Maria Antonietta - Regina di Francia

Matrimonio tra il duca di Chartres e mademoiselle de Penthièvre, Raccontato da Pierre de Besenval

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Marie_83
view post Posted on 1/3/2008, 00:32 by: Marie_83




Il barone di Besenval, nei suoi memoires, racconta molti aneddoti sulla vita di Corte, non smentendo la sua fama di brillante "narratore" del circolo della Regina.. nel raccontare i fatti degli altri ha sicuramente una indubbia abilità :84BC1B8727A296F9ED822938E1932E7

Come prima traduzione delle memorie vi posto questo anedotto, che racconta del matrimonio tra il Duca di Chartres (ancora non conosciuto come Filippo Egalitè :84BC1B8727A296F9ED822938E1932E7 ) e Mademoiselle de Penthièvre , figlia del Duca di Penthievre e cognata di Madame de Lamballe. E' interessante perchè ci mostra tutte le trame che stavano dietro questi matrimoni combinati, e tutti i personaggi coinvolti, non per ultimo il Re.

So che è un po' lunghino ma penso sia una lettura piacevole ed interessante ^_^ .

Matrimonio di M. il duca di Chartres con Mademoiselle di Penthièvre
Scritto nel 1771.

I beni immensi di cui Luigi XIV aveva accreditato M. il duca di Maine e M. il conte di Tolosa (figli legittimati di Luigi e della Montespan, N.d.R.), erano su punto di riunirsi su Monsieur di Lamballe e la signorina di Penthièvre, unici figli che restavano a Monsieur il duca di Penthièvre, figlio unico di M. conte di Tolosa e di mademoiselle di Modena, morta nel fiore degli anni. M. il principe di Dombe, figlio del duca del Maine, era morto senza essersi spostato, e rimaneva solo M. il conte d’Eu suo fratello che aveva mantenuto parimenti il celibato, e di cui l'età avanzata annunciava una fine che non poteva essere lontana. Le cose erano in questa posizione in 1768; e avendo raggiunto signorina di Penthièvre l'età di essere sposata, coloro che potevano ambire alla sua mano si facevano avanti.
L'abate di Breteuil, cancelliere di M. il duca di Orléans, desiderava fare sposarla a M. il duca di Chartres; e la reputazione dell'abate, che non sempre era stato senza macchia, fece diffondere la voce che M. di Penthièvre gli aveva promesso molto denaro per fare riuscire questo matrimonio; questo era falso. L'abate trovò grande resistenza da parte di M. il duca di Orléans (padre del duca di Chartres), allevato nell'orrore per i bastardi, che i principi vedevano con dispiacere godere del loro stesso rango, e camminare quasi come loro uguali. Trovava del resto che la dote della signorina di Penthièvre non era abbastanza buona per sormontare la sua ripugnanza; perché è risaputo, in Francia, che le opinioni ed i pregiudizi sui matrimoni devono sempre cedere ad una certa proporzione di denaro; e la somma più o meno elevata determina il biasimo o l'approvazione pubblica.
L'abate di Breteuil, sebbene persistente nella sua opinione, non sarebbe mai riuscito a convincere il duca di Orléans, senza un avvenimento che scosse questo principe. M. di Lamballe cadde in una malattia spiacevole, conseguenza della vita libertina alla quale si era dedicato; presto bisognò ricorrere ad un'operazione chirurgica pericolosa; e poco tempo dopo, i chirurghi annunciarono che c'era molto da temere per la sua vita. La morte di M. di Lamballe lasciava mademoiselle di Penthièvre unica ereditiera di tre milioni di rendita. M. il duca di Orléans non potè resistere a questa esca che superò i suoi pregiudizi e la sua ripugnanza; e, determinato a chiederla per suo figlio, ne parlò a M. il duca di Choiseul, per pregarlo di condurre questo affare.
Questo ministro era più a portato affinché l’affare andasse bene in porto (Nota mia: poi Choiseul era particolarmente bravo a combinare matrimoni). Indipendentemente della considerazione
di cui gode sempre il ministro in favore, era anche uno dei migliori amici di M. di Penthièvre che aveva molta fiducia in lui. M. di Choiseul aveva dell'attaccamento per M. il duca di Orléans; ma, conoscendo la sua debolezza che lo faceva agire spesso a seconda di come pensavano quelli con i quali aveva parlato per ultimo, gli chiese il favore di riflettere bene prima di fare dei passi che lo avrebbero compromesso se mai avesse cambiato di parere. Gli fece considerare tutto ciò che era a favore e contro questo affare; e, trovandolo maggiormente convinto disegno, non pensò più che a prodigarsi di conseguenza. M. il duca di Orléans non era il solo che pensasse a signorina di - Penthièvre. M. il principe di Condè la desiderava. ardentemente per M. il duca di Bourbon suo figlio, e si rivolse parimenti à M. di Choiseul, per fargliela ottenere. Questo ministro non gli nascose gli impegni che aveva con M. il duca di Orléans, e che essendo a favore di M.' di Penthièvre, egli non poteva trattenersi dal consigliargli di dare sua figlia a un primo principe del sangue piuttosto che a un secondo. Al che il principe di Condé fu estremamente piccato da questo rifiuto, così da averlo mostrato bene, pur avendo dissimulato il suo risentimento; persona non conosceva meglio questo grande principio che, per riuscire, non bisogna mai disperare di un affare, né abbandonarlo fin quando non sia finito totalmente.


