Maria Antonietta - Regina di Francia

Il Principe di Sansevero

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view post Posted on 31/5/2014, 23:20
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Arciduca /Arciduchessa

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CITAZIONE (elena45 @ 9/7/2008, 15:32) 
Non ho detto che è ridotta così, ma soltanto che non è sufficientemente valorizzata, o, volutamente è tenuta così.
“Non è una chiesa – scriveva la scrittrice Matilde Serao a fine ‘800 – è una tomba. La cappella è glaciale: pavimento di marmo, marmo alle pareti, tombe di marmo,tatue di marmo……..tutto è gelido, tranquillo, serenamente sepolcrale.”
La scarsa illuminazione contribuisce a dare al visitatore una sensazione di freddezza e di mistero, per non parlare dei due cadaveri conservati in teche di vetro nel sotterraneo.
Guardare le foto, rischiarate dai flash, offre sensazioni diverse.
Comunque vale la pena vederla per i significati simbolici e i riferimenti storici.

(IMG:http://i38.tinypic.com/s13v2b.jpg)
La cappella nel suo insieme

(IMG:http://i34.tinypic.com/2dlsz28.jpg)
Gli affreschi della volta.


Vincenzo di Sangro (1743-1790), il maggiore dei 5 figli di Raimondo e Carlotta Caetani dell'Aquila d'Aragona. Il ritratto, posto nella terza cappella a sinistra del tempio, è stato a lungo ritenuto un’immagine del principe Raimondo. Fonti e documenti non lasciano dubbi sul fatto che il dipinto, eseguito dal sorrentino Carlo Amalfi, ritragga invece il figlio primogenito di Raimondo.

E poi ci sono le famose sculture: alcune ricordano o raffigurano gli antenati (a partire dal I principe di Sansevero), altre hanno significato religioso. Ne cito due:

(IMG:http://i48.tinypic.com/seyird.jpg)
Giuseppe Sanmartino - Il Cristo velato.

(IMG:http://i47.tinypic.com/eq9xs1.jpg)
Antonio Corradini - La Pudicizia velata: monumento funebre a Cecilia Gaetani dell'Aquila d'Aragona (+1710), la madre del principe, morta che lui aveva nove mesi.
Il monumento funebre dedicato al padre, Antonio di Sangro, è chiamato Il Disinganno. Rappresenta un uomo che lotta per liberarsi da una rete, così come fece Antonio che si ‘liberò’ di una vita dissoluta per dedicarsi a Dio.

Quest'ultima e le altre sculture le trovi qui: www.museosansevero.it/cappellasanse...rodisangro.html

"Rispolvero" questa discussione, e in particolare ciò che riguarda la Cappella Sansevero, perchè non è la prima volta che, recentemente, mi capita di leggere che è uno dei Musei più visitati d'Italia.
Probabilmente da qualche anno a questa parte (questa discussione risale a ben 6 anni fa) qualcosa è cambiato, in positivo, una volta tanto!!

Leggo infatti che il Museo Cappella di Sansevero di Napoli è uno dei preferiti in Italia dai viaggiatori di tutto il mondo (secondo la classifica di un noto portale di recensioni turistiche, addirittura al primo posto) e nono in tutta Europa.

Attualmente è in corso, anche se è agli sgoccioli, la seconda edizione di MeravigliArti, la cui direttrice artistica è Paola Servillo (sorella del noto attore).
Il programma comprendeva interessanti incontri e terminerà il 3 giugno; magari qualcuno che in questo ponte festivo passa da quelle parti ne può approfittare per una visita!
Comunque, fino al 27 giugno, continua l'installazione dell'artista belga Anna Veronica Janssens.
www.museosansevero.it/it/
 
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view post Posted on 1/6/2014, 09:33
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Marie-Antoinette

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Sì, è vero, le cose a Napoli stanno cambiando.
La rassegna "MeravigliArti" ha, per così dire, animato il monumento che alcuni, come me, vedevano in una luce troppo sepolcrale.
E poi c'è un libro molto bello e interessante, "Madre di Pietà", scritto da una discendente per via femminile del principe di Sansevero, Beatrice Cecaro, che scopre nuovi significati nella storia della cappella. Riporto una breve recensione.

