna della regina per baciarlo; la regina glielo impediva ritirando la gonna, e ritirandosi leggermente lei stessa: l’omaggio era reso, e si rimaneva lì. La regina diceva allora qualche frase cortese, dopodiché faceva una riverenza, che significava che era necessario ritirarsi, cosa che si faceva camminando a ritroso, nonostante lo strascico che si spingeva con destrezza facendo le tre riverenze d’addio. Se la presentata era duchessa, o che senza avere questo titolo avesse comunque il tabouret (cosa che succedeva spesso), non faceva l’umiliante dimostrazione del bacio dell’orlo della veste; era salutata dalla regina e dalle principesse. A corte si chiamava salutare in una presentazione l’onore di presentare la gota destra alla regina, che su questa applicava leggermente la sua. Il re e i suoi fratelli accordavano indistintamente a tutte le presentate titolate, duchesse o meno. Quando la presentata era duchessa o titolata era sempre presentata da una titolata; la regina la riceveva seduta in una poltrona e, dopo averla salutata in piedi, si rimetteva nella poltrona, e si presentavano dei tabourets alla presentata e alla presentante, che si sedevano. Quando la presentata tornava a fare la sua corte poteva andare con una donna non titolata. Quando una duchessa, o una che avesse il tabouret, andava a fare la sua corte al pranzo, l’usciere della camera le presentava un tabouret, salvo che non fosse assieme a una donna non titolata. In questo caso respingeva il tabouret, e restava in piedi al pranzo come tutte le donne che non avevano gli onori, ossia il tabouret. Qui la cortesia sociale aveva la meglio sul rispetto di etichetta, poiché, per riguardo per una parente o un’amica si rifiutava un onore offerto dai principi, che lo trovavano giusto: quest’usanza era universale. Non si portava il grand corps a corte che il giorno della presentazione e il primo anno, e alle feste della corte, tanto che si era giovani; dopo si prendeva la mantilla. La sera della presentazione si andava al gioco di Madame la Delfina o della regina. Là tutte le donne presentate, titolato o meno, erano sedute sui tabouret, e potevano, se lo volevano, giocare al grande tavolo rotondo della regina. Bastava arrivare prima che il gioco iniziasse, e mettercisi quando la regina ci si metteva. Mesdames e le altre principesse facevano nello stesso salone altre partite a parte, non vi si poteva andare se non nominati e chiamati da loro. Quando non si voleva giocare bastava arrivare una volta che il gioco fosse iniziato; allora, dopo aver fatto solamente una riverenza alla porta, si prendeva posto su uno dei tabouret che formavano un cerchio attorno alla tavola, ma si restava fino a dopo il gioco. Quando il gioco era finito, la regina faceva un giro attorno al cerchio, diceva qualche parola a ogni dama, dopodiché faceva una reverenza e se ne andava: ognuno usciva dal salone. Gli uomini facevano parimenti la loro corte al gioco; quelli che non giocavano restavano sempre in piedi, quale che fosse il loro rango, etichetta stabilita per loro dalla galanteria francese. Si facevano lo stesso giorno le presentazioni a tutta la famiglia reale. S’intendeva per famiglia reale il re, la regina, i loro figli, i figli dell’ultimo re, i fratelli, sorella, cognati etc. del re, i nipoti ex fratre, i nipoti ex filio, le nipoti; tutta questa famiglia alloggiava stabilmente a Versailles. I cugini e le cugine formavano i principi del sangue, e vivevano a Parigi; gli si veniva presentati a Parigi, qualche giorno dopo la presentazione a Versailles. Nelle presentazioni alla famiglia reale, si riunivano, oltre a quelli che presentavano, diversi parenti; l’ideale era di avere almeno sei o sette donne; ma nella presentazione ai principi del sangue non si aveva che la presentante. L’una e l’altra erano in grand habit come a Versailles. I principi e le principesse salutavano le presentate, titolate o meno. Ci si sedeva per un quarto d’ora, poi ci se ne andava; le dame d’onore delle principesse riaccompagnavano fino alla porta. Ecco la storia completa delle presentazioni.