Conformemente all'impegno che M. di Choiseul aveva preso con M. il duca di Orléans, andò da M. di Penthièvre, che non ebbe problemi a decidere, e che, abbandonandosi totalmente a lui, gli illustrò lo stato esatto di tutti i suoi beni. Arrivò anche al punto di affidargli il suo testamento, affinché tutte le sue carte fossero esaminate dagli agenti d’affari del duca di Orléans. Questo principe fu toccato meno da questo modo nobile e sincero di procedere, che dalla modicità della dote che M. di Penthièvre dava alla sua ragazza, che non fu mai possibile farla portare sopra cinquantamila scudi di rendita, prospettandole il resto della somma solo alla sua morte, come eredità. Tuttavia M. il duca di Orléans sarebbe passato su questo punto, sempre nella speranza della morte di M. di Lamballe che sembrava certa.
L'affare era avviato, e sembrava non dovere tardare a farsi. Si trattava solamente di avere il consenso del re; questo fu il più difficile. I sovrani che sono per il loro Stato così superiori agli altri, dovrebbero essere naturalmente al riparo dalle gelosie, posto che, con una sola parola, hanno la possibilità di abbassare tutto ciò che fa loro ombra: Ad ogni modo egli si sentì urtato, o dall'eccessiva opulenza, o dalla troppo grande considerazione alla quale i loro soggetti giungevano qualche volta, soprattutto quando questi soggetti si avvicinavano al trono. All’impulso di gelosia che il re tendeva ad avere contro Monsieur il Duca di Orleans, si aggiungeva l’idea che un giorno M. il duca di Chartres
avrebbe riunito ai beni della casa di Orléans, quelli che gli avrebbero procurato il matrimonio che sarebbe andato a contrarre: ciò doveva portarlo a più di sei milioni di rendita; fortuna che non avrebbe mai avuto né M. il conte della Provenza, né M. il conte di Artois, suoi nipoti. Il suo amor proprio si trova ferito da parecchie cose, M. di Choiseul fece una fatica infinita a strappargli un consenso che diede che a malincuore; e stesso, per determinarlo, questo ministro fu obbligato ad andare fino a dirgli che non era in diritto di impedire M. di Penthièvre di dare la sua ragazza a M. il duca di Chartres.
Ottenuto il consenso del re, non restava più nessuno ostacolo. Tuttavia ne sopraggiunse uno che non ci si sarebbe aspettato e ruppe tutto. M. di Lamballe ebbe un miglioramento considerevole nel suo stato; e le persone che M. il duca di Orléans aveva incaricato per rendergli esattamente conto della sua situazione, gli riportarono che si poteva ritenere salvo. Non occorse oltre a questo principe per fare cambiarlo. Non voleva di signorina di Penthièvre se non nel caso che Monsieur de Lamballe fosse morto; e, prendendo la modicità della dote per pretesto, esigette che non si parlasse più di ciò.
Tuttavia, vergognandosi del suo cambiamento, ne diede l’attribuzione per il pubblico (che non gli accordava di pensare per sé) a M. il conte di Pons Saint-Maurice, il suo primo gentiluomo di la camera che, difatti, aveva sempre dimostrato una grande distanza da questo matrimonio.
Si può giudicare facilmente dell'indignazione di M. di Penthîèvre, al quale si faceva provare il trattamento che si adopera abitualmente con le persone a denaro, e che non aveva a costare di affitto delle onestà e dei premure di M. il duca di Orléans, durante il corso di questo affare. Ma niente uguagliò la collera di M. di Choiseul che si era anche compromesso faccia a faccia M. di Penthièvre e nei confronti il re. Fece i rimproveri più amari a M. il duca di Orléans, e gli promise che in vita sua non si sarebbe mai più immischiato dei suoi affari. Andò a trovare il re per proporgli di fare sposare signorina di Penthièvre a M. il conte di Artois. C'erano molte ragioni in favore di questo matrimonio; M. di Choiseul non ne omise nessuna, ma inutilmente. La vanità del re ebbe costante importanza su tutto ciò che potè dirgli, e questo principe rimase fattoria nell'opinione che sarebbe (stato degradante) per un nipote di Francia, che fargli sposare per il denaro una ragazza di razza bastarda.
M. il principe di Condé era troppo attento ai suoi interessi, per non approfittare della circostanza. Rinnovò, in questo istante, le sue sollecitazioni presso Monsieur de Choiseul, affinché lo facesse parlare a favore di Monsieur de Bourbon. Questo ministro che teneva all'interesse a M. di Penthièvre, non poteva trattenersi dal trovare che la figlia di questi non avrebbe fatto un matrimonio abbastanza buono con M. di Bourbon. Tuttavia, piccato contro M. il duca di Orléans, offrì a M. il principe di Condé i suoi servizi ma a favore del principe stesso; ma questo principe lo ringraziò, ne che gli dice,: Che amava troppo suo figlio per fargli il torto di risposarsi.