".........attento e prezioso lavoro svolto dalla Cecaro sulle fonti storiche esistenti nella locale Biblioteca Nazionale per mettere in luce aspetti particolari fin’oggi ignorati della triste origine del luogo............

Nella Napoli vicereale del 1590, in un palazzo della famiglia di Sangro, Carlo Gesualdo principe di Venosa, valente musicista, uccise insieme con tre sicari la bellissima moglie Maria d’Avalos e il suo amante – l’affascinante Fabrizio Carafa duca d’Andria - colti in flagrante adulterio. Il legame durato due anni, all’inizio clandestino, era divenuto di pubblico dominio, e gli amanti sapevano anche che la vendetta non sarebbe tardata ma l’intensità della reciproca passione travalicò ogni convenienza sociale. Dopo un periodo di lontananza impostasi, breve, si ritrovarono più invaghiti di prima. Minuziosa e toccante la ricostruzione fatta dalla Cecaro attraverso le numerose opere esistenti sulla vicenda......"


La Cecaro sostiene che la cappella fu voluta dalla madre e dalla moglie del Carafa, che sono le vere protagoniste del libro:

"La moglie di Fabrizio, Maria Carafa di Stigliano, e la madre, Adriana Carafa della Spina, saranno le ispiratrici della fondazione del luogo sacro, pensando la Cappella come un vero e proprio voto, dettato da cristiana pietas, per l’espiazione e la salvezza finale dell’anima del congiunto. Preesisteva, sul muro di confine del luogo, una venerata immagine della Madonna della Pietà, ritenuta miracolosa. Nello stesso 1590, il duca Giovanni di Sangro I principe di Sansevero – la cui seconda moglie è proprio Adriana Carafa della Spina progenitrice dei di Sangro a venire, e quindi patrigno di Fabrizio - iniziò la costruzione della voluta Cappella che il citato Raimondo, VII Principe di Sansevero, sistemò negli anni che vanno dal 1749 al 1770.
Cappella di Santa Maria della Pietà o Pietatella, come ben presto fu chiamata.......

Nella Cappella dovrebbe essere sepolto, in forma anonima, anche il corpo di Fabrizio"


Tratto da www.napoli.com/viewarticolo.php?articolo=33935

Confermo nel mio piccolo la genealogia: Adriana Carafa della Spina (+>1590), seconda moglie di Gianfrancesco di Sangro, 1° principe di San Severo (1524-1604), ebbe da lui altri 4 figli e assicurò la discendenza della casata.

Tratto da www.genmarenostrum.com/pagine-lette...O-SANSEVERO.htm

Edited by elena45 - 29/7/2018, 07:50
 
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view post Posted on 1/6/2014, 11:01
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Marie-Antoinette

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Effettivamente la cappella Sansevero è così piena di simboli che non può essere visitata in poco tempo e in maniera sintetica.
Bisognerebbe prepararsi e guardare alle singole opere con attenzione, anche con riferimento alla storia della famiglia.
In effetti la cappella è il Mausoleo della famiglia, relativo agli anni della sua costruzione, dal 1590 al 1770.
Le statue allegoriche, che si rincorrono ai lati della navata, con l'eccezione del Disinganno dedicata al padre del principe Raimondo, ricordano (ma non in ordine cronologico) le figure femminili della casata, ovvero le mogli dei nove principi di Sansevero che si sono succeduti, a partire dal fondatore della cappella, il già citato Giovan Francesco di Sangro (1523-1604), 1° principe di Sansevero, fino al successore di Raimondo.

Le statue celebrative sono dedicate ai principi, a volte simboliche, a volte figurative, nel senso che ritraggono le fattezze del personaggio, (anche queste disposte nella cappella senza seguire l'ordine cronologico):


Giovan Francesco di Sangro, I principe di Sansevero e Duca di Torremaggiore (1524-1604).
Detto "l'Achille d'Italia" per il suo valore. Sposò in seconde nozze Adriana Carafa della Spina, già vedova e madre del principe Fabrizio brutalmente assassinato con la sua amante Maria d'Avalos e da lei ebbe 4 figli.


Paolo di Sangro, II principe di Sansevero (1569-1624), figlio dei suddetti.

