Pur con la inevitabile compassione, il dovuto raccapriccio e la profonda esecrazione per gli orrori che sono stati elencati, non posso che ripetere quanto già scrissi in
altra discussione (citando Mao) cioè che siamo in presenza di uno dei più grandi e sconvolgenti eventi della storia da tutti i punti di vista. Inevitabile lo strascico di persecuzioni, lotte fratricide e genocidi vari.
Il fenomeno rivoluzionario, all'inizio, vive sotto minaccia: se fallisce nessuno avrà pietà degli insorti. È quindi maggiore la paura di chi si ribella rispetto a quella di chi resiste che ha dalla sua leggi, morale, conforti religiosi e consenso. Non gli manca nulla. Chi attacca lo fa con la forza della disperazione. È costretto ad essere spietato e sanguinario, non si può permettere la pietà, sarebbe un errore fatale. È stato così per Spartaco, per la Rivoluzione Russa, persino per il Risorgimento italiano che vide orrendi crimini, uccisioni e stupri di massa, interi paesi messi a ferro e fuoco e distrutti nell'ambito della cosiddetta "lotta al brigantaggio" che tale non era.
Aggiungo che queste cose continuano e continueranno ad accadere se è vero che appena l'altro ieri (storicamente parlando), a due passi dal nostro confine orientale, accadevano cose analoghe. Con buona pace dell'Europa la quale con la consueta avvedutezza ha aspettato coraggiosamente (per anni) l'intervento americano, discutendo però a lungo sul fatto che un governo di sinistra al potere in Italia potesse o meno concedere graziosamente l'uso delle basi nostrane ai volenterosi d'oltreoceano che andavano a sistemare le cose. Certo anche questi ultimi non l'avranno fatto gratis. Naturalmente sto enormemente semplificando, la dissoluzione della Jugoslavia fu una faccenda molto complessa. Però gli orrori, genocidi, stupri, ci furono, il tiro a bersaglio dei cecchini a Sarajevo pure.
Non facciamo i russoviani di ritorno: l'uomo non è buono né con la natura, né con gli animali, né con i suoi simili. E questi obbrobri ci sono sempre stati e ci saranno sempre. Purtroppo è inevitabile, pare. Non riesco proprio ad avere una visione ottimistica della storia. Mi sembra una visione poco scientifica, nel senso che dobbiamo valutare i fatti e in base ad essi tentare di prevedere cosa potrà accadere in futuro. Al massimo. E prevedere cosa farà l'uomo è abbastanza facile: quando è stretto dal bisogno reagisce e poi, già che ci si trova, tende anche a far emergere la sua cosiddetta "bestialità" (che tale non è), ferocia e crudeltà innate.
Edited by Giacomo Girolamo Casanova - 24/3/2014, 16:16