Un fatto abbastanza singolare, è la passione che signorina di Penthièvre aveva concepito per M. il duca di Chartres. Non l'aveva visto che una volta, da madame di Modene, credo, dove M. il duca di Chartres gli aveva porto la mano per condurla alla sua carrozza. Rientrando nel suo convento, disse che non avrebbe mai sposato altro, e non cessò mai da quel momento di ripetere la stessa cosa, sebbene a quel tempo ci fosse poca apparenza al compimento dei suoi desideri. Messa a conoscenza che le speranze del matrimonio tanto auspicato erano cadute, e che si pensava a fargli sposare M. il conte di Artois, dichiarò a M. di Penthièvre che mai avrebbe dato il suo consenso, e che, se avesse voluto costringerla,si sarebbe gettata ai piedi del re per supplicarlo di non costringere la sua inclinazione, e renderla sfortunata per il resto dei giorni della sua vita; che mai non avrebbe avuto altro sposo che M. il duca di Chartres, fermezza che aveva tanto più di straordinariom in quanto non si sarebbe potuto trovare un carattere più dolci e più timido che lei.

Il miglior stato di salute M. di Lamballe non durò a lungo, il suo male peggiorò così tanto che in poco tempo lo condusse al sepolcro. M. il duca di Orléans sentì vivamente l'errore che aveva fatto, di avere perso un tanto grande affare, che aveva poca speranza di riannodare, essendo alienato sia M. di Pen thièvre e M. di Choiseul, e sapendo che questo ultimo aveva delle mire per M. Comte di Artois. Tuttavia incaricò l'abate di Breteuil di provare a parlarene a M. di Choiseul, e soprattutto alla duchessa di Grammont, sorella di questo ministro che aveva molto credito sul suo spirito. M. il duca di Orléans si metteva spesso contro i suoi amici per la debolezza del suo carattere, e la poca nobiltà che metteva talvolta nella sua condotta; ma li legava sia li per la bontà estrema che era il fondo del suo carattere, e per i favori che faceva loro,quel tanto che la sua timidezza poteva permettergli. Dall’altro lato, M. di Choiseul era facile; e più il suo primo movimento era pronto, meno aveva di durata. Queste disposizioni facilitarono all'abate di Breteuil i mezzi di riannodare un matrimonio che aveva sofferto tante contrarietài. M. di Penthièvre, sebbene fosse ferito gravemente della condotta che si era tenuta verso lui, fece tuttavia riflessione che la sua ragazza, non potendo sperare di sposare un nipote del re, non avrebbe mai trovato un legame più brillante né più vantaggioso che quello di M. il duca di Chartres verso il quale, tra l’altro, aveva una inclinazione molto determinata: tutte queste ragioni concorsero infine alla conclusione di questo matrimonio che si celebrò a Versailles, al mese di maggio dell'anno 1769. ••,

Edited by Marie_83 - 1/3/2008, 12:39
 
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