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Alessandro di Sangro (+1633), Arcivescovo di Benevento, fratello del suddetto. Ricostruì dalle fondamenta e ampliò la “picciola cappella” voluta dai genitori, facendovi celebrare una prima messa nel 1608.


Paolo di Sangro, IV principe di Sansevero (1607-1636).


Paolo di Sangro, VI principe di Sansevero (1650-1726)

Due figure alate, invece, ricordano simbolicamente altri due esponenti della casata:


Dedicato a Giovan Francesco di Sangro, V principe di Sansevero (1633-1698)


Dedicato a Giovan Francesco di Sangro, III principe di Sansevero (1587-1627), stroncato da una malattia incurabile a soli 40 anni.

Come già detto, il settimo principe, il padre di Raimondo, omicida, è rappresentato dall'allegoria del Disinganno; Raimondo e suo figlio Vincenzo, rispettivamente ottavo e nono principe, da due ritratti.


Carlo Amalfi - Vincenzo di Sangro (1743-1790) - Olio su rame.

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A differenza degli altri sepolcri, la tomba del principe Raimondo appare più essenziale: in alto un complesso di emblemi scolpiti su un grande arco, di impostazione seicentesca, e una lapide con il lungo elogio del dedicatario. Tra questa e quello, è collocata la cornice marmorea con il ritratto del principe, olio su rame di Carlo Amalfi.
Come già detto, il ritratto è molto deteriorato e la fisionomia di Raimondo, anziano, si distingue appena, tanto da far nascere la leggenda di un dipinto maledetto:


Prima di questo, Carlo Amalfi aveva eseguito almeno un altro ritratto del principe, da cui Ferdinando Vacca trasse una nota incisione settecentesca, fortunatamente sopravvissuta; Sansevero appare più giovane, con la fascia e la croce dell’Ordine di San Gennaro, di cui era stato insignito nel 1740:



Per orientarsi meglio:



Si evincono quattro linee principali:
1) la linea di Torremaggiore-Sansevero, che nella memoria collettiva ha oscurato le altre;
2) la linea di Casacalenda-Campolieto;
3) la linea di Vietri di Potenza;
4) la linea di San Lucido-Martina-Fondi.

Tratto da www.genmarenostrum.com/pagine-lette...O-SANSEVERO.htm
www.genmarenostrum.com/pagine-lette...GRO-BUGNARA.htm
www.genmarenostrum.com/pagine-lette...GRO-MARTINA.htm
www.genmarenostrum.com/pagine-lette...NGRO-VIETRI.htm
www.genmarenostrum.com/pagine-lette...CASACALENDA.htm

La cappella Sansevero è anche su facebook: Museo Cappella Sansevero.

Edited by elena45 - 21/7/2019, 06:59
 
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view post Posted on 1/6/2014, 11:02
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Allora confermi quello che leggo, su questo particolarissimo monumento di Napoli! E' molto positivo!!

Grazie per la segnalazione del libro di Beatrice Cecaro che, leggo, con grande sensibilità e attenzione ai documenti e alle testimonianze rintracciati negli archivi storici, ricostruisce la vera motivazione per cui fu fondata questa Cappella.
 
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view post Posted on 7/12/2014, 11:49
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Marie-Antoinette

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Sul suo profilo fb, Beatrice Cecaro, la scrittrice discendente dai Di Sangro, pubblica una bellissima foto di sua nonna:


La nobildonna Beatrice d'Aquino di Caramanico, nipote di Teresa di Sangro, la sorella del principe Michele, morto senza discendenza. (www.genmarenostrum.com/pagine-lette...O-SANSEVERO.htm).

La principessa Teresa di Sangro (1825-1887) sposò Don Tommaso Enrico d'Aquino, 12° principe di Caramanico (1820-1868), vedovo con un bambino. ed ebbe la bellezza di 7 figli che raggiunsero l'età adulta (www.genmarenostrum.com/pagine-lette...0Caramanico.htm).
Il secondo dei figli maschi di Teresa, Michele (1854-1918), ereditò i titoli dello zio materno di cui portava il nome; il suo pronipote, Don Filippo Riccardo d'Aquino di Caramanico (1979), è oggi il Principe di Sansevero vivente.