Edited by Nefer Snefru - 13/12/2012, 09:08
 
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Georgiana
view post Posted on 12/12/2012, 13:56




CITAZIONE (roberto 88 @ 28/10/2007, 13:16) 
hai avuto una bella idea donzi!
ho trovato quest'articolo è un po' un riassunto però è bello ed è sopratutto spiegato BENISSIMO!
Fra i reali di Francia esisteva una strana quanto rigorosa etichetta che in pratica imponeva tutta una serie di norme che contemplavano, fra l’altro, un curioso esibizionismo degli augusti reali, per cui sia il re che la regina, si spogliavano e rivestivano in presenza di decine di persone addette al loro servizio, nobili di corte che, in base al rango personale, si occupavano di determinati aspetti della vestizione (o dell’operazione inversa). Analogamente i reali mangiavano alla presenza di una piccola folla di comuni sudditi, ammessi nei grandi saloni del palazzo reale. Quei popolani seguivano con viva attenzione le varie fasi del banchetto del re e della regina. Allo spettacolo del pranzo dei sovrani era ammesso anche un buon numero di stranieri. Si racconta che Giacomo Casanova, di passaggio a Parigi, vi abbia assistito un paio di volte, la prima nel 1764; nella seconda circostanza, molti anni dopo, era presente anche la famiglia Mozart. Fu in questa occasione che la regina, persona molto amabile e sensibile, chiamò a sé il piccolo Wolfango, allora sugli otto anni, e lo intrattenne piacevolmente a lungo.

All’inizio del pranzo, il principe più strettamente legato al Re per parentela, aveva il compito di porgere al Sovrano un bacile con acqua profumata per detergere le mani, e altrettanto doveva essere fatto nei confronti della regina.

Un viaggiatore inglese, certo Arthur Young, ebbe ad annotare, nel 1787, che il sovrano, Luigi XVI, era dotato di un robusto appetito, mentre riguardo alla regina riferisce che se ne stava seduta davanti al coperto senza toccare cibo. In attesa che il regale marito finisse di mangiare, ella piacevolmente s’intratteneva con due gentiluomini ch’erano dietro la sua poltrona. Alla corte di Francia vigeva anticamente la regola, d'un certo sapore crudele, di far subire una visita prematrimoniale alla fidanzata del delfino. Una giuria formata da dame di corte giudicava se il corpo della fanciulla era idoneo alla procreazione di una sana e numerosa prole. Anche la toletta degli sposi arrivati alla prima notte di matrimonio doveva essere compiuta in pubblico. Il delfino si svestiva alla presenza di vari gentiluomini, mentre al contempo la sposa veniva spogliata e preparata per la notte da uno stuolo di dame altolocate. Al mattino gli sposi si rivedevano accerchiati dalla piccola folla della sera precedente, che si assiepava sulle sponde del letto. Accadeva a volte che il delfino, con scarso tatto e delicatezza, si abbandonasse a confidenze intime, che se divertivano i gentiluomini, ovviamente indignavano la consorte.
fede tere


Come è possibile che la Regina (nata nel 1775) abbia intrattenuto un piccolo Mozart di soli 8 anni (nato nel 1776)? :huh: A proposito di un incontro tra i due però, ho avuto modo di leggere che avvenne in Austria quando ancora MA era una piccola arciduchessa. Mozart inciampò, e quest'ultima lo aiutò ad alzarsi (in Austria non vigeva la rigida etichetta prevista a Versailles). Il piccolo Wolfang chiese subito a Maria Teresa la mano di MA, e quando questa )stupita) ne chiese il motivo, questi rispose: "Per riconoscenza". La cosa divertì molto l'imperatrice! Ho avuto modo di leggere questo aneddoto in una biografia intitolata: Maria Antonietta- l'utima regina. ;)
 
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view post Posted on 12/12/2012, 15:05
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Marie-Antoinette

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La regina di cui si parla è Maria Leszczyńska (siamo nel 1764).
Comunque Mozart è nato nel 1756 e non nel 1776, così come Maria Antonietta è nata nel 1755 e non nel 1775.
Temo tu abbia fatto un po' di confusione con le date :)
 
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yolande84
view post Posted on 12/12/2012, 20:30




Tra le brillanti presentazioni a Corte di affascinanti Dame, c'è quella di Madame de Stael che è un vero insuccesso. Arriva leggermente in ritardo ( quasi un crimine!). Scende precipitosamente dalla carrozza e una cucitura del vestito confezionato da Rose Bertin salta. Quando si inchina a Maria Antonietta e le sfiora l'orlo dell'abito , saltano anche le guarnizioni dello starscico, che si rompe a sua volta. Questo incidente ,che possiamo capire la pessima impressione che fece a Corte, fa' si che il buon Luigione dica sorridendo a Germaine . " Se non vi trovate a vostro agio da noi, non lo sarete da nessun altra parte". La Regina a sua volta , sempre gentile, la conduce in un salottino dove una sarta ripara velocemente i danni.
La Baronessa d'Oberkirch è molto piu' severa dei sovrani " Ha avuto poco successo, tutti l'hanno trovata brutta,impacciata , goffa soprattutto. Non sapeva cosa fare di sè stessa e si è trovata molto fuori posto tra l'eleganza di Versailles. M. de Stael, al contrario, è assolutamente bello e di ottima compagnia....."