Il più piccolo dei figli di Teresa, Don Alessandro, anche lui molto prolifico, era il papà della Nostra Beatrice (1900-?), sposa, nel 1920, di Gustavo Cecaro (+1967).

Beatrice-Cecaro
Don Alessandro d'Aquino di Caramanico (1865-1923), ultimo figlio di Teresa di Sangro e Tommaso d'Aquino di Caramanico con la moglie Teresa de Angelis Effrem dei Marchesi di Torreruggiero (1872-1936) e 4 dei sette figli che raggiunsero l'età adulta.
Beatrice (1900-?) è la ragazza bruna sulla destra; sposerà, nel 1920, Gustavo Cecaro (+1967).

La scrittrice, che ha il nome della bella nonna paterna, riporta un brano del testamento del suo antenato Raimondo:
"...qualora la mia discendenza venisse a trovarsi ridotta ad una sola Femmina della mia discendenza, sia l'unica , vera, diretta e proprietaria Signora e Padrona di tutti i beni della mia casa..."

P.S. Avo dei suddetti era il principe Francesco d'Aquino di Caramanico (1738-1795), ministro di Ferdinando I e Vicerè di Sicilia (#entry6A06101685).

Il Palazzo d'Aquino di Caramanico in via Medina:

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Edited by elena45 - 31/1/2021, 20:14
 
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view post Posted on 30/12/2016, 21:19
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Marie-Antoinette

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Secondo ricerche recenti, all'epoca dell'atroce omicidio di Maria d'Avalos e Fabrizio Carafa il palazzo Sansevero era abitato dalla madre del Carafa, Adriana, che aveva sposato in seconde nozze Giovan Francesco di Sangro (1523-1604), primo principe di Sansevero. Il luogo dell'omicidio, invece, sarebbe un palazzo a fianco, che il principe Gesualdo aveva in fitto, forse un'ala interna, proprio dove sorgerà la cappella, o forse il palazzo che segue:

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Palazzo Corigliano: costruito all’inizio del ‘500 per volontà di Giovanni di Sangro duca di Vietri (+1549), per sè e per sua moglie Adriana Dentice, su progetto dell’ architetto Giovanni Donadio da Mormanno, costruito per celebrare l'avvenuta ammissione nella nobiltà nel Seggio di Nido.
Se guardiamo lo schema genealogico, vediamo che il costruttore del più famoso palazzo Sansevero, Paolo I di Sangro (+1533), marchese di Torremaggiore, aveva sposato la figlia del duca di Vietri, Violante. A testimoniare il solito incrocio nuziale tra i diversi rami della casata.

Una parte del palazzo, quella prospiciente Piazza San Domenico, fu poi venduta dai duchi di Vietri e diversi proprietari si succedettero, fino al al 1732, quando fu acquistata da Agostino Saluzzo, duca di Corigliano. Costui ne curò la ristrutturazione, modificando la facciata in stile neoclassico. Pertanto oggi il palazzo ha completamente perduto l'antica fisionomia ed è conosciuto come Palazzo Corigliano, una delle sedi dell'Istituto Orientale.
Un'altra parte, quella prospiciente l'attuale Piazzetta Nilo, fu venduta invece all'esponente di un altro ramo della casata, Giovan Battista di Sangro dei marchesi di San Lucido (1626-1699) che lo acquistò per le sue nozze con Beatrice d'Afflitto. Nel vestibolo campeggia questo stemma:

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Stemma con le insegne dei di Sangro, dei d'Afflitto (la moglie di Giovan Battista) e dei della Tolfa (la madre).

Giovan Battista era il 5° figlio del marchese di San Lucido e non aveva titolo, secondo la legge del "maggiorascato". Il titolo andò al fratello maggiore Placido (+1672), capostipite della linea principesca di Fondi (ancora oggi fiorente). Idem per i suoi 4 figli, tutti maschi, solo uno coniugato, gli altri tre celibi e militari dell'esercito borbonico del re Carlo III. Il più celebre:

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Sepolcro di Niccolò di Sangro (1678-1750), in San Domenico Maggiore (Cappellone Carafa).
L'iscrizione ci dice che fu insignito del collare del Toson d'Oro dal re Filippo V (lo indossa infatti nel busto-ritratto) e dell'Ordine di San Gennaro da Carlo III di Borbone, massima onorificenza del Regno.
Nella parte inferiore la tomba del suo diretto antenato, capostipite della linea, Placido di Sangro (+1480).

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G.M. Delle Piane (1741) - Niccolò anziano, in pompa magna, con il mantello dell'ordine di San gennaro e il Toson d'oro. - Museo Filangieri, Napoli.

Il minore dei fratelli:

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Francesco Solimena (attr) - Placido di Sangro (1682-1755), il quartogenito dei figli di Giovanbattista e Beatrice d'Afflitto. Tenente generale dell'esercito delle due Sicilie - Collezione privata.

Quando il secondogenito Niccolò morì, nel 1750, e il primogenito Luzio era un vecchio ultrasettantenne senza figli, il terzogenito Domenico che aveva 70 anni, udite udite, sposò una giovane di soli 16 anni, Maria Teresa Montalto dei duchi di Fragnito. Una cosa al limite della pedofilia! Eppure, chissà come, nacquero due figli!
Il vecchio Don Domenico, che si era distinto in molte funzioni di tipo militare, fu fatto Duca di Sangro e anche lui come il fartello Niccolò Cavaliere dell'ordine di San Gennaro. Morì a quasi 90 anni. Eccolo:


Francesco Liani - Domenico di Sangro (1681-1770), 1°Duca di Sangro - Museo Filangieri, Napoli.

Ripeto: tutti e tre i fratelli di cui sopra, Domenico, Niccolò e Placido di Sangro, furono ufficiali dell' esercito di Carlo III, re del nuovo Regno di Napoli a partire dal 1734.
Il loro lontano cugino, il celebre principe Raimondo di Sansevero, più che attitudini militari, aveva interesse per le arti e per le scienze, ma anche lui fu ammesso tra i colonnelli dell'esercito borbonico e combattè valorosamente nella battaglia di Velletri (1744). L'esperienza lo indusse a scrivere un trattato di strategia militare che fu lodato anche da Federico II di Prussia.


L'ingresso del Palazzo di Sangro, al numero 7 di Piazzetta Nilo.

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Riccardo di Sangro (1803-1861), nipote del suddetto, 3° duca di Sangro. Come il padre e come il nonno militare dell'esercito borbonico, fino a diventare Luogotenente generale. Fedelissimo del re Ferdinando II, fu decorato con l'ordine di San gennaro. Morì di tifo nell'assedio di Gaeta. Aveva sposato la nobildonna Maria Argentina Caracciolo:

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Maria Argentina Caracciolo (1805-1849) in abito ufficiale di Dama dell'ordine di San Gennaro - Museo Filangieri.
Ultima erede del ducato di Martina Franca, trasmette il titolo ai figli (anche se ormai puramente nominale), ma soprattutto il patrimonio. Ebbe 8 figli, ma solo tre raggiunsero l'età adulta. Lei stessa morì ancor giovane e non vide la fine della dinastia borbonica.


I fratelli Nicola (1827-1901) e Placido (1829-1891) di Sangro, figli dei suddetti, rispettivamente 17° e 16° duca di Martina.
Nell'ultima fase la famiglia fu funestata da alcune disgrazie, una dopo l'altra.
Nel 1855 la morte precoce della moglie di Placido, a soli vent'anni, poco tempo dopo la nascita dell'unico figlio Riccardo; nel 1879 la morte di Isabella Medici, moglie di Nicola, a cui aveva dato 10 figli.
Pochi anni prima il marito aveva costruito per lei una magnifica residenza nelle campagne pugliesi:

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Casa Isabella, a San Basilio, frazione di Mottola (TA), a circa 30 km da Martina Franca. Oggi è un hotel.
Interni e giardini qui: www.casaisabella.it/it/photogallery/

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Francesco Grandi - Isabella Medici dei principi di Ottajano (1831-1879), duchessa di Martina. Anche lei indossa il vestito e il manto dell’Ordine di San Gennaro come sua suocera (vedi sopra) e la tiara di casa di Sangro - Collezione privata.