Edited by yolande84 - 13/12/2012, 12:18
 
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view post Posted on 13/12/2012, 09:16
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Marie-Antoinette

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Mi immagino la scena. Poveretta (al di là della blanda antipatia che mi ha sempre ispirato), ma dev'essere stata una cosa enorme per una ragazza di vent'anni fare un disastro in quello che era il più grande evento che le potesse capitare in società. Luigi e la Maria sempre carini, sempre più buoni borghesi che sovrani algidi o altezzosi; lui, poi, è stato involontariamente profetico
 
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yolande84
view post Posted on 13/12/2012, 13:38




Certo è che se non si era cresciuti in un certo ambiente diventava tutto piu' complicato. Immagino lo stato d'animo di colei che si apprestava a varcare la soglia della porta e a fare il primo inchino.... un po' come entrare nella fossa dei leoni.
 
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view post Posted on 24/12/2012, 14:09
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Marie-Antoinette

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In una lettera del 6 dicembre 1682 Liselotte scrisse alla cognata Wilhelmine Ernestine:

[…] Domani, giusto dopo la messa del Re, devo accompagnare Sua Maestà a caccia, e sarà troppo tardi per scrivere dopo la caccia, perché è ancora jour d’appartement. Se Vostra Altezza vuol capire che cos’è, V. A. che il Re fa costruire qui una grande galleria che collega il suo appartamento a quello della Regina. Ma siccome questa galleria non è ancora pronta del tutto, il Re ha fatto chiudere la parte già terminata e dipinta per farne un salone. Tutti i lunedì, mercoledì e venerdì sono jours d’appartement. Allora tutto gli uomini della Corte si riuniscono nell’anticamera del Re, e tutte le dame nella camera della Regina, alle sei. Tutti vanno allora al salone del quale ho parlato. Si passa da lì in un’altra sala nella quale sono i violini per quelli che desiderano ballare. Si penetra da lì in una stanza dove c’è il trono del Re. Vi si trovano tutti i generi di musica strumentale e vocale. Si passa da lì nella camera da letto dove sono allestite tre tavole per giocare a carte, per il Re, la Regina e Monsieur. Da lì si va in una stanza che si può chiamare sala, dove sono allestite più di venti tavole coperte di velluto verde a frange d’oro, per giocare ad ogni sorta di gioco. Si va da lì in una grande anticamera dove si trova il biliardo del Re; da lì in una stanza dove vi sono quattro tavole lunghe da colazione con ogni sorta di cose, torte alla frutta, confetture. Somiglia alle tavole del Bambin Gesù le sere di Natale. Si penetra da lì in un’altra stanza dove si trovano altre quattro tavole lunghe quanto quelle da colazione, imbandite con numerose caraffe e bicchieri e diversi vini liquorosi, rosoli di gusti differenti, vino di Saint-Laurent, vino italiano, ippocrasso, e anche dei vini naturali. Coloro che vogliono mangiare o bere rimangono in queste due ultime stanze. Come si ritorna dalla colazione che si prende in piedi, si ritorna nel salone con molte tavole, e ognuno si dà al gioco. Si immagina appena quanti giochi diversi vi si giocano: lansquenet, tric trac, piquet, reversi, hombre, petite prime, scacchi, rafle, trois dés, trou madame, brelan, in una parola tutti i giochi immaginabili. Nessuno si alza dal suo gioco prima che il Re o la Regina entrino nella stanza. Quelli che non giocano, come me e molti altri, passeggiano da una stanza all’altra, ascoltano la musica o guardano giocare, perché è permesso andare ovunque. Questo dura dalle sei alle dieci di sera; poi si va a cenare. Ecco quello che si chiama jour d’appartement. ma se dovessi raccontare a V. A. con quale magnificenza questi saloni sono ammobiliati e quale quantità di vasellame d’argento contengono, non mi fermerei mai. È certo che valga la pena di essere visto. Tutto questo sarebbe magnifico e divertente, se si potesse portare un cuore gioioso a questo appartement […]

 
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