Tra i due episodi luttuosi, nel 1860, la caduta dei Borboni : Placido e l'unico figlio Riccardo si trasferiscono a Parigi, dove il duca frequenta gli ambienti artistici e culturali della capitale. E' qui si dà al collezionismo di manufatti in ceramica di altissimo livello. Ma a Parigi l'amatissimo Riccardo si suicida.
Il duca Placido, sconvolto dal dolore, si ritira nelle stesse campagne di Mottola, in un'antica costruzione del '600 risalente ai duchi Caracciolo, il cosiddetto Casino del Duca:

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Masseria Caracciolo di San Basilio. Oggi è in stato di abbandono.

Il duca Placido è più conosciuto in questo ritratto, di Salvatore Postiglione, conservato al Museo della ceramica di Napoli:

Placido-de-Sangro-duca-di-Martina
Placido di Sangro (1829-1891) lasciò la sua collezione di ceramiche, composta da oltre seimila pezzi, al nipote, anch'egli di nome Placido (1866-1911), che a sua volta per volontà testamentaria donò alla città di Napoli. La collezione fu sistemata nella Villa Floridiana, sede del Museo della ceramica.

La linea si è estinta con la morte di Riccardo di Sangro nel 1978, 18° duca di Martina, che donò la parte più rilevante del grande archivio Caracciolo-De Sangro al Comune di Martina Franca.

Altre immagini le trovi appunto nel sito: www.archiviocaracciolodesangro.it/tt_famiglia?page=1

Edited by elena45 - 16/12/2020, 15:57
 
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Pamplemousse
view post Posted on 30/12/2016, 23:25




Ah, Palazzo Corigliano, gli anni più belli della mia vita.

Una volta un prof. - con una leggera tendenza alla necrofilia - se ne uscì nel bel mezzo della lezione con questa frase: "Ragazzi, ma avete idea di quante persone siano morte in questo palazzo? Rendetevi conto che forse persino in quest'aula è morto qualcuno." Che personaggio.

p.s. che belli Nicola e Placido, due veri dandy napoletani d'antan. Lo dico sempre, la progressiva disgregazione della nobiltà e dell'alta borghesia verificatasi a Napoli tra il 1861 e la prima metà del secolo successivo è stato uno dei maggiori danni per la città.
 
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view post Posted on 31/12/2016, 10:23
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Marie-Antoinette

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La linea di Sangro Casacalenda-Campolieto nasce da due matrimoni:
1) Lucrezia Ametrano, l'ultima erede di una famiglia ricca di banchieri che possedeva il feudo e il castello di Casacalenda (CB) sposa Antonio di Sangro (+1586) dei Signori di Bugnara.
(http://castelliere.blogspot.it/2013/05/il-...i-6-maggio.html).
2) Beatrice Carafa, sposata con Scipione I di Sangro (+1671), trasmette al figlio Fabrizio il feudo di Campolieto (CB), sempre in Molise.
(www.comune.campolieto.cb.it/storia-...ssioni-feudali/).
Il suddetto Fabrizio (+1700), 5° duca di Casacalenda e 1° duca di Campolieto, sposa anche lui una Carafa e aggiunge nel 1695 il feudo della vicina Larino.

Il padre Scipione sposò in seconde nozze la "cugina" Laura di Sangro, ultima erede della linea di Vietri, ed ebbe un ultimo figlio, passato alla storia per la sua sfortunata morte:


Carlo Domenico di Sangro (1658-1703), duca di Vietri, l'unico giustiziato per aver partecipato alla Congiura di Macchia (#entry528956963). Non ebbe eredi e il ramo di Vietri si estinse. Il titolo passò ai Caracciolo.

Le rispettive residenze molisane del ramo (Casacalenda, Campolieto e Larino) sono fin qui molto austere, come, per esempio, quella di Casacalenda:

(CB).

Pertanto, quando nel 1731 l'ultima erede Marianna (1710-1773) sposò il "cugino" Lucio di Sangro duca di Telese (1710-1792), decise di costruire una residenza lussuosa a Napoli e incaricò l'architetto Mario Gioffredo di ristrutturare un vecchio stabile in Piazza San Domenico Maggiore, quello che oggi è noto come Palazzo di Sangro di Casacalenda, ma ne rimase insoddisfatta, ruppe il contratto e affidò a Luigi Vanvitelli la prosecuzione dei lavori.


Palazzo di Sangro di Casacalenda visto dalle scale di San Domenico.
Racchiude affreschi di rara bellezza, alcuni, di Fedele Fischetti, trasferiti a Capodimonte.
Vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_di_S..._di_Casacalenda

Non contenta, affidò a Luigi Vanvitelli e al figlio Carlo la realizzazione di questo gioiello:


Villa Campolieto, ad Ercolano.

Ben presto, però, la decadenza della famiglia portò alla vendita all'asta di entrambi i cespiti nella prima metà dell'Ottocento.

Edited by elena45 - 7/5/2019, 08:14
 
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view post Posted on 2/1/2017, 22:28
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Ho trovato questa bella foto:

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Amalia di Sangro (1907-?), principessa di Fondi. Sposò nel 1936 a Napoli Ugo de Grenet (1911-?). E' la nonna paterna di Samanta de Grenet.
OT: Una sua nipote, Laura de Grenet (1940-2003), era la moglie di Gregorio Carafa Cantelmo Stuart (1945), ultimo principe di Roccella (https://ladyreading.forumfree.it/?t=72805277&st=15).

Amalia era figlia ed erede del principe Oderisio di Sangro (1876-1910), 6° principe di Fondi, e della contessa Giuseppina Viti:




I principi di Fondi possedevano questa splendida villa a Piano di Sorrento:

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Villa Fondi. Fu costruita nel 1840 da Giovanni Andrea di Sangro, 4°principe di Fondi. Oggi è proprietà del comune.

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Giuseppe Bonolis (1833) - Giovanni Andrea di Sangro (1804-1871), IV principe di Fondi, primo maschio di 8 figli di Giuseppe e della principessa Costanza de Marinis (1779-1832), unica erede della sua famiglia di origine, che trasmise al figlio titoli e patrimonio.
Notizie tratte da http://patrimonio.archiviodistatonapoli.it...urce=0000000432

Per esempio il palazzo di Napoli a Via Medina:

IMG-20180313-141613
Palazzo Fondi, costruito nella seconda metà del XVIII secolo da Luigi Vanvitelli, che lo realizzò per Giovanni Andrea de Marinis (1755-1824), marchese di Genzano. Anche qui ci sono affreschi di Fedele Fischetti. Lo stemma della famiglia de Mari o de Marinis, di origine genovese, è all'interno del cortile d'ingresso:


Il marchese di Genzano, sposato con Maria Isabella Caracciolo di Martina (1757-1779), ebbe due figli: Filippo e Costanza.
Filippo de Marinis, detto Filippetto, appena diciottenne, prese parte al movimento rivoluzionario napoletano. Alla caduta della Repubblica Napoletana fu arrestato, processato e giustiziato in piazza Mercato a Napoli, all'età 21 anni.
La madre era già defunta. Il padre fece di tutto per salvarlo senza riuscirci; per ironia della sorte, ebbe a cena nella sua sontuosa dimora di Napoli, tutti i componenti della corte che nello stesso giorno avevano già emessa la sentenza di morte. Il marchese lasciò tutti i suoi beni all’unica figlia Costanza, con i titoli di principessa di Striano e di Palazzo San Gervasio, nonchè marchesa di Genzano.
Dei due fratelli, separati da un solo anno di differenza, c'è un quadro molto bello, di stile neoclassico, dipinto da Domenico Pellegrini, un pittore veneto attivo tra Roma e Napoli:


Filippo e Costanza de Marinis ritratti come Amore e Psiche. Non bisogna dargli un significato incestuoso, ma solo una trasgfigurazione allegorica com'era di moda all'epoca e un omaggio dell'artista a Canova.

il ramo dei Di Sangro principi di Fondi è a tutt'oggi fiorente.

Edited by elena45 - 31/1/2021, 20:10
 
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view post Posted on 6/5/2019, 16:20
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Marie-Antoinette

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Scuola-napoletana-Raimondo-di-Sangro
Scuola napoletana XVIII secolo - Presunto ritratto del principe di Sansevero. E' Raimondo il padre (1710-1771), o Vincenzo (1743-1790) il figlio?.
Tratto da www.minervaauctions.com/aste/asta-1...e-di-sansevero/

Edited by elena45 - 28/1/2020, 17:53
 
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